PSR CALABRIA 2014/2020
PSR CALABRIA 2014/2020
GRUPPO DI AZIONE LOCALE AREA 6
PIANO DI AZIONE LOCALE
“ SAVUTO, SERRE E TIRRENO,
RURALITA’ DI QUALITA’ ”
FEBBRAIO 2017
INDICE
pagina
Cap. 1 Il Territorio 4
- Caratteristiche territoriali e analisi dei bisogni dell’area di intervento e della popolazione interessate dalla SSL;
- Gli aspetti socio-economici dell’area interessata dal PAL;
Cap. 2 Il Partenariato locale 83
2.1.Le attività di concertazione per la costruzione del partenariato;
2.2. Tipologia del partenariato;
2.3. Composizione del CdA del Gal;
2.4 Organizzazione del Gal.
Cap.3 La strategia 95
3.1. Analisi delle esigenze di sviluppo e delle potenzialità del
territorio;
3.2. Strategia di sviluppo locale;
3.3. Coerenza tra strategia e sostenibilità ambientale;
3.4. Descrizione del processo di partecipazione della comunità;
3.5. La strategia per i comuni “aree interne” ;
3.6 Descrizione delle strategie di Cooperazione e integrazione con il
Pal;
Cap. 4 Piano d’Azione 185
4.1. Piano d’Azione e schede operazioni attivate nel Pal;
4.2 Schede operazioni sottomisura 19.2;
4.3 Capacità di integrazione con altri fondi.
Cap.5 Piano finanziario 281
5.1. Quadro finanziario complessivo;
5.2 Cronoprogramma di attuazione.
Cap.6 Modalità di informazione, monitoraggio, animazione 295
e valutazione.
All. 1 Schede finanziarie sintetiche
All.2 PROSPETTO PRIMA ANNUALITA’
All. 3 Seconda Bozza di lavoro Accordo Cooperazione Santi e Briganti
Capitolo 1- IL TERRITORIO
- Caratteristiche territoriali e analisi dei bisogni dell’area di intervento e della popolazione interessate dalla strategia di Sviluppo Locale
Fornire un quadro esaustivo di Informazioni sul contesto:
- Caratteristiche del Territorio e delle peculiarità principali (allegare cartografia);
- Caratteristiche ambientali ed elementi di pregio;
- Indici demografici e struttura della popolazione
- Bisogni e potenzialità dell’area
1.1.1. Descrizione della zona geografica interessata
I Comuni appartenenti al territorio di riferimento del GAL Area Rurale 6,così come definito dal Bando Leader del 29/06/2016 ad Oggetto PSR Calabria 2014-2020 – Reg.(UE) n. 1305/2013 – Misura 19 – Sostegno allo sviluppo locale Leader – Approvazione avviso pubblico per la selezione dei Gruppi di Azione locale e della strategie di sviluppo locale Allegato 3 “Territori Eleggibili”, sono i seguenti
Tabella 1 Elenco comuni dell’Area Rurale 6
|
Comune |
1 |
Aiello Calabro |
2 |
Altilia |
3 |
Amantea |
4 |
Aprigliano |
5 |
Belmonte Calabro |
6 |
Belsito |
7 |
Bianchi |
8 |
Carolei |
9 |
Carpanzano |
10 |
Castrolibero |
11 |
Cellara |
12 |
Cerisano |
13 |
Cleto |
14 |
Colosimi |
15 |
Dipignano |
16 |
Domanico |
17 |
Falconara Albanese |
18 |
Figline Vegliaturo |
19 |
Fiumefreddo Bruzio |
20 |
Grimaldi |
21 |
Lago |
22 |
Longobardi |
23 |
Malito |
24 |
Mangone |
25 |
Marano Marchesato |
26 |
Marano Principato |
27 |
Marzi |
28 |
Mendicino |
29 |
Panettieri |
30 |
Parenti |
31 |
Paterno Calabro |
32 |
Pedivigliano |
33 |
Piane Crati
|
34 |
Rogliano |
35 |
San Lucido |
36 |
San Pietro in Amantea |
37 |
Santo Stefano di Rogliano |
38 |
Scigliano |
39 |
Serra d'Aiello |
E’ da notare che un Comune -Pietrafitta- dei 39 inseriti nel citato Decreto di approvazione delle aree rurali eleggibili alla misura 19 del Psr Calabria 2014/20, ha optato per altra area; il Comune di San Lucido ha invece aderito all’ area rurale 6 pur essendo stato inserito in altra area).
L’area coperta dai comuni del partenariato GALinteressa un territorio a sud di Cosenza composto da:
- 19 Comuni di alta collina e montagna prevalentemente afferenti al bacino del Savuto: Altilia, Aprigliano, Belsito, Bianchi, Carpanzano, Cellara, Colosimi, Figline Vegliaturo, Grimaldi, Malito, Mangone, Marzi, Panettieri, Parenti, Pedivigliano, Piane Crati, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Scigliano da qui in avanti definiti come comuni ricadenti in ambito territoriale ‘Savuto’;
-11 Comuni costieri ricadenti in un’area conosciuta come ‘Basso Tirreno Cosentino’ costituita da: Aiello Calabro, Amantea, Belmonte Calabro, Falconara Albanese, Fiumefreddo Bruzio, Cleto, Lago, Longobardi, San Pietro in Amantea, Serra d’Aiello e San Lucido, da qui in avanti definiti come comuni ricadenti in ambito territoriale ‘Tirreno’;
- 9 Comuni collinari delle ‘Serre Cosentine’: Carolei, Cerisano, Castrolibero, Dipignano, Domanico, Marano Principato, Marano Marchesato, Mendicino e Paterno Calabro, da qui in avanti definiti come comuni ricadenti in ambito territoriale ‘Serre’.
Il territorio,purvariegato,presenta forti elementi di omogeneità e può dunque essere analizzato come un unico contesto territoriale. Esso confina a Nord con l'area Cosenza-Rende, a Sud con l'estremo lembo nord occidentale della provincia di Catanzaro, si congiunge ad Est con la Sila Grande e la Sila Piccola, e lambisce a Ovest il mar Tirreno.
La cartografia del territorio è riportata nella figura (fig 1) in basso.
Figura 1. La cartografia del territorio Area Rurale 6
Il territorio individuato conta una popolazione di 102.391 residenti, su una superficie totale di 873 chilometri quadrati e una densità di popolazione media pari a 118 abitanti per chilometro quadrato. L’altitudine media dell’area è di 570 metri sul livello del mare, passando da un valore minimo dei comuni in area costiera fino al valore massimo posto in contrada silana del Comune di Aprigliano (1766 metri s.l.m.). La distribuzione della popolazione sul territorio è riportata nella figura 2.
Figura 2. Distribuzione della popolazione sul territorio dell’Area Rurale 6
Il territorio individuato garantisce la massa critica necessaria in termini di risorse umane finanziarie ed economiche per sostenere le strategie di sviluppo sostenibile, in quanto la popolazione è sufficientemente ridotta per consentire alla identità locali di diventare attori trainanti dello sviluppo e nello stesso tempo è sufficientemente ampia per aggregare le competenze necessarie a raggiungere l’ottimale dimensionamento delle azioni operative.
Nello scorso decennio sono state numerose le progettualità settoriali (PISL, PIAR, PIT, Patti territoriali) avviate senza risultati apprezzabili nel territorio di riferimento di questo Partenariato, il che ha portato i soggetti attivi dello sviluppo locale a ritenere ormai indispensabile il passaggio ad una nuova fase di ascolto e di proposta, basata su una progettualità territoriale integrata finalizzata a avviare e consolidare una crescita sostenibile in cui possano sortire effetti duraturi i principi/obiettivi propri di Europa 2020: innovazione, diversificazione in agricoltura, fertilizzazione culturale, crescita dell’imprenditorialità diffusa, sostenibilità ambientale.
I Comuni costituenti la compagine partenariale ricadono in Aree territoriali classificate come C eD.
I Comuni che ricadono in Area C sono caratterizzati dalla presenza di territori rurali di collina a più alta densità di popolazione e sede di uno sviluppo intermedio.
I Comuni che ricadono in Area D sono, invece, Aree rurali con problemi di sviluppo ed includono i territori di montagna a più bassa densità di popolazione.
Inoltre, le Aree Rurali di tipo “C e D”, in ragione di quanto contenuto e definito all’Accordo di Partenariato Italia 2014-2020, subiscono un’ulteriore classificazione secondo quanto dettato dalla strategia “Aree Interne”.
L’Accordo di Partenariato Italia 2014-2020 difatti individua come “interne” quelle aree significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali ( istruzione, salute e mobilità), ricche di importanti risorse ambientali e culturali e fortemente diversificate per natura e a seguito di secolari processi di antropizzazione.
Secondo tali definizioni si può ricavare la seguente Tabella per la nostra area (Tab. 2):
Tabella 2. Distribuzione dei comuni ricadenti in area C e D del GAL Area Rurale 6
Comune |
Ambito |
Area |
Classificazione |
Aree interne |
Aiello Calabro |
Tirreno |
C - intermedia |
montano |
Periferico |
Altilia |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
svantaggiato |
|
Amantea |
Tirreno |
C - intermedia |
svantaggiato |
|
Aprigliano |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Belmonte Calabro |
Tirreno |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Belsito |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Bianchi |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
Periferico |
Carolei |
Serre |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Carpanzano |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
Periferico |
Castrolibero |
Serre |
C - intermedia |
svantaggiato |
|
Cellara |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Cerisano |
Serre |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Cleto |
Tirreno |
C - intermedia |
svantaggiato |
|
Colosimi |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Dipignano |
Serre |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Domanico |
Serre |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Falconara Albanese |
Tirreno |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Figline Vegliaturo |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
svantaggiato |
|
Fiumefreddo Bruzio |
Tirreno |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Grimaldi |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Lago |
Tirreno |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
Periferico |
Longobardi |
Tirreno |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Malito |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Mangone |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Marano Marchesato |
Serre |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Marano Principato |
Serre |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Marzi |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Mendicino |
Serre |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Panettieri |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
Periferico |
Parenti |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Paterno Calabro |
Serre |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Pedivigliano |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Piane Crati |
Savuto |
C - intermedia |
svantaggiato |
|
Rogliano |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
San Lucido |
Tirreno |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
San Pietro in Amantea |
Tirreno |
C - intermedia |
montano |
Periferico |
Santo Stefano di Rogliano |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
|
Scigliano |
Savuto |
D – con problemi di sviluppo |
montano |
Periferico |
Serra d'Aiello |
Tirreno |
C - intermedia |
svantaggiato |
Periferico |
Dalla lettura dei dati contenuti nella tabella sopramenzionata emerge quanto segue:
- 7 Comuni ricadono in zona C ,
- 32 Comuni ricadono in zona D,
- 8 Comuni sono Periferici in base alla suddivisione della Strategia Aree Interne,
- 32 Comuni sono classificati “Montani” e 7 “svantaggiati”
1.1.2.Analisi quantitativa e qualitativa dell’area territoriale di riferimento
- a) Caratteristiche ambientali
Le risorse paesaggistiche dell’area sono estremamente varie e scaturiscono dall’eterogeneità della fisionomia e dei caratteri del territorio.Il paesaggio prevalente è quello rurale, in cui si intrecciano colture tipiche, risorse storiche, segni del tempo e della storia locale.L’area geografica identificata dall’Area Rurale 6 costituisce un paesaggio ecologico in cui gli ecosistemi e sistemi antropici formano una struttura omogenea che presenta relazioni funzionali fortemente influenzate dalla morfologia del territorio.Il sistema degli ambienti ossia la copertura del suolo (per quanto riguarda gli ecosistemi ed i sistemi antropici) basata su diversi caratteri ecologici, ed in particolare sull'uso del suolo presenta delle peculiarità di pregio e da valorizzare sia in ambito turistico sia in ambito agricolo. I Comuni dell’ Area 6 territorialmente occupano delle porzioni di territorio tra loro adiacenti che presentano lievi differenze climatiche grazie alle quali si è sviluppata una ricca biodiversità, infatti sul territorio sono presenti siti di interesse naturalistico e aree protette come si evince dalla Figura 3.
Figura 3 Siti di Interesse Naturalistico nell’Area Rurale 6
Pertanto al fine di fornire una immagine nitida e molto dettagliata del territorio del gal, vista l’orografia dell’area, è necessario fare una suddivisione in tre ambiti principali ossia ambito ‘Savuto’, ambito ‘Serre’ e ambito ‘Tirreno’ (vedi tabella 3)
Tabella 3. Distribuzione di comuni nei tre ambiti: ‘Savuto’, ‘Serre’, ‘Tirreno’
Comune |
Ambito |
Altilia |
Savuto |
Aprigliano |
Savuto |
Belsito |
Savuto |
Bianchi |
Savuto |
Carpanzano |
Savuto |
Cellara |
Savuto |
Colosimi |
Savuto |
Figline Vegliaturo |
Savuto |
Grimaldi |
Savuto |
Malito |
Savuto |
Mangone |
Savuto |
Marzi |
Savuto |
Panettieri |
Savuto |
Parenti |
Savuto |
Pedivigliano |
Savuto |
Piane Crati |
Savuto |
Rogliano |
Savuto |
Santo Stefano di Rogliano |
Savuto |
Scigliano |
Savuto |
Carolei |
Serre |
Castrolibero |
Serre |
Cerisano |
Serre |
Dipignano |
Serre |
Domanico |
Serre |
Marano Marchesato |
Serre |
Marano Principato |
Serre |
Mendicino |
Serre |
Paterno Calabro |
Serre |
Aiello Calabro |
Tirreno |
Amantea |
Tirreno |
Belmonte Calabro |
Tirreno |
Cleto |
Tirreno |
Falconara Albanese |
Tirreno |
Fiumefreddo Bruzio |
Tirreno |
Lago |
Tirreno |
Longobardi |
Tirreno |
San Lucido |
Tirreno |
San Pietro in Amantea |
Tirreno |
Serra d'Aiello |
Tirreno |
-In particolare i Comuni ricadenti in ambito ‘Tirreno’sono quelli costieri e sono posizionati ad una quota media s.l.m. pari a circa 300 m, il cui territorio è caratterizzato da suoli con un’alta variabilità dal punto di vista pedologico e litologico. La stretta e lunga lingua di terra parallela alla costa è caratterizzata da suoli sabbiosi, moderatamente profondi che presentano una bassa capacità di ritenuta idrica. L’area costiera (“Basso Tirreno Cosentino”) presenta un ottimo tasso di “naturalità” (circa il 70 %) e un buon tasso di impiego agricolo (circa il 48 %), con una pressione insediativa pari al 30 %. In tale area il patrimonio edilizio generale è condizionato dalla consistente presenza di “seconde case”.Lungo la media costa tirrenica, che corrisponde alla parte in cui si conservano antiche superfici terrazzate comprese tra i 50 e 250 m s.l.m., i suoli sono caratterizzati da un evidente processo di eluviazione dell’argilla dell’orizzonte superficiale e rideposizione della stessa negli orizzonti sottostanti: essendo terreni profondi, garantiscono buone condizioni di umidità per lunghi periodi dell’anno e presentano elevata riserva idrica.
Sono terreni di questo tipo che per le caratteristiche sia fisiche che chimiche presentano una potenzialità molto elevata e ricadono nella prima classe della capacità d’uso cioè suoli privi di limitazioni all’utilizzazione agricola.
I dati climatici, registrati dalla stazione del servizio idrografico e mareografico situata a Fiumefreddo Bruzio indica come le piogge raggiungono i valori massimi nel mese di Dicembre ed i minimi nel mese di Luglio; la temperatura media mensile raggiunge il valore massimo nel mese di Agosto con 21° di media ed il valore minimo nel mese di Gennaio con 7,4 di media.
Il risultato è che la fascia del Basso Tirreno Cosentino presenta un clima umido caratterizzato da inverni miti ed estati calde e siccitose, tuttavia si registrano un numero di giorni piovosi quasi doppio rispetto a quello della fascia ionica, ma con una intensità sensibilmente minore che raramente assume carattere alluvionale.
Questo lungo e stretto lembo di terra, con pochi tratti pianeggianti, è un susseguirsi di colline declinanti verso i burroni e verso le fiumare con pendenze che vanno dal 10 al 60%; l’orografia è alquanto tormentata presentando estremi di altitudine che variano da 0 a 1000 metri sul livello del mare.
All’interno di quest’area si possono distinguere, in base alla loro vocazione agricola tre zone:
una zona di pianura prettamente costiera a forte sviluppo di colture orticole;
un’ampia zona collinare dove prevalgono le colture di olivo, vite, cereali, alberi da frutto;
una zona di montagna dove sono più gravi i problemi di isolamento sia in termini di realtà produttiva che sociale.
Se da una parte le caratteristiche geo-pedologiche, fisico-strutturali costituiscono un limite allo sviluppo di un’agricoltura altamente intensiva, dall’altra costituiscono le condizioni ottimali per lo sviluppo della policoltura mediterranea, caratterizzata da produzioni biologiche ad alto valore nutritivo in piena sintonia con le recenti scelte della Politica Agricola Comunitaria.
-L’area ricadente in ambito Savuto è compresa nel bacino idrografico del fiume Savuto, caratterizzato da alvei generalmente incassati tra sponde molto sviluppate e ripide, pendenze elevate e regimi idraulici torrentizi. La caratteristica dei comuni è quella di avere un territorio con il centro urbano ai piedi della dorsale occidentale della Presila e prossimo anche al capoluogo di Provincia (Cosenza) tutti intorno ai 600 m s.l.m. La vegetazione presente nell’area va dal pino silano all'abete, dal faggio al castagno, dal pioppo all'ontano, dal rovere alla quercia, all'ulivo. Nella zona abbondano specie animali come i cinghiali e le volpi, mentre i volatili presenti in maggior numero sono le quaglie e le pernici.
Dal punto di vista ambientale l’area è caratterizzata da grandi risorse come il bacino idrografico del fiume Savuto, che presenta notevoli bellezze naturali e testimonianze storico-culturali, e l’area montana della Presila ad alto valore naturalistico-ambientale.
Alcuni dei comuni dell’ambito ‘Savuto’ ricadono in area MAB: Mangone, Cellara, Figline Vegliaturo, Piane Crati, Santo Stefano di Rogliano, Rogliano, Colosimi. Tali comuni ricadono in area definita ‘Transition Zone’ (AREA IN AZZURRO fig. 4)
Figura4 Zonizzazione dell’area Mab Sila.
Figura5Area Mab – L’area in rosso costituisce l’area Mab TOTALE- fonte Sito Parco Nazionale della Sila.
L’Area MAB è una porzione di territorio in cui ricade, anche, l’area del Parco identificata come “RISERVA della BIOSFERA” e sulla quale è previsto un Programma MaB (Man and the Biosphere), sostenuto dal Ministero dell’Ambiente, sotto l’egidadell’Unesco.A partire dalle convenzioni di Rio del 1992, l’indagine avviata dall’Unesco si è focalizzata sull’individuazione di aree protette e pratiche tradizionali intese come driver per la salvaguardia e la valorizzazione degli ecosistemi a beneficio delle comunità. Iniziative d’impatto globale come la Convenzione sul Patrimonio Mondiale del 1972, il Programma Man and Biosphere (MaB) del 1971 e il Global Geoparks Network hanno condotto, attraverso i propri meccanismi interni di attuazione, a dare risalto a quelle esperienze rivelatesi in grado di far dialogare processi di sviluppo locale e protezione del patrimonio naturale, ad affinare le politiche nazionali di tutela e valorizzazione, a focalizzare il territorio e le sue caratteristiche come duraturo veicolo di sviluppo di lungo periodo, e a mettere in rete parchi e territori di tutte le regioni continentali. Più in generale, tali iniziative hanno dato origine ad una classificazione internazionalmente riconosciuta dei territori, delle caratteristiche naturali e delle relative pratiche tradizionali, di esperienze dirette di gestione, ricerca, sperimentazione, formazione professionale, ecc., che si inseriscono all’interno di un’agenda globale ambientale sempre più attenta e mirata. La Comunità globale guarda oggi con crescente interesse al posizionamento internazionale di tali siti e dei relativi usi tradizionali, come laboratori di conservazione e sviluppo in cui si realizza lo stretto legame tra diversità biologica e culturale, dando risalto a modelli di gestione ed azioni di tutela da mettere in condivisione a livello mondiale. Tale sistema di classificazione dei territori, intesi come insiemi complessi composti da peculiarità naturali e attività tradizionali diversamente declinate, si inserisce in un più complesso quadro normativo ed istituzionale sovranazionale. Come dimostrato dai partenariati nati dalla Convenzione sulla Diversità Biologica e dagli strumenti di finanziamento comunitari, oggi l’agenda ambientale globale guarda con attenzione crescente al posizionamento internazionale delle aree protette come laboratori di conservazione e di sviluppo, evidenziando le soluzioni di successo nell’interrelazione nel rapporto uomoambiente e dando risalto a modelli di gestione ed azioni di tutela da mettere a sistema a livello mondiale.
Il percorso propedeutico al riconoscimento dell’area MAB, attivato dal Parco Nazionale della Sila, che condurrebbe la Calabria a ottenere meriti molto vantaggiosi a livello Internazionale (attualmente in Italia le aree MaB riconosciute sono solamente 8, nel mondo sono 553) porterebbe grande beneficio all’area del GAL 6.
-L’area delle Serre cosentine è caratterizzata da un paesaggio collinare in cui si alternano paesaggi rurali e aree ad elevato pregio naturalistico, basti pensare a Monte Cocuzzo, Sito di Interesse Comunitario. L’altitudine media dell’area è di 607 mt slm. I nuclei centrali di questi Comuni sorgono a ridosso dell’area urbana Cosenza Rende. Nonostante la vicinanza alle aree urbane gli ecosistemi e la biodiversità sono di elevato valore e pregio. L’area Serre per il clima temperato e la sua vegetazione tipica della macchia mediterranea è naturalmente vocata alla viticoltura e all’olivicoltura che in passato sono state le produzioni trainanti dell’economia rurale.
L’area montuosa che separa le Serre dalTirreno presenta una copertura vegetale molto rilevante. Le aree boscate costituite da bosco mistoin prevalenza di castagno sono uno scenario che ben si presta sia al turismo sostenibile sia alla coltura delle erbe officinali.
Come accennato nel paragrafo precedente, tra gli elementi di pregio naturalistico l’ambito ‘Serre’ annovera l’area Natura 2000, nello specifico un Sito di Importanza Comunitaria (SIC) ossia Monte Cocuzzo. ‘Natura 2000’ è il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la conservazione della biodiversità. Si tratta di una rete ecologica diffusa su tutto il territorio dell'Unione, istituita ai sensi della Direttiva 92/43/CEE "Habitat" per garantire il mantenimento a lungo termine degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.La rete Natura 2000 è costituita dai Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo quanto stabilito dalla Direttiva Habitat, che vengono successivamente designati quali Zone Speciali di Conservazione (ZSC), e comprende anche le Zone di Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva 2009/147/CE "Uccelli" concernente la conservazione degli uccelli selvatici.Le aree che compongono la rete Natura 2000 non sono riserve rigidamente protette dove le attività umane sono escluse; la Direttiva Habitat intende garantire la protezione della natura tenendo anche "conto delle esigenze economiche, sociali e culturali, nonché delle particolarità regionali e locali" (Art. 2). Soggetti privati possono essere proprietari dei siti Natura 2000, assicurandone una gestione sostenibile sia dal punto di vista ecologico che economico.La Direttiva Habitat riconosce il valore di tutte quelle aree nelle quali la secolare presenza dell'uomo e delle sue attività tradizionali ha permesso il mantenimento di un equilibrio tra attività antropiche e natura. Alle aree agricole, per esempio, sono legate numerose specie animali e vegetali ormai rare e minacciate per la cui sopravvivenza è necessaria la prosecuzione e la valorizzazione delle attività tradizionali, come il pascolo o l'agricoltura non intensiva. Nello stesso titolo della Direttiva viene specificato l'obiettivo di conservare non solo gli habitat naturali ma anche quelli seminaturali (come le aree ad agricoltura tradizionale, i boschi utilizzati, i pascoli, ecc.).Un altro elemento innovativo è il riconoscimento dell'importanza di alcuni elementi del paesaggio che svolgono un ruolo di connessione per la flora e la fauna selvatiche (art. 10). Gli Stati membri sono invitati a mantenere o all'occorrenza sviluppare tali elementi per migliorare la coerenza ecologica della rete Natura 2000.In Italia, i SIC, le ZSC e le ZPS coprono complessivamente circa il 19% del territorio terrestre nazionale e quasi il 4% di quello marino.
Monte Cocuzzo area SIC contrassegnata con il codice identificativo (IT9310064) costituisce uno degli elementi di pregio naturalistico dell’intera area e pertanto un punto di forza su cui sviluppare iniziative turistiche all’insegna della sostenibilità. I dati sintetici dell’area Natura 2000 sono riportati nella tabella 4
Tabella 4. Dati sintetici dell’area SIC Monte Cocuzzo
Scheda Rete Natura 2000
|
|
Nome (Codice) |
Monte Cocuzzo(IT9310064)
|
Tipo |
SIC |
Longitudine |
15 68'8'' |
Latitudine |
39 13'20'' |
Area/Lunghezza HA/Km |
39.46 ha |
AltitudineMAX/MIN |
1541 1200 m s.l.m
|
SPECIE DI FAUNA |
Elaphequatuorlineata (Lacépède,1789)
|
ALTRE SPECIE
|
Duvaliusspecies*38) Delarouzée,1859 (V), Coronella austriaca Laurenti,1768 (C), Elaphelongissima (Laurenti,1768) (C), Lacertabilineata Daudin,1802 (C), Campanula fragilisCyr. (R), Crepis lacera Ten. (R), Laserpitiumgarganicum (Ten.) Bertol. (R), Tri
|
SIGNIFICATIVITA'
|
Praterie xeriche delle zone culminali con presenza di endemismi (Duvaliussp.n.).PROBLEMATICHE DI CONSERVAZIONE:
|
Il Monte Cocuzzo (1541 m) si erge nel settore meridionale della Catena Costiera a sud-ovest di Cosenza. Esso rappresenta la cima più alta della Catena Costiera e domina isolato il paesaggio circostante con la sua cima nuda e frastagliata da piccole guglie e con morfologie tipicamente calcaree. Le rocce che lo costituiscono sono infatti calcaree di età triassica che affiorano tettonicamente (finestra tettonica) da un paesaggio di rocce metamorfiche e più antiche (Paleozoiche). Anche geologicamente il Mt. Cocuzzo è particolarmente interessante proprio perché rappresenta il risultato di un’intensa attività tettonica che ha sollevato i corpi di rocce calcaree dal basso verso l’alto con una struttura definita “finestra tettonica”. La differenza litologica tra le rocce calcaree del Monte Cocuzzo e delle rocce circostanti metamorfiche paleozoiche emerge anche dalle caratteristiche paesaggistiche dell’area che su Monte Cocuzzo è tipicamente di ambiente carsico con praterie xeriche montane ricche di endemismi, circondate da boschi di faggio. Le praterie sono dominate da specie quali Bromuserectus, Koeleriasplendens, Crepis lacera e Jurineamollis. Nelle fessure delle rupi si ha una rada vegetazione a Saxifraga marginata, Campanula fragilis, Aspleniumtrichomanes e Asplenium ruta-muraria. Dal punto di vista bioclimatico il sito appartiene alla fascia submediterranea superiore della regione temperata, con regime oceanico. Per completare la descrizione del SIC si allega la cartografia ufficiale.
Fig6 Monte Cocuzzo Area SIC. Perimetrazione Cartografica Ufficiale. Fonte Min. Ambiente
- b) Uso del suolo
In questo paragrafo vengono riportati i dati relativi all’uso del suolo in agricoltura nell’area dei 39 Comuni del Gal. La Superficie Agricola Totale (SAU) ammonta a 31.555 ettari, mentre la superficie agricola utilizzata è pari a 18.402 ettari (dati censimento Istat Agricoltura 2011). Il 31% della SAU è caratterizzata da seminativi, il 32,71 % in coltivazioni legnose, il 32,72 % da prati e pascoli, il 3,2 % in vigneti. Inoltre 579,66 ettari sono impegnati in arboricoltura da legno annessa ad aziende agricole e 10.417,61 sono caratterizzati da boschi annessi ad aziende agricole. La superficie agricola non utilizzata e altra superficie è di 2.154,86 ettari. I dati in dettaglio per singolo comune sono riportati nella tabella 5 (dati censimento Istat Agricoltura 2011).
Tabella 5 Superficie Agricola Area Rurale 6 (dati censimento Istat Agricoltura 2011)
Figura 7 Raffronto tra SAU e SAT nei 39 Comuni (dati censimento Istat Agricoltura 2011)
La figura 7 mette a confronto SAU e SAT per valutare la potenzialità dell’area ossia quanta superficie agricola potrebbe essere ancora messa in produzione. Si nota che molti dei Comuni come Aprigliano, Mendicino, Rogliano e Parenti a fronte di una consistente superficie agricola hanno una ridotta utilizzazione per la presenza di aree boschive annesse ad aziende agricole (quasi il 50% della SAT).
- c) Patrimonio Storico/Culturale
Il patrimonio culturale dell’area 6 è molto ricco e articolato visto che la storia della Calabria ha inizio undici millenni addietro. Il suo territorio è stato abitato da una serie vastissima di popoli antichi, quali Aschenazi, Ausoni, Enotri (Itali, Morgeti, Siculi), Lucani, Bruzi, Greci e Romani; nel Medioevo da Bizantini e Normanni; poi, seguendo le sorti del Regno di Napoli, da Angioini ed Aragonesi; infine ha trovato la sua collocazione prima nel Regno delle 2 Sicilie e nel Regno d'Italia, infine nella Repubblica Italiana.
Nel territorio coesistono siti archeologici e strutture architettoniche di pregio anche nelle aree rurali. Il territorio è disseminato di testimonianze storiche che vanno dai borghi medioevali agli scavi archeologici basti pensare al borgo di Fiumefreddo in ambito Tirreno fino ai resti archeologici di Mendicino e Castrolibero in ambito ‘Serre’ e ai ritrovamenti in agro di Belsito. L’accenno ad antiche grandezze mira a stimolare la nascita di un processo di recupero dell’identità del territorio che costituisce valore aggiunto nell’ambito di un piano di azione per un’area rurale che ha eletto il turismo sostenibile come uno dei motori per la rinascita di una terra che da sempre è stata ambita dalle popolazione per le sue terre fertili e per il suo mite clima. Il processo di interazione uomo biosfera (Man and biosphereinteractionBateman et. al) non ha intaccato la ricchezza del patrimonio storico culturale che si presta oggi ad un processo di recupero e messa a sistema in maniera integrata nel rispetto del concetto di uguaglianza intergenerazionale (Pearce et al.) ossia favorire lo sviluppo del territorio senza intaccare le risorse ambientali consegnando alle generazioni future lo stesso patrimonio che abbiamo ricevuto.
Le tracce delle dominazioni e delle culture che si sono avvicendate sono testimoniate dalle presenza di castelli, mura, fortificazioni militari, dimore storiche, santuari, luoghi di culto e abbazie (come si evince dalle seguenti figure 8 e 9)
Per completare la descrizione del territorio si delinea una breve sintesi riferita ai singoli Comuni.
AIELLO CALABRO
Il comune di Aiello Calabro è situato fra le colline dell'entroterra tirrenico, a circa 500 metri di altitudine, a metà strada fra mare e montagna. A poca distanza da Amantea, quasi al confine tra le province di Cosenza e Catanzaro, è raggiungibile sia dall'autostrada che dalla statale tirrenica. Sul versante montuoso si caratterizza per la presenza di boschi attrezzati per escursioni turistiche e panorami suggestivi.
Le origini di Aiello risalgono all'antichità; alcuni studiosi identificano il sito come quello dell'antica città greca di Tyllesium. Nel corso dei secoli subì varie dominazioni: araba nel X sec., poi bizantina, normanna e aragonese. Feudo di importanti famiglie aristocratiche, tra cui i Cybo Malaspina, divenne comune capoluogo di circondario nel 1811, e prese l'attuale nome di Aiello Calabro soltanto nel 1928.
Il centro storico del paese presenta caratteristiche che lo rendono meritevole di una visita. Numerose chiese e palazzi nobiliari ne testimoniano la storia secolare. Sul paese dominano le rovine del castello, fortificazione fondata in età medioevale e che nel Cinquecento era una delle più notevoli dell'Italia meridionale; i ruderi che oggi ne rimangono rendono l'idea dell'importanza rivestita in passato. Fra le chiese che costellano l'abitato merita di essere segnalata la chiesa madre di Santa Maria Maggiore; essa presenta sulla facciata principale un portale in tufo quattrocentesco, mentre all'interno conserva elementi relativi a vari rimaneggiamenti avvenuti tra il '600 e l'800. Anche la chiesa parrocchiale di San Giuliano, la cui struttura mostra tracce riconducibili al XV secolo, conserva dipinti e altri elementi di interesse artistico. Dei palazzi nobiliari che si possono ammirare nel centro storico merita una visita il palazzo dei Cybo Malaspina, feudatari di Aiello a partire dalla fine del '500, che presenta numerosi elementi in pietra scolpiti da maestranze locali.
Tra le tradizioni che ogni anno vengono rinnovate dagli aiellesi primeggia la festa patronale di San Geniale martire, patrono del paese, particolarmente venerato in paese anche per le reliquie, custodite nella chiesa madre e giunte da Roma nel 1667.
ALTILIA
Altilia è un centro dell'area del Savuto, nell'entroterra al confine tra le provincie di Cosenza e di Catanzaro. Facilmente raggiungibile dall'Autostrada Salerno-Reggio Calabria dallo svincolo Altilia-Grimaldi, dal punto di vista paesaggistico mantiene le caratteristiche dei paesi collinari, immerso nel verde. La sua popolazione è divisa in due centri abitati: il centro di Altilia e la frazione Maione.
Principale monumento del paese è la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Maria Assunta in cielo, di origini quattrocentesche, che si presenta attualmente come il risultato di più rifacimenti. L'aspetto barocco con decorazioni a stucco e la facciata in pietra locale risalgono al '700. Al suo interno conserva diverse statue lignee e soprattutto l'importante dipinto posto sull'altare maggiore raffigurante l'Assunta, opera del pittore fiammingo Borremans.
Interessante da vedere è l'ex convento francescano che oggi ospita un centro polifunzionale, fulcro delle attività scoiali e culturali. L'edificio è stato di recente restaurato e presenta alcuni elementi in pietra lavorata da scalpellini locali. A poca distanza, è stata scoperta una grotta con antichi affreschi raffiguranti soggetti sacri. Alle stesse maestranze locali sono da ricondurre i bei portali in pietra che caratterizzano le abitazioni del centro storico. Lo stesso vale anche per la piccola frazione di Maione. Nei pressi di Altilia la presenza di un antico ponte, detto "ponte di Annibale" che si fa comunemente risalire all'epoca romana, testimonia l'antica storia del paese. Secondo varie fonti le suo origini sarebbero da ricondurre al periodo precedente l'anno mille, quel che è certo è che l'abitato fu più volte distrutto dai terremoti che colpirono nel corso dei secoli la provincia.
Tra le tradizioni più sentite si registrano le due feste patronali: quella di San Sebastiano il 20 gennaio, patrono di Altilia, e quella di San Giovanni Battista il 24 giugno, patrono di Maione.
AMANTEA
La cittadina di Amantea è uno dei principali centri del basso Tirreno cosentino, al confine con la provincia di Catanzaro. Posto tra il mare e la collina sovrastante, l'abitato di Amantea si articola in una zona antica, arroccata sul colle, e la zona nuova che si estende fino alla costa. Il territorio, sede di antichissimo insediamento, presenta resti archeologici di un certo interesse di età protostorica e magnogreca, nelle località di Campora San Giovanni e Imbelli e sulla riva destra del torrente Torbido. Invasioni e insediamenti successivi di Bizantini, Arabi, Normanni hanno lasciato la loro impronta nella cultura e nelle architetture locali.
Il centro storico è ricco di bellezze artistico-culturali. I ruderi del castello, in cima al paese, danno un'idea dell'importanza che il centro rivestiva nei secoli passati nel comprensorio, così come i resti delle antiche mura. Via del Carmine e via Cavour, che sale ripida verso il cuore del Centro storico, offrono gradevoli scorci panoramici. Si segnalano alcuni palazzi nobiliari (Mirabelli, Florio, De Martino) dotati di cappelle private e portali su cui riecheggiano modi stilistici tardo rinascimentali e barocchi (rilevanti quelli di Palazzo Mirabelli e Palazzo Cavallo Marincola, del XVII secolo). Fra le numerose chiese alcune sono degne di particolare interesse per la struttura architettonica e per le opere che vi sono conservate. Merita di essere segnalato in particolare il complesso francescano di San Bernardino, che comprende la chiesa dalla tipica architettura quattrocentesca con portico ad arcate a sesto acuto, il Convento degli Osservanti, il campanile e l'Oratorio dei Nobili. La chiesa madre di San Biagio mostra attualmente un aspetto seicentesco, ma ha origine da luoghi di culto preesistenti molto più antichi. Da visitare anche le chiese del Carmine, di Santa Maria La Pinta, di Sant'Elia. Un antico monastero di Clarisse è divenuto oggi una struttura ricettiva. Suggestivi i ruderi dell'antica chiesa di San Francesco d'Assisi, databile al XIII secolo, e la Torre di Coreca, a pianta circolare con base troncoconica e corpo cilindrico, probabilmente edificata nel sec. XVI, che si eleva sul promontorio sovrastante la omonima scogliera.
La parte bassa e più moderna della cittadina, sviluppatasi nel corso dell'ultimo secolo, è ricca di locali e attività commerciali e, soprattutto nel periodo estivo, diventa punto di riferimento per il circondario grazie all'organizzazione di eventi culturali e di intrattenimento. Tra le manifestazioni invernali ha acquisito una certa rilevanza il Carnevale, che in febbraio vede sfilare per il corso principale i tradizionali carri preparati dai vari gruppi. Ad Amantea e dintorni in numerosi locali si può gustare per tutto l'anno la tradizionale cucina a base di pesce.
Da segnalare alcune bellezze naturali del territorio, particolarmente fruibili nel periodo estivo. Le spiagge della vicina località di Campora San Giovanni sono meta estiva di numerosi bagnanti. La scogliera di Coreca, nell'omonima frazione situata 3 km a sud di Amantea, offre uno dei tratti di costa più belli del basso Tirreno cosentino. La scogliera è composta da un grande scoglio, oggi completamente emerso dall'acqua, e da molti altri scogli sommersi o affioranti dalle acque. La limpidezza dell'acqua permette di ammirare i fondali che costituiscono habitat ideale per varie specie di pesci. La Grotta è una insenatura naturale posta sotto al centro storico. Nell'antichità, quando le acque del mare arrivavano alle mura della città, la grotta era un approdo per velieri e mercantili; dall'interno era stato creato un passaggio che permetteva di arrivare all'interno delle mura fortificate. Il Parco Marino Regionale "Scogli di Isca", infine, è un tratto di mare prospiciente l'area costiera tra Amantea ed il vicino comune di Belmonte Calabro. Il Parco è individuato da due scogli che distano circa 800 metri dalla costa, il più piccolo, a sud, denominato Isca piccola, il più grande, a nord, Isca Grande. I meravigliosi fondali raggiungono una profondità massima di 25 metri, e ospitano una cospicua flora e fauna marina; qui hanno trovato il loro habitat cernie e murene e numerosi altri pesci.
APRIGLIANO
Il territorio del comune di Aprigliano, uno dei più estesi della provincia cosentina, con un andamento altimetrico molto variabile. Aprigliano è molto adatto per escursioni naturalistiche grazie alle sue tre vette più alte: Cardoneto (1684 mt.), Melillo (1600 mt.) e Paganella (1526 mt.) e alla presenza dei laghi Ampollino e Arvo. Nel territorio comunale scorre il fiume Crati e in località Spineto si trova la sorgente del Savuto. Il tutto contribuisce a creare ambienti paesaggistici mozzafiato che fanno di Aprigliano uno dei centri più interessanti della zona presilana. Diviso in frazioni (Agosto, Corte, Grupa, Guarno, Petrone, San Nicola, Santo Stefano, Vico), anche il centro abitato presenta diversi punti di interesse storico e culturale degni di nota. A Vico si trova la quattrocentesca chiesa di Santa Maria delle Grazie, caratterizzata dalla particolare facciata tripartita. A Grupa si trova la chiesa di San Demetrio, edificata nel XVI secolo. La chiesa di Santo Stefano, nell'omonima frazione, è di origine cinquecentesca, ma fu interamente rifatta nel Settecento per poi subire ulteriori rimaneggiamenti nel 1920. Di particolare pregio è l'abside con l'altare maggiore risalente al Seicento. In località Corte è ubicata la chiesa della Madonna del Rosario e San Leonardo, mentre a Guarno la chiesa di Santa Domenica con annessa la torre dell'orologio. Difficile citare tutte le opere presenti, ma è corretto affermare che ogni chiesa custodisce piccoli capolavori dell'arte meridionale e meritano di essere visitate tutte. Si segnala anche la presenza, a Grupa, dell'Ecomuseo della Presila per la valorizzazione del patrimonio ambientale locale. Come altri paesi presilani, anche Aprigliano in passato fu uno dei casali di Cosenza. Secondo la tradizione, sarebbe stato fondato al tempo dei Bruzi con il nome di Arponio, ovvero "falcato dal Crati".
BELMONTE CALABRO
Il comune di Belmonte Calabro è posto lungo la costa tirrenica cosentino, tra le località di Amantea e Longobardi. Il suo territorio si estende tra la costa, conosciuta come "Belmonte Marina" e le colline soprastanti, divise in una serie di frazioni. Comprende, inoltre, una porzione di montagna che arriva fin quasi alle pendici del Monte Cocuzzo, e questa parte ben si presta al turismo di tipo escursionistico grazie a una vegetazione ricca di arbusti della macchia mediterranea. Meta turistica rinomata per le spiagge e la bellezza dei fondali, Belmonte è anche un piccolo scrigno di bellezze storico-artistiche che meritano certamente una visita. La storia di Belmonte è legata agli angioini che vi costruirono il castello attorno al quale si formò il villaggio. Il borgo antico, infatti, è particolarmente affascinante, ed il castello angioino, oggi restaurato, è la costruzione più interessante ed è sede di diverse attività culturali. Allo stesso periodo risale la chiesa del Purgatorio, che fu parrocchia fino al Cinquecento. Accanto al castello fu eretta anche la chiesa del Carmine, che ha un impianto cinquecentesco e conserva all'interno una magnifica Assunzione settecentesca. Nel centro del paese si trova la chiesa dell'Immacolata, patrona di Belmonte. Nella frazione di Calella si trova il seicentesco convento dei Cappuccini, mentre a Cerzito vi è la chiesa del Carmine, con annesso l'ex convento, la cui prima edificazione risale al tardo Cinquecento. In essa si trovano alcune tombe dei signori di Belmonte. Molto interessante il portale, realizzato a bassorilievi su tufo in stile barocco. La Chiesa dell'Annunziata nella frazione omonima è di origine medievale, ma ha subito molti rimaneggiamenti nel corso del tempo. Secondo la tradizione, sarebbe sorto su un antico tempio dedicato ad Afrodite.Molto interessanti anche i diversi palazzi signorili sparsi per il centro storico e le contrade, tra cui il Palazzo Pignatelli e il cinquecentesco palazzo del Rivellino alla Marina. Da vedere anche i resti di fortificazioni militari e le torri costiere.
Tra gli appuntamenti si segnala il "Belmonte Summer", il Carnevale belmontese e la Sagra "da pasta di ziti".
BELSITO
Belsito è un centro dell'entroterra a Sud della provincia di Cosenza, rientra nell'area del Savuto a circa 600 metri d'altitudine. L'attuale toponimo richiama la sua gradevole posizione paesaggistica immersa tra le colline, in passato secondo gli storici locali era chiamato Crepasito o Caprisito. La storia del paese si incrocia con le vicende di Cosenza, i cui abitanti per sfuggire alle invasioni saracene trovarono rifugio nei paesi arroccati sulle colline fondando i cosiddetti Casali. Infeudato per brevi periodi nei secoli passati, divenne comune autonomo a partire dall'800. Dopo un breve periodo di accorpamento al comune di Marzi, Belsito ha riacquisito la propria autonomia nel 1937.
Merita una visita il caratteristico centro storico, che conserva alcuni esempi di decori in pietra realizzati dagli scalpellini locali, come i portali delle vecchie abitazioni.
Tra gli edifici primeggia la chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista, che conserva al suo interno un interessante olio su tela della scuola di Luca Giordano raffigurante la predicazione del Battista ed un antico fonte battesimale in pietra. Intorno all'abitato, scavi archeologici effettuati a più riprese hanno portato alla luce interessanti testimonianze delle origini remote del sito, tra cui una necropoli altomedioevale in località Serre. La vita che in passato si svolgeva in paese, con particolare riferimento alle professioni, rivive dal 2009 nel locale Museo dei Mestieri, che conserva numerosi attrezzi che illustrano le antiche attività svolte dai belsitesi.
Tra le tradizioni merita di essere segnalata la festa patronale di San Giovanni, che nell'arco dell'anno viene celebrata ben tre volte: il 12 febbraio, il 24 giugno, e l'ultima domenica di agosto. Alla festa di giugno si affianca anche una fiera: la "fiera della surda".
BIANCHI
Bianchi è un comune posto nel territorio della valle del Savuto, a confine con la provincia di Catanzaro. Situato alle falde della Sila Piccola, ha un territorio in gran parte montano, ricco di pinete e foreste. La chiesa parrocchiale è dedicata a San Giacomo Maggiore. È divisa in tre navate e ha una impostazione settecentesca, come dimostrano gli stucchi barocchi che ne decorano l'interno. La chiesa conserva una interessante statua lignea del titolare, mentre la facciata recentemente restaurata mostra la muratura a faccia vista di cui è costituita. Altre chiese si trovano nelle frazioni sparse nel territorio del comune, tra le quali si segnala la chiesa di Serra di Piro dedicata a Sant'Antonio, e quella di Censo dedicata all'Addolorata.
Uno dei luoghi di interesse del paese è certamente il Museo delle pergamene. È un museo unico per l'intera provincia, che custodisce preziose testimonianze storiche per l'intera zona trattandosi di una collezione di documenti antichi appartenuti alla nobile famiglia Accattatis. Originaria di Scigliano, era membro di questa famiglia il letterato Luigi Accattatis (1838-1916) che ci ha lasciato numerosi scritti su questioni di storia locale. Tra gli eventi sono da segnalare la festa patronale di San Giacomo, che si tiene il 25 luglio di ogni anno, e le manifestazioni estive organizzate nel centro per animare le serate durante la bella stagione.
CAROLEI
Carolei si trova a pochi chilometri da Cosenza, tra due corsi d'acqua, su un territorio variegato e con scorci suggestivi che gode di un clima fresco d’estate. Di probabile fondazione enotra, durante il primo millennio fu territorio di invasioni saracene, testimoniate dal toponimo “Millepagani”, dove la tradizione vuole sia stato sconfitto il califfo Ibrahim nel 901 e uccisi mille musulmani.
In località Stella sono visibili i resti di una necropoli preellenica le cui tombe sono scavate nella roccia; poco distante la chiesa della Madonna della Stella, eretta a ricordo dello scontro che vi ebbe luogo tra Garibaldi e le truppe borboniche. Nella piazza principale del paese si trova la chiesa di San Pietro del Carmine che presenta nella facciata elementi decorativi barocchi, rosoni in pietra cinquecenteschi e un bel portale in tufo. Suggestiva la torre campanaria seicentesca, che culmina con un parapetto con balaustra e quattro angeli trombettieri posti agli angoli. All’interno, una cornice secentesca in legno intagliato e traforato racchiudeva l’icona della Madonna del Carmine, del ‘600, al cui posto oggi si trova una copia.
In località Serroni, sorge Villa Quintieri, edificata alla fine dell’800 con linee eleganti, impreziosita da un ampio giardino: all’interno è custodita una ricca biblioteca. Appena più avanti, la chiesa di San Nicola di probabile origine secentesca. Tra gli edifici di particolare interesse il palazzo Ragusa del ‘600 e il palazzo Miceli del sec. XIX, che ha annessa una filanda con funzionamento idraulico, testimonianza dell’attività che fino alla metà dell’800 vedeva Carolei all’avanguardia per la produzione della seta.
Nella contrada Vadue si trova il Parco Storico del Ninfeo, un piccolo gioiello dell’architettura del XVI secolo, annesso al Palazzo Civitella.
CARPANZANO
Carpanzano è un paese di alta collina, posto tra i verdi rilievi della Valle del Savuto, la sua parte antica mostra le tracce di una storia secolare.
Il centro abitato mantiene una struttura urbanistica caratterizzata dai tipici vicoli, tra i quali emergono strutture di notevole interesse. Innanzitutto gli edifici religiosi, che custodiscono il patrimonio d'arte del paese. Tra le chiese, quella dell'Annunziata riveste un ruolo particolarmente importante per la storia carpanzanese. L'edificio mostra un notevole portico in tufo, nel quale si apre il portale a sesto acuto del XV sec. Nel portico è presente una antica iscrizione che testimonia il passaggio dell'Imperatore Carlo V da Carpanzano, a tale passaggio, avvenuto nel 1535, è associata la leggenda secondo la quale l'Imperatore avrebbe donato al paese il suo prezioso mantello, custodito gelosamente e da qualche tempo esposto in un piccolo museo. All'interno della stessa chiesa si conserva l'immagine della Madonna della Grazia, protettrice del paese.
Il paese è dominato dalla mole della chiesa parrocchiale dedicata a San Felice. La facciata mostra la tipica architettura locale seicentesca ricca di rilievi in pietra, cosa presente anche negli edifici privati del centro abitato. Tra i vicoli si possono ammirare, infatti, i numerosi portali in tufo dei palazzi padronali, molti sormontati dai rispettivi stemmi.
Carpanzano mantiene ancora vive antiche tradizioni. Innanzitutto la festa patronale della Madonna della Grazie, che si celebra in due occasioni il 12 febbraio e l'ultima domenica di settembre. Degli antichi mestieri si tramandano le attività legate alla lavorazione della castagna, prodotto principale dell'economia rurale di un tempo. Alla castagna viene dedicata annualmente una sagra nel mese di ottobre, che rappresenta una buona occasione per visitare il paese.
CASTROLIBERO
Collocato in zona collinare, ha una struttura urbanistica più moderna nella contrada Andreotta, quartiere prevalentemente residenziale, dove è situato il nuovo anfiteatro dove in estate si svolge un importante festival teatrale. Da un punto di vista geologico il territorio è caratterizzato dalla presenza di grandi masse calcaree nel sottosuolo che lo rendono ricco di acque pure e cristalline. In origine Castelfranco, si popolò a partire dalla metà del XIV secolo e durante i primi anni del XVI secolo la maggior parte della sua popolazione era dedita al lavoro dei campi, in particolar modo alla coltivazione del gelso. In seguito si contraddistinse come centro indiscusso di artigiani, diventando fornitore di scarpe solide ed economiche per i lavoratori dell'intera provincia. Riorganizzatosi come comune, i cui atti e assemblee si svolgevano in pubblica piazza, fu colpito da un terremoto nel 1638 che ebbe come conseguenza la ricostruzione del paese nei pressi della piazzetta antica tra l'attuale via S. Giovanni e la Provinciale. Fu sede di una "vendita carbonara" durante il periodo risorgimentale e di rifugi di briganti in quello rinascimentale: i più famosi furono la "Grotta di Donna Placida", tra Castrolibero e la frazione di S. Lucia, e la "Cerza a Cruce" posta sopra il ponte di Campagnano, in località Andreotta. Alla nascita dell'unità di Italia, a causa di numerose omonimie, Castelfranco dovette cambiare il nome che lo aveva accompagnato per oltre un millennio: si decise per la denominazione di Castrolibero in onore delle nuove libere istituzioni e del suo territorio arioso. Caratteristica del centro storico è la Torre dell'orologio, edificata tra il 1908 e il 1912 e realizzata in pietra a vista e mattoncini rossi. In Piazza Pandosia, si erge la parrocchia del SS. Salvatore, in cui è custodita la Trasfigurazione di Cristo, opera di Domenico Oranges. Vicino alla chiesa, uno dei due monumenti ai Caduti: un muro in marmo bianco sul quale spicca la scultura in bronzo di un uomo, nudo, con le braccia tese al cielo. Più avanti, i ruderi della chiesa di Santa Maria della Stella, elegante nell'aspetto nonostante la semplicità del materiale utilizzato (opus incertum), edificata sul finire del XV secolo.
CELLARA
Paese posto alle pendici della Sila a una altitudine di circa 800 metri, il comune di Cellara rientra anch'esso nell'ambito dei paesi della valle del Savuto. Nella parte antica dell'abitato merita una visita la chiesa di San Pietro Apostolo, che presenta ora un aspetto seicentesco nonostante i rifacimenti subiti in seguito ai danni dei numerosi terremoti. La facciata mostra un portale e un rosone in pietra scolpita, ed è in parte coperta dal campanile a pianta quadrata. All'interno conserva, tra le altre opere, alcuni altari del '600 in legno con colonnine e intagli tipici di scuola locale. All'ingresso dell'abitato di Cellara è posta la chiesa di San Sebastiano, che custodisce l'antica statua del santo che è anche patrono del paese. In suo onore si celebra una partecipata festa nell'ultima domenica di agosto, appuntamento che unisce alle celebrazioni religiose anche la riproposizione di antiche tradizioni come quella della "pullicinella", fantoccio che si fa ballare in giro per il paese e che viene poi bruciato. Nella porzione di territorio comunale che si estende sui monti sovrastanti il paese, è possibile realizzare escursioni naturalistiche tra le pinete e le faggete che caratterizzano la zona.
CERISANO
Situato su un territorio collinare alle pendici della Catena costiera paolana, con un clima fresco e arioso, Cerisano ha origini antiche: il primo insediamento pare essere quello degli Enotri in età preellenica, con il nome di Citerium. Fonti storiche ipotizzano che si trovasse in prossimità dell'antica Pandosia e che la popolazione avesse poi modificato il suo nome in Cerisano.
Oggetto di diversi passaggi di proprietà tra famiglie nobili e no, è oggi un comune di alto valore culturale e un paese dal notevole patrimonio ambientale, con grandi boschi di faggio e castagno.
Il centro storico si estende ai piedi del Palazzo Sersale e della piazza antistante ad esso, che domina il borgo, caratterizzato da strade e vicoli facilmente percorribili. Il Palazzo Sersale che conserva ancora il primitivo giardino e chiostro, costruito alla fine del '500 dalla famiglia De Gaeta, che fu anche proprietà dei Telesio prima di passare ai Sersale.
Notevoli e ricche di interessanti opere sono le diverse chiese che si trovano nel centro: la chiesa di San Domenico, inizialmente dedicata alla Madonna del Soccorso, conserva una Madonna del Rosario del Salfi e un San Tommaso d'Aquino di Giuseppe Santanna, e molte opere del pittore Rocco Ferrari da Montalto. La parrocchiale, dedicata a San Lorenzo Martire, ha origini medievali: all'esterno è possibile scorgere le linee degli interventi settecenteschi ed ottocenteschi e all'interno quattro affreschi di fine '800 di Giambattista Santoro, una Deposizione dipinta da Raffaele Rinaldi da San Fili, e la Visitazione firmata da Giambattista Santoro e datata 1882. Vi è inoltre custodita una tela di Paolo Vetri del 1927, raffigurante il Beato Ugolino da Cerisano.
La Chiesa del Carmine nacque molto probabilmente in contrapposizione a quella del Rosario: la storia locale è piena di manifestazioni di ostilità dell'una e dell'altra parte. Eretta nei primi anni del Seicento, presenta due cupole di vetro particolarmente suggestive, che sono però state ottocentesche. All'interno, interessanti dipinti del Salfi, di Angelo Mazzia, di Giambattista Santoro.
La chiesa di Santa Maria degli Angeli (Oasi Sant'Antonio) e l'annesso convento di frati Riformati di San Francesco d'Assisi vennero fondati nel 1609 conserva, tra le altre opere, un dipinto di Cristoforo Santanna.Tra i palazzi storici, si segnala anche il Palazzo Zupi e l'omonima Villa dove vegetano piante secolari.La chiesetta degli Schiucchi, secondo la tradizione, ha origini bizantine, così come bizantina era la tavola della Madonna di Costantinopoli che vi era custodita e che andò perduta. Al suo posto tra il Cinquecento e il Seicento venne fatta dipingere una tela con lo stesso soggetto. Tra le curiosità, vi è la misteriosa storia del Monte Castelluccio, che si erge a pochi chilometri da Cerisano in direzione Caritello e Monte Cocuzzo.
Tra fine agosto e i primi giorni di settembre si svolge il Festival delle Serre, importante rassegna culturale e musicale ricca di appuntamenti legati a musica, teatro e cinema.
CLETO
Cleto è un comune dell'entroterra tirrenico della provincia di Cosenza, da cui si possono apprezzare notevoli scorci panoramici del litorale, distante pochi chilometri, e dei monti che ne sovrastano l'abitato. Confina con la provincia di Catanzaro, e comprende nel suo territorio la caratteristica frazione Savuto. Di notevole interesse sono i ruderi dell'antico castello medioevale, eretto nel XIII dai locali baroni e dunque testimone della storia feudale della città. Sono ancora ben visibili diversi elementi strutturali come i resti della cinta muraria, dei bastioni e delle torri circolari. Tra gli edifici religiosi merita di essere segnalata la chiesa della Madonna della Consolazione, di impianto seicentesco con rifacimenti ottocenteschi. Interessante il campanile cuspidato con decori in maiolica. La chiesa matrice dedicata all'Assunta ha origini cinquecentesche ma si presenta oggi con ricchi decori in stile barocco. Nei pressi del castello sono visibili le mura della chiesa della Madonna del Rosario.
La frazione Savuto è arroccata su di un colle che domina, appunto, la valle del fiume Savuto. In cima all'abitato anche qui sono visibili i resti di un antico castello, cui si giunge risalendo i vicoli del paese. Da alcuni anni Cleto è sede di interessanti iniziative culturali quali Cletarte e Cletofestival, che si svolgono nel caratteristico centro storico del borgo; sono molte negli ultimi anni le persone che decidono di trascorrere le proprie vacanze in questo paese, punto di partenza ideale per godere del mare e luogo per riposare al fresco durante le giornate estive. Il paese era un tempo chiamato Piatramala, ed ha poi cambiato poi nome in Cleto riproponendo il nome della antica città magnogreca che, secondo gli storici, gli diede origine. Nei secoli successivi venne infeudato a diverse famiglie nobili, tra cui quella dei Giannuzzi-Savelli, fino a diventare comune autonomo nei primi anni dell'Ottocento.
COLOSIMI
Colosimi è un paese posto alle falde dell'altopiano della Sila, in zona montana a confine con la provincia di Catanzaro. Il comune raggruppa diversi nuclei abitati sparsi sul suo territorio. Oltre al centro principale di Colosimi, infatti, ne fanno parte le frazioni Arcuri, Carrano, Coraci, Gigliotti, Manche, Mascari, Melilla, Rizzuti, Trearie, Silicella e Volponi.
Per questa sua frammentazione, che ha fatto meritare al paese l'appellativo di "paese-mosaico", per potere ammirare le bellezze del posto è necessario spostarsi nelle varie frazioni. Ognuna di esse conserva qualche elemento di interesse, mentre il territorio restante è soprattutto boschivo e caratterizzato da piccoli corsi d'acqua che confluiscono nel Bisirico, il fiume principale della zona. Nel centro di Colosimi spicca la mole della chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna Assunta, costruzione che presenta una struttura di fine '700, inizi '800. L'interno, in stile barocco e diviso in tre navate, conserva interessanti dipinti e statue processionali, tra cui si segnala la tela dell'Assunta nella zona del presbiterio.
L'attuale salone San Francesco era anch'esso una antica chiesa, ora adibita a locale per le iniziative parrocchiali, e presenta un bel portale settecentesco in tufo. La chiesa della Madonna di Loreto, posta in località Ischi, è un interessante edificio risalente al '600 ed è stata dichiarata monumento nazionale.
Ogni frazione ha poi la sua chiesa o cappella, e tra queste spicca la chiesa della Trinità nella frazione Coraci, dalla imponente struttura ricca di decori in pietra.
Il paese conquistò la sua autonomia amministrativa nel 1811, mentre prima era casale della vicina Scigliano, della quale seguì le sorti.
DIPIGNANO
A pochi chilometri da Cosenza, in un territorio collinare dal clima fresco, l'area di Dipignano è resa suggestiva dalla ricchezza di chiese, eremi e monasteri, ma anche da castagneti, uliveti e vigneti che ne caratterizzano le aree destinate alle colture e alla produzione di olio e di vino.
Le contrade Laurignano e Tessano sono diventate zone residenziali per molti cosentini, in queste zone è fiorente l'arte della lavorazione del pane.
Il paese deve la sua notorietà ai suoi Maestri Ramari, che svolgono la lavorazione artigianale del rame sin dal 1300. Alle vicende di emigrazione dei famosi "Quadarari" è legato il gemellaggio di Dipignano con Ponti (Alessandria) che si celebra ogni anno con la Sagra della Polenta.
La statua lignea secentesca dell'Ecce Homo attribuita a frate Umile da Pietralia, ma probabile opera di frate Angelo da Pietrafitta, è ritenuta immagine miracolosa: in passato, durante i lunghi periodi di siccità, i dipignanesi erano soliti portarla in processione per auspicare la pioggia e un buon raccolto. È custodita all'interno dell'omonimo santuario edificato nel XV secolo, o forse precedentemente, dai Minori Osservanti.
All'interno, sotto il presbiterio del santuario, è visibile, inoltre, un'area sepolcrale con loculi scavati nella roccia: attualmente vi è stato allestito un modesto museo che conserva arredi ed oggetti sacri, oltre ad una campana del 1680.La parrocchiale è dedicata a San Nicola di Bari e si trova al centro del paese.
Di particolare interesse, inoltre, è l'ex Convento dei Cappuccini. Di origine rinascimentale, conserva forti valenze Medievali: costruito fra gli anni 1533 e 1538 fu il primo convento provinciale dei Cappuccini e sorge in località valle Pichiere, oggi contrada Cappuccini. Al convento era annessa una chiesa intitolata a Santa Maria degli Angeli.
Dopo 278 anni di attività religiosa, fu soppresso nel 1811 dalle leggi napoleoniche e successivamente trasformato in abitazione. Il 1992 fu acquistato dal comune e ristrutturato per usi civili, mantenendo però l'aspetto classico delle istituzioni: un chiostro centrale, su un lato la chiesa, oggi Auditorium, e le antiche celle attualmente adibite a spazi museali. Molto apprezzabili sono la scala ed il piccolo portico al piano rialzato sulla facciata sud.
Nella frazione Laurignano, che si trova appena fuori dal centro di Cosenza, si eleva la mole del santuario della Madonna della Catena, al cui interno si possono ammirare affreschi di Lucillo Grassi e dipinti di maestri otto-novecenteschi.
La frazione Tessano, fondata nel X secolo, ospita invece la chiesa di San Francesco Saverio di origine settecentesca e quella dedicata a Santa Maria Assunta.
DOMANICO
Domanico si trova tra l'area urbana cosentina, la catena costiera tirrenica, le gole del Busento e l'altopiano di Potame. Si erge su una rupe rocciosa molto suggestiva e panoramica e vi si accede tramite una serie di gradoni scavati nella roccia, fiancheggiati da abitazioni accorpate, tra le quali si trovano resti, ruderi e testimonianze di antichi insediamenti umani. Il rudere di un sottopassaggio sta ad indicare che vi sorgeva anche un castello. Sulla sommità della rupe, a strapiombo sul Busento, è stata costruita la chiesa di Santa Maria delle Grazie del sec. XVII, distrutta dal terremoto del 1854 e riedificata nel 1865. In pieno centro storico, ben conservata, si erge la chiesa di San Giovanni Battista del sec. XVIII, che conserva una Fonte battesimale di particolare pregio e un magnifico organo del 1754. Nella chiesa dell'Immacolata Concezione notevole l'Immacolata dell'Oranges, dipinta nel 1768, e la pavimentazione in pietra calcarea locale. La particolarità della chiesa sono però, ai lati della navata, i due scranni in legno della Confraternita che una volta vi aveva sede.
Il primo nucleo del paese sorse in località Motta a presidio di un'importante strada istmica: Domanico, in principio Domanicus, probabilmente di origine romana, divenne casale di Cosenza nel 1422 per disposizione di Luigi III D'Angiò.
FALCONARA ALBANESE
Falconara Albanese è un centro del basso Tirreno cosentino, situato tra San Lucido e Fiumefreddo Bruzio. Il centro storico del paese è posto sulle colline sovrastanti il mare e presenta tracce della sua antica tradizione arbereshe. Falconara ha, infatti, la peculiarità di essere l'unico comune albanese della costa tirrenica calabrese. Secondo alcuni studiosi venne fondata da un gruppo di famiglie provenienti dall'Albania nei primi anni del Cinquecento. Dal loro paese di origine, dal quale scappavano per via dell'invasione turca, i profughi portarono le loro tradizioni, il loro idioma e i loro riti, molti dei quali vivi ancora oggi. Dal punto di vista religioso, rientra nell'Eparchia di Lungro, cui afferiscono le locali comunità cattoliche italo-albanese.
Da segnalare, sempre nel centro storico, la chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo. Di impostazione seicentesca con tracce di molte modifiche successive, presenta elementi delle chiese di rito greco, al quale Falconara è tornata da alcuni decenni. Conserva inoltre una interessante tela del '700 del pittore Pascaletti. La chiesa della Madonna del Buon Consiglio è legata ad un culto particolarmente caro alla religiosità albanese. La chiesa conserva la singolare statua che raffigura due angeli che reggono un quadro a rilievo della Vergine, che viene portata in processione nella festa patronale che si celebra la seconda domenica di settembre di ogni anno. Merita una visita la zona detta Castelluccio, che presenta una antica chiesetta dedicata alla Madonna posta su di uno sperone roccioso immerso nel verde. Il Castelluccio è il simbolo del paese, tanto da essere riprodotto nello stendardo comunale insieme al falco che richiama il nome Falconara. Particolarmente frequentata nel periodo estivo è la frazione di Torremezzo, sviluppatasi lungo la costa negli ultimi decenni. Il suo nome deriva probabilmente da una delle torri costiere difensive che erano disseminate lungo il litorale calabro. Località balneare che attira un alto numero di villeggianti estivi, Torremezzo d'estate offre diversi servizi ai bagnanti e si anima con l'organizzazione di un calendario d'eventi serali.
FIGLINE VEGLIATURO
Il comune di Figline Vegliaturo è situato sulle colline alle pendici del monte Paganella, alle porte della Sila. Il centro storico è posto in posizione panoramica, dalla quale la vista spazia ad ampio raggio verso la valle e i paesi circostanti fino al Pollino. La chiesa madre di San Giovanni Battista domina l'abitato, e con la sua facciata ed il campanile è visibile anche a molta distanza. Di impianto cinquecentesco, la chiesa mostra ancora l'interessante arco scolpito in pietra, e conserva alcune statue sacre dell'Ottocento. Sempre all'interno del paese sorge la chiesa di Santa Liberata, già di San Pasquale Baylon, cui era annesso un convento dei padri Riformati fondato nel 1614. La facciata dell'edificio mostra un bel portale in pietra, mentre l'interno conserva un Crocefisso di pregiata fattura.La chiesa di San Rocco sorge nell'omonima località, ed è una costruzione di piccole dimensioni risalente al XIX sec. Molto sentite a Figline sono le feste religiose che si celebrano nel corso dell'anno. In particolare sono da ricordare la festa di San Giovanni Battista, che è patrono del comune ed è il 24 giugno, e quelle di San Rocco il 16 agosto, e di Santa Liberata la terza domenica di settembre. A Figline resiste l'antica produzione dei fabbri ferrai (forgiari) con l'unico produttore di campanacci per le mandrie che opera in rione Vegliaturo.
FIUMEFREDDO BRUZIO
Il comune di Fiumefreddo Bruzio è posto lungo la costa tirrenica cosentina, con un territorio che spazia dal mare alle colline della Catena costiera.Fiumefreddo si divide tra la parte antica, che è posta su un colle e domina la parte sottostante, e la marina, sviluppatasi sulla costa negli ultimi anni. Sia il paese che la marina hanno i loro punti di forza e attrattive per i turisti che volessero visitare la cittadina. Il centro storico è apprezzato per essere ben conservato e per mantenere al suo interno preziose testimonianze del passato. Ciò gli ha meritato l'inserimento tra i Borghi più belli d'Italia. Di origini medioevali, sorto nella posizione che occupa per ragioni difensive, Fiumefreddo divenne feudo di diverse famiglie nobili per poi diventare comune agli inizi dell'Ottocento. Dominano l'abitato i ruderi dell'antico castello. Già appartenuto ai marchesi di Rende, venne distrutto dai francesi nel 1807 e da allora restano solo alcuni avanzi di mura e il portale settecentesco a testimoniare la grandezza passata. Su alcune delle pareti rimaste è possibile ammirare gli affreschi dell'artista contemporaneo Salvatore Fiume, che ha lasciato altre opere nel borgo. Merita una visita la chiesa madre dedicata a San Michele Arcangelo, posta vicino una delle antiche porte d'accesso all'abitato. La chiesa si presenta con sfarzosi stucchi barocchi ed è ricca di dipinti e sculture, tra le quali si segnala la preziosa tavola cinquecentesca di Pietro Negroni raffigurante la Madonna col Bambino. Interessanti alcune tele di Giuseppe Pascaletti, apprezzato pittore settecentesco originario proprio di Fiumefreddo, i cui lavori sono custoditi in diverse chiese calabresi.
Il centro storico conserva numerosi palazzi nobiliari appartenuti alle famiglie in vista del centro, come i palazzi Morelli, Gaudiosi, Pignatelli, Del Bianco.Tra le altre chiese presenti nel borgo si segnalano quella di San Francesco di Paola, annessa ad un convento dei minimi che ospita ora il municipio, la chiesa di Santa Chiara, la particolare chiesa di San Rocco, e poco distante dal paese la chiesa del Carmine, di origini quattrocentesche. Ad alcuni chilometri dall'abitato sorge la medievale abbazia di Fontelaurato, nota per essere stata donata all'abate Gioacchino da Fiore. La marina, cresciuta negli ultimi decenni a pochi metri del mare, è adatta per essere meta del turismo balneare, con lidi attrezzati, alberghi e ristoranti. Nel periodo estivo numerose manifestazioni serali allietano il soggiorno di cittadini e visitatori.
GRIMALDI
Grimaldi è uno dei paesi che rientra tra i centri della valle del Savuto, il cui territorio comunale si estende dalla valle stessa fino al Monte Santa Lucerna, con una altitudine che varia dai 150 ai 1250 metri circa. Confina con la provincia di Catanzaro, ed è facilmente raggiungibile dallo svincolo autostradale di Altilia-Grimaldi. Dal punto di vista paesaggistico costituiscono punti di sicuro interesse le montagne sovrastanti il paese, tra cui il citato Monte Santa Lucerna, circondate da pinete e castagneti meta ideale degli escursionisti. Il centro abitato racchiude un caratteristico nucleo storico, con i suoi vicoli, le piazze, ed i palazzi. Il paese sorse sul posto attuale a partire dal '600 dopo che l'antico paese, che si trovava in altra zona, era stato distrutto dal terremoto del 1638. Tra gli edifici emergono dunque le chiese, ricostruite a partire dal XVII sec. La chiesa madre è dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Presenta sulla facciata un portale in pietra in stile barocco, stesso stile delle decorazioni interne. Custodisce due interessanti statue seicentesche dei santi titolari, oltre che un fonte battesimale in pietra del '400 ed altre statue e tele di varie epoche e stili. Da vedere anche la chiesa di Sant'Antonio da Padova, con una bella facciata affiancata dal campanile, e che conserva al suo interno opere intagliate da frati artigiani del '700, tra cui la statua dell'Ecce Homo. Anche la chiesa dell'Immacolata merita una visita, con la sua facciata in pietra posta su un'alta scalinata. All'interno spicca la statua della titolare, posta sull'altare maggiore. Merita una visita il Museo della civiltà contadina del Savuto, che racchiude testimonianze della vita quotidiana dei grimaldesi, del loro passato e delle loro tradizioni. Tra gli appuntamenti va ricordata la festa dell'Immacolata, che si tiene la terza domenica di maggio di ogni anno.
LAGO
Il comune di Lago è situato in posizione particolare sul versante tirrenico della Catena costiera. È posto, infatti, a metà strada tra il mare, con la vicina Amantea, e il Monte Cocuzzo. Il suo territorio comprende una vasta zona verde, nella quale sono inseriti il centro di Lago e le sue varie frazioni. Chi volesse visitare Lago non può non sostare nel centro storico del paese, che presenta numerose chiese ed alcuni palazzi storici di un certo interesse. La chiesa di San Nicola di Bari è la parrocchiale del paese, venne consacrata nel 1577 ma è di probabili origini più antiche. L'esterno presenta un portale in tufo del 1881, mentre il campanile è di impianto seicentesco. All'interno è possibile ammirare l'altare maggiore del '700, un interessante fonte battesimale del 1601, e diverse statue lignee ottocentesche. Tra le altre chiese merita una menzione la chiesa di San Giuseppe, un tempo dedicata a San Giacomo. La sua presenza è attestata già nel '500 e conserva al suo interno varie sculture del XIX sec. come un'Immacolata e un San Giuseppe con Bambino. La chiesa dell'Annunziata è legata alla presenza di una antica confraternita e risale almeno al '600. Conserva anch'essa diverse opere settecentesche, come alcune tele conservate in sagrestia, e ottocentesche, tra cui le statue dell'Annunziata e di San Francesco di Paola. Nel territorio del comune di Lago rientra la frazione di Terrati, che riveste un ruolo importante rispetto alle altre contrade perché fino al 1926 costituiva un comune autonomo. In Terrati merita una visita la chiesa dedicata a Santa Marina, edificio della prima metà del '900. Tra le feste tradizionali è particolarmente sentita la festa della Madonna delle Grazie, che si tiene annualmente l'8 di settembre attirando numerosa gente dai centri vicini.
LONGOBARDI
Longobardi è un comune posto sulla costa tirrenica cosentina, tra le località di Fiumefreddo e Belmonte Calabro. Il suo territorio si estende partendo dal mare per poi comprendere i monti dell'entroterra, fino a circa 1500 metri di altitudine nei pressi del Monte Cocuzzo. Il centro storico presenta più di un motivo per meritare una visita. Il monumento di maggiore interesse storico-artistico è la piccola chiesa detta della Madonna della Taureana, che ospitò un antico insediamento monastico medioevale che costituì l'antico nucleo abitato del centro. Come testimonia il nome stesso, il paese crebbe poi di importanza nel periodo longobardo, per diventare in seguito feudo di famiglie nobili, dai Ruffo ai marchesi di Rende. Restano attualmente solo pochi resti dell'antico castello. Longobardi acquistò infine l'autonomia amministrativa divenendo comune agli inizi dell'Ottocento. Da vedere, nel centro storico, la chiesa matrice dedicata alla martire Santa Domenica. Il suo aspetto attuale mostra tracce di interventi fatti tra XVII e XVIII sec. come la facciata e il campanile. L'interno è in stile barocco, e conserva diverse tele settecentesche tra cui una particolare Immacolata, una Ultima Cena, e una Assunzione di Maria. La chiesa dell'Assunta è nota anche come chiesa di San Francesco di Paola. Vi era infatti annesso un convento dei padri minimi poi soppresso. Questa chiesa è nota per l'operato del Beato Nicola Saggio (1650-1709), frate dell'ordine di San Francesco originario proprio di Longobardi. Al Beato Nicola è dedicata la chiesa della zona marina di Longobardi. La marina ha conosciuto un notevole sviluppo negli ultimi anni grazie anche al turismo balneare. La costa del comune, infatti, è meta di turisti e visitatori, soprattutto nella stagione estiva.
MALITO
Malito, paese posto sulle colline dell'entroterra cosentino, rientra nel comprensorio dei comuni della valle del Savuto. Il centro storico del paese è sito ad una altitudine di circa 730 metri, mentre il territorio comunale è per la quasi totalità collinare e montano, ricoperto da boschi. Malito presenta a turisti e visitatori bellezze storico-artistiche di sicuro interesse, rappresentate soprattutto dalle interessanti chiese. La chiesa parrocchiale, dedicata a Sant'Elia profeta, sorge in piazza XI febbraio e presenta una facciata in pietra locale. Ha una struttura a tre navate e, anche se è attestata già nel '400, si mostra oggi con decorazioni in stile barocco. Vi si possono ammirare numerosi dipinti, mentre tra le altre opere degne di nota si ricorda la statua di Sant'Elia ed un fonte battesimale seicentesco scolpito in pietra. Merita una visita anche la chiesa di San Martino, la cui attuale struttura risale all'800, ma che è sorta su di un tempio più antico. Ospitò la locale confraternita del Rosario, e contiene una interessante collezione di paramenti sacri. Anche la chiesa dell'Immacolata Concezione ha attualmente un impianto ottocentesco. Sede di una delle confraternite operanti a Malito, conserva la statua della titolare alla quale è dedicata una festa l'ultima domenica di maggio di ogni anno. Le feste religioso sono, infatti, un aspetto ancora vivo delle tradizioni malitesi. Appuntamento principale è quella in onore di Sant'Elia, patrono del comune che viene festeggiato l'ultima domenica di luglio, nella cui occasione insieme alla processione si tengono spettacoli musicali e giochi popolari. La prima domenica di aprile si celebra la festa di Sant'Antonio. Altri appuntamenti sono rappresentati dalle tradizioni natalizie, e dal carnevale.
MANGONE
Mangone è un comune di alta collina, posto alle pendici dell'altopiano della Sila a circa 800 metri d'altitudine. Rientra nel gruppo dei comuni della fascia del Savuto, e il suo territorio si estende dalla nota frazione Piano Lago fino ai monti sovrastanti l'abitato, ricchi di castagneti e querceti. Il centro storico, che merita sicuramente una visita, presenta le caratteristiche tipiche dei paesi della zona, con edifici ricchi di decori in pietra locale. Tra i palazzi spicca il palazzo Mauro, appartenuto alla potente famiglia locale, mentre a dominare l'abitato è la mole della chiesa parrocchiale. Dedicata a San Giovanni Evangelista, la chiesa venne eretta nel '600, e presenta sulla facciata un interessante portale in tufo opera degli scalpellini della zona. Lavori della stessa scuola arricchiscono anche l'interno della navata, con ricchi decori in legno intagliato risalenti soprattutto al '700, come il pulpito, il soffitto e l'altare. Particolare è anche il possente campanile a pianta quadrata, coevo alla chiesa. Molto caro ai mangonesi è il santuario della Madonna dell'Arco. L'edificio risale al '700 ed è in stile barocco, come mostrano i ricchi decori visibili all'interno, anch'essi frutto dei maestri intagliatori di area roglianese. Particolarmente significativo è l'altare maggiore che contiene una tela della titolare della chiesa. Presso il santuario si celebra la festa patronale del paese, dedicata appunto alla Madonna dell'Arco. La festa si tiene la seconda domenica di settembre ed attira a Mangone numerosi pellegrini e visitatori, mentre il programma associa solitamente manifestazioni religiose a momenti di intrattenimento musicale. La frazione Piano Lago, ha conosciuto di recente un enorme sviluppo grazie alla sua posizione favorevole rispetto alle vie di comunicazione principali, soprattutto lo svincolo autostradale di Rogliano che vi sbocca. Nella zona sono presenti numerose aziende ed attività commerciali, che ne fanno una delle più vivaci realtà economico-produttive della provincia.
MARANO MARCHESATO
Nell'area collinare che ospita anche Castrolibero, agevolmente collegato anche con Rende e Cosenza, si trova Marano Marchesato, diviso in un nucleo urbano centrale e in quattro frazioni: Carmine, Piano, Perri e Malvitani.Al centro del paese si trova la Chiesa dell'Assunta, risalente al 1100, ma che si presenta oggi con linee sette-ottocentesche dopo diversi interventi di restauro: all'interno è possibile ammirare una grande di quantità di opere d'arte che vi sono conservate.Nella frazione Carmine, poco più in basso della Fontana del Mulino da cui sgorga acqua oligominerale, si erge invece il Santuario dedicato alla Vergine del Carmelo: la Chiesa della Madonna SS. del Carmine, del 1135, conserva interessanti affreschi del XVIII e XIX sec.Sull'origine di Marano Marchesato non si hanno notizie certe: il nome deriverebbe dalla famiglia Marano che nel corso del medioevo diede asilo ad alcuni cittadini di Cosenza in fuga dalle invasioni saracene, ma secondo un'altra ipotesi il nome sarebbe derivato da "marrani", aggettivo con cui gli arabi indicavano i miscredenti.
MARANO PRINCIPATO
Marano Principato si inserisce nell'area collinare identificata con le Serre Cosentine, il cui territorio si trova nel versante interno della Catena Costiera Paolana, nell'Alta Valle del Crati. Da Marano si apre suggestivo un itinerario di tipo naturalistico che percorre la montagna del Silo fino a Cocuzzo e Potame. Nella zona detta "Timpa 'i cuorvu" vi è la grotta dei briganti, presso la quale, a detta dei maranesi, si verifica lo strano fenomeno dello spegnimento delle torce elettriche, dovuto, sembra, all'esistenza di una campo magnetico. Per quanto riguarda le origini, Marano Principato potrebbe corrispondere alla mitica "Pandosia", città Enotra del VI° secolo a.c., il cui sito originario non è ancora stato ritrovato: una delle frazioni attuali del paese si chiama infatti Pantusa. Gli studiosi si dividono, però, circa l'ubicazione di questa leggendaria città tra la zona di Mendicino e quella di Marano Principato – Castrolibero. Come agglomerato urbano si sviluppò dopo il terremoto del 1638 quando accolse i sopravvissuti dei vicini centri di Castelfranco (odierna Castrolibero) e Rende, che trovarono rifugio nella splendida valle dei "Casali di Marano", dedicandosi all'agricoltura e costruendo case chiamate "Torri". Il paese infatti non ha mai avuto un vero centro storico: i due centri più antichi sono quelli dell' Annunciata Vecchia e dei Savagli. Nella Chiesa dell'Annunziata, edificata nel periodo tra il 1550 e il 1666, si ammira quasi una personale pinacoteca del pittore Raffaele Rinaldi da San Fili. Di particolare importanza il "Premio Pandosia", storico concorso di arte contemporanea, da qualche anno realizzato in collaborazione con la Provincia di Cosenza e la Soprintendenza per i Beni culturali della Calabria nell'ambito dell'iniziativa "Art in Progress".
MARZI
Il comune di Marzi rientra nel territorio della valle del Savuto, ed è posto sulle colline a poca distanza da Rogliano, il centro principale comune della zona. Il territorio si estende fino ai monti ricchi di boschi sovrastanti il paese, fino a raggiungere circa 1200 metri d'altitudine. Di Rogliano seguì le vicende storiche, essendo compreso nella sua Bagliva fino all'Ottocento. Sulla fondazione di Marzi, invece, l'ipotesi più ricorrente è quella della nascita contestuale a quella degli altri casali cosentini in seguito alle invasioni saracene del X sec. Merita una visita il centro storico del paese, che come gli altri dell'area del Savuto mostra elementi architettonici scolpiti in pietra frutto del lavoro degli scalpellini della zona. La chiesa parrocchiale è dedicata a Santa Barbara, la cui facciata si presenta in cima ad una caratteristica scalinata, ed è affiancata dal campanile. All'interno, ad una sola navata, conserva interessanti dipinti del pittore cosentino Enrico Salfi, tra cui Santa Barbara e San Pietro e San Paolo. Anche la chiesa di Sant'Andrea conserva interessanti dipinti sugli altari della chiesa, tra cui spiccano le tele del martirio di Sant'Andrea e quella della Madonna del Carmine. La chiesa di San Marco presenta poi alcune interessanti cornici lignee intagliate da scultori di scuola roglianese, caratteristica tipica delle chiese della zona. Tra le tradizioni ancora vive è da ricordare la festa della Madonna del Rosario, che si svolge ogni anno la prima domenica di ottobre. Alla festa religiosa sono abbinate iniziative come giochi popolari e soprattutto le caratteristiche "pullicinelle", pupazzi di carta e canne che vengono fatti danzare in giro per il paese e poi bruciati sulla piazza. Un certo rilievo ha acquisito la rappresentazione del Presepe vivente, che nel periodo natalizio attira a Marzi numerosa gente dal circondario.
MENDICINO
Popoloso centro situato nell'area collinare vicina al capoluogo Cosenza, è oggi prevalentemente zona residenziale, come molti dei comuni ubicati vicino al centro cittadino.Dalla frazione Rizzuto in poco tempo si giunge al bivio di Croce Coperta, alle falde del Monte Cocuzzo: suggestivo il percorso che si apre lasciandosi alle spalle l'ulivo e la vite per addentrarsi nei castagneti, quindi le pinete per poi incontrare il faggio. Giungendo alla cima del Monte Cocuzzo, nelle giornate serene, è possibile vedere lo Stromboli e l'Etna, la Sila ed il Pollino, e in basso, da una parte il mare, dall'altra la Valle del Crati.
Il Santuario di Santa Maria Assunta sito nell'omonima frazione nella parte alta, ha un frontale goticheggiante con colore tipico della pietra di Mendicino: sopra il portale spicca un mosaico policromo raffigurante il Cristo Pantocratore. Al centro del paese, si erge la chiesa parrocchiale dedicata a San Nicola mentre nella parte bassa si trova la Chiesa di San Pietro. Tra le opere d'arte che vi si possono ammirare, notevoli gli affreschi posti nel vano absidale, opera di Lucillo Grassi e la Madonna del Rosario del Pascaletti. Nel centro storico del paese si erge il Palazzo Campagna che fu centro di cultura nell'Ottocento per la presenza del poeta Giuseppe Campagna.
Molto controverse sono le origini del paese, comunque antichissimo: come per altri di questa area, si ipotizza che fosse l'originaria sede della mitica Pandosia, ipotesi dovuta ad alcuni toponimi quali il nome della contrada Pantusa e il torrente Caronte, che riporta al fiume Acheronte posto vicino alla città scomparsa e divenuto famoso perché presso le sue sponde vi trovò la morte Alessandro il Molosso, re dell'Epiro.
Nell'Ottocento, Mendicino fu uno dei più importanti centri di produzione della seta in Calabria: nel centro storico sono state recuperate due tra le più importanti antiche filande: all'interno della Filanda Gaudio, ha sede il Museo storico multimediale della seta dove sono custoditi documenti e attrezzature per la lavorazione della seta, fino al secolo scorso diffusa in tutta la Calabria.
PANETTIERI
Panettieri è uno dei comuni rientranti nell'area del Savuto, sulla linea di confine della provincia di Cosenza con quella di Catanzaro. Venne fondato probabilmente da abitanti di Scigliano, stanziatisi nella zona per potere coltivare più agevolmente i campi che si trovavano tra la cittadina e l'abbazia di Corazzo. Col tempo Panettieri assunse dimensioni maggiori, fino a giungere all'autonomia amministrativa nel 1820, pur rimanendo uno dei comuni più piccoli della provincia. Merita una visita la chiesa parrocchiale, dedicata a San Carlo Borromeo. Divisa in tre navate, è di origini settecentesche e conserva al suo interno interessanti statue processionali tra cui quella del titolare. Tra gli eventi religiosi si segnalano la festa patronale di San Carlo Borromeo, la prima domenica di luglio, e quella della Madonna del Rosario, la prima domenica di ottobre. Entrambe sono celebrate con la processione e con intrattenimenti e serate musicali. Panettieri è conosciuto per il caratteristico Presepe vivente che ogni anno nei periodi natalizi fa rivivere il borgo con la rappresentazione di antichi mestieri e delle condizioni di vita di un tempo. Tra le tradizioni ancora sentite c'è quella della preparazione del pane, attività importante per l'identità del paese tanto da dedicarle un museo: il Museo del pane. Interessante anche il piccolo Museo del brigante, che richiama un altro aspetto caratteristico della storia del borgo, quello del brigantaggio. Di notevole interesse paesaggistico i boschi attorno all'abitato, che si estendono tra i monti soprastanti e le valli ricche di corsi d'acqua.
PARENTI
Parenti è un comune dell'alta valle del Savuto il cui territorio, per la gran parte montano, si spinge fin dentro il cuore della Sila. Sorto nel corso del XVII sec., Parenti ha legato per secoli la sua storia a quella della vicina città di Rogliano, da cui dipese fino alla conquista dell'autonomia nel corso dell'Ottocento. Monumento principale del paese è la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna del Carmine. Si tratta di una costruzione coeva alla fondazione del paese che ha poi subito diversi rimaneggiamenti, tra cui uno consistente dopo il terremoto del 1836.
Nel centro abitato si trova la piccola chiesa di San Pasquale, costruita nel 1897 come ex voto da Pasquale Cardamone, che conserva al suo interno un quadro del titolare opera di Enrico Salfi. Interessante anche il palazzo appartenuto alla famiglia Ricciulli che godeva in passato di un certo potere in paese. Per la sua posizione montana è una possibile meta per gli amanti della natura, indicata per compiere escursioni all'interno delle pinete che ricoprono l'altipiano silano, o sostare nelle numerose aree pic-nic. Meta apprezzata del turismo estivo è la frazione Bocca di Piazza, centro montano che ospita alcuni nuclei stabili di famiglie dedite soprattutto all'attività agricola nei vasti campi circostanti. Tra le altre piccole frazioni sparse sul territorio del comune si segnalano Favali, Cannavina, Guglielmo, Vallelaposta, Carroi e Gerardo. Bocca di Piazza è nota perché location della Sagra della patata, evento gastronomico cui si abbinano iniziative ludiche e musicali, apprezzato appuntamento dell'estate silana. Tra gli eventi che, soprattutto nel periodo estivo, animano la vita parentese vanno ricordati la festa patronale della Madonna del Carmine, che si tiene la III domenica di luglio, e soprattutto la gara del carro. Quest'ultima è una manifestazione che ha saputo attrarre l'interesse di numerosi visitatori, e si tiene da qualche tempo la seconda domenica di agosto per le strade del centro abitato.
PATERNO CALABRO
Paterno Calabro è sito fra le colline, caratterizzato dal vento potente d'inverno e dalla brezza leggera che rinfresca l'aria in estate: uscendo dal paese, man mano che si prosegue lungo la strada per la montagna, si incontra il verde della folta vegetazione, fino a giungere al Monte Serratore a quota 1.233 mt.
A Paterno visse e operò per un quarantennio San Francesco di Paola, "il paternese" per eccellenza. Della sua presenza è testimone il Santuario, fondato, secondo la tradizione, dal santo stesso nel 1444: l'interno è da considerarsi un piccolo museo per il gran numero di opere d'arte che vi sono custodite, tra le quali, due dipinti del Santanna. Sulle pareti del chiostro sono stati realizzati diversi affreschi che rappresentano episodi della vita di San Francesco di Paola: da visitare anche la grotta e l'oratorio. Oltre al santuario, meritevole di una visita è la chiesa di San Pietro e Paolo.
Tra le leggende legate al paese c'è quella di un antico livore tra Paterno e Dipignano: si dice che gli abitanti di quest' ultimo, tanto padroni della tecnica di trattare i metalli, volessero costruire un cielo di rame per ripararsi dalle intemperie a dispetto dei vicini che non beneficiavano di questa comodità.
PEDIVIGLIANO
Il comune di Pedivigliano rientra nel territorio della valle del Savuto, ed è al confine tra le provincia di Cosenza e quella di Catanzaro. È posto in posizione collinare a circa 580 metri di altitudine, circondato da boschi nei pressi dell'altopiano di Borboruso. La sua storia è relativamente recente, essendo stato fondato nel XVI secolo come quartiere della vicina Scigliano. Acquistò autonomia soltanto nel 1811, quando divenne comune autonomo con le frazioni di Pittarella, Villanova e Borboruso. Il paese presenta un caratteristico centro storico, dominato dalla mole della chiesa dei Santi Pietro e Paolo. La chiesa, di impianto seicentesco, è divisa in tre navate e presenta una facciata decorata da portali in pietra locale. Al suo interno conserva un altare proveniente dall'antica abbazia di Corazzo, ed una pregevole statua settecentesca dell'Addolorata. Tra le altre chiese meritano di essere menzionate quella della Madonna delle Grazie, annessa ad un vecchio convento cappuccino, quella di San Nicola, di San Francesco d'Assisi e quella della Madonna di Costantinopoli. Interessanti alcuni palazzi che si aprono tra le strade della parte antica e appartenenti alle famiglie Burza, Angotti e Passalacqua. Per gli appassionati della natura possono rappresentare motivo di interesse i monti ricchi di vegetazione che attorniano il paese.
PIANE CRATI
Piane Crati, paese che prende il nome dalla sua posizione in una zona relativamente pianeggiante, è il comune della provincia di Cosenza con minore estensione territoriale. Il centro antico presenta diversi palazzi arricchiti dai classici portali scolpiti in pietra. Merita una visita la chiesa parrocchiale dedicata a Santa Barbara, patrona del paese, la cui immagine campeggia anche sul gonfalone comunale. L'aspetto attuale dell'edificio è il frutto del restauro avvenuto dopo i danni del terremoto del 1905. Conserva al suo interno alcune opere risalenti ai secoli XVIII e XIX, tra cui la statua della titolare, e un particolare ciborio settecentesco in legno opera di frati scultori cappuccini. L'altra chiesa del centro è dedicata alla Madonna del Carmine e mostra un interessante altare settecentesco. Del seicentesco convento dei frati cappuccini, invece, non resta più alcuna traccia essendo stato trasformato in abitazione privata. Dal punto di vista naturalistico nei pressi dell'abitato si segnala l'area del torrente Erbicello, immersa in una zona verde e possibile meta di escursioni.
ROGLIANO
Rogliano è il comune principale tra quelli rientranti nell'area del Savuto, centro di riferimento per il territorio circostante visto che in esso si concentrano numerose attività economiche e istituzionali. Uno dei motivi che hanno reso celebre Rogliano in passato, e che lo rendono oggi meritevole di una visita, è l'aver ospitato una importante scuola di scalpellini che ha lasciato nel centro storico della cittadina numerose testimonianze d'arte. Tra le strade ed i vicoli, infatti, si incontrano di frequente palazzi nobiliari con i caratteristici portali in tufo. Ma gli edifici che più evidenziano questa caratteristica dell'architettura roglianese sono le molte chiese che costellano la parte antica, i cui ricchi portali barocchi si abbinano con la bellezza delle decorazioni interne degli altari sapientemente scolpiti. La chiesa madre della cittadina è intitolata a San Pietro Apostolo. È una costruzione seicentesca, ricostruita dopo che il terremoto del 1638 la distrusse, rovinando sulla gente che si trovava al suo interno. Si presenta con una ricca facciata in tufi, mentre l'interno a tre navate è adornato da numerosi stucchi barocchi, statue e tele. Nel cuore del paese sorge la chiesa di San Giorgio, dalle origini medioevali ma riedificata nel 1544, dichiarata monumento nazionale e nota per il particolare campanile che dà sulla piazza. Tra le altre chiese basti citare quella di San Domenico, già annessa ad un convento di domenicani che oggi ospita il municipio, e ancora quella di Sant'Ippolito, di Santa Maria delle Grazie, e la piccola ma interessante chiesa dell'Assunta che conserva ricche cornici lignee barocche di scuola roglianese. Il Museo di arte sacra, allestito nella ex chiesa di San Giuseppe, racchiude ed espone al pubblico proprio una parte di questi tesori artistici della storia sacra della cittadina. Tra le tradizioni ancora sentite in Rogliano sono da segnalare le numerose feste patronali che animano periodicamente i vari rioni che compongono l'abitato. Un ruolo particolare riveste quella dell'Immacolata, patrona del comune, celebrata il 12 febbraio e l'8 dicembre. Particolarmente intenso è poi il programma di manifestazioni estive che si organizzano ogni anno, soprattutto nel mese di agosto, a cura dell'amministrazione comunale e di associazioni locali. D'estate, infatti, Rogliano vede un incremento della popolazione visto il ritorno in sede di quanti si trovano normalmente fuori per lavoro.
SAN LUCIDO
San Lucido, comune costiero tra Paola e Torremezzo di Falconara Albanese, è situato su una rocca che si protende verso il mar Tirreno. Il territorio comunale si estende poi verso l'entroterra, fino alle pendici della Catena Costiera. Caratteristici di San Lucido il tufo bianco che si estrae dalle colline circostanti, il fico d'india e i capperi che crescono spontanei.
Il centro storico con i suoi vicoli resta a testimoniare la millenaria storia di San Lucido. Già attestato in età greca e romana, dal 1092 feudo dei vescovi di Cosenza, passò poi - a partire dal 1474 - a diverse famiglie aristocratiche, tra cui quella dei principi Ruffo di Calabria, che lo tennero fino ai primi dell'Ottocento. Il paese è dominato dai ruderi del Castello, che affaccia quasi sulla spiaggia sottostante; tra le sue mura nacque il Cardinal Fabrizio Ruffo (personalità del Regno di Napoli tra '700 e '800, che si ricorda per aver guidato la campagna delle truppe san fediste nella riconquista del Regno di Napoli nel 1799, a scapito della Repubblica Partenopea); fu parzialmente distrutto dal terremoto del 1905. Nel centro storico è possibile ammirare inoltre il settecentesco palazzo Manes e il palazzo Zagarese di fine '800. Vicinissima al castello, merita una visita la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, antica struttura che mostra oggi un aspetto settecentesco, con interessanti tele di autori locali. Tra gli altri edifici di culto spicca la chiesa dell'Annunziata, con elementi architettonici della precedente struttura quattrocentesca quali il portale e le strutture absidali. A circa due chilometri dal centro si trova il monastero di Santa Maria del monte Persano, del quale rimangono la chiesa di impianto medievale e i ruderi dell'antico insediamento basiliano. Di interesse archeologico i resti di due ville romane, una in località Spartifoglio, l'altra in località Palizzi.
Sul suo lungomare San Lucido offre numerosi lidi attrezzati per la balneazione. Diversi eventi vengono organizzati nel corso della stagione estiva. Da ricordare la tradizionale festa patronale di San Giovanni Battista, dal 22 al 24 giugno, che segna l'arrivo dell'estate, e il Carnevale estivo che si festeggia il 21 luglio.
SAN PIETRO IN AMANTEA
San Pietro in Amantea è un comune posto sulle colline a monte di Amantea, non confinante col mare ma situato sul versante tirrenico dell'Appennino costiero cosentino. Della vicina Amantea seguì le sorti, condividendone per secoli la storia come casale ad essa soggetto. Acquistò l'autonomia amministrativa nel 1811 e nuovamente, dopo una breve soppressione, nel 1937. Da vedere le chiese che arricchiscono il centro abitato. La chiesa di San Bartolomeo è la parrocchiale del paese ed è dedicata al patrono del comune. L'attuale edificio ha un aspetto recente dovuto alle ricostruzioni subite negli ultimi secoli, come evidenzia lo stile della facciata. Interessante la chiesa della Madonna delle Grazie, che conserva dipinti e sculture di autori locali dell'Ottocento. La chiesa ricopre un ruolo centrale nella vita del paese visto che vi si tiene annualmente la festa della Madonna delle Grazie, evento molto sentito dai sanpietresi, che si celebra ogni 2 luglio e attira numerosi fedeli. Nel centro di piazza IV novembre è da notare un albero monumentale, un platano caro agli abitanti del posto. Dal paese è facile raggiungere i monti della Catena costiera e soprattutto le spiagge della vicina Amantea, molto apprezzate dai turisti.
SANTO STEFANO DI ROGLIANO
Posto tra le colline tra Mangone e Rogliano, Santo Stefano è facilmente raggiungibile dall'autostrada Salerno-Reggio Calabria svincolando a Rogliano e attraversando l'abitato di Piano Lago. Le testimonianze della presenza dell'uomo sul suo territorio sono antichissime, come dimostra il rinvenimento di alcune monete argentee databili tra il V e il VI sec. a.C. Nei secoli successivi il paese è stato un borgo della vicina Mangone, tanto da diventare comune autonomo solo nel 1833 e, dopo una breve aggregazione a quello di Rogliano, riacquistare l'autonomia nel 1937. Nel centro storico del paese è da visitare la chiesa parrocchiale dedicata a Santo Stefano Protomartire, ricostruita dopo il terremoto del 1638 e che ora mostra interessanti decorazioni in tufo. Sempre nel centro storico si trovano la cappella di San Rocco e il palazzo patrizio dei Parise, mentre nella frazione Valleggiannò è sita la chiesetta della Madonna del Soccorso. L'edificio, che secondo la leggenda è legato alle vicende dei sette martiri francescani del XIII sec., presenta una facciata settecentesca sulla quale risalta il portale in tufo. Il paese è noto nei dintorni per il culto a Santa Liberata. A lei è dedicato il santuario che sorge in cima al paese e domina tutto l'abitato. L'edificio attuale è stato edificato nel 1904 al posto di una chiesa molto più antica, con una bella facciata in pietra locale affiancata da due campanili. Vi si conserva una venerata reliquia del braccio di Santa Liberata, ed meta di visitatori soprattutto in occasione della festa dedicata alla santa, che si tiene ogni anno la III domenica di settembre e richiama numerosa gente dai paesi vicini.
Da qualche anno a questa parte Santo Stefano di Rogliano è diventato punto di riferimento per gli appassionati di mongolfiere. In aprile, infatti, vi si tiene un raduno di mongolfiere che ha acquisito carattere regionale, cui vengono associati numerosi altri eventi musicali, sportivi e gastronomici.
SCIGLIANO
Scigliano è un comune della provincia di Cosenza situato tra le colline che costellano la vallata del Savuto. Vi si giunge dall'Autostrada Salerno-Reggio Calabria, svincolando all'altezza di Altilia-Grimaldi. Per questa sua posizione, da Scigliano è agevole raggiungere sia le spiagge del Tirreno che i monti della Sila. Particolarità del comune di Scigliano è la frammentazione del suo centro abitato in ben nove frazioni: Agrifoglio, Calvisi, Celsita, Cupani, Diano, Lupia, Petrisi, Porticelle e Traversa. Il paese presenta così più nuclei storici da meritare l'attenzione del turista, con un gran numero di chiese e palazzi ricchi di elementi architettonici e artistici di notevole interesse. Tra gli edifici di culto primeggia la chiesa madre dedicata a Santa Maria Assunta, nel quartiere Diano. Mostra una facciata realizzata nel '600 da scalpellini locali, mentre al secolo successivo risale il campanile annesso. L'aspetto attuale dell'edificio è in stile barocco, con cappelle e altari laterali in cui sono collocate tele e statue risalenti soprattutto al XIX sec. Degno di nota è l'altare maggiore seicentesco in legno, proveniente dall'abazia di Corazzo. Tra gli altri edifici di culto meritano una menzione il convento dei frati Cappuccini, anch'esso nel rione Diano, la chiesa parrocchiale di San Nicola, che conserva una interessante scultura marmorea del '500 raffigurante una Madonna con Bambino, e soprattutto il settecentesco santuario di Santa Maria di Monserrato. Il santuario è fulcro della religiosità popolare degli sciglianesi, vi si tiene infatti la festa della Madonna di Monserrato ogni seconda domenica di luglio, appuntamento molto atteso perché coinvolge l'intero comune. Gli altri appuntamenti che durante l'anno scandiscono la vita del paese sono riconducibili soprattutto alle festività patronali che in ogni frazione si organizzano. Come quella di San Giuseppe, patrono del comune, che si tiene il 19 marzo abbinata alla tradizionale fiera. Oltre alle bellezze storico-artistiche, Scigliano offre la possibilità di compiere itinerari naturalistici tra il verde della valle e delle colline che rientrano nel territorio comunale. Si possono incontrare nella zona diverse aree attrezzate per pic-nic, mentre esplorando i boschi lungo il fiume Savuto ci si può imbattere nel particolare ponte in pietra detto "ponte di Annibale", si epoca romana. Il ponte è infatti una testimonianza della storia bimillenaria di Scigliano, che alcuni storici fanno risalire proprio al periodo romano. Dopo un periodo di assenza di notizie, Scigliano nel '500 diventò uno dei principali centri abitati della Calabria. Danneggiato da più terremoti, riuscì tra mille difficoltà a rimanere sempre libero da vincoli feudali, per poi diventare uno dei comuni più importanti della zona.
SERRA D'AIELLO
Serra d'Aiello è un comune posto sulle colline che, dalla Catena costiera, scendono verso il mare nell'area del basso Tirreno cosentino. Anche se il territorio del comune non arriva fino alla costa, la distanza tra il centro abitato ed il mare è comunque contenuta. Principale punto di interesse è il centro storico del paese. Tra i vicoli si aprono alcuni palazzi patrizi, insieme ad edifici religiosi quali la chiesa dell'Immacolata e soprattutto la chiesa di San Martino. Quest'ultima, costruita a cavallo tra '500 e '600, conserva diverse statue processionali e una interessante tela raffigurante l'Immacolata attribuita a pittore della scuola di Luca Giordano. Alcuni storici ne riallacciano le origini a quelle di antiche città come Temesa. Pur in assenza di conferme, è certa la presenza di aree archeologiche di un certo rilievo quali quella di Cozzo Piano Grande, o di Chiane, dove sono venute alla luce diverse testimonianze.
Merita una visita, infatti, il locale Museo archeologico. In esso sono custoditi i reperti ritrovati nel territorio vicino al paese, dove è stata rinvenuta una necropoli con numerosi oggetti relativi a corredi funerari tra il IX e l'VIII secolo. Per i secoli successivi il paese ha legato le sue sorti a quelle della vicina Aiello e alla sua baronia. Da Aiello si è infine staccata diventando comune autonomo agli inizi dell'Ottocento, e nuovamente nel 1937 dopo un nuovo accorpamento ad Aiello nel 1928.
1.1.3 Bisogni e potenzialità
In conformità a quanto prescritto dalla scheda di misura 19 del Psr Calabria , “ viene assegnata priorità alle strategie di sviluppo locale in grado di circoscrivere un numero limitato di elementi di forza/debolezza caratterizzanti il territorio”, il Partenariato ha individuato i seguenti fabbisogni da porre a base delle azioni:
- a) valorizzazione dell’ambiente rurale agricolo e forestale;
- b) sensibilizzazione all’autoimprenditorialità;
- c) innovazione della governance;
- d) incentivazione e sostegno alle varie forme di cooperazione ‘settoriale’ e ‘territoriale’
a)In accordo al tema principale selezionato il primo fabbisogno come emerso nella fase di ascolto con i partners è la valorizzazione dell’ambiente rurale come sistema complessivo che assomma aspetti produttivi culturali e naturali.
Nel territorio del gal coesistono realtà di grosso pregio ambientale, già tutelate da regolamenti regionali piani e misure specifiche, e territori in cui sono presenti delle fragilità.
Stante questa compresenza le risorse ambientali sono una grande potenzialità dell’area quindi la sua tutela e valorizzazione consentirà uno sviluppo del territorio rurale nella direzione in cui tutte le attività su di esso realizzate possano ottenere valore aggiunto sui prodotti o/o servizi erogati. Lo sviluppo del tessuto socio economico del territorio diventerà uno strumento di tutela e valorizzazione della biodiversità.
- b) Sviluppare e sostenere la propensione della popolazione locale,in primis dei giovani, alla Autoimprenditorialità, al fine di avviare e consolidare attività economiche nuove/ esistenti ecosostenibili nel campo dei servizi ambientali e sociali,del turismo ambientale , dei sistemi produttivi agricoli e artigianali, puntando sull’applicazione di processi innovativi quali il trasferimento tecnologico applicato su tutte le filiere, la creazione e incentivazione delle filiere corte e di mercati locali su cui esprimere la produttività del sistema dell’area, capace di creare valore aggiunto ai prodotti con attività diffusa e microimprenditorialità .
- c) Innovare il modello di governance sia a livello locale sia a livello d’area vasta . Innovazione da improntare sulla sburocratizzazione dei processi di governance,sulla facilitazione di elementi cardine quali la trasparenza e l’informazione. Trasparenza intesa come messa a disposizione del territorio di ogni elemento utile a percepire il GAL come strumento partecipativo evitando conflitti di interesse tra gli attori del processo di sviluppo. Informazione come capacità di diffondere le opportunità del Piano attraverso un’attività di animazione in grado di attivare un approccio virtuoso insieme agli enti locali di riferimento. . A questo scopo determinante sarà la regia da parte del Gal, al fine di supportare operativamente i Partner pubblici e privati nelle fasi di definizione , progettazione, gestione e mantenimento degli interventi finalizzati alla realizzazione delle azioni del Psr Calabria 2014/20 e degli altri strumenti della programmazione
- d) Incentivare e sostenere le varie forme di cooperazione ‘settoriale’ e ‘territoriale’. Nell’ambito della cooperazione ‘settoriale’ , particolare rilievo potranno assumere gli interventi previsti nella misura 16 al fine di favorire le azioni cooperative e di rete tra gli operatori locali , in modo da incoraggiare ed attuare un approccio “culturale” innovativo fra gli attori della nostra area rurale. Nell’ambito della cooperazione “territoriale” il GAL promuoverà e parteciperà, come già fatto nella programmazione 2007/13 , a progetti di cooperazione interterritoriale e/o transnazionale, in base a quanto previsto nella misura 19 Psr (art. 44 del regolamento 1305/13 UE).
E’ da sottolineare che questi tre fabbisogni sono particolarmente rilevanti nella parte ( Serre e Tirreno) di comprensorio rurale sud cosentino non inserita nella programmazione Leader 2007/2013, mentre l’area dei 20 Comuni del Savuto - che ha potuto in questi anni beneficiare dell’approccio Leader- ha iniziato a riscontrare dinamiche positive su questi fronti.
Utilizzare quindi nel “ nuovo territorio leader” costituito dai Comuni delle Serre e del Tirreno, l’esperienza maturata dal Gal Savuto non potrà che apportare benefici sia dal lato dell’impulso all’imprenditorialità e alla cooperazione di rete in un contesto ambientale sostenibile, che per quanto riguarda il rafforzamento delle buone pratiche ambientali di governance locale in contesto rurale.
Concentrando la progettazione su un limitato range di fabbisogni si può dunque avviare, per poi definirlo in sede di Piano di Sviluppo, un processo metodologico virtuoso, atto a delineare operativamente e a sostenere finanziariamente una serie integrata di “progetti a scala locale” intorno a cui aggregare i soggetti locali più dinamici e innovativi.
Tra le problematiche riscontrate, nel contesto territoriale di riferimento, vi è la mancanza di servizi, la quale genera una caduta verticale della qualità della vita e conseguentemente anche l’innescarsi di uno dei fenomeni negativi più evidenti:”lo spopolamento”. Perdendo abitanti, le comunità locali smarriscono la propria identità culturale e il patrimonio edilizio si deteriora. Le migrazioni verso le realtà più popolose, innescano fenomeni di sofferenza sociale, con impatti non solo sulla vita delle persone e delle famiglie, ma anche sulla tenuta stessa dei legami sociali e dell’identità delle nostre comunità. Una ulteriore criticità riscontrata è l’isolamento fisico dei centri abitati, dovuto all’incomunicabilità, alla mancanza di scambi e all’assenza di connessioni dirette e/o globalizzate. Anche la disoccupazione è uno degli elementi più frequentemente riscontrati nelle realtà oggetto di analisi, unitamente a tutte le tipologie di disagi che una condizione del genere determina.
Detto ciò diventa ineludibile l’innesco di processi di rigenerazione sociale, culturale, economica e tecnologica condizione essenziale per un reale miglioramento della qualità della vita delle popolazioni rurali.
Tali processi mireranno a mettere a sistema e promuovere la presenza di un patrimonio paesaggistico e storico-architettonici di gran pregio all’interno dei centri storici e non solo, la pluralità di culture e tradizioni proprie dell'eterogeneità del territorio calabrese, la presenza di un clima mite e di una posizione geografica strategica tra costa e montagna e una notevole varietà di prodotti derivanti dall’agroalimentare e dall’artigianato locale.
Tabella 6 Dati di riepilogo della popolazione
Popolazione |
Territorio |
|||||||
Comune |
Popolazione 2001 |
Popolazione 2011 |
Popolazione 01-01-2016 |
Superf/kmq |
Densità abit. (abitanti/kmq) |
Altitudine minima |
Altitudine massima |
Altitudine centro |
Aiello Calabro |
2.446 |
1.943 |
1.729 |
38,6 |
46,6 |
77 |
1146 |
502 |
Altilia |
775 |
746 |
711 |
10,7 |
66,5 |
158 |
636 |
594 |
Amantea |
13.268 |
13.757 |
13.975 |
28,6 |
488,7 |
0 |
438 |
50 |
Aprigliano |
2.816 |
2.958 |
2.890 |
121,3 |
24,3 |
400 |
1766 |
718 |
Belmonte Calabro |
3.022 |
2.012 |
2.003 |
23,9 |
84,7 |
0 |
1375 |
262 |
Belsito |
930 |
961 |
923 |
11,4 |
82,6 |
250 |
789 |
600 |
Bianchi |
1.543 |
1.396 |
1.305 |
33 |
40,8 |
708 |
1436 |
825 |
Carolei |
3.543 |
3.474 |
3.330 |
15,4 |
218,3 |
270 |
1018 |
624 |
Carpanzano |
378 |
267 |
255 |
14,3 |
18,9 |
234 |
1221 |
600 |
Castrolibero |
10.042 |
10.036 |
9.894 |
11,4 |
891,7 |
220 |
559 |
559 |
Cellara |
526 |
504 |
504 |
5,9 |
87,1 |
597 |
1419 |
750 |
Cerisano |
3.238 |
3.283 |
3.196 |
15,1 |
215,8 |
300 |
1237 |
610 |
Cleto |
1.389 |
1.327 |
1.301 |
18,6 |
70,9 |
48 |
665 |
250 |
Colosimi |
1.416 |
1.328 |
1.247 |
24,4 |
52,1 |
719 |
1495 |
870 |
Dipignano |
4.192 |
4.441 |
4.376 |
23,2 |
190,9 |
250 |
1175 |
720 |
Domanico |
926 |
950 |
943 |
23,7 |
39,9 |
500 |
1294 |
730 |
Falconara Albanese |
1.416 |
1.405 |
1.427 |
18,8 |
75,6 |
0 |
1158 |
602 |
Figline Vegliaturo |
1.026 |
1.087 |
1.137 |
4,1 |
280,2 |
480 |
863 |
705 |
Fiumefreddo Bruzio |
3.363 |
3.101 |
2.994 |
30,6 |
99,8 |
0 |
1500 |
220 |
Grimaldi |
1.870 |
1.753 |
1.680 |
24,4 |
70,5 |
150 |
1256 |
650 |
Lago |
3.096 |
2.722 |
2.624 |
49,8 |
53,1 |
140 |
1158 |
485 |
Longobardi |
2.340 |
2.252 |
2.312 |
19,5 |
117,0 |
0 |
1541 |
325 |
Malito |
896 |
820 |
783 |
16,9 |
47,4 |
273 |
1294 |
728 |
Mangone |
1.730 |
1.815 |
1.891 |
12,1 |
153,6 |
552 |
1349 |
805 |
Marano Marchesato |
2.561 |
3.522 |
3.553 |
5,1 |
695,9 |
261 |
1137 |
550 |
Marano Principato |
2.337 |
3.072 |
3.180 |
6,4 |
494,1 |
346 |
1155 |
496 |
Marzi |
1.018 |
968 |
989 |
15,6 |
63,5 |
290 |
1230 |
530 |
Mendicino |
8.084 |
9.209 |
9.450 |
35,3 |
266,3 |
250 |
1541 |
500 |
Panettieri |
375 |
342 |
351 |
14,7 |
23,7 |
844 |
1237 |
937 |
Parenti |
2.328 |
2.264 |
2.188 |
37,6 |
59,4 |
654 |
1455 |
798 |
Paterno Calabro |
1.383 |
1.324 |
1.398 |
23,8 |
58,7 |
441 |
1194 |
680 |
Pedivigliano |
983 |
884 |
831 |
16,6 |
52,2 |
183 |
982 |
580 |
Piane Crati |
1.397 |
1.442 |
1.423 |
2,3 |
622,6 |
450 |
825 |
609 |
Rogliano |
5.892 |
5.772 |
5.637 |
41,4 |
138,1 |
344 |
1452 |
660 |
San Lucido |
5.906 |
5.998 |
6.047 |
27,2 |
224,0 |
0 |
1200 |
56 |
San Pietro in Amantea |
611 |
537 |
505 |
11 |
45,3 |
50 |
650 |
374 |
Santo Stefano di Rogliano |
1.412 |
1.642 |
1.725 |
19,4 |
87,5 |
550 |
1476 |
663 |
Scigliano |
1.601 |
1.336 |
1.226 |
17,3 |
72,9 |
183 |
1204 |
659 |
Serra d'Aiello |
878 |
569 |
458 |
3,8 |
125,8 |
50 |
417 |
373 |
|
102.953 |
103.219 |
102.391 |
873,2 |
118,4 |
|
|
|
1.2. Gli aspetti socio-economici dell’area interessata dal PAL
Fornire Informazioni rilevanti ai fini della definizione della strategia: descrizione dei fattori che si riferiscono alla popolazione insediata, alle sue caratteristiche demografiche, alla sua composizione sociale, alle attività in cui essa è impegnata, ai livelli di istruzione, al micro sistema economico locale e caratteristiche dei settori produttivi.
1.2.1. Attività economiche
Nel primo trimestre del 2016 il PIL in Italia è cresciuto dello 0,3%, mostrando il quinto incremento positivo trimestrale dopo tre anni di cali. Purtroppo l’incertezza dovuta alla Brexit e alle situazioni di crisi economiche e politiche internazionali, si associa alle prospettive di debole crescitadella domanda internazionale, a seguito del rallentamento di molte economie emergenti, frenando l’espansione dell’attività produttiva, come rilevato nel secondo trimestre del 2016.
Il 2015 è stato un anno per molti versi eccezionale per il Mezzogiorno: non solo ha interrotto una serie consecutiva di cali del prodotto che durava da sette anni, ma ha anche realizzato una crescita maggiore di quella del Centro-Nord.
Nel 2015 il Prodotto interno lordo (a prezzi concatenati) è cresciuto nel Mezzogiorno dell’1%;le regioni del Sud hanno beneficiato nel 2015 di alcune condizioni peculiari: l’annata agraria particolarmente favorevole, con un incremento di valore aggiunto del 7,3%, la crescita del valore aggiunto nei servizi,specie nel settore del turismo, probabilmente legata alle crisi geopolitiche nell’area del Mediterraneo che hanno dirottato parte del flusso turistico verso il Sud d’Italia; lachiusura della programmazione dei Fondi strutturali europei 2007-2013, che ha portato ad un’accelerazione della spesa pubblica legata al loro utilizzo per evitarne la restituzione.
Dallo studio “L’attrattività percepita di regioni e province del Mezzogiorno per gli investimenti produttivi”, pubblicato dalla SVIMEZil 24 giugno 2016 emerge come la Calabria è in coda (con un indice pari a 1,73) tra le Regioni dove gli imprenditori italiani preferiscono insediare nuove imprese.
Il problema maggiore viene rilevato nella carenza di infrastrutture di trasporto e logistica, quindi dalla scarsa accessibilità del territorio meridionale (26,4%), seguito dalla povertà del tessuto produttivo (presenza di clienti, fornitori, altre imprese: 21,3%). Pesa fortemente anche la presenza della criminalità organizzata (13%). Da rilevare che l’inefficienza della PA, un problema notevole, viene segnalato come tale al Sud soltanto dal 3,5% degli imprenditori.
La provincia di Cosenza appare, tra le cinque provincie calabresi, la seconda in graduatoria in ambito regionale ma quart’ultima in Italia per attrattività.
Ciò nonostante, tra Aprile e Giugno il Registro delle imprese delle Camere di Commercio ha fatto registrare un incremento di 38mila unità, di cui 14.500 (il 38,1%) residenti al Sud. Un risultato che evidenzia la crescente partecipazione dell’imprenditoria del Mezzogiorno al saldo nazionale negli ultimi anni: dal 2008 ad oggi, infatti, la quota del saldo nazionale delle aziende del Sud è passata dal 29% al 38,1% del secondo trimestre di quest’anno.
Anche al livello percentuale, il Sud si dimostra più dinamico del resto del Paese. Il tasso di crescita complessivo delle regioni del Mezzogiorno si attesta infatti a +0,73%, in crescita rispetto agli ultimi due anni, contro lo 0,63% della media nazionale, un valore che ricalca esattamente quello registrato nello stesso periodo del 2015.
Il numero delle aziende presenti sul territorio dell’area 6 è riportato nel grafico in basso (fig 10):
Figura 10Numero delle aziende presenti sul territorio denominato Area 6
Come si vede dal grafico in figura 10 i Comuni con il numero maggiore di Aziende sono i Comuni di Amantea, Castrolibero , Mendicino e San Lucido, mentre il Comune che registra il valore minimo è Carpanzano con 10 aziende.L’analisi del tessuto economico effettuata su base dati ISTAT mostra che sul territorio sono presenti 5465 imprese di cui 4484 imprese agricole, 522 aziende manifatturiere e 459 imprese suddivise tra alberghi e ristoranti. Le aziende presenti sul territorio sono prevalentemente agricole, manifatturiere e ricettive (alberghi e ristoranti). La distribuzione delle aziende per singolo comune è riportato nella figura 11 in basso.
Figura11 – Distribuzione delle aziende agricole, manifatturiere e del settore ricettivo dell’area 6. Fonte dati istat 2011
1.2.2. Occupazione
I livelli occupazionali sono stati calcolati in accordo alla popolazione residente. Il valore di occupazione medio è legato al fenomeno dello spopolamento.
Il tasso di occupazione medio rispetto alla popolazione residente è del 36%, come si evince dal grafico in figura 12riportato in basso.
Figura12 Tasso di occupazione espressa come il rapporto tra gli occupati e i residenti per comune. Fonte dati Istat 2011
Il quadro occupazionale è descritto anche nella tabella 7, in cui si riportano per Comune il numero degli occupati, il numero delle unità in cerca di occupazione, le casalinghe, gli studenti e i pensionati.
Tabella 7. Quadro Occupazionale dell’Area Rurale 6
1.2.3 Indici demografici
L'analisi della struttura per età di una popolazione considera tre fasce di età: giovani 0-14 anni,adulti15-64 anni eanziani65 anni ed oltre. In base alle diverse proporzioni fra tali fasce di età, la struttura di una popolazione viene definita di tipoprogressiva,stazionariao regressivaa seconda che la popolazione giovane sia maggiore, equivalente o minore di quella anziana. Età media: L’età media è la media delle età di una popolazione, calcolata come il rapporto tra la somma delle età di tutti gli individui e il numero della popolazione residente. Da non confondere con l'aspettativa di vita di una popolazione
Lo studio di tali rapporti è importante per valutare alcuni impatti sul sistema sociale, ad esempio sul sistema lavorativo o su quello sanitario. In questo paragrafo vengo riportati i dati relativi alla Area Rurale 6 per fornire un’immagine del territorio di riferimento al fine di fornire un’immagine delle dinamiche demografiche e di conseguenza calibrare le azioni del PAL sui fabbisogni della popolazione.
Figura 13 Struttura per età della popolazione nell’Area di Riferimento. Fonte dati Istat
Nel 2016 il 66,1 % della popolazione dell’Area di Riferimento è costituita da individui con un’età compresa tra i 15-64 anni il 21% da individui da 0 – 14 anni e il 12,9 % dal ultra 65 enni. Osservando la variazione dei dati percentuali dall’anno 2002 al 2016 gli individui adulti e i giovani sono in diminuzione mentre gli individui anziani sono in aumento passando
Per completare il quadro della composizione della popolazione si riporta una tabella in cui vengono illustrati i seguenti indici:
- Indice di vecchiaia :Rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione. È il rapporto percentuale tra il numero degli ultra sessantacinquenni ed il numero dei giovani fino ai 14 anni. Ad esempio, nel 2016 l'indice di vecchiaia per l’Area mostra che sono 162,8 anziani ogni 100 giovani.
- Indice di dipendenza strutturale: Rappresenta il carico sociale ed economico della popolazione non attiva (0-14 anni e 65 anni ed oltre) su quella attiva (15-64 anni)..
- Indice di ricambio della popolazione attiva: Rappresenta il rapporto percentuale tra la fascia di popolazione che sta per andare in pensione (55-64 anni) e quella che sta per entrare nel mondo del lavoro (15-24 anni). La popolazione attiva è tanto più giovane quanto più l'indicatore è minore di 100.
- Indice di struttura della popolazione attiva: Rappresenta il grado di invecchiamento della popolazione in età lavorativa. È il rapporto percentuale tra la parte di popolazione in età lavorativa più anziana (40-64 anni) e quella più giovane (15-39 anni).
- Carico di figli per donna feconda: È il rapporto percentuale tra il numero dei bambini fino a 4 anni ed il numero di donne in età feconda (15-49 anni). Stima il carico dei figli in età prescolare per le mamme lavoratrici.
- Indice di natalità: Rappresenta il numero medio di nascite in un anno ogni mille abitanti.
- Indice di mortalità: Rappresenta il numero medio di decessi in un anno ogni mille abitanti.
Nell’Area Rurale 6 nel 2016 l'indice di ricambio è 132,1 e significa che la popolazione in età lavorativa è molto anziana. Inoltre in base all’indice di dipendenza, nel 2016 ci sono 51,4 individui a carico, ogni 100 che lavorano. I dati completi sono riportati in Tabella 8 con un’evoluzione temporale che va dall’ 2002 al 2016.
Tabella 8 - Principaliindici demografici calcolati sulla popolazione residente nell’area allo studio. Fonte dati Istat Censimenti.
Età media:È la media delle età di una popolazione, calcolata come il rapporto tra la somma delle età di tutti gli individui e il numero della popolazione residente. Da non confondere con l'aspettativa di vita di una popolazione.
1.2.4. Infrastrutture e territorio
Il comprensorio dell’area 6 è in posizione strategica rispetto alle rete autostradale. I collegamenti principali sono sufficientemente performanti e consentono un servizio adeguato al flusso turistico nazionale e regionale. Carenti sono i sistemi e i servizi di interconnessione tra comuni limitrofi e in area ad alta valenza naturalistica e paesaggistica.
Il territorio è attraversato dall'autostrada Salerno- Reggio Calabria, il cui tracciato, da Piano Lago, segue il corso del fiume Savuto e si sviluppa all'interno dell'area, servendo il territorio con lo svincolo di Rogliano, Altilia-Grimaldi, Cosenza e Falerna. Il territorio può inoltre contare su arterie di collegamento che consentono a tutti i comuni di accedere ad uno dei due svincoli autostradali. I comuni di Mangone, Santo Stefano di Rogliano, Rogliano, Marzi, Carpanzano, Scigliano, Colosimi e Bianchi sono inoltre collegati con la linea ferroviaria della Ferrovia della Calabria che collega Cosenza e Catanzaro. Attualmente questa ferrovia è adibita al solo trasporto delle persone.
L'autostrada, completata negli anni sessanta, ha contribuito in maniera determinante a rompere l'isolamento della Calabria, e quindi dell’area 6 rispetto al resto del Paese.
Le caratteristiche geometriche adottate, già limitate all'epoca della realizzazione dell'opera, con il trascorrere degli anni si sono rivelate del tutto insufficienti a smaltire il traffico in condizioni di velocità, comfort e sicurezza adeguati. Ciò ha richiesto importanti interventi di ammodernamento; i lavori sono attualmente in corso.
L’area è molto prossima all’aeroporto di Lamezia Terme.
Le prospettive di evoluzione del sistema dei trasporti sono strettamente connesse alle ipotesi di sviluppo sociale ed economico dell'area; nello stesso tempo debbono essere inquadrate nel contesto più generale del sistema dei trasporti nazionale e nel sistema di interesse della regione Calabria.Appaiono ormai definite alcune strategie di fondo per lo sviluppo dell'area; queste possono essere sintetizzate nella conservazione e valorizzazione dei centri storici, nella valorizzazione delle risorse paesistiche e del patrimonio culturale, oltre che nello sviluppo del settore agroalimentare e dell'artigianato di tradizione.L’area è ben ubicata rispetto alle direttrici infrastrutturali di interesse nazionale; è infatti attraversata dall'autostrada Salerno-Reggio Calabria e dalla linea ferroviaria Cosenza- Catanzaro; è inoltre vicina alla linea ferroviaria tirrenica, che costituisce uno degli assi portanti del sistema nazionale. L'aeroporto di Lamezia è vicino.Occorre pertanto realizzare un complesso di interventi, che consentano al sistema dei trasporti di funzionare al massimo delle proprie potenzialità, servendo le tre componenti fondamentali della mobilità che interessa l'area:
- mobilità interna all'area (interna ai singoli comuni e di scambio tra gli stessi);
- mobilità di scambio con i comuni limitrofi, ed in particolare con la conurbazione di Cosenza e Rende;
- mobilità di scambio con l'esterno sulle lunghe percorrenze.
Per gli spostamenti di lunga percorrenza, sono essenziali i provvedimenti per il potenziamento del sistema dei trasporti nazionale, delineati dal Piano generale dei trasporti, attualmente in itinere.
Per la mobilità a carattere locale occorre similmente prevedere due strategie di intervento:
- potenziamento del sistema infrastrutturale;
- miglioramento della offerta di servizi di trasporto collettivo ed adozione di idonee strategie a sostegno della relativa domanda di trasporto.
Per quanto concerne le infrastrutture, si è già detto degli interventi in corso per l'ammodernamento dell'autostrada che svolge un ruolo rilevante. Per quanto concerne il trasporto collettivo occorre rilevare, in via preliminare, che questo settore è stato nel nostro Paese a lungo tempo trascurato; in Calabria le condizioni di crisi risultano particolarmente evidenti.L'attuale legislazione per il trasporto collettivo è orientata a migliorare la qualità e l'efficienza (utilizzazione ottimale delle risorse) dei servizi offerti. Il Piano regionale dei trasporti della Regione Calabria, in tema di trasporto collettivo locale, punta largamente sulla integrazione tra i servizi su gomma e su ferro, superando, in una logica di rete, l'attuale frammentazione delle linee.
A fianco di tali interventi è proponibile la istituzione, nelle aree a bassa densità insediativa, di servizi di trasporto pubblico innovativi. L’innovazione consiste nella organizzazione del servizio.
In queste situazioni, i servizi innovativi e smart quali il car-sharing oppure il car pooling posso costituire una valida soluzione, in grado di coniugare qualità del servizio e sostenibilità economica del sistema. L’istituzione di servizi di questo genere nelle aree a bassa densità può rappresentare, nell’area in esame, una effettiva possibilità di migliorare la qualità della vita, specie per le utenze più deboli, per quanti, cioè, non dispongono di autovetture individuali
1.2.5.Il contesto produttivo e la filiera
L’Area rurale 6 è caratterizzata dalla presenza di numerose imprese in settori economici che possono diventare di punta,da sviluppare e potenziare mediante interventi integrati. La filiera locale deve pertanto essere declinata in varie filiere specifiche, da considerare parti di una più complessiva azione di valorizzazione delle risorse esistenti:
Le filiere principali sono:
- FILIERA DEL TURISMO SOSTENIBILE
- FILIERA DELLA CIPOLLA ROSSA DI TROPEA IGP
- FILIERA DEL FICO DI COSENZA DOP
- FILIERA DEL POMODORO DI BELMONTE
- FILIERA DEI CEREALI
- FILIERA DEGLI ALLEVAMENTI E LAVORAZIONE (SALUMI DI CALABRIA DOP, SUINO NERO,FORMAGGI OVICAPRINI)
- FILIERA DELLA CASTAGNA
- FILIERA DELLA FRUTTA A GUSCIO
- FILIERA DELLA PATATA DELLA SILA IGP
- FILIERA DELL’ARTIGIANATO DI TRADIZIONE.
- FILIERA DEL TURISMO SOSTENIBILE
Contesto di riferimento
Il turismo è tra i settori a maggiore potenziale di crescita economica ed occupazionale; è universalmente riconosciuto come potente motore dello sviluppo locale che pesa per circa il 10% sul PIL europeo e per il 12% dell‟occupazione . Esso permette inoltre di:
- valorizzare risorse sottoutilizzate, e a volte a rischio;
- produrre occupazione e reddito con un moltiplicatore elevato, essendo un settore labour intensive;
- risollevare attività economiche in declino, creando nuove opportunità di impresa e di lavoro;
- generare entrate fiscali da impiegare nello sviluppo e miglioramento dei servizi per le comunità residenti.
Tuttavia, a partire da anni recenti, in varie ed importanti destinazioni si sono cominciati ad osservare gli impatti negativi dello sviluppo turistico:
- fenomeni di congestione;
- deterioramento dell'ambiente naturale e del territorio, causato dall'eccessivo sfruttamento delle risorse;
- sofferenza delle imprese e dell’ occupazione legata all’instabilità del business;
- alterazione degli equilibri socio-economici e progressiva perdita di coesione sociale e di identità culturale.
Al fine di orientarne lo sviluppo ed in virtù dell'importanza che il turismo riveste nelle economie dell'Unione Europea, e del Mediterraneo in particolare, il Parlamento e la Commissione Europea, nei limiti delle proprie competenze, a partire dal 2001, hanno affermato, in una serie di comunicazioni, una rinnovata strategia per lo sviluppo del turismo europeo, in attuazione degli obiettivi di crescita e di occupazione del trattato di Lisbona e dei principi internazionali di sostenibilità.
Nell'Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo (o Agenda europea 21 per il turismo) vengono fissati i principali parametri per migliorare la concorrenzialità dell'industria europea del turismo e creare posti di lavoro di qualità migliore. L'Agenda è stata redatta a sulla base del rapporto “Azione per un turismo più sostenibile” , pubblicato nel febbraio 2007, elaborato dal Gruppo per la sostenibilità del turismo (GST).
Le indicazioni principali dell'Agenda sono:
- la sostenibilità può essere un vantaggio competitivo del turismo europeo;
- la sostenibilità turistica non è una meta ma un processo: il turismo deve divenire più sostenibile;
- nel perseguire gli obiettivi di sostenibilità, occorre monitorare e governare gli impatti ambientali, economici e sociali dello sviluppo turistico.
Le tre dimensioni della sostenibilità in ambito turistico sono la dimensione ambientale, quella economica e quella sociale.
La dimensione ambientale attiene all'uso del territorio, al prelievo delle risorse naturali, all'impatto sull'ambiente, infatti la concentrazione turistica spesso determina pressione demografica sulle comunità residenti e sfruttamento intensivo delle risorse locali.
La dimensione economica della sostenibilità si pone l’obiettivo di promuovere la qualità dei prodotti e dei servizi territoriali per aumentarne il valore competitivo.
La dimensione sociale del turismo è legata agli impatti che il settore genera sulle popolazioni residenti, le quali spesso vengono “invase” dai turisti, senza che vi sia alcuna forma di compensazione.
Il prodotto turistico è, più di altri, un prodotto sociale, i cui ingredienti essenziali sono costituiti da (servizi di) beni pubblici, a loro volta generati dalla società e non dal mercato, senzaun prezzo di assegnazione. L'offerta turistica nel territorio calabrese ben rappresenta questa realtà, essendo composta da un tessuto produttivo di piccole e micro imprese familiari, ciascuna contribuente ai prodotti turistici del territorio per la sua parte. Tutta la comunità locale partecipa alla produzione turistica, anche nelle componenti che non entrano in contatto diretto con il visitatore; diventa, cioè, co-produttrice di beni pubblici (è il caso, ad esempio, delle feste e degli eventi culturali e religiosi) che, in nome della loro attrattività, diventano parte integrante di un prodotto turistico. Si crea, pertanto, l'aspettativa se non il diritto ad avere un ritorno, anche solo indiretto e non economico, come compensazione o compenso.
La Calabria attualmente ha un turismo quasi esclusivamente balneare proveniente dall'Italia con picchi altissimi nei mesi estivi, con una concentrazione nel mese di agosto che determina una congestione di presenze e una massiccia pressione sul territorio.
Nel settore del turismo si registrano interessanti segnali di apertura verso “i nuovi turismi”, provenienti anche dall’estero. Gli orientamenti emergenti verso nuove forme di conoscenza e di esperienza, e la nascita e progressiva affermazione dei turismi tematici, di cultura soprattutto, hanno generato nuovi flussi di turisti da mercati “più lontani”. La tendenza è di utilizzare la vacanza come forma di auto educazione e di apprendimento, a scapito del puro riposo e/o del dolce far nulla. Curiosità e scoperta segnano il passaggio dalle tradizionali mete balneari o storiche (delle classiche città d‟arte) alle nuove realtà delle campagne (ad es. del Sud Italia) e dei centri minori.Tale prospettiva rappresenta un buona opportunità per la nostra area interna.
Analisi SWOT
|
|
|
PUNTI DI FORZA |
PUNTI DI DEBOLEZZA |
|
§ Domanda crescente legata al turismo verso i centri minori, le aree interne dove poter apprezzare storia, tradizioni, aria pulita e tranquillità; § Importante patrimonio naturale e storico-culturale derivante dalle sedimentazioni di civiltà diverse; § Presenza di importanti elementi di interesse religioso (Santuari Mariani e Santuari dedicati a San Francesco di Paola); § Maggiore consapevolezza della necessità di promuovere il territorio in chiave turistica e nuove iniziative per la promozione turistica soprattutto da parte di giovani e in forma associata; § Azioni di pianificazione strategica locale, condivise e inclusive dei territori; |
§ Attualmente la domanda di un turismo più consapevole e sostenibile si rivolge altrove; § Ricettività di qualità medio-bassa, priva di standards, associata a un tessuto produttivo turistico poco professionale; § Carenze infrastrutturali, scarsa accessibilità e trasporto pubblico locale; § Bassa integrazione comparto turistico con altri comparti produttivi; |
|
OPPORTUNITÀ |
MINACCE |
|
§ I programmi di valorizzazione delle produzioni tipiche, delle tradizioni di arti e mestieri, etc., avranno una ricaduta sul turismo se si terrà conto del suo valore come vetrina del territorio; § Diffusione dei benefici dello sviluppo turistico sostenibile; |
§ Il mercato richiede prodotti differenziati e sempre più ricchi di servizi accessori ai fattori attrattivi; § Aumenta la concorrenza sul prodotto, anche da parte di destinazioni prossime.
|
|
Fabbisogni
I fabbisogni identificati sono:
- Creare una "identità turistica" dell'area e aumentare la conoscenza e l'immagine del territorio e delle sue opportunità presso il mercato;
- Sviluppare un sistema di promo – commercializzazione integrato;
- Sviluppare nuovi prodotti turistici in grado di "mettere in gioco" tutte le risorse disponibili dell'area;
- Diversificare i mercati di provenienza ;
- Potenziare e qualificare il sistema complementare di supporto (informazione, sport, svago e nuovi servizi ai turisti, ecc.);
- Diversificare e qualificare l’offerta ricettiva diffusa dell'area;
- Investire nella crescita della “cultura turistica” e “cultura della accoglienza”;
- Qualificare le professionalità nel turismo;
- Migliorare la qualità e la fruibilità dell'ambiente naturale e urbano;
- Sviluppare e migliorare l’accessibilità e il sistema di viabilità interno.
Obiettivi e strategie
La strategia di sviluppo dell'offerta turistica in un'ottica più sostenibile ed attrattiva conduce ai seguenti obiettivi generali:
- accrescere la competitività sul mercato, costruendo nuovi prodotti ( turismo religioso, musicale , sportivo, enogastronomico) per favorire forme di visita dinamiche che attirano un nuovo pubblico più interessato e consapevole;
- riequilibrare la distribuzione spaziale delle attività turistiche dalla costa verso l'interno, anche sviluppando forme di auto-organizzazione della vacanza di scoperta, per diffondere i benefici economici e sociali su di un territorio più vasto e limitare i danni legati all'abbandono dei luoghi e delle attività tradizionali;
- migliorare la qualità dei servizi al turismo, promuovendo la cultura della sostenibilità e della valorizzazione consapevole del patrimonio di natura, storia, arte e tradizioni presente sul territorio;
- rafforzare e qualificare l'offerta ricettiva nel rispetto dell'ambiente, attraverso l'adozione di soluzioni tecnologiche ed organizzative orientate alla sostenibilità, promuovendo forme di utilizzazione ottimale delle strutture ricettive esistenti, stimolando il “consumo” turistico dei territori anche in periodi extra estivi e spostando l'attenzione sulla tradizione e sulla “vivibilità” dei contesti rurali (con il rafforzamento della memoria storica dei luoghi e la valorizzazione delle risorse naturali);
- sostenere la gestione imprenditoriale e la cultura dell'ospitalità e dell'accoglienza diffusa.
- rafforzare la percezione esterna dei territori e della loro identità per passare dalla promozione del singolo prodotto alla strategia di marketing di un'offerta complessiva e diversificata dell'area.
Lo sviluppo turistico concentrato e poco diversificato crea squilibri rilevanti nell'ambiente naturale (inquinamento ed esaurimento risorse rilevanti), socio-economico (rendite concentrate da patrimonio di seconde case, speculazione edilizia, occupazione stagionale) e culturale (bassa professionalità, scarsa sensibilità e propensione alla valorizzazione di lungo periodo delle risorse).
La preservazione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale è garantita da azioni di qualificazione dei territori, di sensibilizzazione alla protezione e tutela ambientale, di promozione di una cultura più imprenditoriale improntata ai principi di ospitalità ed accoglienza. Il visitatore in questo caso è un alleato ed il suo orientamento a scegliere nuove forme di viaggio, più culturali e di natura, induce un adeguamento alla nuova domanda del sistema di ospitalità.
Linee di intervento
Gli obiettivi individuati riconducono ad un piano che prevede le seguenti linee di intervento:
- Creazione di prodotti turistici sostenibili: articolare l'offerta turistica, in un portafoglio di prodotti e territori, valorizzando gli attrattori, potenziando i servizi e sostenendo reti di operatori;
- Riqualificazione e potenziamento del sistema dell’ospitalità: migliorare la funzionalità e qualità delle strutture ricettive esistenti e sostenere nuova ospitalità; creare infrastrutture e servizi complementari; valorizzare e promuovere il recupero ambientale; incentivare la produzione turistica; innescare processi di sensibilizzazione e promozione della cultura turistica sostenibile;
- Favorire azioni di sistema per la promozione turistica puntando sul rafforzamento dell'identità dei territori, coinvolgendo gli enti locali e le imprese, con proposte artistico / culturali di richiamo nazionale.
- FILIERA DELLA CIPOLLA ROSSA DI TROPEA IGP
Contesto produttivo
La cipolla rossa di Tropea con Reg.CE n. 284/2008 ha ottenuto il riconoscimento IGP. Il trend produttivo, nell’areale di produzione, è passato da circa 23.750 q.li del 2008 a 102.340 del 2010; attualmente la produzione si attesta in circa 150.000 q.li di prodotto certificato. La superficie coltivata, complessivamente ammonta a circa 578 ettari distribuiti in circa 64 aziende, contemporaneamente, produttrici e confezionatrici con dimensioni medie di 8,5 ettari. I Comuni che detengono la maggiore quota di produzione sono Ricadi e Tropea in provincia di Vibo Valentia e Amantea in provincia di Cosenza.
Nel comprensorio GAL Area 6, le produzioni di Cipolla Rossa di Tropea interessa la fascia costiera tirrenica ricadente nel territorio dei Comuni di Amantea, Belmonte Calabro, Longobardi e Fiumefreddo Bruzio, la cui s.a.u. assomma, complessivamente, a circa 2490 ettari; Amantea, con ben 13 aziende, detiene la maggiore quota di produzione in assoluto.
L’organizzazione della filiera
Del totale della produzione la quota esportata rappresenta il 25% che raggiunge i mercati tramite la GDO (80%), sviluppando un fatturato di circa 3 milioni di euro. Circa il 15% delle produzioni, invece, sono destinate alla trasformazione, attraverso contratti con aziende a carattere regionale ma anche di carattere nazionale come Barilla, Orogel, ecc.
Analisi SWOT |
|
PUNTI DI DEBOLEZZA |
PUNTI DI FORZA |
Fase agricola § Scarsa aggregazione tra le imprese e ridotto ricambio generazionale; § Difficoltà ad introdurre nuove tecnologie di lavorazione (elevati costi di produzione legati alle difficoltosa meccanizzazione di alcune operazioni colturali , es. trapianto); § Scarsa efficienza degli impianti di distribuzione della risorsa idrica ormai obsoleti; § Difficoltà di contrastare la contraffazione; § Mancanza di centri di produzione del seme.
Fase di trasformazione - confezionamento § Mancata meccanizzazione di alcune fasi di lavorazione per il confezionamento; § Elevati costi di alcuni tipi di confezionamento (es. trecce) legati alla impossibilità della meccanizzazione di tali processi;
Fase di commercializzazione § Mancanza di forme associative (es. Organizzazione di produttori); § Calendari di commercializzazione limitati legati, alla mancanza della frigoconservazione; § Elevate distanze dai principali mercati nazionali ed esteri; § Concorrenza delle produzioni nazionali ed estere; § Difficoltà di contrastare la contraffazione; § Mancanza di dati di dettaglio per l’organizzazione e l’analisi della filiera. |
Fase agricola § Alta Vocazionalità pedoclimatica dei comprensori costieri dell’area GAL che consentono produzioni quali-quantitative uniche e inimitabili; § Buona disponibilità di superfici pianeggianti irrigue e fertili; § Elevato grado di diversificazione produttiva (cipolla, cipollotto, scalogno, ecc);
Fase di trasformazione - commercializzazione § Disponibilità di prodotto con standard qualitativi adeguati; § Presenza di impianti razionali e produzioni di pregio, tipiche, con marchi di qualità (IGP, produzioni biologiche); § Reputazione positiva di cui gode la cipolla rossa di Tropea, per le sue caratteristiche qualitative; § Presenza di impianti di trasformazione e confezionamento.
|
Fabbisogni
- Assicurare una riduzione dei costi di produzione;
- Migliorare la professionalità degli operatori;
- Favorire una maggiore aggregazione tra produttori;
- Miglioramento della visibilità del prodotto e della sua identificazione territoriale;
- Aumentare la competitività delle imprese nei diversi segmenti della filiera;
- Valorizzare le produzioni attraverso la promozione del marchio IGP;
- Favorire azioni che consentono la concentrazione e la destagionalizzazione dell’offerta (anche attraverso la frigoconservazione);
- Crescita del peso delle private label, importanti per la fidelizzazione della clientela e per lo
- sviluppo di strategie di marketing di prezzo e di prodotto;
- Promuovere la costituzione di un unico centro di produzione del seme;
- Favorire programmi di ricerca indirizzati allo studio degli ecotipi presenti.
Obiettivi e strategie
E’ necessario definire politiche d’intervento che consentano di intervenire nel comparto per migliorare la produzione nel comprensorio d’elezione, adeguandosi alle esigenze del mercato nazionale e coprendo nuovi mercati. L’obiettivo prioritario, per la valorizzazione della Cipolla Rossa di Tropea, è aumentare il grado di aggregazione della produzione, migliorarela qualità, ridurre i costi organizzativi,ottimizzare la competitività nelle diverse fasi della filiera. A tal fine, si promuove l’adozione dell’approccio integrato attraverso la realizzazione di un progetto di filiera sinergico e coordinato che preveda la creazione di una piattaforma logistica per la produzione di seme, la frigoconservazione e la commercializzazione.
Linee di intervento
- promozione e marketing;
- acquisto di macchine agricole per la riduzione dei costi;
- riconversione e realizzazione nuovi impianti di irrigazione a micro portata;
- ristrutturazione e ammodernamento di immobili esistenti per la fase della trasformazione;
- acquisto macchine e attrezzatureper la fase della trasformazione e confezionamento;
- assistenza tecnica e gestionale per la realizzazione del piano integrato di filiera;
- formazione nella funzioni della logistica;
- Sviluppo del canale e-commerce;
- assistenza tecnica e ricerca agronomica.
- FILIERA DEL FICO DI COSENZA DOP
Il contesto produttivo
Nella fichicoltura, la Calabria si attesta al primo posto in Italia, con una superficie di 1.076,42 Ha nel 2011 pari al 32% della superficie nazionale. In ambito regionale, la provincia di Cosenza risulta al primo posto con una superficie investita di 920,79 Ha (85% della superficie complessiva regionale) ed una produzione totale di 93.716,87 q.li, ottenuto da diverse varietà.
In provincia di Cosenza il fico, soprattutto con la pregiata varietà “Dottato”, ha il suo l’habitat ideale che, per condizioni pedoclimatiche ed orografiche ne esaltano la qualità. L’interazione di questo particolare ambiente con l’uomo ha permesso di mantenere fino ad oggi il prezioso patrimonio genetico, culminato di recente con il riconoscimento della DOP “Fichi di Cosenza”. La provincia di Cosenza annualmente esprime circa 8000 - 9000 q.li di fichi secchi
L’aspetto qualitativo del fico essiccato, in particolare della Var. Dottato (frutto eccellente, carnoso, morbido con acheni piccoli e poco numerosi) rappresenta l’elemento trainante di tutta la filiera particolarmente richiesto dalle aziende di trasformazione, con un prezzo equo alla produzione. Il buon prezzo del prodotto, circa 350,00 euro /q.le, viene garantito, solo se il produttore conferisce direttamente all’azienda di trasformazione.
Nell’ambito del territorio dei comuni aderenti al GAL area 6, non è ben delimitabile un’areale di coltivazione; ciò, in relazione alla tipologia di coltivazione, rappresentata in massima parte da piccole superfici con impianti di tipo tradizionale spesso consociati e/o promiscui, che non danno, peraltro, sufficienti garanzie sulla continuità produttiva, omogeneità del prodotto, qualità commerciale e sanitaria. Pochi gli impianti specializzati la cui realizzazione, spesso, è stata legata all’intervento pubblico (POR Calabria 2000-2006 e del PSR Calabria 2007/2013) che ha dato un notevole impulso al recupero e valorizzazione di questa coltura. Tuttavia, in considerazione delle peculiari caratteristiche vegetazionali del fico, ovvero, la pianta vegeta e fruttifica fino alla quota altimetrica di 600 mt slm, in pratica, tutto l’areale GAL si presta a questo tipo di coltivazione fino a detta quota.
Per quanto attiene le aziende di trasformazione e commercializzazione di fico essiccato alcune sono state fondate agli inizi del secolo scorso comeColavolpe 1906, Marano 1936, ecc., altre in anni più recenti (anche grazie, in taluni casi, ai Piani Integrati di filiera del POR Calabria 2000-2006 e del PSR Calabria 2007/2013) come Artibel, Firo, ecc., tutte ricadenti nel GAL area 6, con quote di mercato crescenti, garantendo una buona capacità occupazionale, anche se stagionale.
Analisi SWOT |
|
PUNTI DI FORZA |
PUNTI DI DEBOLEZZA |
§ Ambiente favorevole per produzioni di qualità; § Buon know–how nella tecnica di essiccazione (es. serre innnovative) che ha migliorato lo standard qualitativo di base; § Esistenza di un buon numero di strutture per la lavorazione di prodotti da commercializzare; § Disponibilità di prodotto con standard qualitativi adeguati; § Unicità del prodotto; § Presenza di marchi certificati (es. DOP Fichi di Cosenza); § Specializzazione del settore della trasformazione; § Buona diffusione del mercato locale; § Elevata potenzialità di vendita sulle reti locali, nazionali e internazionali.
|
Fase agricola § carenza di produzione standardizzata, adeguata alle esigenze dei moderni canali distributivi; § eccessiva polverizzazione dell’offerta e imprese di dimensioni strutturali limitate; § difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata; § difficoltà di reperimento di manodopera nei periodi di maggiore necessità; § età media elevata dei produttori;
Fase trasformazione/commercializzazione § dimensioni medie degli impianti di condizionamento non adeguati; § basso utilizzo delle strutture di commercializzazione e trasformazione rispetto alle potenzialità degli impianti; § utilizzo di canali commerciali e forme di vendita tradizionali che mantengono elevati i rischi commerciali; § lavorazione e presentazione del prodotto non sempre conforme alle esigenze del mercato; § difficoltà di adattamento della produzione alle esigenze del mercato; § scarso raccordo e integrazione con la fase agricola; § elevata stagionalità degli stabilimenti con elevati costi fissi aziendali; § elevati margini a favore degli operatori a valle della filiera con conseguente scarsa remunerazione per i produttori e contrazione dei consumi. § Il prodotto essiccato, spesso finisce in una rete commerciale improvvisata, senza regole, consolidata da anni. |
OPPORTUNITA’ |
MINACCE |
Consolidare la tradizione produttiva e commerciale dei fichi di Cosenza, garantendo alta qualità e ricercando nuovi sbocchi di mercati di alta fascia. |
Produzione/Trasformazione/Commercializzazione § forte concorrenza di alcuni paesi dell’UE e del bacino del Mediterraneo molto competitivi in termini di rapporto qualità/prezzo; § perdita di quote di mercato nei tradizionali mercati di sbocco; § riduzione della base produttiva per il ridotto ricambio generazionale e abbandono di talune produzioni. Consumi § aumento delle importazioni di fico essiccato da paesi extraeuropei; evoluzione dei gusti dei consumatori verso taluni prodotti sostitutivi (datteri, prugne secche e frutta tropicale essiccata). |
Fabbisogni
- Assicurare una riduzione dei costi nelle diverse fasi della filiera;
- Aumentare il valore aggiunto nella fase agricola;
- Concentrare l’offerta;
- Adeguare la produzione alle esigenze della domanda;
- Migliorare la professionalità degli operatori.
Strategie per la filiera del fico
In prospettiva, quindi, il comparto dovrà essere interessato da interventi strutturali (ampliamenti di superfici, assistenza tecnica alle aziende, introduzioni di innovazioni ecc.), da politiche di valorizzazione dell’offerta, in modo che i trasformatori possano contare sul prodotto locale a sostegno delle proprie produzioni
Occorre realizzare interventi di qualificazione della produzione e valorizzazione del prodotto con:
- azioni di formazione ed informazione su tutti gli aspetti della filiera;
- la consulenza aziendale ai vecchi e ai nuovi impianti e la gestione dell’analisi economica;
- l’organizzazione delle fasi di raccolta, stoccaggio e selezione del prodotto ;
- miglioramento della fasi di lavorazione, trasformazione e commercializzazione del prodotto;
- introduzione di tecniche innovative e miglioramento qualitativo e sanitario del prodotto;
- azioni di informazione e promozione delle produzioni DOP.
Linee di intervento
Sulla base dei fabbisogni individuati per la filiera è possibile definire le priorità d’intervento:
- Promuovere la realizzazione di nuovi impianti di fichetonel territorio GAL area 6 (tra 0 e 800 m s.l.m.) soprattutto nei territori ricadenti nella DOP Fichi di Cosenza;
- Sostenere investimenti finalizzati all’innovazione nella fase di raccolta (reti o tessuto non tessuto) e nella fase di essiccazione (es. serre);
- Acquisto di impianti per la trasformazione e conservazione del prodotto a livello aziendale, adesione a sistemi di gestione della qualità e tracciabilità (es. certificazioni volontarie, GDO etc.);
- Ammodernamento o realizzazione di opifici per la trasformazione, attraverso interventi strutturali o acquisto di beni immobili;
- Acquisto di macchine, attrezzature e impianti, con l’introduzione di innovazione tecnologica voltaad incrementareil valore aggiunto della produttività aziendale (agricola e industriale);
- Realizzazione o implementazione di impianti energetici per i fabbisogni aziendali: fotovoltaici, eolici, a biomasse, alimentati con i sottoprodotti dell’attività agricola e di trasformazione;
- Sostenere e implementare processi di tracciabilità con sistemi volontari di certificazione per il raggiungimento di maggiori standard di sicurezza alimentare e sostenibilità ambientale (DOP, BIO, etc.);
- Valorizzazione della qualità, della tipicità e immagine delle produzioni certificate attraverso azioni di informazione e promozione (es. DOP);
- Erogazione di servizi di assistenza tecnica all’intera filiera, in tutte le sue fasi.
- FILIERA DEL POMODORO DI BELMONTE (DeCO)
Il contesto produttivo
Il Pomodoro di Belmonte è un prodotto caratteristico dell'omonimo Comune di Belmonte Calabro in Provincia di Cosenza. Stando ai riscontri storici, il pomodoro Belmonte è stato introdotto nel piccolo paesino tirrenico nei primi anni del Novecento, quando un emigrante calabrese fece ritorno da un lungo viaggio in America e rientrando in patria portò con se i semi di questa particolare varietà.
La varietà è stata inserita dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nell'elenco degli alimenti tipici della tradizione enogastronomica calabrese. La zona tirrenica della provincia di Cosenza non è solo la patria d'origine del Pomodoro Belmonte Calabro ma anche la terra che fornisce circa il 70% dell'intera produzione. Dal 2003, il pomodoro Belmonte può fregiarsi del marchio "Denominazione Comunale d'Origine" (De.CO).
La coltivazione di questa pregiata varietà si estende, su piccole superfici a conduzione diretta, anche ai Comuni limitrofi a quello di Belmonte Calabro, lungo la dorsale tirrenica cosentina. La tipologia di coltivazione racchiude una forte tradizione, seguendo tecniche antiche che si tramandano di padre in figlio. Le cure colturali necessitano, nel corso del ciclo vegeto produttivo, di un alto grado di manualità, basti pensare alle operazioni di messa a dimora, concimazione organica di base nel solco, di potatura verde, sarchiatua, ecc., operazioni, queste, che si rendono necessarie al fine di esaltare e qualificare le produzioni. In ordine alla riproduzione del seme, nel borgo di Belmonte Calabro sono molti i contadini che ancora oggi eseguono manualmente la selezione dei semi e la preparazione dei semenzai per la produzione delle piantine, perpetuando, di fatto, la varietà originaria.
La destinazione prevalente è il consumo fresco, da mensa; il giusto grado di maturazione è al viraggio di colore; ovvero, quando la bacca inizia ad assumere la tonalità rosa-pallido, solcata dalle caratteristiche striature turchesi.
L’organizzazione della filiera
La coltivazione del Pomodoro di Belmonte si estende, principalmente, nell’areale del basso tirreno cosentino, in particolare, come già detto, nel Comune di Belmonte Calabro e nei paesi viciniori di Longobardi, Fiumefreddo Bruzio, San Lucido, Amantea, S. Pietro in Amantea, Lago, Aiello e Serra D’Aiello; tuttavia, anche in altri areali del territorio cosentino, la coltivazione ha fatto registrare apprezzabili risultati, anche se non si dispone di dati in ordine a superfici e quantitativi.
Essendo un prodotto di nicchia la coltivazione si estende su piccole superfici, mediamente, di circa 500-600 mq. Allo stato, non si dispone di dati aggregati a livello comprensoriale circa la produzione complessiva; in ogni caso, da ricerche fatte in loco, per come si esporrà di seguito, un lotto di 500 mq con tecnica di coltivazione tradizionale (sesto 0,50 m x 1,30 m) fa registrare produzioni intorno ai 20 q.li.
Nell’ambito della passata programmazione regionale (PSR 2007/2013), il Comune di Belmonte Calabro in partenariato con il Comune di Lago e con l’ARSAC ha aderito al Progetto per la Salvaguardia del Patrimonio Genetico Regionale – Asse II Misura 214, azione 6 – denominato Gran”o” Pomo”d’oro” di Belmonte Calabro e Lago di cui al Bando Regione Calabria Ass.to Agricoltura Foreste e Forestazione, Decreto n. 13584 del 3.10.2013. Con tale iniziativa progettuale sono stati istituiti, nel territorio dei due comuni, 30 campi di coltivazione / conservazione di Pomodoro di Belmonte, su una superficie complessiva che assomma a circa 2 ettari ed una produzione stimata in oltre 1000 q.li; mediamente l’età dei conduttori conduttori aderenti al progetto si attesta intorno ai 50 anni.
La destinazione del prodotto è in massima parte volta al mercato locale o comprensoriale, veicolata in parte dalla GDO e in massima parte dalla piccola distribuzione e la vendita diretta e l’acquisto in azienda; inoltre, per le particolari caratteristiche del prodotto (consumo fresco) una quota significativa viene assorbita dalla ristorazione di alta gamma.
Analisi SWOT |
|
PUNTI DI DEBOLEZZA |
PUNTI DI FORZA |
Fase produttiva § Scarsa aggregazione tra i produttori (es.: associazioni di produttori)ridotto ricambio generazionale; § Difficoltà ad introdurre nuove tecnologie per la coltivazione (elevati costi di produzione legati alla meccanizzazione di alcune operazioni colturali, es. potature verdi); § Difficoltà di contrastare la contraffazione; § Mancanza di centri di produzione del seme.
Fase di trasformazione - confezionamento § Mancata meccanizzazione di alcune fasi di lavorazione per il confezionamento; § Elevati costi di alcuni tipi di confezionamento legati alla impossibilità della meccanizzazione di tali processi;
Fase di commercializzazione § Mancanza di forme associative (es. Organizzazione di produttori) § Calendari di commercializzazione limitati legati alla mancanza della frigoconservazione; § Elevate distanze dai principali mercati nazionali; § Concorrenza delle produzioni nazionali, similari; § Difficoltà di contrastare la contraffazione. |
§ Vocazionalità pedoclimatica dell’areale di coltivazione che consente produzioni quali-quantitative inimitabili; § Unicità del prodotto; § La reputazione positiva di cui gode, per le sue caratteristiche, il Pomodoro di Belmonte; § Buona diffusione sul mercato locale e comprensoriale; § Buona diffusione nell’alta ristorazione; § Elevata potenzialità di vendita sulle reti locali, nazionali; § Disponibilità di dati relativi ai processi produttivi (superfici, varietà, rese, altimetria, orografia, piani di concimazione, età degli addetti, ecc.)
|
Fabbisogni
- Assicurare una riduzione dei costi nelle diverse fasi della filiera;
- Aumentare il valore aggiunto nella fase agricola;
- Adeguare la produzione alle esigenze della domanda;
- Migliorare la professionalità degli operatori;
- Concentrare l’offerta.
Obiettivi e strategia di filiera
Per la valorizzazione del Pomodoro di Belmonte, l’obiettivo individuato è l’aumento del grado di aggregazione della produzione, il miglioramento della qualità, la riduzione dei costi organizzativi e il miglioramento della competitività nelle diverse fasi della filiera. Sarà necessario promuovere l’adozione di un approccio integrato attraverso la realizzazione di un progetto di filiera coordinato e sinergico che preveda anche la creazione di una piattaforma logistica per la produzione di seme, la frigoconservazione e la commercializzazione .
Linee di intervento
- promozione e marketing;
- acquisto di macchine agricole per la riduzione dei costi di produzione;
- ammodernamento degli impianti di irrigazione ;
- ristrutturazione e ammodernamento di immobili esistenti e acquisto macchine e attrezzature per la fase della confezionamento;
- assistenza tecnica e gestionale per la realizzazione del piano integrato di filiera;
- formazione nella funzioni della logistica;
- supporto dell’assistenza tecnica e ricerca agronomica.
- FILIERA DEI CEREALI
Il contesto produttivo
A livello nazionale la cerealicoltura si estende su 1,2 milioni di ettari con 473.000 aziende e una produzione di 3,8 mil. di tonnellate;le regioni con incidenza produttiva significativa (>20%)si localizzano nel centro-nord, la Calabria contribuisce con circa il 9%.
In Calabria si localizza il 2,5% delle aziende cerealicole italiane, con un’incidenza della superficie pari all’1,8% di quella italiana, la PLV cerealicola della nostra regione è l’0,9% di quella italiana. Negli ultimi dieci anni le aziende cerealicole sono diminuite del 13% con una contrazione della superficie investita del 12%, anche se la superficie media investita a cereali è rimasta, in fondo, invariata, 2,54 ettari.Le aziende cerealicole sono, quindi, aziende di piccola dimensione; mediamente solo il 13%, delle aziende cerealicole (4.814 aziende) è specializzato.
Sul territorio regionale la superficie investita a cereali si concentra maggiormente nelle province di Cosenza (46%) e Crotone (26%). Il frumento duro il cereale più coltivato (50%), segue il frumento tenero (19,21%), l’avena (18,5%) e l’orzo (12,05%).
La Calabria registra un’incidenza della produzione biologica di cereali pari al 6% delle aziende e al 20% della SAU. Su una superficie cerealicola a biologico pari a quasi 18 mila ettari che coinvolge 1.898 aziende, le province di Cosenza e Crotone con rispettivamente il 39% e il 32% rappresentano quelle maggiormente interessate alla produzione di cereali biologici.
L’organizzazione regionale della filiera
La concentrazione al nord dei molini a frumento tenero è pari a poco più del 50%, mentre l’incidenza delle potenzialità molitorie arriva al 60%.Al sud si concentrano i molini a frumento duro (poco più dell’80%) con una quota di potenzialità del 60%.
La Calabria occupa meno del 5% della quota per i molini a frumento tenero e una quota ancora più bassa in termini di potenzialità.I 19 molini censiti in Calabria sono localizzati soprattutto nella provincia di Cosenza (11). Le altre province contano su 3 molini a Catanzaro, 2 ciascuno a Crotone e Vibo e un solo molino a Reggio C. In particolare, a Cosenza e area limitrofa sono presenti 4 molini e altri due sono localizzati nel comune di Acri.
Il Comune di Belmonte Calabro in partenariato con il Comune di Lago e ARSAC, nell’ambito del PSR 2007/2013, ha aderito al Progetto per la Salvaguardia del Patrimonio Genetico Regionale – Asse II Misura 214, azione 6 – denominato Gran”o” Pomo”d’oro” di Belmonte Calabro e Lago di cui al Bando Regione Calabria Ass.to Agricoltura Foreste e Forestazione, Decreto n. 13584 del 3.10.2013. Con tale iniziativa progettuale sono stati istituiti, nel territorio dei due comuni, 14 campi di coltivazione / conservazione di Grano Duro Var. Senatore Cappelli, per una superficie complessiva che assomma a circa 12 ettari, l’età dei conduttori mediamente, si attesta intorno ai 51 anni.
Questa varietà di grano duro deve il nome a Raffaele Cappelli, senatore, che nei primi del Novecento promosse la riforma agraria e la ricerca sui grani duri e teneri. Per circa un secolo, questa varietà è stata molto coltivata. Negli anni ’70 scomparve quasi del tutto a causa della mutazione genetica cui fu sottoposto per ottenere la varietà Creso.
Il grano duro Senatore Cappelli, invece, è esente da contaminazione per mutagenesi indotta con raggi x e y del cobalto radioattivo, a differenza delle varietà del grano duro OGM irradiato, oggi utilizzati in agricoltura. Sembra fondata l’ipotesi, che la modifica genetica delle varietà di grani moderni, sia correlata ad una modificazione della loro proteina, e in particolare di una sua frazione, la gliadina, che è un proteina basica, dalla quale per digestione peptica-triptica, si ottiene una sostanza chiamata frazione III di Frazer, alla quale è dovuta l’enteropatia infiammatoria e quindi il malassorbimento (intolleranza al glutine e allergie).
Dopo un periodo di assenza, di recente la coltivazione è ricominciata in alcune regioni del Sud che puntano soprattutto alla salvaguardia della qualità. Il grano duro Senatore Cappelli può essere considerato un cereale “antico”, antenato del grano duro attuale, non contaminato da mutagenesi come molti altri cereali oggi coltivati. Per la sua altezza (160-180cm) e il suo apparato radicale sviluppato, soffoca le malerbe ed è quindi molto adatto per l’agricoltura biologica. La produzione è concentrata in Basilicata, Puglia e Sardegna e, ad oggi, ben rappresentata anche in Calabria.
La destinazione del prodotto, per la sue peculiari caratteristiche (alta digeribilità, basso contenuto in glutine), è in massima parte assorbita dal mercato locale, mediante l’acquisto del grano direttamente presso i produttori da parte dei consumatori; in parte, subisce una prima trasformazione (molitura) in piccoli molini tradizionali legati alla panificazione o a piccoli pastifici artigianali per la produzione di paste di alta qualità; per le particolari caratteristiche del prodotto una quota significativa viene assorbita dalla ristorazione di alta gamma. A titolo esplicativo una confezione di pasta Senatore Cappelli di 500 gr costa in media 1,95 euro presso i negozi specializzati.
Analisi SWOT |
|
PUNTI DI DEBOLEZZA |
PUNTI DI FORZA |
Fase agricola § polverizzazione della struttura produttiva aziendale (es. aziende con piccole superfici); § Scarsa aggregazione tra i produttori (es.: associazioni di produttori)ridotto ricambio generazionale; § scarsa propensione all’introduzione di innovazione tecnologica; § elevata età dei conduttori e basso livello di istruzione. § elevati costi di produzione legati alla dimensione delle superfici; § Difficoltà di contrastare la contraffazione; § Mancanza di centri di produzione, selezione e conservazione del seme, certificati. Fase di trasformazione - confezionamento § Ridotta meccanizzazione di alcune fasi di lavorazione (es. molini di piccole dimensioni e/o artigianali); § Elevati costi di conservazione e confezionamento legati alla ridotta meccanizzazione del processo su larga scala;
Fase di commercializzazione § Assenza di forme associative (es. OP); § Elevate distanze dai principali mercati nazionali; § Concorrenza delle produzioni nazionali; § Difficoltà di contrastare la contraffazione; § Cambiamento dei gusti del consumatore. |
§ Buona vocazionalità pedoclimatica dell’areale di coltivazione che permette di ottenerebuone produzioni quali-quantitative; § Unicità del prodotto, per le sue qualità organolettiche; § Ottima reputazione di cui gode, per le sue qualità, il Grano Duro Var. Senatore Cappelli; § Buona diffusione sul mercato locale e comprensoriale; § Buona diffusione dei prodotti trasformati (es. pasta) nell’alta ristorazione; § Elevata potenzialità di vendita sulle reti locali, nazionali.
|
Fabbisogni
- Ricambio generazionale;
- Concentrazione dell’offerta;
- Incremento delle superfici destinate alla produzione con il metodo biologico;
- Maggiore integrazione verticale tra aziende e industria di prima trasformazione;
- Miglioramento della qualità del prodotto con l’introduzione anche di varietà locali;
- Riduzione dei costi di produzione;
- Definizione di adeguati percorsi formativi per gli operatori in tutte le fasi della filiera.
Obiettivi e strategia di filiera
Per la valorizzazione dei grani duri e in particolare Grano duro Var. Senatore Cappelli, l’obiettivo da perseguire è l’aumento del grado di aggregazione della produzione, l’ aumento delle superfici investite, il miglioramento della qualità, la riduzione dei costi organizzativi e il miglioramento della competitività nelle diverse fasi della filiera. Sarà necessario promuove l’adozione di un approccio integrato attraverso la realizzazione di un progetto di filiera coordinato che preveda la creazione di una piattaforma logistica per la produzione di seme, e la commercializzazione del prodotto.
Linee di intervento
- promozione e marketing;
- acquisto di macchine agricole per la riduzione dei costi;
- ristrutturazione e ammodernamento di immobili esistenti per lo stoccaggio;
- acquisto macchine e attrezzature per la fase di stoccaggio e confezionamento;
- assistenza tecnica e gestionale per la realizzazione del piano integrato di filiera;
- formazione nella funzioni della logistica;
- supporto assistenza tecnica e ricerca agronomica.
- FILIERA DEGLI ALLEVAMENTI E LAVORAZIONE (SALUMI DI CALABRIA DOP, SUINO NERO,FORMAGGI OVICAPRINI)
Contesto produttivo
LaCalabria si colloca tra le regioni con la più bassa incidenza di aziende zootecniche, infatti, sul totale complessivo delle aziende presenti sul territorio, quelle con allevamenti sono il 7,4 %.
Nel corso degli ultimi 10 anni in Calabria si è registrata una forte ristrutturazione del settore zootecnico, che ha determinato, da un lato, una consistente diminuzione del numero delle aziende con allevamenti e, dall’altro, un confortante aumento del numero medio di capi allevati.
Solo in riferimento alla specie Ovina e Caprina, la Calabria risulta la prima regione per numero di capi iscritti ai registri anagrafici.
Territorio e discriminanti ambientali
Con riferimento alle tipologie di allevamento, molteplici sono i fattori di cui bisogna tener conto, quali: clima, altimetria, orografia dei terreni, disponibilità di risorse (es. l'acqua, pascolo/foraggio/mangimi); nondimeno, altrettanto significativi sono i fattori socio economici (vicinanza o meno rispetto centri decisionali, accesso alle risorse) culturali e delle economie locali.
Pertanto, sulla scorta di quanto esposto si possono identificare tre sistemi produttivi che caratterizzano, con inevitabili sovrapposizioni, le differenti aree di produzione del territorio:
- Allevamenti intensivi stanziali (Latte, carne, uova),prevalentemente localizzati in Pianura (< 800 m slm), ad esclusione delle aree natura 2000;
- Allevamenti estensivi stanziali(Latte, carne, uova, miele), localizzati in tutte le aree ad esclusione delle pianure,< 100 mslm;
- Allevamenti estensivi transumanti(Latte, carne, miele), localizzati in aree sub pianeggianti a quote> 700mslm.
Analisi SWOT |
|
PUNTI DI DEBOLEZZA |
PUNTI DI FORZA |
§ alti costi di produzione, in particolare quelli relativi all’alimentazione, al lavoro e, in caso di allevamenti di nuova costituzione, all’acquisto del bestiame; § insufficienza di qualificate competenze sia a livello di imprenditore/conduttore dell’allevamento che, in particolare, di maestranze; § difficoltà nell’applicazione delle articolate normative vigenti (es. benessere animale); § scarsissima modernizzazione in ordine all’adozione di nuove tecnologie; § assenza di una rete informatica/informativa a supporto della direzione aziendale e della “messa in rete” degli allevamenti, finalizzata all’abbattimento di alcune voci del costo di produzione; § basso potere contrattuale, nei confronti degli attori sia a valle che a monte della produzione; § scarso interesse e disaffezione da parte dei giovani verso il mestiere di “allevatore”; § mancato rinnovo del settore tradizionale mediante attività avanzate ad alto valore aggiunto e inadeguata visibilità sul mercato delle produzioni e delle loro peculiarità. |
§ i sistemi di allevamento praticati non danno origine a particolari problemi di inquinamento o di impatto ambientale; § l’allevamento svolge ancora funzione di presidio del territorio attraverso pratiche tradizionali quali il pascolamento e la transumanza; § gli allevamenti raramente sorgono in aree vicine a fonti di inquinamento, sia per orografia che per la limitata presenza di presidi industriali; § larga diffusione di allevamenti estensivi connessi ad una base aziendale in cui la foraggicoltura non è praticata in maniera intensiva; § presenza di razze autoctone locali (es. capra rustica calabrese, suino nero di Calabria, bovini di razza podolica, ecc.) § presenza di importanti aree vocate, per diverse produzioni e tipicità locali;
|
Fabbisogni
- Ricambio generazionale;
- Organizzazione, concentrazione e adeguamento dell’offerta;
- Incremento e riqualificazione di superfici e allevamenti con il metodo biologico;
- Maggiore integrazione verticale tra allevamenti e aziende di lavorazione;
- Miglioramento della qualità degli allevamenti con l’introduzione anche di razze locali;
- Riduzione dei costi di produzione;
- Definizione di adeguati percorsi formativi per gli operatori, in tutte le fasi della filiera.
Obiettivi di filiera
Per la valorizzazione della filiera zootecnica, l’obiettivo da perseguire è l’aumento del grado di aggregazione degli allevamenti ricadenti nel comprensorio, il benessere animale, il recupero e la valorizzazione di razze autoctone,la riduzione dei costi organizzativi e il miglioramento della competitività nelle diverse fasi della filiera. Sarà necessario promuovere l’adozione di un approccio integrato attraverso la realizzazione di un progetto di filiera coordinato che preveda la creazione di una piattaforma logistica per la commercializzazione delle produzioni.
Strategie di intervento
- sostenere la creazione di filiere corte per una migliore valorizzazione delle produzioni aziendali;
- incentivare il ricorso a razze locali;
- avviare corsi teorico pratici per tipologie di maestranze delle aziende zootecniche (pastore, mungitore, casaro artiere, norcino, stagionatore, alpicoltore, infermiere veterinario) e corsi di alfabetizzazione informatica;
- incentivare la realizzazione/ammodernamento di strutture aziendali eco-compatibili, sia di allevamento che di trasformazione;
- sostenere progetti in cui prevalgono soluzioni costruttive “virtuose”, per le nuove costruzioni e, recupero di strutture tradizionali adottando tipologie costruttive “evolute” rispettose dell’ambiente, con introduzione di impianti di energia alternativa quali: biogas, impianti per la gestione dei reflui, ecc.;
- sostenere gli allevamenti di tipo estensivo (bovini, ovini caprini, suini, api, avicoli, bufalini);
- introdurre software per gestire le procedure legate al registro di stalla, anagrafe del bestiame, gestione dei dati nel registro informatizzato, software per la messa in rete di dati produttivi aziendali, acquisto di hardware e software per la gestione dell’attività di pascolamento;
- sostenere le attività artigiane in grado di produrre in loco strutture, attrezzature zootecniche e accessori per l’allevamento (tipo truciolo per lettiere), abbattendo i costi di approvvigionamento;
- valorizzare e recuperare le strutture zootecniche lungo i tratturi della transumanza da destinare a punti di raccolta e attrazione per il turismo rurale (es. “viaggi della transumanza”);
- assistenza tecnica con professionalità di comprovata esperienza in attività di consulenza nel comparto zootecnico, con figure specializzate in tutti i settori (bovino da latte, bovino da carne, bufalini, apicoltura, suinicoltura, ovicaprini ecc.).
Linee di intervento
- promozione e marketing;
- acquisto di macchine e attrezzature per la riduzione dei costi di allevamento;
- ristrutturazione e ammodernamento di immobili esistenti per l’allevamento e la trasformazione;
- acquisto macchine e attrezzature per la trasformazione e conservazione dei prodotti finiti;
- assistenza tecnica e gestionale per la realizzazione del piano integrato di filiera;
- cooperazione nella fase di trasformazione conservazione dei prodotti
- formazione nella funzioni della logistica;
- supporto assistenza tecnica e sanitaria.
- FILIERA DELLA CASTAGNA
Contesto produttivo
La nostra regione si colloca ai vertici per superficie investita in castagneto da frutto e quantità prodotta, dopoCampania e Toscana. In Calabria risultano attive circa 5 mila aziende per una superficie di circa 9 mila ettari. Le aziende specializzate, (solo castagneto da frutto nell’ordinamento colturale) sono 750 con una superficie intorno ai 2 mila ettari, secondo l’ultimo censimento. Si tratta dell’11% delle aziende e del 10,5% della superficie specializzata italiana, dove la Calabria si colloca dietro Campania, Piemonte e Toscana. Dati riferiti al 2012quantificano, in media, circa 95mila quintali di castagne da frutto.Tuttavia, il peso sul valore della produzione nazionale, pari al 10%, è scarso;imputabile anche alla inadeguata valorizzazione commerciale.
Negli ultimi anni il settore ha subito un lento e costante declino; da trent’anni a questa parte la superficie investita è diminuita di circa il 70% (castagno da frutto), passando da 27.474 ettari del 1982 a 8.938 ettari del 2010. Raffrontando i dati degli ultimi due censimenti, la Calabria ha perso il 61,3% delle aziende e il 37,4% della superficie investita a castagneto.
Il patrimonio varietale nella nostra regione è moltoampio, costituto quasi totalmente da cultivar della specie Castaneasativa; localizzato,prevalentemente, in Provincia di Cosenza, zona di Rogliano e Parenti in ambito GAL area 6) e in Provincia di Catanzaro nelle zone di Cicala, Serrastretta, Carlopoli.Con la diffusione delle cv di maggiore pregio si è giunti ad una certa standardizzazione varietale e alla coltivazione di varietà note come la "Riggiola", la "Nserta" e la "Curcia", quest’ultima utilizzata anche come portainnesto.
Caratteristiche strutturali delle aziende castanicole
Lo sviluppo del settore è frenato da diversi vincoli strutturali, ad es. aziende di piccola dimensione, mediamente infatti la superficie investita a castagneto da frutto è meno di 2 ettari e la SAU media delle aziende con castagneti da frutto è di circa 6,6 ettari. Poiché il 71% delle aziende è localizzato in montagna,lo spopolamento di molte aree e gli ambienti pedoclimatici sfavorevoli hanno indotto a praticare colture caratteristiche delle aziende di montagna, infatti, il 34% della SAU è investita in prati permanenti e pascoli. A ciò si aggiunge che le aziende condotte da giovani (fino a 40 anni) sono solo il 10% mentre i conduttori con oltre 60 anni di età sono il 50%. L’invecchiamento e il basso livello di istruzione spiegano anche lo scarso livello di diversificazione dell’attività aziendale, infatti, le attività connesse (contoterzismo, agriturismo, artigianato, ecc.) sono solo il 2,8%.
Altro aspetto è quello fitosanitario,infatti, molti impianti, seppur sopravvissuti ai devastanti attacchi di cancro corticale (Endothiaparasitica), restano comunque soggetti a ritorni del mal dell’inchiostro (Phytophthoracambivora e P. cinnamomi) di difficile eradicazione. Recentemente, poi,il cinipide galligeno(DryocosmusHuriphilus) – segnalato in calabria nel 2009 - che danneggia pericolosamente la vegetazione e la fruttificazione delle piante, ha messo a dura prova la castanicoltura regionale, andandosi ad aggiungere ai danni già prodotti da insetti parassiti dei frutti quali: balanino e cidie.La severa problematica ha indotto a costituire, a livello Nazionale, un tavolo tecnico presso il MIPAAF, composto da esperti di Università ed istituti di ricerca, in collaborazione con le regioni, per attuare una strategia di difesa biologica contro il cinipide, mediante l’introduzione negli areali castanicoli del parassitoidetorymussinensis; i lanci, in Calabria, sono già partiti dal 2012 e, si confida che nei prossimi anni si possa abbassare il livello di infestazione.
La tipologia predominante, nei nostri areali, è il castagneto estensivo tradizionale; con basse densità di piante per ettaro, pochi input culturali, bassa produttività e remunerazione dei fattori. Le rese di un castagneto di questo tipoarrivano a 3-4 q.li/ha circa, mentre in un castagneto impostato razionalmente può arrivare anche a 25-30 q.li/ha.
Pertanto, in base alle tecniche colturali,le tipologie d’impianto, sono riconducibilia due categorie:
- Impianti con poche cure colturali o degradati: in abbandono,scarse o assenti le cure colturali, ove ci si limita alla sola raccolta del prodotto. Saltuariamente, poco prima della raccolta,si effettua la ripulitura del terreno sotto le piante con il taglio della vegetazione spontanea, rare le operazioni di potatura eliminando solo le grosse branche;
- Impianti in buone condizioni, razionali: in cui si effettua pulitura meccanica (es. decespugliatore) del sottobosco, seguita da una rastrellatura e potatura ogni 4-6 anni, sfalciatura estiva della vegetazione spontanea, la rastrellatura e bruciatura delle stesse, per sgombrare il terreno sotto le piante,cui segue, in autunno, la raccolta manuale del prodotto.
La manodopera impiegata per le operazioni colturali (raccolta compresa), solitamente, è di tipo familiare (imprenditore e componenti attivi della famiglia), in taluni casi con braccianti agricoli, rara la “mezzadria”.
Le zone di produzione, come già detto, hanno una forte caratterizzazione territoriale, concentrate, in massima parte, nelle province di Cosenza e Catanzaro. Cosenza detiene il 54% delle aziende con castagneto da frutto e il 54% della superficie investita,le aree di maggiore coltivazione ricadononei versanti della Sila ( Parenti , Aprigliano ,Rogliano) e della Catena Costiera(Mendicino, Carolei, Paterno, Domanico, Lago, Grimaldi)mentre Catanzaro rappresenta il 31% delle aziende e il 33%circa della superficie. La varietà più diffusa è la “Nserta”, che copre quasiper intero la provincia di Cosenza e diverse zone delle restanti province. Il 45% della produzione regionale appartiene a questa varietà,con frutti di media grandezza, colore bruno-scuro e striature bene evidenti.In provincia di Cosenza sono, inoltre, diffusa è lacv “Arturo” (tipicanei comuni di Rogliano, Mendicino e Carolei), varietà precoce, con frutti di grossa pezzatura e di buon valore merceologico. La varietà calabrese a più precoce fruttificazione (prima decade di ottobre) è la“Riggiola” (10% della produzione) comune nelle province di Cosenza, Catanzaro e Crotone, con frutti di grossa pezzatura, facile sgusciatura, molto richiesti dai mercati locali. La cv “Ruvellise”, meno precoce della Riggiola con frutti a piccola pezzatura e di buon sapore,costituisce il 15% della produzione regionale. Il ricco germoplasma regionale annovera, inoltre, altre diverse varietà, quali: “Marrone di San Donato”, “Valeriana”, “Cirospaca”, “Spatacciola”, “Nzertolitana”, “Pompa”, “Ansolitana”, “Mancina”, sempre per la provincia di Cosenza.
Reggiola e Inserta sono molto apprezzate sul mercato del fresco ma utilizzate anche dall'industria di trasformazione, per produrre farina di castagne.
L’organizzazione della filiera
Per quanto precedentemente esposto, si configurano diverse situazioni nell’ l’organizzazione economica della filiera ,con una molteplicità di condizioni e di livelli di integrazione tra i diversi operatori.I possibili passaggi della castagna, dalla produzione al consumo possono essere:
- Produzione castagne (fase agricola);
- Raccolta e primo stoccaggio;
- Prima trasformazione (selezione, pulitura, curatura, confezionamento):
3.1) Commercializzazione prodotto fresco (GDO, mercati ortofrutticoli locali ed esteri).
3.2) Preparazione semilavorati:
3.2.1) Industria alimentare nazionale ed estera;
3.2.2) Commercializzazione nazionale o estera.
Dallo schema si evince che le diverse fasi possono essere svolte attraverso l’integrazione dei processi sotto un unico controllo imprenditoriale oppure, tra una fase e l’altra dell’intero processo, attraverso soggetti “intermediari” (raccoglitori, responsabili d’acquisto, grossisti, mediatori).
Nelle nostre aree dove l’offerta è molto frazionata oltre che differenziata sia per varietà, che per qualità (pezzatura, forma del frutti, bacato) e spesso non adeguata alle esigenze dell’industria che chiede partite grosse e omogenee,i mediatori sopperiscono a questa debolezza strutturale della produzione. Pertanto, essi sono presenti nelle aree arretrate,carenti di impianti e associazionismo (aree interne) e lo sono sempre meno in aree a imprenditoria castanicola evoluta, cioè dove è presentel’integrazione tra le fasi di filiera.
Quindi, per conferire il raccolto dal produttore all’industria di lavorazione (che esporta o vende alla GDO), occorrono da 3 a 4 passaggi di intermediari, nelle aree interne, dove mancano forme di aggregazione dell’offerta, da 2 a 3 se vi sono cooperative, da 0 a 1 se le cooperative sono efficienti. Tuttavia, nell’area del Gal 6, dove l'offerta assume una certa consistenza, esiste qualche impianto nel quale le castagne sono sottoposte ai necessari trattamenti (disinfestazione, cura, asciugamento, calibratura, selezione, spazzolatura, insacchettamento) prima di essere avviate ai mercati di consumo.
Analisi SWOT |
|
PUNTI DI DEBOLEZZA |
PUNTI DI FORZA |
Fase produttiva § Castagneti di tipo estensivo (bassa densità d’impianto) e di vecchia concezione; § Frammentazione e polverizzazione della struttura produttiva aziendale (piccole superfici); § Scarsa aggregazione tra i produttori (es.: OP) ridotto ricambio generazionale; § Scarsa propensione all’introduzione di innovazione tecnologica; § Elevata età dei conduttori e basso livello di istruzione, mancato ricambio generazionale; § Elevati costi di produzione legati alla dimensione delle superfici e alla tipologia di impianto (estensivi); § Difficoltà nella difesa fitosanitaria dei castagneti a livello comprensoriale.
Fase di trasformazione – confezionamento commercializzazione § Scarsa presenza di centri di raccolta e confezionamento, moderni e qualificati, razionalmente meccanizzati; § Scarsa o assente presenza di aziende di prima trasformazione (es. farine); § Assenza di forme associative (es. OP, cooperative, ecc); § Elevate distanze dai principali mercati nazionali; § Concorrenza delle produzioni di altre regioni; § Cambiamento dei gusti del consumatore; § Scarsa informazione e marketing; § Scarsità di dati per l’organizzazione e l’analisi della filiera. |
§ Alta vocazionalità pedoclimatica degli areali di coltivazione che consente di ottenere buone produzioni quali-quantitative; § Ottima reputazione di cui godono, per le loro caratteristiche, le cv. calabresi, in particolare la Nserta, la “Arturo”, la “Riggiola; § Buona diffusione sul mercato locale e comprensoriale; § Buona diffusione dei prodotti trasformati (es. farine) nell’industria dolciaria; § Buone potenzialità di vendita sulle reti locali, nazionali.
|
Fabbisogni
- Migliorare gli impianti suscettibili di recupero produttivo ed economico, ricostituendo i popolamenti, per ottenere un prodotto competitivo, per qualità e quantità;
- Aumentare la produzione unitaria del castagno da frutto e migliorarne la qualità, immettendo cultivar pregiate anche locali, che abbinino qualità merceologica e resistenza alle avversità;
- Favorire l’associazionismo tra i proprietari, castanicultori;
- Migliorare e controllare la qualità del prodotto;
- Indirizzare la fase di lavorazione e commercializzazione verso produzioni ad alto valore aggiunto, in linea con le esigenze del mercato;
- Orientare la produzione al mercato del fresco;
- Potenziare le fasi a valle della filiera (lavorazione e commercializzazione) del prodotto fresco al fine di aumentare il valore aggiunto del settore;
- Ricambio generazionale;
- Tutelare la tipicità della produzione.
Strategie d’intervento
La filiera castanicola è caratterizzata da un’offerta frammentata (aziende di piccole dimensioni), presenza di numerosi intermediari tra la produzione e il consumo e da pochi operatori in grado di trasformare e commercializzare il prodotto. Le ripercussioni di tutto ciò si hanno sia sul prezzo alla produzione (poco remunerativo) che su quello al consumo (troppo elevato), inficiando, inoltre, la costanza degli approvvigionamenti (in qualità e quantità) e la lavorabilità del prodotto.Quindi, l’assenza di rapporti consolidati tra le varie componenti della filiera è uno dei maggiori vincoli allo sviluppo; costringendo, spesso, gli operatori commerciali a importare prodotto esterno per stabilizzare l’offerta.
Sono, pertanto, necessarie politiche che portino ad una redistribuzione del valore aggiunto tra gli operatori della filiera che permetta soprattutto ai produttori la remunerazione adeguata dei fattori di produzione. L’adozione di approcci di tipo integrato e partecipato da un lato e di politiche di sostegno all’associazionismo tra produttori dall’altro possono migliorare le prospettive della filiera castanicola.
Priorità d’intervento
Le principali problematiche del comparto, riguardano: l’aggregazione dell’offerta, il riordino colturale, la difesa fitosanitaria, la gestione delle superfici, la valorizzazione e trasformazione delle produzioni, il rilancio del commercio interno ed estero.In particolare,nelle aree collinari e montane, oltre i 600 m s.l.m, risulta prioritario:
- Il recupero produttivo degli impianti;
- La diversificazione produttiva;
- La creazione di centri di raccolta, trasformazione, confezionamento e commercializzazione;
- Le azioni territoriali per promuovere l’associazionismo;
- L’Assistenza tecnica per la realizzazione e gestione del piano integrato di filiera;
- Le Azioni di formazione per gli agricoltori sulla moderna gestione dei castagneti da frutto;
- Le Azioni volte alla valorizzazione del prodotto (es. marchi DOP/IGP);
- Promozione e marketing.
- FILIERA DELLA FRUTTA A GUSCIO
L'assetto produttivo della frutta a guscio
Attenendosi alle elaborazioni Ismea, su dati dell'ultimo Censimento dell'Agricoltura, la frutta a guscio in Italia copre 176 mila ettari, con un investimento medio ad azienda che spazia dagli 1,95 ettari per il nocciolo fino ai 0,67 ettari per il noce. Le regioni a più alto investimento in termini superfici sono il Lazio (30%), la Campania (27%) e il Piemonte (24%) per il nocciolo (64mila ettari totali), ancora la Campania (24%) per il noce (10mila ettari totali), la Sicilia (55%) e la Puglia (39%) per il mandorlo (37mila ettari totali) e infine Campania (25%), Toscana (22%) e Calabria (16%) per quanto riguarda il castagno (57 mila ettari totali). Il comparto della frutta in guscio, quindi, è un settore importante nell’economia agricola nazionale: l’Italia risulta tra i principali produttori a livello comunitario.
Analisi delle principali colture componenti la filiera della frutto in guscio
Nocciole
Fonti istat indicano che nel 2015 è aumentato il potenziale produttivo nazionale di Nocciole, con 1.050 ettari in più rispetto al 2010. I maggiori incrementi riguardano il Piemonte. I dati Istat relativi alle superfici investite a nocciolo in Italia evidenziano come tra il 2010 ed il 2015 ci sia stato un incremento dell'1,5% degli investimenti e del 2% della superficie in produzione. A livello nazionale, nel 2015 si contano 71.520 ettari coltivati a nocciolo, di cui 68.600 in produzione. I maggiori incrementi sono stati registrati in Piemonte, soprattutto nelle province di Cuneo (+2.875 ettari rispetto al 2010), Alessandria (+1.195 ettari) ed Asti (+885 ettari). La Campania conferma il primato della superficie investita, con 20 mila ettari in produzione concentrati principalmente nelle province di Avellino e Napoli. In queste due province però il confronto con il 2010 evidenzia una flessione degli investimenti, rispettivamente del 22 e del 7%. Il Lazio ha quasi raggiunto la Campania con una superficie corilicola di 19.515 ettari ed un incremento del 3% rispetto al 2010. La produzione laziale è dislocata quasi interamente nella provincia di Viterbo. La Sicilia chiude la graduatoria delle regioni corilicole italiane con 12.430 ettari localizzati per lo più nella provincia di Messina.
La produzione di nocciole è fortemente soggetta all'alea climatica. Periodi molto piovosi in fase di fioritura, che, a seconda degli areali e delle varietà, avviene tra fine dicembre e febbraio, gelate invernali particolarmente severe, ritorno di freddo in primavera, estati siccitose o al contrario eccessivamente piovose sono tutti fattori che determinano un calo della produzione e della resa in sgusciato.
I dati Istat relativi alla produzione raccolta nel periodo 2010-2015 confermano la forte variabilità della produzione italiana che nel periodo in esame è oscillata dai 75,5 milioni di kg del 2014 ai 129 milioni di kg del 2011 di prodotto in guscio. In media 107 milioni di kg all'anno.
Il nocciolo viene coltivato con densità variabili da 15 a 30 metri quadrati per pianta.
Con riferimento agli impianti, nei nostri territori, le distanze tra i filari, possono variare da 4 a 6 metri e quelle sulla fila da 2 a 6 metri con un investimento di piante per ettaro che varia da 300 a 400 piante/ettaro. La potatura, solitamente, si effettua ogni 3-5 anni. A seconda della densità del noccioleto, della pendenza e della conduzione del suolo, la raccolta delle nocciole, che generalmente viene effettuata a partire dalla metà di agosto, può essere effettuata:
- a mano (direttamente da terra),
- con reti stese a terra (come per le olive);
- per aspirazione o con appositi pick-up;
- con macchine raccoglitrici integrali che raccolgono le nocciole da terra e sommariamente leripuliscono.
Normalmente l’entrata in produzione delle piante è prevista al 4°-5° anno, mentre la piena produzione degli alberi è attesa al 6°-7° anno. La resa è pari a 10-15 q.li/ettaro.
Mandorle
La produzione mondiale di Mandorle nel 2013/2014 ha raggiunto 1,1 milioni di tonnellate, 2% in più rispetto all'anno precedente e +8% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Gli USA (la California in particolare) sono il principale Paese produttore con l'80% di quota, seguono Spagna circa il 9%, Austalia 6% e Iran 5%; la produzione nazionale con 106.000 t/anno copre soltando il 4,6%. L'Italia è il quinto importatore dei paesi presi in esame con oltre 32.000 tonnellate nel 2013 mentre i consumi nostrani, in forte aumento negli ultimi anni, si attestano a circa 37.000 tonnellate l'anno.
La mandorlicoltura italiana ha ricoperto un ruolo di primaria rilevanza a livello mondiale fino al secondo dopoguerra. Dal 1970 al 2012 si è registrato un forte ridimensionamento della produzione e delle superfici investite a mandorlo passando da 230.000 a 90.000 t prodotte e da 296.000 a 68.500 ha investiti; oggi la coltivazione è concentrata prevalentemente in Sicilia e in Puglia, che coprono insieme il 96,4% della produzione totale e 95% della superficie interessata (dati ISTAT, 2011). Per le restanti regioni solo la Sardegna riporta una superficie mandorlicola significativa (3.500 ha), mentre le altre hanno quasi totalmente abbandonato la coltivazione. Ogni nazione mandorlicola possiede un proprio patrimonio varietale. Le varietà californiane sono caratterizzate dall’avere un guscio tenero e un’alta resa. In particolare, la cultivar Nonpareil fornisce da sola il 50% della produzione californiana. In Italia le
cultivar sono principalmente a guscio duro. Prevalgono le varietà Pizzuta d’Avola e Fascionello per la confetteria, Filippo Ceo, Fragiulio Grande, Genco, Tuono e Falsa Barese tra le cultivar tradizionali e la francese Ferragnés tra quelle internazionali. In conclusione, si può affermare che la mandorlicoltura nel mondo ha visto una crescita moderata delle produzioni dal 2000 ad oggi, mentre si è mantenuta stabile in Italia dopo il ridimensionamento della seconda metà del secolo scorso. Esiste indubbiamente un ampio margine per interventi innovativi che favoriscano l’ammodernamento degli impianti e delle tecniche colturali per migliorare le produzioni e ridurre l’approvvigionamento dall’estero.
Per quanto riguarda la distribuzione delle superfici nelle Regioni del Sud e delle Isole, i dati del Censimento 2010 riconfermano la storica prevalenza della Sicilia (55,40%) e della Puglia (39,56%) come regioni mandorlicole italiane, pur in presenza di una notevole riduzione delle superfici coltivate rispetto al passato.
In ordine alla utilizzazione dei terreni da Fonte Istat (Censimento Agricoltura 2010), sud e isole hanno una superficie investita pari a 37.213,67 ettari (100%); tra queste, la Calabria con una superficie di 213,76 ettari rappresenta lo 0,57% del totale.
Noci
La produzione mondiale di noci in guscio è di circa 3.000.000 t/anno (media 2008-12, dati FAO 2014) ed è concentrata in Cina, Iran e Stati Uniti dove viene ottenuto rispettivamente il 43,7, il 14,7 e il 14,2% dell’intero prodotto. La restante quota è suddivisa tra Turchia (6%), Messico (3%), Ucraina (3%) e Francia (1%); tra i Paesi produttori di minor rilevanza rientra l’Italia, che si posiziona al diciottesimo posto nella classifica mondiale. Dal 1980 al 2012 il trend produttivo mondiale della noce da frutto ha registrato una forte e continua crescita sia per i quantitativi prodotti, sia in termini di superficie investita, riportando un incremento di produzione del 330%, con circa 3.400.000 t di noci in guscio ottenute nel 2012, ed un aumento della superficie nocicola del 470%, che ad oggi ha raggiunto il milione di ettari (dati FAO 2014). Gli USA, con 426.000 t di frutti prodotti nel 2012 e una superficie investita di circa 99.000 ha, concentrata essenzialmente in California, sono il principale Paese esportatore di noci a livello mondiale con un volume di circa 93.000 t/anno di prodotto in guscio e 67.000 t/anno di prodotto sgusciato, venduto principalmente sul mercato europeo, per un valore totale
che si aggira attorno ai 700 Ml di dollari/anno (media export 2007-11). La Francia con 32.700 t/anno di noci prodotte (media 2008-12) è l’unico Paese europeo produttore con un significativo impatto commerciale, con un incremento della superficie investita a noce del 31% dal 2000 al 2012. In Italia negli anni ’70 si producevano circa 80.000 t/anno di noci; in seguito la nocicoltura ha subito un ridimensionamento delle superfici specializzate investite, con conseguente diminuzione delle quantità prodotte, fino alle attuali 12.000 t/anno su una superficie di 4.400 ha (media 2008-12).
L’aumento del prodotto importato, sia a livello nazionale che mondiale, trova giustificazione nell’aumento dei consumi. Secondo le statistiche dell’International Nut&DriedFruitCouncil, tra il 2007 ed il 2011 il consumo di prodotto a livello mondiale è aumentato del 29,5%, con un consumo pro-capite medio di 0,074 kg nel 2011, il 27% in più rispetto al 2007.
In Italia vengono consumate ogni anno circa 40.000 t di noci in guscio o sgusciate e il trend del consumo è in continuo aumento (+58,3% dal 2000 al 2010, Istat 2012). La produzione è quindi inadeguata a soddisfare il fabbisogno interno ed il deficit di prodotto è coperto principalmente dai Paesi europei (Francia) ed extraeuropei (Stati Uniti, Cile, Argentina, Australia). Il quantitativo medio annuo di importazioni di prodotto, pari a 26.500 t tra noci in guscio e sgusciate, rappresenta un costo significativo
per l’industria nazionale, stimabile in 114 Ml di dollari/anno, valore che ha visto dal 2007 al 2011 un incremento del 53%. La realtà nocicola tradizionale italiana è concentrata principalmente in Campania con la Noce di Sorrento, che da sola fornisce il 70% del totale italiano. Altre realtà tradizionali esistono in Trentino, Veneto e Abruzzo, dove si coltivano ecotipi locali (rispettivamente Bleggiana, Feltrina e Sulmona). In altre regioni, in particolare Veneto ed Emilia-Romagna, si stanno sviluppando nuove realtà produttive, con aziende che raggiungono gradi elevati di nella produzione di noci in guscio utilizzando varietà di origine francese (Franquette, Lara e Fernor, e californiana come Hartley, Chandler, Howard e Tulare). In conclusione, si può affermare che il settore ha vissuto finora una fase di forte espansione grazie alla crescente richiesta del mercato e che l’Ue è fortemente deficitaria per questo prodotto.
Vi è quindi ampio spazio per una produzione locale di alto pregio che preceda quella californiana di circa 45 giorni (il tempo del trasporto). Vi sono inoltre ampie possibilità di commercializzazione della noce sgusciata per l’industria alimentare, soprattutto della filiera del fico, che attualmente rappresenta lo sbocco commerciale più immediato. La moderna nocicoltura da frutto si caratterizza per essere una coltura non più in asciutto come in passato, altamente meccanizzata e che richiede pochissima manodopera (35 -40 ore uomo/ettaro all’anno). La coltivazione del noce richiede nei primi 5 anni di allevamento un investimento pari a circa 10.000 - 13.000 euro ad ettaro. Inoltre la meccanizzazione totale della raccolta e della prima lavorazione (lavaggio, smallatura ed essiccazione) sono fondamentali per assicurare la competitività della coltura.
Le specifiche esigenze colturali del noce da frutto fanno privilegiano aziende con sufficienti disponibilità idriche, di pianura o collinari con pendenze che non ostacolano la meccanizzazione possano trarre beneficio dall’allevamento.
Si possono ipotizzare due tipi di investimento:
- il primo che prevede superfici minime anche inferiori ad 1 ettaro, collegate alla filiera del fico essiccato per garantire l’origine di tutta la materia prima utilizzata nelle preparazioni previste dalla “DOP fichi di Cosenza”;
- il secondo che ha come obiettivo la sostenibilità economica della coltura e quindi si parte da investimenti minimi di 1 ha inseriti in un contesto consortile nell’ambito del quale sarà praticata la raccolta meccanizzata.
Il cantiere di raccolta meccanizzata di un impianto specializzato di noce viene ammortizzato al meglio con circa 30 ettari di frutteto, potendo inoltre garantire la raccolta di 4 a 6 ettari al giorno. La produzione media, in piena produzione, varia dalle 4 alle 5 tonnellate ad ettaro.
il valore della noce, in campagna, è stimato attorno a 2,0- 2,5 euro al chilogrammo, con una PLV/ettaro pari a 6.500-11.000 euro, per produzioni biologiche si registrano valori più elevati.
Pistacchio
A livello mondiale sono appena 10 i Paesi produttori di pistacchio che superano le 1000 t/anno di prodotto raccolto. La produzione è concentrata in Iran, dove viene ottenuto il 51% dell’intero prodotto mondiale (902.500 t/anno), mentre la restante quota è appannaggio essenzialmente di USA (21%), Turchia (13%), Cina (6,4%), Siria (6,3%) e Grecia (1%); segue l’Italia con lo 0,3% (2.800 t/anno) del prodotto totale (media 2008 - 12, dati FAO 2014). La produzione mondiale è in costante aumento: nel 2012 ha superato il milione di t, il24,7% in più rispetto al 2008. In questocontesto l’Italia si inserisce comeuno dei Paesi con la maggior staticitàdelle produzioni registrata negli ultimianni. La superficie investita a pistacchio ha raggiunto i 474.000 ha, la metà concentrata in Iran. A livellomondiale gli Stati Uniti hanno fattocensire il maggior incremento disuperficie a pistacchio dal 2008 al2012 (+50,8%), passando da 48.000a 72.000 ha circa.
Negli ultimi anni anche il consumo di pistacchi è aumentato notevolmente, passando da 430.700 t nel 2007 a 543.700 t nel 2011. Nel 2011 in Italia sono state importate oltre 11.000 t di pistacchi in guscio, mantenendo il flusso nella media degli ultimi anni, per un valore che supera i 91 Ml di dollari. L’Italia con 12.200 t di pistacchi ed un consumo pro-capite di 0,2 kg si colloca all’undicesimo posto della classifica dei Paesi consumatori.
La pistacchicoltura italiana di distingue da quella dei Paesi extraeuropei per le migliori caratteristiche organolettiche delle produzioni ed è, allo stato, concentrata quasi interamente in Sicilia, dove si produce il 98% del totale nazionale, su una superficie che si estende per circa 3.500 ha. Il 90% della produzione siciliana è condensata nel catanese con la “Napoletana” come cultivar predominante. La regione vanta tra le sue DOP il “Pistacchio Verde di Bronte”, conosciuta a livello internazionale. Anche per questa specie, dunque, il trend produttivo ha visto una crescita significativa negli ultimi anni, ma la coltivazione in Italia è limitata alle zone climaticamente più vocate, come quelle meridionali.
Import-export di frutta a guscio
Stando ai dati Istat elaborati da Agroter, la frutta a guscio (fresca o secca, anche sgusciata o decorticata, esclusi noci di cocco, noci del Brasile e noci di acagiù) sta aumentando le proprie movimentazioni negli ultimi 25 anni. In particolare, nel tempo si è potuto assiste a due periodi differenti:
- il primo, dal 1990 al 2004, dove gli aumenti a valore dell'export e dell'import erano pressoché simili;
- il secondo, dal 2005 al 2014, dove si è registrato un aumento esponenziale dell'import rispetto all'export, sostenuto da una crescita sia dei volumi che dei prezzi medi del prodotto in entrata.
L'andamento ha portato nel 2014 ad una bilancia commerciale fortemente negativa di oltre 600 milioni di euro.Nello specifico, stando ai dati Eurostat elaborati da Agroter, nocciole (7%), mandorle (5%) e noci (4%) hanno rappresentato nel 2014 il 16% dell'import italiano di frutta e verdura, segnando crescite a valore dei flussi in entrata rispetto all'inizio del millennio di tre volte per le nocciole, di quattro volte per le mandorle e di sei volte per le noci.
Il consumo e gli acquisti sui canali moderni
Grazie alla diversificazione della funzione d'uso, frutta secca ed essiccata stanno registrando aumenti nei consumi senza precedenti in Italia. Guardando alla congiuntura dell'anno terminante a settembre 2015 sul canale distribuzione moderna (Fonte: IrI), è la frutta secca senza guscio a segnare le performance migliori di crescita a doppia cifra, specialmente a valore con i suoi 217 milioni di euro al consumo. Stazionario invece il trend di vendita, rispetto al periodo precedente, della frutta secca con guscio che si colloca a circa 140 milioni di euro.
Le crescite più sostenute a valore si sono registrate sulle mandorle con e senza guscio, sulle nocciole senza guscio, sulle noci senza guscio e sui misto frutta secca senza guscio.
La MDD (Marca Del Distributore) gioca un ruolo fondamentale sul mercato, rappresentando il 42% del totale a valore, in confronto al 32% circa in ortofrutta e al 18% nel grocery.
In sostanza la frutta in guscio può giocare un ruolo significativo visto che si tratta di colture in aree marginali e che risponde ad esigenze ambientali e pedoclimatiche. Per questa ragione è necessario attivare azioni finalizzate ad incrementare i livelli di prodotto, definire una più razionale organizzazione della produzione e dotare il settore di dimensioni strutturali tali da contribuire realmente alla crescita dell’economia agricola locale.
L’organizzazione della filiera
Il comparto della frutta in guscio svolge un ruolo fondamentale per il presidio del territorio e la salvaguardia dell’assetto ambientale, sociale e rurale delle aree collinari e montane. In sostanza la frutta in guscio può giocare un ruolo significativo poiché si tratta di colture in aree marginali e che risponde ad esigenze ambientali e pedoclimatiche. In tal senso è necessario attivare azioni finalizzate ad incrementare i livelli di prodotto, definire una più razionale organizzazione della produzione e dotare il settore di dimensioni strutturali tali da contribuire realmente alla crescita dell’economia agricola locale.
Attraverso mirati, programmati e sinergici interventi, sia di tipo strutturale (moderne tecniche di allevamento, specializzazione colturale e agronomica, raccolta e conservazione) che commerciale ed azioni finalizzate a promuovere forme associativetra i produttori, èpossibile superare i vincoli strutturali e cogliere le opportunità di sviluppo del settore, migliorando sensibilmente la qualità del prodotto e adeguando da un lato la produzione alle esigenze della domanda e contrastando dall’altro la forte concorrenza di paesi esteri (soprattutto extraeuropei) molto competitivi in termini di rapporto qualità/prezzo.
La crescita di questa micro-filiera è essenziale in relazione allo sviluppo che in questi ultimi anni ha
avuto la filiera del fico. Basti pensare che la produzione del Fico Dottato Cosentino ha raggiunto livelli di qualità e quantità significativi e traguardi che hanno dato il giusto riconoscimento ad un prodotto così pregevole, con l’ottenimento del marchio di tutela DOP. Tre l’altro, quest’ultimo impone che i fichi e gli altri ingredienti utilizzati nella trasformazione del prodotto fresco siano provenienti dalle aree che rientrano nel disciplinare di produzione, pertanto risulta essenziale che si dia nuovo impulso alla crescita della produzione di frutta secca in guscio, in particolare alle coltivazioni di mandorle e noci impiegate nelle lavorazioni tradizionali dei fichi essiccati (crocette ecc.).
Nonostante si trovi in commercio tutto l'anno, la frutta secca viene consumata soprattutto in quelristretto periodo dell'anno che va da fine novembre a gennaio, specialmente durante le feste diNatale e Capodanno.Oggi, grazie ad un’intensa campagna promozionale che ha evidenziato la ricchezza in Sali minerali, di vitamine e di grassi che combattono l'accumulo di colesterolo, è diventato un alimento ideale per gli spuntini tra un pasto e fonte di energia di pronto utilizzo. Si passa quindi da un utilizzo tradizionale che ricadevanel il periodo invernale ad un consumo costante durante tutto l’arco dell’anno.
L’attuale tendenza dei consumi a livello nazionale, per come già esposto, è soggetta ad un trend crescente che può riflettersi in un conseguente incremento delle superfici coltivate.
Nel comprensorio dell’area eleggibile 6, noci e nocciole in particolare, hanno da sempre colonizzato le aree caratterizzando il paesaggio rurale con quel disordine tipico della policoltura mediterranea. Come tutta la frutta secca si prestava bene per la conservazione durante il periodo invernale, senza rischi di deperimento, garantendo alle popolazioni rurali una fonte di energia e di preziosi apporti nutrizionali. La tradizione locale ha messo a punto una gran mole di ricette in cui abbonda la combinazione fra frutta secca ed altri ingredienti del territorio (crocette di fichi, pitta ‘mpigliata, torroni ecc).
L’importanza della salubrità degli alimenti è divenuta fattore di attenzione da parte dei consumatori, che oggi prestano sempre maggiore attenzione alla salubrità degli alimenti. In tal senso, la frutta in guscio oltre ad avere una protezione naturale (il guscio, appunto), di solito arriva da aree agricole dove non ci sono produzioni di tipo intensivo e dove quindi è basso l'uso di pesticidi e di concimi chimici; pertanto,l’area eleggibile 6, caratterizzata in massima parte da una agricoltura tradizionale di tipo estensivo, ben si presta a questo tipo di coltivazioni.
Analisi SWOT |
|
PUNTI DI DEBOLEZZA |
PUNTI DI FORZA |
Fase Agricola § Ridotta classe di ampiezza delle superfici e frammentazione fondiaria; § Polverizzazione dell’offerta; § Scarsa aggregazione tra i produttori (es.: OP) e ricambio generazionale minimo; § Insufficiente forza contrattuale dei produttori § Scarsa propensione all’introduzione di innovazione tecnologica; § Elevata età dei conduttori e basso livello di istruzione; § Elevati costi di produzione legati alla dimensione delle superfici e impianti di tipo estensivo; § Prodotto, spesso, non conforme alle esigenze del aziende di lavorazione, anche se di buona qualità intrinseca.
Fase di trasformazione – confezionamento commercializzazione § Scarsa presenza di centri di raccolta e confezionamento, moderni e razionalmente meccanizzati; § Scarsa o presenza di aziende di prima trasformazione; § Assenza di forme associative (es. OP, cooperative, ecc); § Mancanza di aziende che sperimentano nuovi segmenti produttivi, nell’ambito dello stesso prodotto; § Produzioni spesso non rispondenti alle esigenze del mercato e del consumatore; § Concorrenza delle produzioni di altre regioni e/o di altre nazioni; § Scarsa valorizzazione delle produzioni (es. sistemi di tracciabilità) § Scarsa informazione e marketing; § Scarsità di dati per l’organizzazione e l’analisi della filiera. |
§ Buona vocazionalità del comprensorio dell’Area Eleggibile 6; § Presenza di aree interne particolarmente adatte alla coltivazione; § Ambiente favorevole per produzioni di qualità; § Elevato grado di diversificazione produttiva; § Presenza di produzioni tipiche di qualità (fichi, ecc.) cui associare il prodotto; § Buona diffusione dei prodotti trasformati nell’industria dolciaria e pasticcera (es. lavorazione fichi imbottiti, ecc.); § Buone potenzialità di vendita sulle reti locali, nazionali.
|
Fabbisogni
- Migliorare gli impianti suscettibili di recupero produttivo ed economico, finalizzati all’ottenimento di un prodotto competitivo, per qualità e quantità;
- Aumentare la produzioni unitarie dellediverse essenze del comparto e migliorare, contestualmente, la qualità merceologica;
- Favorire l’associazionismo tra i proprietari coltivatori;
- Incentivare la vocazionalità del territorio, sostenendo coltivazioni biologiche;
- Ottimizzare il controllodi qualità del prodotto (es. tracciabilità);
- Indirizzare la fase di lavorazione e commercializzazione verso tipologie produttive ad alto valore aggiunto, in linea con le esigenze del mercato;
- Riduzione dei costi di produzione(es. sistemi consorziati per la raccolta con scuotitori e raccoglitori) e condizionamento;
- Ottimizzare adeguatamente la fase di distribuzione attraverso strutture di concentrazione del prodotto;
- Potenziare le fasi a valle della filiera (lavorazione e commercializzazione) del prodotto al fine di aumentare il valore aggiunto del settore;
- Migliorare l’assistenza tecnica e la formazione alle imprese;
- Miglioramento delle infrastrutture logistiche;
- Ricambio generazionale di tutti gli attori della filiera;
- Tutelare la tipicità della produzione e l’identificazione territoriale.
Strategie d’intervento
La filiera della frutta a guscio, per come precedentemente esposto, è caratterizzata a livello territoriale da un’offerta frammentata (aziende di piccole dimensioni e con piccole superfici investite), scarsa organizzazione in tutte le fasi del processo produttivo, pochi operatori in grado di trasformare e commercializzano il prodotto elevata concorrenza dei produzione extraregionali ed estera. Le ripercussioni di tutto ciò si hanno sia sul prezzo alla produzione (poco remunerativo) che su quello al consumo (troppo elevato), inficiando, inoltre, la regolarità degli approvvigionamenti (in qualità e quantità) e la lavorabilità del prodotto.Quindi, l’assenza di rapporti consolidati tra le varie componenti della filiera è uno dei maggiori vincoli allo sviluppo; costringendo, spesso, gli operatori commerciali a importare prodotto estero.
Risulta necessario, quindi, attivare politiche che portino ad una redistribuzione del valore aggiunto tra gli operatori della filiera che permetta soprattutto ai produttori la remunerazione adeguata dei fattori di produzione. L’adozione di approcci di tipo integrato e partecipato da un lato, e di politiche di sostegno all’associazionismo tra produttori dall’altro possono migliorare le prospettive della filiera della frutta a guscio.
Priorità d’intervento
Le principali problematiche del comparto, riguardano: l’aggregazione dell’offerta, il riordino colturale, la gestione delle superfici, la valorizzazione e trasformazione delle produzioni, il rilancio del commercio interno ed estero.In particolare,risulta prioritario:
- Il recupero produttivo degli impianti e l’implementazione con impianti di nuova concezione;
- La riorganizzazione produttiva del settore e la diversificazione delle produzioni stesse;
- La Creazione di centri di raccolta, trasformazione, confezionamento e commercializzazione;
- Promuovere Azioni territoriali per diffondere l’associazionismo e l’innovazione;
- Assicurare Assistenza tecnica per la realizzazione e gestione del piano integrato di filiera;
- Eseguire azioni di formazione per gli agricoltori sulla moderna gestione degli impianti;
- Valorizzare il prodotto (es. tracciabilità, marchi d’area, ecc. );
- Promozione e marketing.
9) FILIERA DELLA PATATA DELLA SILA IGP
Contesto produttivo
La pataticoltura è una importante risorsa economica e culturale per l’agricoltura montana della Provincia di Cosenza, soprattutto per le produzioni da seme, ove il prodotto silano igp rappresenta uno dei pochi antagonisti nazionali dei produttori nord-europei. L’areale di produzione della “Patata della Sila igp” comprende nel territorio del Gal i seguenti comuni : Aprigliano, Colosimi, Parenti, Rogliano. Comuni, questi, che delimitano e circondano l’ Altopiano della Sila, dove la natura dei terreni e le caratteristiche climatiche permettono di ottenere una crescita dei tuberi costante e lenta e una maturazione della pianta ottimale.
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con D.M. 16/04/2012 in G.U. n. 106 del 08/05/2012 ha riconosciuto, il Consorzio di Tutela Patata della Sila I.G.P. Attualmente sono 2 mila gli ettari coltivati a patata sull’altopiano calabrese, con una produzione annua pari a circa 700 mila quintali; molto di meno, 250, pari a poco più del 10%, gli ettari le cui caratteristiche possono consentire la certificazione IGP, con una resa produttiva che si aggira tra i 25 e i 30 mila quintali.
Le produzioni dell’areale silano sono le uniche “patate di montagna” al centro del Mediterraneo, coltivate sopra i 1.000 metri slm. Ampio il panorama varietà di patate silane coltivate: Agria (ottima per i fritti) Desirée, Ditta, Majestic, Marabel .
L’organizzazione della filiera
Sulla scorta dei dati disponibili, il Consorzio ha registrato circa 800 tonnellate di prodotto confezionato e venduto alla Grande distribuzione organizzata - GDO - e ai mercati tradizionali, circa 350 ton di prodotto intermediato e venduto ad altri confezionatori e circa 200 ton di prodotto intermediato e venduto alle industrie di trasformazione. I principali mercati di vendita della Patata della Sila IGP sono rappresentati per il 60% dalla GDO e dai mercati tradizionali, per il 26% da altri confezionatori e per il 14% dall'industria del trasformato.
Analisi SWOT |
|
PUNTI DI DEBOLEZZA |
PUNTI DI FORZA |
Fase produttiva § Scarsa aggregazione tra le imprese anche attraverso organizzazioni di produttori, e ridotto ricambio generazionale; § Difficoltà ad introdurre nuove tecnologie di lavorazione; § Scarsa efficienza degli impianti di distribuzione della risorsa idrica, ormai obsoleti; § Difficoltà di contrastare la contraffazione; § Scarsità di centri di produzione del seme.
Fase di trasformazione - confezionamento § Mancata meccanizzazione di alcune fasi di lavorazione per il confezionamento; § Elevati costi di alcuni tipi di confezionamento.
Fase di commercializzazione § Calendari di commercializzazione limitati, scarsità di strutture per stoccaggio e conservazione; § Elevate distanze dai principali mercati nazionali ed esteri; § Concorrenza delle produzioni nazionali ed estere; § Difficoltà di contrastare la contraffazione; § Mancanza di dati di dettaglio per l’organizzazione e l’analisi della filiera. |
Fase agricola § Alta Vocazionalità pedoclimatica dei comprensori silani ricadenti nell’area GAL che consentono produzioni quali-quantitative uniche e inimitabili; § Buona disponibilità di superfici pianeggianti irrigue e fertili; § Elevato grado di diversificazione produttiva e varietale;
Fase di trasformazione - commercializzazione § Disponibilità di prodotto con standard qualitativi adeguati; § Presenza di impianti razionali e produzioni di pregio, tipiche, con marchi di qualità (IGP, produzioni biologiche); § La reputazione positiva di cui gode la Patata della Sila, per le sue caratteristiche qualitative; § Presenza di impianti di trasformazione e confezionamento.
|
FABBISOGNI |
Ø Migliorare la professionalità degli operatori; Ø Favorire una maggiore aggregazione tra produttori; Ø Assicurare una riduzione e/o ottimizzazione dei costi di produzione; Ø Miglioramento della visibilità del prodotto e della sua identificazione territoriale; Ø Aumentare la competitività delle imprese nei diversi segmenti della filiera; Ø Valorizzare le produzioni attraverso la promozione del marchio IGP; Ø Favorire azioni che consentono la concentrazione e la destagionalizzazione dell’offerta; Ø Crescita del peso delle private label, importanti per la fidelizzazione della clientela e per lo sviluppo di strategie di marketing di prezzo e di prodotto; Ø Promuovere la costituzione di un unico centro di produzione del seme; Ø Favorire programmi di ricerca indirizzati allo studio degli ecotipi presenti. |
Obiettivi e strategia di filiera
E’ necessario definire politiche d’intervento che consentano di intervenire nel comparto per migliorare la produzione nel comprensorio d’elezione, adeguandosi alle esigenze del mercato nazionale e coprire nuovi mercati. L’obiettivo prioritario, per la valorizzazione della Patata della Sila igp, è aumentare il grado di aggregazione della produzione, migliorare la qualità, ridurre i costi organizzativi, ottimizzare la competitività nelle diverse fasi della filiera. A tal fine, si promuove l’adozione dell’approccio integrato attraverso la realizzazione di un progetto di filiera sinergico e coordinato che preveda la creazione di una piattaforma logistica per la produzione di seme, la frigoconservazione e la commercializzazione.
Linee di intervento
- promozione e marketing;
- acquisto di macchine agricole per la riduzione dei costi;
- riconversione e realizzazione nuovi impianti di irrigazione a micro portata e/o basso volume;
- ristrutturazione e ammodernamento di immobili esistenti per la fase della trasformazione
- acquisto macchine e attrezzature per la fase della trasformazione e confezionamento;
- assistenza tecnica e gestionale per la realizzazione del piano integrato di filiera;
- formazione nella funzioni della logistica;
- sviluppo del canale e-commerce;
- assistenza tecnica e ricerca agronomica.
- FILIERA DELL’ARTIGIANATO DI TRADIZIONE
Il contesto produttivo
In tutti i 39 comuni del comprensorio Leader resistono piccole attività artigianali legate agli antichi mestieri, i c. d “mastri”.
Le lavorazioni del legno, del ferro e di altri metalli, della ceramica, della tessitura e del ricamo conoscono una crisi di produzione e di mercato allo stesso tempo, che rischia di depauperare il tessuto sociale ed economico dei centri rurali.
Il Gal può mettere in campo una serie di interventi per il sostegno a queste attività, sia per quanto riguarda l’ammodernamento delle tecniche produttive sia per quanto riguarda la valorizzazione commerciale.
Analisi SWOT |
|
PUNTI DI DEBOLEZZA |
PUNTI DI FORZA |
§ Scarsa aggregazione tra gli artigiani edebole ricambio generazionale; § Difficoltà nell’introduzione di pratiche produttive moderne; § Difficoltà nella meccanizzazione di alcuni processi; § Mancanza di forme associative (es. associazioni tra artigiani) § Elevate distanze dai principali mercati nazionali; § Concorrenza delle produzioni industriali; § Poca propensione all’innovazione commerciale. |
§ Unicità deiprodotti; § Buona diffusione sul mercato locale;
|
Fabbisogni
- Assicurare una riduzione dei costi nelle diverse fasi della filiera;
- Aumentare il valore aggiunto della fase manuale;
- Adeguare la produzione alle esigenze della domanda;
- Migliorare la professionalità degli operatori;
- Concentrare l’offerta.
Linee di intervento
- Promozione e marketing;
- acquisto di attrezzature per la riduzione dei costi di produzione;
- ammodernamento degli impianti ;
- ristrutturazione e ammodernamento di piccoli immobili esistenti e acquisto attrezzature ;
- assistenza tecnica , gestionale e commerciale ai piccoli operatori;
- supporto al ricambio generazionale.
Capitolo 2- IL PARTENARIATO LOCALE
2.1 Le attività di concertazione per la costruzione del partenariato
Fin dalla pubblicazione della manifestazione d’interesse propedeutica al bando leader (novembre ’14), il GAL Savuto ha svolto una serie di attività di animazione e informazione sul territorio del comprensorio costituito dai comuni del Savuto, del basso Tirreno Cosentino e delle Serre Cosentine.
A partire dalla primavera del 2016 queste attività si sono intensificate con l’organizzazione di numerosi riunioni di approfondimento sulle tematiche leader rivolte sia agli operatori pubblici che quelli privati.
In totale si sono svolte fra marzo e settembre 2016 n. 17 riunioni, fra riunioni di animazione e riunioni di partenariato (in allegato le convocazioni, gli inviti a partecipare e i fogli di presenza).
Come si evince dagli allegati (adesioni e accordo di partenariato) oltre l’80% dei comuni dell’Area ha partecipato attivamente alla costruzione del Pal.
Il lavoro di analisi territoriale e dei fabbisogni svolto durante le riunioni con l’apporto di molti attori territoriali ha arricchito le conoscenze sulle potenzialità e le problematicità dell’area consentendo poi al comitato tecnico di sistematizzare nel Piano le singole misure di intervento.
Vengono forniti i verbali delle tre riunioni più importanti del partenariato:
- la riunione costitutiva del 15 luglio;
- la riunione del 30 agosto in cui sono state esaminate le linee guida del PAL;
- la riunione del 20 settembre di approvazione del PAL.
2.2 Tipologia del partenariato
Viene allegata per ogni partner scheda di adesione o delibera per gli enti pubblici. Nella precedente Tabella 1 sono indicati dati e ruolo di ogni partner.
2.3 Composizione del CdA del GAL
Come riportato nell’allegato accordo di partenariato firmato in data 20 settembre 2016, si è deciso di nominare il consiglio di amministrazione del GAL entro ottobre, al fine di consentire a tutti i nuovi membri di poter nel frattempo aderire formalmente con l’acquisto di una quota sociale.
Sarà naturalmente recepito quanto previsto quanto previsto dalle disposizioni procedurali del bando leader in materia di composizione del CDA.
2.4 Organizzazione del GAL
2.4.1 Premessa
Con l’attuazione della SottoMisura 19.4 il Gal svolgerà le attività di gestione e animazione del Piano, coprendo le spese relative alle seguenti funzioni: gestione dei bandi di selezione dei beneficiari (dall’approvazione alle graduatorie e al controllo di primo livello), esecuzione degli interventi a regia e a gestione diretta, monitoraggio in itinere sullo stato di attuazione del PAL, realizzazione delle attività di animazione.
Gli obiettivi posti a base del presente intervento sono quindi:
- Individuare un gruppo di lavoro qualificato, in grado di gestire al meglio l’ attuazione delle varie misure del Pal;
- Assicurare la copertura delle spese di gestione per il funzionamento della struttura operativa;
- Supportare le attività di animazione nel Pal;
- Dotare l’Ufficio del Piano di arredi, attrezzature informatiche e telematiche adeguate.
2.4.2Organigramma
La struttura tecnica sarà composta dalle seguenti figure:
- il Direttore del Gal/responsabile del piano, con l’incarico di coordinare la struttura e le attività della Mis. 19 eseguendo i deliberati del Consiglio di amministrazione;
- tre addetti tecnici (ingegnere, aziendalista e agronomo) per l’istruttoria delle domande di aiuto relative alle misure a bando;
- il responsabile amministrativo per la rendicontazione delle misure a regia ;
- un addetto di segreteria;
- il responsabile dell’attività di comunicazione e di animazione per l’attuazione del Pal;
- un addetto alla Cooperazione fra Gal, in funzione di supporto al Direttore/responsabile della Cooperazione.
Di seguito viene fornita descrizione dettagliata delle singole figure, con relativi compiti.
Direttore del GAL/ Responsabile del Piano
Il Direttore del Gruppo di azione locale esegue le direttive del CdA e coordina le risorse umane interne ed esterne alla struttura, verificando l’ adempimento di quanto delegato.
In particolare, il Direttore è responsabile dell’avanzamento del Pal e :
- coordina l’attività di preparazione dei piani esecutivi delle misure a gestione diretta e dei bandi di gara delle misure per i beneficiari per sottoporli all’approvazione del CdA;
- coordina la realizzazione delle misure di competenza GAL , garantendo il rispetto delle scadenze programmate;
- coordina le attività di comunicazione del Gal e di animazione sul territorio delle misure del pal ;
- monitora con il supporto del Consulente fiscalista del Gal l’andamento finanziario delle misure del pal, al fine di informarne costantemente il CdA;
- coordina il funzionamento del sistema di monitoraggio e controllo del PSL ,in modo da informarne costantemente il CdA;
- verifica gli elenchi dei pagamenti e delle liquidazioni per i soggetti beneficiari , preparati dal Responsabile amministrativo;
- verifica l’ avanzamento dei progetti dei beneficiari , comprese eventuali richieste di proroghe/ varianti in corso d’opera;
- verifica in accordo con il Responsabile amministrativo e il Consulente fiscalista del Gal, l’andamento delle previsioni a budget , l’avanzamento finanziario del pal e le procedure di rendicontazione;
- propone al CdA eventuali modifiche del piano , da sottoporre poi all’approvazione dell’Autorità di gestione del Psr.
Addetti tecnici
I tre addetti dell’Ufficio tecnico si occupano ognuno per le proprie competenze delle seguenti funzioni:
- redazione e pubblicizzazione dei bandi di gara;
- assistenza ai potenziali beneficiari nella fase di preparazione delle domande di aiuto ;
- predisposizione del materiale per l’istruttoria dei progetti giunti al Gal a seguito dei bandi di selezione,al fine di consentire alle Commissioni di Selezione di verificare la validità formale e sostanziale della documentazione (preventivi di costo, titoli di proprietà/possesso, planimetrie, ) ;
- preparazione ( verbali di commissione, schede istruttorie) del materiale da inoltrare alla AdG per l’approvazione definitiva delle graduatorie;
- verifica della validità della documentazione tecnica e amministrativa presentata dai beneficiari insieme alla domanda di pagamento per ottenere la liquidazione della spesa;
- monitoraggio mediante anche controlli in azienda, dello stato di attuazione dei progetti da parte dei beneficiari.
Responsabile amministrativo
I compiti di questa figura, in stretto coordinamento con il Direttore del Gal, sono:
- assicurare l’ attuazione degli obblighi amministrativi per gli impegni di spesa (preventivi e contratti) connessi alle misure a gestione diretta;
- predisporre la documentazione per la rendicontazione delle spese e la presentazione delle domande di pagamento del gal;
- compilare mensilmente le schede di monitoraggio del PSL da trasmettere all’Autorità di Gestione;
- assicurare, mediante monitoraggio in itinere, l’aggiornamento costante degli impegni e delle spese del Pal;
- curare, in contatto con il consulente fiscalista, gli adempimenti fiscali e societari.
Addetto di segreteria
Questa figura ha il compito di:
- supportare il Direttore e i membri del CdA nello svolgimento delle loro attività;
- gestire le telefonate e il flusso documentale in entrata ed uscita, su supporto cartaceo e informatico;
- supportare le figure tecniche e amministrative nelle attività di archiviazione dei documenti e di verifica/report dello stato di attuazione dei progetti;
- registrare le attività di convocazione e verbalizzazione nell’organizzazione di incontri, seminari, consigli di amministrazione, assemblee dei soci, ecc.;
- curare le attività di pubblicizzazione dei bandi, mantenendo i contatti con gli albi pretori dei comuni.
Responsabile dell’attività di comunicazione e animazione
Questa figura ha il compito di:
- supportare il Direttore e i membri del CdA nello svolgimento delle attività di animazione del Pal ;
- predisporre il materiale informativo sui bandi per i beneficiari;
- partecipare alle riunioni di presentazione dei bandi;
- illustrare finalità e contenuti delle misure a gestione diretta e della misura 16, Cooperazione fra operatori;
- aggiornare il sito web del gal e curare i contenuti dei profili social( facebook e twitter);
- predisporre newsletter e circolari .
Addetto alla cooperazione fra GAL
Questa figura ha il compito di:
- supportare il Direttore/responsabile della Cooperazione nell’attività di realizzazione delle azioni locali dei Progetti di cooperazione fra Gal;
- preparare il materiale informativo sulle azioni locali della cooperazione, diffondendolo fra gli operatori potenzialmente interessati;
- coadiuvare il Responsabile amministrativo nell’attività di rendicontazione delle azioni locali .
2.4.3Costi
Di seguito l’indicazione dei costi previsti per le attività di gestione e animazione del Pal:
- Costi delle risorse umane della struttura interna:
Direttore/Responsabile Pal - Per l’espletamento di tale ruolo necessita la figura di un professionista esperto, con esperienza specifica nella gestione di programmi integrati. Per la determinazione dell’importo retributivo il Gal, nel rispetto della normativa prevede a valere sulla Misura 19.4 un importo omnicomprensivo annuo di € 28.800,00 con un impegno settimanale pari a n. 5 giornate.
Responsabile amministrativo - Per l’espletamento di tale ruolo necessita la figura di un esperto laureato in economia, con specifica esperienza pregressa. Per la determinazione dell’importo retributivo il Gal, nel rispetto della normativa prevede un importo omnicomprensivo annuo di € 17.280,00 con un impegno settimanale pari a n. 4 giornate.
Settore tecnico -Per l’espletamento delle mansioni necessarie a garantire una corretta gestione delle misure ad investimento ed un adeguato servizio al territorio necessitano 3 esperti (ingegnere, aziendalista ed agronomo). Il costo complessivo annuo per ognuna delle 3 figure è pari a € 11.520,00 con un impegno settimanale di n. 3 giornate.
Responsabile animazione - Anche per questa figura l’importo onnicomprensivo annuo è pari a € 11.520,00 con un impegno settimanale di n. 4 giornate.
addetto Segreteria - L’importo onnicomprensivo annuo per questa figura è pari a € 16.200,00, con un impegno settimanale di n. 5 giornate.
addetto alla cooperazione fra gal- L’importo onnicomprensivo annuo per questa figura è pari a € 8.640,00 con un impegno settimanale di n.3 giornate.
- Spese generali
Le spese generali si riferiscono alle voci indicate nel PSR Calabria 2014-2020 e riguardano spese amministrative e finanziarie (consulenza fiscale, spese bancarie, fideiussioni, tasse, ecc.), spese di aggiornamento della dotazione strumentale (attrezzature informatiche e di ufficio, arredi , ecc.) della sede, spese per utenze, materiali di consumo, spese postali e di cancelleria, rimborsi spese, affitto sede e altre spese necessarie alla gestione del Pal ( es. Commissioni di selezione domande di aiuto).
- Spese di animazione
Le spese di animazione fanno riferimento alle voci indicate nel PSR Calabria 2014/2020. L’importo di tale voce è stato determinato in € 17.000,00 per i 5 anni di attività, con un importo annuo pari a € 3.400,00 .
L’articolazione è la seguente:
€ 7.000,00 per la realizzazione di materiale informativo, € 2.000,00 per la qualificazione del sito web e degli strumenti social, € 8.000,00 per la pubblicizzazione dei bandi e delle iniziative.
SCHEMA RIASSUNTIVO (N. 5 ANNUALITA’) |
||||
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
SPESE PERSONALE |
Importo (€) |
Collaboratori |
|
|
Gruppo di lavoro |
585.000 |
N. 8 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
SPESE GENERALI DI GESTIONE |
Importo (€) |
Fornitore |
|
|
Utenze ( enel, telefono) |
84.000 |
vari |
17.000 annui x 5 |
|
Cancelleria, postali e materiale di consumo |
vari |
||
|
Spese tenuta c/corrente + oneri fideiussori |
vari |
||
|
Imposte e tasse |
vari |
||
|
Varie (assicuraz, fitto , rimb. spese) |
vari |
||
Consulenza fiscale |
30.000 |
( € 500 mensili) |
||
Dotazione strumentale |
10.000 |
|
||
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
SPESE DI ANIMAZIONE |
Importo (€) |
Fornitore |
|
|
Sito web |
2000 |
vari |
|
|
Materiale informativo |
7000 |
vari |
||
Pubblicizzazione bandi |
8000 |
vari |
||
|
|
|
|
|
TOTALE MISURA 19.4 |
726.000 |
|
|
|
2.4.4 Descrizione delle procedure di selezione dei progetti e dei relativi processi decisionali
- Premessa
Le procedure di attuazione sono state individuate in coerenza con le norme procedurali previste per l’esecuzione degli interventi finanziati dal Piano di Sviluppo Rurale della Regione Calabria 2014 – 2020, : in particolare, si è tenuto conto di quanto dal Reg. (UE) 11305/2013, relativo al sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).
L’attuazione del Pal verrà portata avanti nel rispetto delle modalità amministrative di riferimento con una gesione oculata da parte della struttura interna e degli organi decisionali.
Le varie fasi di attuazione del piano sono coerenti con quanto indicato nelle Procedure di attuazione del bando:
- Esecuzione degli interventi a gestione diretta;
- Predisposizione e pubblicazione dei bandi per i beneficiari finali;
- Definizione del sistema di monitoraggio dell’avanzamento delle misure;
- Presentazione all’Autorità di gestione del psrcalabria dei rapporti di esecuzione e certificazione di spesa;
- Selezione dei progetti dei beneficiari, esame di eventuali ricorsi e approvazione delle graduatorie provvisorie;
- Firma delle convenzioni con i beneficiari;
- Effettuazione controlli amministrativi e finanziari;
- Redazione e presentazione all’Ufficio leader degli elenchi di liquidazione e trasmissione delle domande di pagamento ;
Destinatari:
Fornitori del Gal (erogazione diretta) e beneficiari finali (erogazione tramite ARCEA);
Obiettivi:
- Assicurare la realizzazione degli interventi nei tempi di cui alla convenzione;
- Controllare l’avanzamento degli interventi.
Operazioni:
- Interventi a gestione diretta: Istituto di Credito o Compagnia Assicuratrice per rilascio fidejussione per le somme anticipate al GAL, secondo quanto previsto al punto;
- Interventi a bando: Approvazione elenco delle liquidazioni in seguito a verifica della corretta esecuzione degli interventi e trasmissione della richiesta di liquidazione alla Regione ed all’Organismo Pagatore.
- Modalità di selezione e monitoraggio in itinere dei progetti presentati dai beneficiari
c.1. Criteri e modalità di selezione di Beneficiari fra i soggetti privati
Destinatari:
gli operatori privati - singoli, collettivi ed associati - potenziali beneficiari degli interventi previsti.
Obiettivi:
- offrire pari opportunità di sviluppo a tutti i soggetti interessati;
- ottenere un insieme di proposte attuative concrete, in linea con i parametri ed obiettivi fissati, elaborate consapevolmente da soggetti realmente motivati.
Strumenti:
- Bando di selezione;
- Iniziative d'informazione e divulgazione;
- Commissione di selezione;
- Schede di analisi e valutazione tecnica e di merito;
- Graduatoria per l'aggiudicazione dei contributi ai rispettivi beneficiari.
Modalità:
Fase 1. Esplicitazione formale, per ciascun intervento del PAL, oltre alle finalità generali della misura di riferimento ed all’area geografica di riferimento:
-dei requisiti soggettivi dei beneficiari;
-della tipologia di interventi;
-delle spese ammissibili;
-delle risorse finanziarie disponibili;
- del livello minimo e massimo di contributo e della relativa percentuale;
- delle informazioni, degli elaborati e documenti necessari per la presentazione delle proposte;
- dei criteri di ricevibilità, valutazione e selezione delle proposte cantierabili;
- delle modalità di attuazione dei rispettivi impegni fra GAL e beneficiari.
Fase 2. Iniziative d'informazione e divulgazione con gli operatori e relativa assistenza per la predisposizione delle proposte.
Fase 3. La terza ed ultima fase é costituita dalla valutazione e selezione dei progetti cantierabili che sarà realizzata verificando innanzitutto il rispetto dei criteri di ammissibilità (soggettivi ed oggettivi) e successivamente procedendo ad una valutazione di merito secondo le priorità del bando.
c.2. Criteri e modalità di selezione di Beneficiari fra i soggetti pubblici
Destinatari:
Enti pubblici territoriali potenziali beneficiari degli interventi previsti;
Obiettivi:
- offrire pari opportunità di accesso a tutti gli Enti interessati;
- ottenere un insieme di proposte attuative concrete, in linea con i parametri ed obiettivi fissati.
Strumenti:
- Bando di selezione;
- Contatto diretto con gli amministratori e la relativa assistenza/informazione;
- Commissione di selezione;
- Schede di analisi e valutazione tecnica e di merito;
- Graduatoria per l'aggiudicazione dei contributi ai rispettivi beneficiari.
Modalità:
La prima fase di tale attività sarà l'esplicitazione formale, per ciascun intervento del PSL, oltre alle finalità generali della misura di riferimento ed all’area geografica di riferimento:
- dei requisiti soggettivi dei beneficiari;
- della tipologia di interventi;
- delle spese ammissibili;
- delle risorse finanziarie disponibili
- del livello minimo e massimo di contributo e della relativa percentuale
- delle informazioni, degli elaborati e documenti necessari per la presentazione delle proposte;
- dei criteri di ricevibilità, valutazione e selezione delle proposte cantierabili;
- delle modalità di attuazione dei rispettivi impegni fra GAL e beneficiari.
Durante la seconda fase, rappresentata dalle iniziative d'informazione e divulgazione si inizierà il contatto diretto con gli amministratori degli Enti che hanno dimostrato interesse all'attuazione e la relativa assistenza/informazione per la predisposizione delle proposte cantierabili.
La terza ed ultima faseé costituita dalla valutazione e selezione dei progetti cantierabili; sarà realizzata verificando innanzitutto il rispetto dei criteri di ammissibilità e successivamente procedendo alla valutazione di merito secondo le priorità definite nel bando di gara.
c.3. Procedure di controllo
Il sistema di gestione e controllo, testato positivamente nel corso della programmazione 2007/13, rientra nella logica di consentire l’integrazione delle componenti coinvolte nel processo di attuazione delle iniziative cofinanziate e che si enucleano in:
- attività di gestione (programmazione, gestione ordinaria, pagamenti, rendicontazione, etc)
- analisi dei rischi
- attività di controllo ordinario (1° livello)
- attività di controllo a campione delle operazioni (di 2° livello)
- sistema di monitoraggio.
L’organizzazione dell’attività di gestione e controllo ordinario è funzionalmente inserita nella struttura organizzativa del Gal.
La modulistica per la gestione della fase di istruttoria tecnico-amministrativa viene allegata e fa parte integrante delle linee guida di ciascun bando di gara; essa viene consegnata a ciascun soggetto partecipante alla selezione.
Il sistema contabile, che garantisce la corretta registrazione dei pagamenti effettuati, è impostato secondo un sistema informatico compatibile con quello adottato dall’Autorità di Gestione e dall’Organismo Pagatore.
Tutta la documentazione è archiviata per progetto e successivamente per intervento, al fine di ottimizzare il processo complessivo di gestione del piano e permettere la corretta esecuzione dei controlli di 2° livello ai sensi del Reg. (CE) 438/2001 e successive modifiche ed integrazioni.
La pista di controllo verifica la rispondenza di quanto realizzato ed il progetto approvato; essa è impostata secondo lo schema seguente, per ciascun intervento del Piano di Azione Locale.
Informazioni indicative PER LA Pista di Controllo |
Descrizione |
1. Dati identificativi |
Indicazione Asse PSR Indicazione Misura Indicazione Azione Indicazione Intervento Organigramma funzionale |
2. Normativa di Riferimento |
Indicazione della decisione di approvazione dell’Autorità di Gestione Richiamo alla normativa comunitaria di riferimento Richiamo alla normativa generale nazionale Convenzione con la Regione |
3. Normativa di Riferimento Regionale e Locale |
Richiamo alla normativa specifica settoriale o territoriale |
4. Responsabile |
Indicazione del responsabile dell’intervento Indicazione del beneficiario finale Indicazione del soggetto attuatore |
5. Animazione e/o pubblicità |
Indicazione delle modalità con cui è stata data pubblicità all’iniziativa Eventuali altre forme di pubblicità |
6. Atti di esecuzione |
Elencazione bandi esecutivi in cui sono stati indicati i criteri di selezione delle domande, i termini, i requisiti dei beneficiari, le attività finanziabili Elencazione di eventuali ulteriori procedure seguite per l’attuazione degli interventi |
7. Presentazione domande di finanziamento |
Modalità di presentazione e di verifica di ammissibilità |
8. Istruttoria e valutazione progetti |
Formazione Commissione di valutazione Eventuali modalità di approvazione del regolamento della Commissione Indicazione degli atti relativi all’istruttoria e alla valutazione Formazione e pubblicazione delle graduatorie Modalità di comunicazione agli aggiudicatari |
9. Impegno |
Descrizione delle delibere di impegno del CdA giuridicamente vincolanti, di eventuali provvedimenti di revoca, rinunce e disimpegni di spesa |
10. Pagamenti |
Descrizione delle modalità di liquidazione e descrizione dei documenti richiesti al soggetto attuatore durante la varie fasi dei pagamenti |
11. Rendicontazione |
Indicare le modalità e i tempi di rendicontazione previste per i progetti |
12. Controlli |
Descrizione dei controlli previsti durante l’intero sviluppo del procedimento. |
13. Sorveglianza e monitoraggio |
Descrizione dei rapporti di monitoraggio previsti durante diverse fasi di avanzamento del programma e delle relazioni periodiche Indicazione delle modalità di sorveglianza |
c.4. Monitoraggio in itinere
La metodologia utilizzata per l’attività di monitoraggio è coerente con il sistema attivato per il PSR nel suo complesso, per cui i flussi informativi saranno organizzati nel rispetto delle prescrizioni fornite dall’Autorità di gestione.
Il sistema di monitoraggio, anch’esso testato nella precedente fase di programmazione, è stato elaborato nella logica di permettere l’integrazione delle componenti coinvolte nel processo di attuazione delle iniziative cofinanziate e che si enucleano in:
- attività di gestione (programmazione, gestione ordinaria, pagamenti, rendicontazione, etc)
- analisi dei rischi
- attività di controllo ordinario (1° livello)
- attività di controllo a campione delle operazioni (di 2° livello)
- sistema di monitoraggio.
Le fasi di articolazione della metodologia proposta si possono riassumere come segue:
Fase 1 – ricognizione iniziale: in questa fase occorre raccordarsi con l’autorità di gestione del Programma al fine di uniformare il sistema di impostazione e di rilevazione, tenuto conto che i dati rilevati ai livelli inferiori devono poi essere aggregati per determinare quelli complessivi.
Fase 2 - fase di rilevazione ed analisi: il monitoraggio viene eseguito a livello di singola iniziativa/progetto e quindi le informazioni e i dati rilevati a detto livello sono poi aggregati verso livelli successivi in linea con le indicazioni del PSR. Verrà eventualmente utilizzato l’accesso da remoto al sistema informativo del monitoraggio che sarà attivato dal Dipartimento Agricoltura nell’ambito dell’attuazione del PSR.
Il monitoraggio finanziarioconsiste in un’attività di rilevazione dei pagamenti relativi all’attuazione dei singoli progetti e dell’intervento. Esso viene alimentato da un articolato flusso informativo che comprende:
- movimenti contabili desumibili dalla contabilità del Gal che riguardano gli impegni di spesa ed i pagamenti/liquidazioni effettuati dal Gal medesimo;
- informazioni contabili, provenienti dai “beneficiari finali”, responsabili dell’attuazione delle operazioni programmate. Tali dati si riferiscono alla spesa effettivamente sostenuta dai beneficiari finali.
Il monitoraggio fisicoconsiste nella misurazione degli output prodotti con la realizzazione degli interventi finanziati nell’ambito delle azioni. Tale attività è finalizzata:
- alla verifica del progressivo raggiungimento dei risultati fisici previsti (indicatori di realizzazione, di risultato, di impatto), quantificati man mano che i singoli progetti si avviano a conclusione, fino al completamento del programma;
- alla verifica delle performances attuative delle azioni (indicatori di risultato e di impatto ed indicatori derivati di efficienza e di efficacia), in relazione agli obiettivi assunti a base della programmazione.
Il monitoraggio procedurale, infine, consiste nell’analisi delle procedure di attuazione delle azioni (a livello dei singoli progetti), finalizzata alla individuazione di eventuali ostacoli all’implementazione del programma e/o di specifiche misure/azioni. Esso si sostanzia, in termini schematici, nelle seguenti attività:
- scomposizione di ciascuna procedura in singoli passaggi (step procedurali);
- previsione dei tempi occorrenti all’espletamento di ciascun passaggio;
- definizione del grado di “propedeuticità” di ciascun passaggio eventualmente previsto rispetto agli adempimenti programmati;
- aggiornamento dei cronogrammi procedurali di ciascun intervento, secondo uno schema “dinamico” di rilevazione che permetta di tenere sotto costante controllo il processo di attuazione procedurale dell’intero programma.
Le prime due componenti di monitoraggio (finanziario e fisico) rappresentano l’elemento base per qualunque analisi e valutazione dell’andamento dell’attuazione degli interventi. Lo stato di avanzamento finanziario e fisico rappresentano quindi, dal punto di vista dell’attuazione delle azioni, gli elementi basilari del monitoraggio, in quanto indicano la capacità di impegno e di spesa ed il livello concreto di realizzazione, mentre il monitoraggio di risultato esprime la ricaduta degli interventi dal punto di vista fisico ed economico.
Il monitoraggio procedurale consente, nell’ambito dell’iter attuativo, l’individuazione dei passaggi non finanziari - e cioè amministrativi e tecnici - critici per evidenziare i momenti che condizionano l’attuazione (finanziaria e fisica) degli interventi e il raggiungimento dei risultati tecnici immediati. In definitiva, il monitoraggio “procedurale”, attraverso l’individuazione dei fattori causali che contribuiscono ai ritardi nella realizzazione degli interventi, consente l’adozione degli opportuni adeguamenti organizzativi e procedurali.
Per l’individuazione di un modello operativo affidabile ed allo stesso tempo sostenibile, si è ritenuto di adottare il principio di equivalenza tra livello delle spese effettivamente sostenute (spese del beneficiario finale) ed avanzamento fisico delle iniziative: si procede quindi a determinare un limitato numero di fasi della spesa a cui rapportare l’indicatore di avanzamento, avendo preliminarmente verificato che le fasi prescelte siano effettivamente “monitorabili”, ovvero scansionate dai provvedimenti attuativi e dalle procedure di gestione della misura di appartenenza. L’esigenza di pervenire ad un’aggregazione dei dati comporterà quindi l’esigenza di costruire lo schema suddetto tenendo conto delle principali tipologie di intervento, variamente caratterizzate a seconda di natura del beneficiario finale, tipologia funzionale degli interventi e modalità di gestione degli interventi.
L’esame comparativo tra avanzamento finanziario e fisico e previsioni temporali di realizzazione dei progetti consentirà la quantificazione di eventuali scostamenti attraverso procedimenti di stima: in tal modo sarà possibile ricavare indici sintetici che esprimano con efficacia lo stato di attuazione fisica dei progetti.
In definitiva l’avanzamento progettuale verrà monitorato, sotto il profilo finanziario e fisico, attraverso l’integrazione di diversi dati:
- dati di natura finanziaria che esprimono la percentuale di avanzamento finanziario del progetto;
- dati di realizzazione fisica, individuati nel livello raggiunto dagli indicatori di realizzazione fisica adottati in relazione ad ogni tipologia di intervento;
- dati di natura programmatica e realizzativa su scala temporale.
Inoltre nell’ambito della messa a punto del sistema di monitoraggio, una particolare attenzione sarà data alla definizione dei criteri e delle procedure per realizzare una base informativa adeguata per permettere la valutazione delle politiche orizzontali. In particolare sono previste iniziative specifiche per la rilevazione di aspetti collegati alla verifica della sostenibilità ambientale, del rispetto del principio delle pari opportunità, della tutela della concorrenza, della promozione delle PMI e della Società dell’informazione.
Considerando le esperienze maturate nella passata attività di programmazione e tenendo conto che uno dei maggiori vincoli alla completa attuazione finanziaria dei programmi connessi ai fondi strutturali (almeno in Italia) è rappresentato dagli aspetti di tipo amministrativo-procedurale, il Gal concentrerà prioritariamente l’attenzione nell’analisi e valutazione di questi ultimi nella fase di avvio.
Tale attività, che si svolgerà in stretto rapporto con i responsabili dell’Autorità di gestione, consentirà l’individuazione di limiti e vincoli, la formulazione di ipotesi alternative e la ricerca di percorsi ottimali ed efficienti.
La metodologia e le soluzioni tecniche sopra proposte trovano il loro naturale e completo sviluppo nell’organizzazione della struttura di reporting (che verrà prodotto almeno su base trimestrale)
Attraverso la lettura di tale trend risulterà certamente più agevole individuare le operazioni che procedono a rilento e quelle che si vengono a trovare in situazione di potenziale scorrimento finanziario (ad esempio ritardi rilevanti che possono pregiudicare la realizzazione dell’intervento).
Naturalmente ove tali scostamenti fossero significativi la metodologia proposta dal GAL prevede un approfondimento diretto sull’operazione. Tale approfondimento “diretto” sarà:
- totalitario di natura documentale;
- a campione attraverso rilevazioni fisiche sul sito e attraverso incontri diretti con il proponente onde approfondire le tematiche, capire le esigenze ed i problemi, analizzare lo stato fisico realizzativo e procedurale dell’iniziativa.
In definitiva il ciclo di monitoraggio sarà così articolato:
Rilevazione sulle singole operazioni Þ Analisi e Valutazioni delle singole operazioni Þ Scostamenti verificati sulle singole operazioni Þ Indagini supplementari di campo/documentali Þ Previsioni di trend delle singole operazioni Þ Proiezioni e valutazioni di interventi ed azioni Þ REPORTING.
Quanto sopra si ritiene che sia esplicativo del disegno metodologico che il Gal intende proporre per attuare il processo di monitoraggio, al fine di consentire l’implementazione del modello organizzativo di ciascun centro di responsabilità dell’Autorità di Gestione coinvolto nel processo attuativo delle azioni e degli interventi, affinché tutta la procedura di raccolta dei dati di monitoraggio avvenga secondo un indirizzo coerente e puntuale.
Capitolo 3 – LASTRATEGIA
3.1 Analisi delle esigenze di sviluppo e delle potenzialità del territorio(SWOT)
Fornire un’esaustiva analisi SWOT finalizzata a far evincere nel territorio di riferimento:
- Punti di Forza/Debolezza ;Opportunità e Minacce
Punti di forza Ø Ricca biodiversità e presenza di numerosi genotipi ed ecotipi vegetali ed animali. Ø Clima temperato che favorisce la coltivazione della vite, dell’ulivo, di cereali, frutteti e ortaggi ( prodotti tipici della dieta mediterranea patrimonio UNESCO). Ø Forte legame delle produzioni agricole con il territorio. Ø Ampio paniere di produzioni tipiche enogastronomiche ed artigianali. Ø Ampi margini di miglioramento della produttività in ambito agricolo. Ø Presenza di filiere con posizionamenti di nicchia . Ø Presenza di un ricco patrimonio naturalistico, ambientale, paesaggistico, storico culturale.Presenza di beni storico-architettonici di gran pregio riconosciuti all’interno dei centri storici. Ø Presenza di numerosi siti di interesse turistico religioso. (Presenza di attrattori turistici religiosi quali i Santuari Mariani e i Santuari dedicati a San Francesco di Paola). Ø Disponibilità di un ricco patrimonio edilizio in area rurale da valorizzare in ambito turistico mediante ospitalità diffusa. Ø Presenza di pluralità di culture e tradizioni. Ø Posizione geografica strategica tra costa e montagna. Ø Disponibilità idrica, di sorgenti e acquiferi da valorizzare e razionalizzare, sia per il consumo umano sia per l’uso agricolo. Ø Presenza di giovani interessati all’avvio di attività imprenditoriali innovative sia nel settore agricolo sia in quello dei servizi . Ø Presenza di patrimonio edilizio pubblico da mettere a disposizione per attivare servizi legati al miglioramento della qualità della vita , in particolare per l’invecchiamento attivo della popolaz.
|
Punti di debolezza Ø Difficoltà delle piccole imprese nell’accesso al credito. Ø Diffusa precarietà economico/lavorativa. Ø Carenza di servizi di accompagnamento all’auto-imprenditorialità . Ø Scarsa adozione di innovazioni, di prodotto e di processo. Ø Assenza di industrie manifatturierelegate alle produzioni localie capaci di interagire sui mercati nazionali e internazionali. Ø Scarse relazioni di filiera e di reteper le produzioni locali che ostacolano lo sviluppo delle filiere e micro-filiere corte. Ø Ridotte dimensioni delle imprese e quindi ridotta capacità di realizzare nuovi investimenti per il rafforzamento del core-business o per la diversificazione. Ø Spopolamento e conseguente abbandono dei territori . Ø Scarsa accessibilità (infrastrutture organizzazione e servizi) al patrimonio storico culturale religioso e turistico per visitatori e turisti. Ø Emarginazione di anziani e soggetti socialmente deboli. Ø Assenza di servizi per la popolazione anziana in area rurale Ø Assenza di servizie di agevoli collegamenti intercomunali fisici, virtuali e di mobilità a servizio della popolazione .
|
Opportunità Ø Integrazione tra programmazione regionale (PSR e altri Fondi) e locale (PAL). Ø Possibilità di attuare uno sviluppo sostenibile del territorio GAL: la qualità come risultato della messa a sistema dei servizi sociali, di nuova occupazione e di tuteladel patrimonio naturale. Ø Avvio di un sistema di valorizzazione e certificazione ambientale del territorio. Ø Interesse peril Made in Calabria nel mondo principalmente nel settore dell’Agroalimentare. Ø Valorizzazione dell’identità dei prodotti del territorio. Ø Differenziazione dei prodotti attraverso il riconoscimento da parte deiconsumatori di caratteristiche qualitative e disicurezza specifiche connesse al territorio. Ø Valorizzazione commerciale delle produzioni agroalimentari di pregio sui mercati nazionali e/o internazionali. Ø Fare sistema per la valorizzazione del territorio, delle filiere produttive e turistiche . Ø Valorizzazione degli attrattori turistici presenti per lo sviluppo del’area . Ø Sviluppo di servizi per la fruizione degli attrattori turistici presenti sul territorio. Ø Avvio di servizi per l’accompagnamento alla creazione di nuove attività economico-sociali (start-up innovative). Ø Tutela e integrazione dei soggetti socialmente deboli. Ø Maggiore integrazione e coesione sociale per gli anziani. Ø Possibile creazione di luoghi di aggregazione utili all’invecchiamento attivo. Ø Possibilità di utilizzare nuove tecnologie per la comunicazione e per l’offerta di servizi.
|
Minacce Ø Perdita della cultura dei luoghi. Ø Degrado dei centri abitati e delle aree rurali. Ø Abbandono delle terre e mancata gestione del territorio (es. regimazione delle acque superficiali) e conseguente dissesto idrogeologico. Ø Perdita della biodiversità (genotipi e fenotipi legati all’agricoltura, specie animali e/o vegetali tutelate). Ø Riduzione della superficie agricola utilizzata e consumo di suolo per attività non agricola. Ø Aumento dell’isolamento dei centri rurali sia in termini sociali (mancato accesso ai servizi) sia in termini economici (mancato sviluppo). Ø Bassa capacità di valorizzazione industriale delle produzioni . Ø Spopolamento: perdita dei talenti e delle competenze.
|
3.2 Strategia di sviluppo locale
- Descrizione della strategia e Obiettivi generali della strategia
- Individuazione ambiti tematici e loro integrazione
- Descrizione degli elementi di coerenza tra strategia o obiettivi del PSR Calabria 2014/2020
- Descrizione dell’integrazione con le altre misure del PSR Calabria 2014/2020
- a) Premessa
Nell’ottica di quanto richiesto dai Regolamenti UE n. 1303/2013 e 1305/2013, dall’ Accordo di Partenariato fra lo Stato Italiano e l’Unione Europea , dal Piano di Sviluppo Rurale della Calabria 2014/20 in particolare la scheda di mis. 19, il PARTENARIATO “AREA RURALE 6” ha intrapreso un primo lavoro di ascolto delle realtà amministrative, economiche e sociali del territorio,al fine di poter delineare le Linee strategiche di sviluppo locale. Il “Partenariato Pubblico/Privato” ha fatto proprie le principali indicazioni di contesto presenti nell’Avviso pubblico del 29/06/2016:
-concentrare l’attenzione su un numero limitato di elementi di forza/debolezza, su cui costruire interventi di Rete Locale , accompagnati dall’animazione del Gal;
-progettare “per obiettivi trasversali”;
-migliorare la partecipazione della popolazione locale alla definizione delle politiche di sviluppo, con un ruolo attivo dei Partner.
Partendo da questo approccio “partecipato” è stato possibile individuare i principali fabbisogni e i più rilevanti Punti di forza del territorio e dei suoi protagonisti pubblici e privati,per poi passare alla definizione degli Obiettivi, generali e operativi, da raggiungere con l’insieme dei “progetti a scala locale”,basandoli sugli Ambiti tematici più idonei alle caratteristiche dei soggetti pubblici e privati operanti nel comprensorio.
Il Piano di Azione Locale (Pal) è stato costruito sulla base dei seguenti criteri:
- creare un sistema organizzato fra i diversi settori dell’economia rurale, incentrato su uno sviluppo integrato, ecocompatibile, finalizzato a valorizzare le potenzialità locali inespresse;
- aumentare l’occupazione, e favorire la diversificazione economica.
Infatti, il Partenariato, grazie anche al supporto metodologico del Comitato Tecnico ha individuato come OBIETTIVO GENERALE della strategia di sviluppo per l’Area rurale 6 la “FERTILIZZAZIONE INCROCIATA DELLE RISORSE AMBIENTALI E UMANE”, vale a dire la messa a sistema di un circuito virtuoso di relazioni socio/economiche/amministrative, finalizzato ad avviare, gestire e consolidare nel tempo “occasioni di sviluppo” finora non colte perché non percepite tali.
L’ approccio proattivo allo sviluppo locale sostenibile da parte delle Amministrazioni Pubbliche e degli Operatori Economico/Sociali viene quindi posto a base delle linee guida di intervento Leader.
Questa ambiziosa finalità strategica del Partenariato può trovare nell’approccio dello sviluppo partecipato e nel Gruppo di Azione Locale che ne è lo strumento, il “motore” intorno a cui far convergere le scelte dei seguenti
- b) Ambiti tematici
- sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri);
- turismo sostenibile;
- accesso ai servizi pubblici essenziali.
La scelta di tali ambiti è legata all’obiettivo ambizioso di arrivare alla formulazione di un innovativo approccio allo sviluppo sostenibile, intelligente e inclusivo, partendo dalla valorizzazione del paesaggio, delle risorse economiche e del patrimonio naturale storico e agrario, mirando a ridurre gli impatti delle attività economiche favorendo nel contempo la qualificazione dei servizi pubblici per il miglioramento della qualità della vita dei residenti .
Tali finalità saranno realizzate combinando il recupero dei metodi di lavorazione tradizionali con l’introduzione di appropriati elementi di innovazione tecnologica a supporto della sostenibilità economico/ambientale delle attività nell’area rurale di intervento. L’approccio partecipato sarà strumento per il superamento della frammentazione territoriale e per il miglioramento dei processi di governance pubblico-privata.
Il Partenariato del Gal dell’Area 6 ha individuato come obiettivo principale del PAL lo sviluppo sostenibile delle attività economico/sociali sul territorio ritenendolo il fulcro delle molteplici azioni da attivare negli ambiti prescelti in virtù delle seguenti motivazioni.
I 3 ambiti individuati consentono di innestare una variegata serie di azioni/interventi volti all’accrescimento e diversificazione della base produttiva e di quella sociale/associativa, tramite l’avvio di nuove attività economico/sociali e lo sviluppo/potenziamento di quelle esistenti.
- Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri)
Gli elementi caratterizzanti su cui si punta per lo sviluppo di questo ambito sono:
- sostenibilità e tracciabilità ambientale delle lavorazioni agricole, agroalimentari e artigianali;
- innovazione commerciale, di processo e di prodotto.
Tali elementi sono da tempo alla base dei più qualificati sistemi produttivi rurali italiani ed europei. Adottare processi di lavorazione e trasformazione sostenibili ed ecocompatibili apre le porte ad una sicura acquisizione delle certificazioni di qualità per le produzioni d’area. Pertanto lavorando e investendo in questo ambito tematico, anche le aziende di questa area rurale potranno raggiungere buone performance reddituali e occupazionali, inserendosi in sistemi di offerta che basano sulla provenienza rurale dei prodotti/servizi la motivazione del loro appeal anche internazionale.
Sostenibilità ambientale, tracciabilità di materie prime e lavorazioni, innovazione, in primis commerciale, rappresentano quindi la strada maestra per conseguire posizionamenti di mercato vincenti in un contesto concorrenziale contraddistinto sempre più da "nicchie globali".
Concentrando l'offerta e investendo sulle politiche di rete, in particolare pubblico/private, la imprenditoria della nostra area , anche quella in fase di avvio, troverà nelle misure di questo programma di sviluppo locale un valido supporto per inserirsi a pieno titolo nella dinamica di crescita del "Made in Calabria".
Parallelamente allo sviluppo del tessuto economico esistente, si punta molto allo sviluppo di nuove realtà imprenditoriali attraverso il meccanismo delle start-up operanti sia in ambito agricolo sia nell'ambito della trasformazione sia nei servizi innovativi trasversali ai settori economici tradizionali.
- Turismo sostenibile
Le varie forme di turismo sostenibile - i turismi in ambito rurale - rappresentano un importante elemento di diversificazione economica per i nostri territori. Gli operatori pubblici e privati del territorio potranno valorizzare maggiormente il ricco capitale territoriale di cui dispongono (ambiente, patrimonio culturale, paesaggio, rete enogastronomica), avviando e sostenendo un approccio collaborativo finora latente.
Rispetto al patrimonio culturale, la corretta riqualificazione delle architetture rurali richiederà la ricostruzione del rapporto tra strutture architettoniche e contesti ambientali di appartenenza. In tema di paesaggio, sono già definiti appositi “Ambiti agricoli di rilievo paesaggistico” che affiancano la tipicità e peculiarità agro-alimentare ed enogastronomica al patrimonio culturale .
Con un'opportuna opera di regia da parte del Gal e delle amministrazioni comunali si potrà quindi avviare e consolidare un trend di miglioramento graduale degli standard di offerta del nostro patrimonio naturalistico e culturale/artistico.
Il potenziamento del turismo sostenibile richiede interventi per migliorare l'accessibilità ai luoghi, l'organizzazione dei servizi e la promozione di percorsi, prodotti ed eventi.
- Accesso ai servizi pubblici essenziali
Lo sviluppo dell'area rurale comprende non solo la qualificazione delle attività economiche ma anche il rafforzamento del tessuto sociale. Per garantire la permanenza sui territori della popolazione occorre offrire sufficienti livelli della qualità della vita al fine anche di favorire il rientro dei talenti e il recupero dei territori. I servizi pubblici essenziali sono un anello fondamentale per la società rurale, fortemente basata sulla struttura “famiglia” e sul soddisfacimento dei fabbisogni di tutti i componenti dei nuclei residenti. Migliorare la qualità della vita attraverso il potenziamento dei servizi pubblici essenziali è un presupposto fondamentale per realizzare lo sviluppo delle attività economiche previste negli ambiti prescelti.
- c) Obiettivi Operativi
Alla luce delle scelte effettuate in materia di obiettivi generali, ambiti tematici e fabbisogni territoriali il Gal implementerà in maniera integrata delle misure del Piano di sviluppo rurale 2014/20 avendo come obiettivo l' utilizzo intelligente, razionale e sostenibile delle risorse naturali che consentano lo sviluppo economico e sociale dell’area.
A tal fine il Gal dovrà adottare una metodologia di lavoro che operi per obiettivi a breve e lungo termine e monitorati da una efficiente struttura di controllo. Gli obiettivi operativi riguardato 2 livelli:
Livello 1: Organizzazione interna. Gli obiettivi operativi da definirsi sul livello 1 si riferiscono al funzionamento di una struttura snella e di servizio atta e coordinare dal punto di vista finanziario le azioni del partenariato e l’attuazione delle misure.
Gli obiettivi da implementare saranno essenzialmente i seguenti:
- realizzazione di un "sistema di Animazione territoriale" volto a sostenere le iniziative di imprenditorialità diffusa e di collaborazione/innovazione di rete;
- organizzazione di uno "sportello a regia" per praticare forme di collaborazione con i Comuni, volte a ottimizzare il funzionamento dei servizi di base per le popolazioni;
- implementazione graduale di un sistema di gestione ambientale che consenta il conseguimento di certificazione ambientale europea per l'Area Rurale 6.
Livello 2: Obiettivi operativi della strategia di sviluppo.
In particolare gli obiettivi operativi andranno messi in relazione sia alle priorità dello sviluppo rurale sia alle focus area. Dagli obiettivi operativi discenderanno quelle che sono le linee di intervento previste per le singole aree.
- Obiettivi operativi relativi all’ambito tematico “filiere”
1) Favorire l’ingresso dei giovani imprenditori nel settore agricolo e forestale, anche attraverso la creazione di nuove imprese;
2) Migliorare le conoscenze, le capacità professionali e cooperative degli imprenditori agricoli, manifatturieri e forestali per elevare le prestazioni economiche ed ambientali delle aziende e delle loro reti;
3) Favorire le sinergie tra imprese agricole e forestali e/o agroalimentari ed i centri di ricerca e sperimentazione;
4) Sostenere la diversificazione produttiva supportando anche l’adozione di metodologie innovative da importare attraverso processi di cooperazione per l’approvvigionamento e l’utilizzo delle biomasse per la produzione di energia rinnovabile;
5) Aumentare la redditività delle aziende agricole e forestali, attraverso processi di aggregazione della produzione e (offerta) e di cooperazione delle imprese, stimolando l’orientamento al mercato e all’integrazione orizzontale e verticale di filiera;
6) Sostenere lo sviluppo di filiere competitive e sostenibili di prodotti a qualità regolamentata.
7) Favorire processi di certificazione di prodotto e di processo volontari, in chiave di filiera e orientati a valorizzare l’origine, la sostenibilità ambientale, le caratteristiche qualitative e nutrizionali dei prodotti.
Focus area:
Gli interventi contribuiscono direttamente alle focus Area :
2A, 3° (Migliorare la competitività dei produttori primari attraverso una loro migliore integrazione nella catena agroalimentare attraverso i regimi di qualità, aggiungendo valore ai prodotti agricoli, la promozione nei mercati locali delle filiere corte, le associazioni e le organizzazioni di produttori e le organizzazioni interprofessionali) e 6A facilitare la diversificazione , con la creazione e sviluppo di nuove piccole imprese, nonché con la creazione di lavoro.
Gli obiettivi operativi posti a base degli interventi in questa filiera contribuiscono agli obiettivi trasversali ambiente e innovazione.
- Obiettivi operativi relativi all’ambito tematico “turismo sostenibile”
1) Favorire l’ingresso dei giovani imprenditori nel settore del turismo rurale, anche attraverso la creazione di imprese creative per l’erogazione di servizi ad alto contenuto tecnologico che contribuiscano al miglioramento dell’offerta turistica;
2) Favorire gli interventi alle realtà imprenditoriali esistenti che intendano diversificare la produzione con l‘erogazione di servizi di ricettività rurale o a supporto del turismo in area rurale principalmente per le attività che valorizzino i territori soggetti a vincolo di tutela ambientale;
3) Supportare la qualificazione dell’offerta turistica in area rurale esistente.
4) Incentivare l’infrastrutturazione tecnologica finalizzata all’aggregazione dell’offerta turistica;
5) Attuare interventi strutturali pubblici e/o privati su piccola scala finalizzati al miglioramento della fruizione delle risorse culturali, naturalistiche e ambientali del territorio.
Focus area:
Gli obiettivi appena citati e i relativi interventi che ne seguiranno contribuiscono direttamente alle focus Area: 2A, 6A, 6C,4A,
Essi inoltre contribuiscono agli obiettivi trasversali ambiente e innovazione.
Tutti gli obiettivi operativi selezionati contribuisco al raggiungimento dell’obiettivo della focus area 6 B ossia stimolare lo sviluppo locale delle aree rurali.
- Obiettivi operativi relativi all’ambito tematico “ accesso ai servizi pubblici essenziali”
La situazione socio economica dell’Area Rurale 6 mostra un quadro di estrema debolezza in termini di territorio e popolazione concentrata nelle aree rurali con maggiori problemi di sviluppo. In tali territori si registra un elevato livello di perifericità rispetto alla rete dei servizi essenziali, che si concentra nei centri urbani, e che si traduce in una minore qualità della vita dei cittadini e del loro livello di inclusione sociale.
Un contesto territoriale come quello descritto nel capitolo 1.1 e 1.2 di questo documento unitamente alle variabili socio economiche rilevate dall’analisi di contesto è perfettamente in linea con il fabbisogno descritto e rilevato ossia l’F23 nel PSR 2014-2020
L’intervento si propone di agire attraverso tre tipologie di azioni, dalle quali ci si attende una riduzione del grado di isolamento delle popolazioni rurali dai “centri di offerta di servizi”, l’invecchiamento attivo della popolazione, il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni che risiedono nelle zone rurali.
Gli interventi dovranno mirare quindi a supportare l’allestimento e la fornitura di servizi innovativi (nuovi servizi per rispondere a fabbisogni emergenti, nuove modalità di erogazione, nuove modalità di gestione pubblico/privato) nei seguenti campi:
- l’uso di mezzi alternativi di sistemi di trasporto pubblico;
- l’invecchiamento attivo;
- i servizi alla persona.
Focus area:
Gli obiettivi operativi contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della focus area 6A in quanto perseguono un più elevato standard della qualità della vita e dei servizi all’interno delle aree rurali, contribuendo a mantenere le popolazioni e le attività economiche all’interno dei territori rurali più periferici. Essi contribuiscono anche all’obiettivo trasversale “innovazione” in quanto il sostegno viene finalizzato, assegnando priorità agli interventi che sono maggiormente in grado di introdurre forme innovative di prestazione di servizi alle popolazioni locali, anche attraverso forme di gestione e/o cogestione pubblico/privato economicamente sostenibile.
Descrizione degli elementi di coerenza tra strategia o obiettivi del PSR Calabria 2014/2020
La strategia PAL sin qui descritta risponde pienamente agli obiettivi definiti dalle linee guida del PSR Calabria 2014/2020. La strategia elaborata intende attivare le seguenti Misure:
Il presente PAL risulta essere in piena sintonia con i 4 obiettivi strategici del programma di sviluppo rurale 2014/2020 adottato dalla Regione Calabria.
I 4 obiettivi strategici sono:
- innovazione e sviluppo delle conoscenze
- competitività del sistema agricolo
- sostenibilità, ambiente e cambiamenti climatici
- sviluppo territoriale equilibrato
I quattro obiettivi si rivolgono rispettivamente:
- allo sviluppo delle competenze e delle conoscenze degli operatori e la disseminazione e diffusione delle innovazioni e dei risultati della ricerca;
- allo sviluppo della competitività e della sostenibilità delle aziende agricole, della cooperazione e l’integrazione di filiera per un migliore posizionamento sui mercati dei prodotti agricoli ed alimentari ed una corretta gestione dei rischi;
- alla gestione sostenibile di tutti i fattori della produzione ed in particolare: presidio, custodia e ripristino della biodiversità (ivi inclusa la biodiversità delle aree Natura 2000); suoli e acqua, attraverso il contenimento delle pressioni quali-quantitative; ed alla mitigazione dei cambiamenti climatici ed allo sviluppo della capacità adattiva e di resilienza agli impatti attesi dagli stessi;
- allo sviluppo territoriale equilibrato che viene perseguito nell’ambito dei territori rurali, attraverso l’innovazione dei processi di governance dello sviluppo locale, la creazione di nuove opportunità di lavoro mediante processi di diversificazione dell’economia rurale.
I quattro obiettivi strategici sono strettamente correlati tra loro e sono rappresentativi di tutti i fabbisogni individuati dalla Programmazione 2014/2020.
I fabbisogni si suddividono in:
- fabbisogni trasversali(caratterizzati da natura e portata trasversale rispetto all’azione complessiva del PSR e che possono ricevere un contributo diretto dall’attuazione del programma);
- fabbisogni mirati(la cui natura è legata ad esigenze peculiari del contesto socio-economico rurale e rispetto ai quali il PSR è in grado di agire in maniera diretta);
- fabbisogni di sistema(caratterizzati da natura ed esigenze più generali del contesto socioeconomico regionale e rispetto ai quali il Programma è in grado di agire in complementarietà con altri strumenti di intervento).
L’Obiettivo strategico innovazione e dello sviluppo delle conoscenze (OB1), assume una natura trasversale al PSR ed è rivolto all’attenuazione dei fabbisogni in termini di rafforzamento dello stato delle conoscenze, la strategia PAL, in coerenza con l’Obiettivo OB1 del PSR Calabria 2014/2020 mette in campo la Misura1 (Intervento 01.02.01 “Sostegno per progetti dimostrativi ed azioni di informazione”) che sosterrà iniziative di informazione e dimostrazione e la Misura16 (Intervento 16.03.01 “Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse” nonché l’Intervento 16.04.01 “Cooperazione di filiera, orizzontale e verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e dei mercati locali” e l’Intervento 16.09.01 “Diversificazione delle attività agricole per l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale e l’educazione ambientale”).
La Misura 1 soddisferà i fabbisogni connessi alla diffusione dell’innovazione e dello sviluppo delle conoscenze nelle aree rurali attraverso il sostegno ad iniziative di informazione e dimostrazione.
La Misura 16, che si intende attivare all’interno della strategia PAL, attraverso l’implementazione degli Interventi 16.03.01 - 16.04.01 - 16.09.01, risponde all’esigenza di sollecitare ed intraprendere soluzioni collaborative per avvicinare il mondo imprenditoriale a quello della ricerca ed innovazione (in termini di feedback ed interazione tra domanda e offerta), creare economie di scala nell’utilizzo dei fattori produttivi, sviluppare filiere corte e mercati locali, concorrere alla gestione sostenibile delle foreste.
L’Obiettivo strategico Competitività del settore agricolo (OB2) del PSR Calabria è declinato in vari obiettivi strategico/specificieviene associato all’implementazione di programmi di ristrutturazione/ammodernamento/diversificazione e start up aziendale, rafforzamento della cooperazione, anche attraverso programmi di sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie nel settore agroalimentare, la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali.
Per rispondere all’Obiettivo strategico Competitività del settore agricolo la strategia PAL prevede l’implementazione della Misura 4 attraverso gli Interventi 04.01.01 “Investimenti nelle aziende agricole”, 04.02.01 “Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli” e Intervento 04.04.01 “Investimenti non produttivi in ambiente agricolo”, la Misura 6 attraverso l’Intervento 06.02.01 “Aiuti all'avviamento di attività imprenditoriali per attività extra-agricole nelle zone rurali” e l’Intervento 06.04.01 “Sostegno alla diversificazione e multifunzionalità nelle aziende agricole”, e, come già accennato nel passo precedente, la Misura 16.
Gli interventi 04.01.01 “Investimenti nelle aziende agricole”, 04.02.01 “Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli” sono finalizzati al miglioramento della competitività delle aziende agricole del territorio di riferimento ed intervengono attraverso il sostegno agli investimenti aziendali per conseguire una maggiore competitività ed orientamento al mercato. Nella fattispecie gli interventi sosterranno l’ammodernamento delle infrastrutture a servizio delle aziende agricole e forestali per la creazione di maggiore valore aggiunto e il miglioramento qualitativo delle produzioni regionali
La Misura 6, attraverso i due interventi previsti, sosterrà, in piena coerenza con l’Obiettivo OB2 delPSR Calabria, la creazione di start-up di idee imprenditoriali innovative che possano rispondere ai diversi fabbisogni emersi nell’ambito dell’analisi di contesto ed in particolare ai gravi ritardi in termini di opportunità occupazionali e di disponibilità di reddito delle famiglie, attraverso il sostegno della nascita di nuove imprese (start-up), lo sviluppo della multifunzionalità delle aziende agricole, e la diversificazione delle attività economiche nelle aree rurali.
All’Obiettivo strategico OB3 “Sostenibilità e ambiente” il PSR Calabria associa vari obiettivi target tutti rivolti alla gestione sostenibile di tutti i fattori.
In questo caso la Strategia PAL ha inteso mettere in campo l’attuazione delle Misura 7 - Intervento 07.06.01 “Studi e investimenti finalizzati alla tutela ambientale e alla conservazione della biodiversità” e la sopra descritta Misura 1 Intervento 01.02.01. Per quanto attiene la Misura 7 questa prevede, nella sua fase realizzativa il sostegno ad investimenti relativi alla conservazione e valorizzazione della biodiversità e del patrimonio culturale, architettonico e naturale di villaggi rurali, paesaggi rurali, aree naturali protette, Siti di Importanza Comunitaria (SIC).
L’Obiettivo strategico “Sviluppo socioeconomico equilibrato” (OB4), è rivolto, tra l’altro, a specifici obiettivi target definiti dallo stesso PSR Calabria, quali per esempio, sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove piccole e micro imprese extra agricole nei settori innovativi e la nascita di nuova occupazione nelle aree rurali, come sostenere la strategia nazionale “aree interne”.
Il PAL risulta coerente a quanto prescritto dal PSR Calabria e inoltre persegue l’Obiettivo “Sviluppo socio-economico equilibrato”, in particolare, con le sopra descritte Misura 7 e Misura 16.
La strategia PAL, inoltre, con l’attivazione combinata delle Misure 1 - 4 - 6 - 7 e 16, intercetta un’ampia categoria di obiettivi rivolti a rendere più competitive e sostenibili le aziende agricole, sostenere il loro ingresso sui mercati e rafforzarne l’acquisizione di quote, e diffondere e sostenere la diversificazione e la multifunzionalità delle aziende agricole insistenti sul territorio.
Di seguito viene sintetizzato in apposita Tabella il raccordo e la coerenza tra la Strategia del PAL, le Misure che la stessa intende attivare e gli Obiettivi strategici del PSR Calabria 2014-2020.
Descrizione dell’integrazione con le altre misure del PSR Calabria 2014/2020
Il PAL, come più volte ribadito, nella sua progettazione risulta formulato in piena coerenza con gli obiettivi del PSR Calabria 2014/2020. Detto ciò le Misure che verranno attivate (Misura 1, Misura 4, Misura 6, Misura 7 e 16) rappresentano solo una parte dell’intero pacchetto di Misure che la nuova programmazione intende attivare in Calabria.
Difatti, per quanto riguarda l’obiettivo strategico innovazione e sviluppo delle conoscenze OB1, le Misura 1 “Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione” e 16 “Cooperazione” del PAL, affinché l’obiettivo possa essere raggiunto, dovranno fare da corollario a quelle messe a Bando dalla Regione Calabria come per esempio l’Intervento 16.01.01 - Supporto alla costituzione e gestione dei Gruppi Operativi PEI (Partenariato Europeo per l'Innovazione) che intende promuovere l'innovazione nel settore agricolo attraverso il sostegno alla costituzione e al funzionamento dei Gruppi Operativi (GO) sul territorio regionaleoppure l’Intervento 16.02.01 - Sostegno a progetti pilota ed allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie nel settore agroalimentare ed in quello forestale (che sosterrà progetti di cooperazione finalizzati all’applicazione e/o adozione dei risultati di ricerca al fine della loro valorizzazione, oppure attività di trasferimento tecnologico). La Misura 1 Intervento 01.2.01, previsto dal PAL, invece, dovrà essere integrato da sessioni formative specifiche e work shop previsti dall’Intervento 1.1.1 - Sostegno alla formazione professionale e azioni finalizzate all’acquisizione delle competenze.
Per quanto attiene l’obiettivo competitività del sistema agricoloOB2, gli Interventi messi in campo dal PAL e che vanno nella direzione dello sviluppo della competitività e della sostenibilità delle aziende agricole sono:
- Misura 4 Intervento 04.01.01 “Investimenti nelle aziende agricole”,
- Misura 4 Intervento 04.01.03 “Investimenti per la gestione della risorsa idrica da parte delle aziende agricole”
- Misura 4 Intervento 04.01.04 “Investimenti per il ricorso alle energie rinnovabili da parte delle aziende agricole”,
- Misura 4 Intervento 04.02.01 “Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli”,
- Misura 6 l’Intervento 06.02.01 “Aiuti all'avviamento di attività imprenditoriali per attività extra-agricole nelle zone rurali”
- Misura 6 Intervento 06.04.01 “Sostegno alla diversificazione e multifunzionalità nelle aziende agricole”.
A titolo esemplificativo, per sostenere il ricambio generazionale nel comparto agricolo, attraverso l’inserimento nel settore di nuovi giovani agricoltori cha data la più giovane età e, soprattutto, la professionalizzazione, sono maggiormente in grado di sostenere gli obiettivi trasversali dello sviluppo rurale in termini di sostenibilità ambientale, innovazione e cambiamento climatico, gli Interventi PAL dovranno essere integrati dal “Pacchetto giovani” ovvero dalla combinazione della Misura 6 “Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese” e Misura 4 “Investimenti in immobilizzazioni materiali” Intervento 4.1.2.
Per quanto attiene il raggiungimento dell’Obiettivo “Sostenibilità, ambiente e cambiamenti climatici”OB3 la Strategia PAL ha inteso mettere in campo sono: la Misura 7 - Intervento 07.06.01 “Studi e investimenti finalizzati alla tutela ambientale e alla conservazione della biodiversità” nonché le sopra descritte Misura 1 e la Misura 4.
Quest’ultima potrà essere integrata, sempre nell’ambito della Misura 4, dall’Intervento 4.3.2 – “Infrastrutturazione per la gestione efficiente delle risorse idriche”, dall’Intervento 4.4.2 – “Acquisto attrezzature a difesa della biodiversità nei siti Natura 2000 ed aree protette”.
Nell’ambito della Misura 6 la Strategia PAL si va ad integrare anche all’Intervento 6.4.2 – “Diversificazione delle attività agricole attraverso la produzione di energia da fonti rinnovabili”.
Per quanto riguarda le Misure attivabili da Enti pubblici e potenzialmente integrabili al PAL, annoveriamo l’Intervento 7.1.2 – “Redazione e aggiornamento di piani di tutela e di gestione dei siti Natura 2000 nelle aree rurali” e l’Intervento 7.2.1 – “Investimenti per la creazione di impianti per la produzione di energia e calore da fonti rinnovabili nelle aree rurali”.
Per quanto riguarda l’Obiettivo “Sviluppo territoriale equilibrato” OB4 al fine di
- favorire e sostenere la realizzazione di infrastrutture su piccola scala per l’allestimento di servizi alle popolazioni delle aree rurali;
- contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale europea e della Strategia Nazionale banda ultra-larga e Strategia crescita digitale, in termini di copertura per la banda ultra-larga (100 Mbps) e servizi per crescita digitale nelle aree rurali, in complementarietà con il FESR
sono raggiungibili attraverso l’implementazione di alcuni Interventi attivabili da Enti Pubblici quali l’Intervento 7.3.2 – “Interventi per la crescita digitale nelle zone rurali”.
Integrazione tra Misure PSR Calabria 2014/2020 e Misure PAL
3.3 Coerenza tra strategia e sostenibilità ambientale
Rispondenza della strategia e delle azioni del PAL rispetto agli obiettivi di sostenibilità ambientale del PSR.
Il piano di azione elaborato ha come elemento cardine lo sviluppo sostenibile del territorio e delle attività economiche su di esso ricadenti. Pertanto rispetto ai tre obiettivi prioritari selezionati che sono:
- turismo sostenibile;
- sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri);
- accesso ai servizi pubblici essenziali.
Sono stati selezionati degli interventi che rispondono ad alcuni fabbisogni essenziali del territorio ossia la conservazione dell’integrità in termini di biodiversità vegetale ed animale, la difesa dei versanti dal processo di dissesto idrogeologico e la tutela della superficie agricola che rischia di ridursi a causa sia della cementificazione che della desertificazione.
Lo sviluppo del turismo sostenibile è stato delineato attraverso azioni perfettamente rispondenti agli obiettivi trasversali del psr:
- Ambiente;
- Mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici;
La strategia messa in campo nel PAL rispetto all’ambito turismo sostenibile mira a facilitare lo sviluppo e la crescita di attività imprenditoriali in un’ottica di “sistema ricettivo difuso” , sostenibile sia in termini ambientali per il territorio che in termini economici per i piccoli imprenditori locali. Il fattore di svolta in questo piano è l’innovazione tecnologica immaginata come elemento trasversale a tutte le altre priorità poichè attraverso servizi innovativi che rispondono a logiche ‘smart’ si renderanno efficienti in area rurale servizi che vanno dalla commercializzazione dei pacchetti turistici fino alla creazione di itinerari virtuali e/o mobilità sostenibile attraverso i territori rurali. Lo sviluppo del turismo sostenibile passa dunque attraverso la cura dei sentieri e la sistemazione dei percorsi che riduce il rischio frana consentendo il deflusso delle acque e pertanto è in linea con l’obiettivo relativo alla mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici.
Rispetto al secondo ambito selezionato ossia ‘sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri)’ , gli interventi previsti sono finalizzati al potenziamento delle filiere locali combinando processi tradizionali e innovazione tecnologica, al fine di salvaguardare la cura e la tutela del territorio, la protezione delle specie di pregio e la corretta gestione del paesaggio agricolo. Le attività agricole saranno funzionali alla salvaguardia, ripristino e miglioramento della biodiversità, comprese le zone Natura 2000 e le zone soggette a vincoli naturali o ad altri vincoli specifici. Inoltre, in tale contesto si effettuerà una migliore gestione delle risorse idriche, compresa la gestione dei fertilizzanti e dei pesticidi. Tali azioni hanno un impatto sull'erosione dei suoli e sulla gestione degli stessi.
Molta attenzione sarà riposta nella riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca prodotte dall'agricoltura e sulla conservazione e il sequestro del carbonio nel settore agricolo e forestale attraverso le specifiche misure attivate.
L’ultimo ambito della strategia PAL ‘ossia accesso ai servizi pubblici essenziali’ è un obiettivo trasversale agli altri in quanto l’attivazione delle misure in esso previste contribuisce al miglioramento della qualità della vita della popolazione residente. Le misure previste saranno prevalentemente al servizio delle fasce deboli ossia anziani e bambini per migliorare l’integrazione nel tessuto sociale e rafforzarlo. L’invecchiamento attivo ha infatti un impatto sia sullo sviluppo economico consentendo la conservazione delle tradizioni sia sul benessere sociale perché rafforza la ‘famiglia’ rispondendo a fabbisogni essenziali. Le misure attivate su tale obiettivo saranno ad alto contenuto tecnologico possibilmente ‘smart’ . Saranno privilegiati tutti quegli interventi che prevedono anche mobilità sostenibile o strutturata in modo intelligente per ridurre gli impatti sulle aree di pregio.
Tutte le Misure attivate contribuiscono quindi direttamente o indirettamente a raggiungere gli obiettivi dell’Unione Europea in materia di sostenibilità ambientale.
3.4 Descrizione del processo di partecipazione della comunità locale all’elaborazione della strategia, Innovatività della strategia e ricadute positive sul territorio
Descrizione del carattere innovativo introdotto, nella strategia sviluppata dal PAL, dalla scelta di ambiti tematici nuovi per il contesto locale. Illustrare le ricadute del piano in termini di:
- Progettazione di sistema, su tematiche aggregative e strategiche, portata avanti simultaneamente da più beneficiari e su misure diverse
- Organizzazione di una filiera locale (spesso di dimensione micro) in grado di sostenere e rilanciare produzioni identitarie e tipiche dell’area, di recuperare culture agroalimentari locali e creare occupazione
- Progetti che producono vantaggi collettivi di cui beneficiano direttamente alcune categorie di utenti e indirettamente la collettività (l’ambiente e il territorio)
- Progetti con una forte caratterizzazione sociale realizzati per dare risposte a soggetti deboli del territorio; il loro valore aggiunto sta nella creazione di legami tra soggetti territoriali
- Alto valore di trasferibilità, ossia modelli di riferimento da emulare e replicare in altri territori e in altri settori.
Il PAL sin qui descritto, che prenderà forma e sostanza con la descrizione delle Operazioni nel Capitolo 4 PIANO D’AZIONE, propone Obiettivi chiari che si intendono raggiungere attraverso un mix di Misure ed interventi messi a disposizione dal PSR Calabria 2014/2020.
Gli obiettivi generali del PAL sono, in generale:
- il consolidamento e l’ammodernamento delle micro-filiere produttive che operano nel comprensorio a cui il PAL fa riferimento
- l’aumento dell’attrattività del territorio attraverso la messa a sistema delle peculiarità comprensoriali (attrattori turistici)
- il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni rurali.
La sceltadegli Ambiti tematici tra quelli previsti dall’Avviso Pubblico relativo alla Misura 19.2 (SLTP – Sviluppo Locale di tipo Partecipativo), da parte del Comitato Tecnico incaricato della stesura del PAL, è funzionale al raggiungimento dei macro obiettivi sopra elencati.
La scelta degli ambiti tematici discende dai risultati ottenuti dall’analisi SWOT del territorio che ha messo in evidenza fattori critici e di potenziale successo dell’area interessata. Da una parte si è osservato un tessuto imprenditoriale agricolo caratterizzato da un numero elevato di aziende operanti su micro superfici totali (SAT) e micro superfici utilizzate (SAU) ma discretamente dotate di risorse idriche, carenti per la quasi totalità di informatizzazione per quanto attiene la gestione dell’azienda (amministrativa e agronomica) ma che producono prodotti di nicchia apprezzati dal mercato.
La popolazione è formata sempre più da anziani, nella maggior parte dei casi over 64 anni (il 21,31% dei residenti risulta, secondo dati ISTAT, “pensionato”), per effetto dello spopolamento che tutto il territorio ha subito negli ultimi 30 anni e che fa emergere sempre più il rischio di emarginazione e di isolamento delle fasce più deboli della popolazione rurale.
Il comprensorio risulta comunque ricco di attrattori turistici e potenziali percorsi pluri-tematici su cui costruire un prodotto turistico nuovo che veda parimenti coinvolte le zone rivierasche del Basso Tirreno Cosentino e le zone più interne del comprensorio delle Serre Cosentine e del Savuto.
Per rispondere a vecchie e nuove esigenze/emergenze/peculiarità del territorio oggetto di studio e programmazione, la scelta è caduta sui seguenti Ambiti tematici:
- Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri)
- Turismo sostenibile
- Accesso ai servizi pubblici essenziali.
Di seguito vengono riportate alcune Tabelle che daranno contezza del peso assoluto e percentuale di ogni singolo Ambito attivato sull’intero PAL.
Lo scopo delle Tabelle è quello di mostrare visivamente al lettore/valutatore:
- il plafond assegnato a ogni Ambito individuato;
- il peso, in termini assoluti e percentuali, di ogni singolo Ambito individuato;
- le Misure del PSR Calabria 2014/2020, e la relativa declinazione in interventi, che vengono attivate;
- il peso assoluto e percentuale di ogni singolo Intervento calcolato sul totale previsto dal PAL, al netto di quanto assegnato alle Aree Interne;
- le attività previste per ogni singolo Intervento;
- il numero potenziale di Beneficiari per singolo intervento;
- la portata dell’intervento in senso generale.
Lo sforzo che si è fatto è stato quello di mettere a sistema gli interventi in ragione della loro complementarietà e vicendevole integrazione, a ciò è seguita la calibratura degli stessi Interventi in ragione delle reali esigenze del comprensorio.
La metodologia utilizzata è dettata dalla convinzione che, le poche risorse finanziarie a disposizioni, debbano fruttare il massimo risultato possibile e che per essere funzionali al progetto dovranno essere legate da un trait d‘union diretto tra Interventi implementati all’interno dello stesso Ambito ed Interventi che trovano la loro realizzazione negli altri Ambiti.
La scelta macro effettuata si è concretizzata nell’allocare il 49,6% delle risorse a disposizione del PAL sul potenziamento delle produzioni di nicchia, e di quelle che non si possono più definire di nicchia, che, già presenti sui banconi locali, si affacciano su mercati nuovi ma che hanno bisogno di strumenti per consolidare le proprie posizioni.
Stiamo parlando della Cipolla Rossa di Tropea IGP, del Fico essiccato del Cosentino del tipo Dottato DOP, del Pomodoro di Belmonte De.C.O., della Castagna,della Patata della Sila I.G.P. e delle micro produzioni tipiche del comprensorio a cui il PAL rivolge attenzione in termini di risorse destinate:
- alla informazione dei capi azienda, a cui saranno dedicate delle sessioni dimostrative sulle innovazioni che riguarderanno strettamente le loro attività produttive (novità sulle tecniche colturali, sulle tecniche di micro irrigazione etc) e di trasformazione (novità afferenti nuove macchine trasformatrici, nuove macchine confezionatrici etc)
- al miglioramento delle prestazioni delle aziende che producono e/o trasformano Cipolla, Fico, Pomodoro , Castagne, Patate etc
- all’efficientamento energetico ed idrico delle aziende appartenenti alle micro filiere
- all’avviamento di nuove attività (start-up) legate alla trasformazione innovativa delle materie prime a disposizione del territorio
- alla vendita, alla promozione ed al marketing attraverso la cooperazione.
Tutti elementi che risultano complementari e funzionali ad un unico obiettivo: l’ammodernamento, il consolidamento, la promozione e lo sviluppo sui mercati locali e non, delle micro filiere censite ed al centro dell’idea progettuale PAL. Le Operazioni previste sono funzionali non solo al raggiungimento dell’Obiettivo dell’Innovazione tecnologica delle filiere ma anche alla riduzione delle emissioni attraverso, per esempio, il rinnovamento del parco macchine in uso presso le aziende di trasformazione.
I due Ambiti scelti a completamento della strategia, ovvero Turismo sostenibile e Accesso ai servizi pubblici essenziali, assorbono rispettivamente il 25,6% ed il 24,8% delle risorse disponibili e vanno nella direzione del miglioramento degli standard di vita nei paesi rurali da raggiungere attraverso la creazione di una micro filiera comprensoriale che possa segnare la svolta verso una nuova attrattività dell’Area eleggibile 6 e dunque nel medio periodo portare a nuova occupazione e un aumento del reddito disponibile (Turismo Sostenibile), l’altro attraverso l’erogazione di servizi rivolti alle fasce deboli e più soggette alla emarginazione ed all’isolamento anche attraverso l’utilizzo di ICT (Accesso ai servizi pubblici essenziali).
L’Area, come si evince dall’analisi SWOT, è ricca di attrattori che però necessitano della loro messa a sistema. Si spazia dal mare, alla montagna passando per la collina attraverso paesaggi variegati e intrisi di storia, cultura, tradizioni. La grande ricchezza di produzioni tipiche, risorse e valori etnoantropologici, le tradizioni di arti e mestieri rappresentano un grosso potenziale inespresso del nostro territorio.
L’idea portante del PAL, per quanto attiene l’Ambito del Turismo Sostenibile, è elaborare un nuovo prodotto turistico che tenga in considerazione il territorio quale valore identitario, che, attraverso l’implementazione degli interventi programmati nel PAL, soprattutto nell’ambito della cooperazione (Misura 16), vada ad integrare il settore turistico e le altre attività produttive quali l’agroalimentare e l'artigianato di qualità.
La strategia che si metterà in campo, per raggiungere l'obiettivo della sostenibilità del turismo, è caratterizzata dalla:
- Creazione di nuovi modelli di consumo caratterizzati da minori tassi di sfruttamento delle risorse e da una sensibilizzazione ed orientamento dei turisti ad un utilizzo compatibile delle risorse comuni;
- Creazione di nuovi modelli di produzione (nuovi prodotti turistici; applicazione ai processi produttivi dei modelli di gestione ambientale).
Nell’ambito del punto (1) la strategia di diversificazione dell'offerta turistica del territorio passa per la costruzione di nuovi prodotti turistici che possano uscire dalla monocultura stanziale del balneare tradizionale (Basso Tirreno Cosentino) e favorire forme di visita dinamiche che conducano i turisti a permanenze più lunghe e localizzate verso l’entroterra dell’Area 6.
La Misura 16 Intervento 16.03.01 va in questa direzione, in quanto prevede la Cooperazione tra piccoli operatori turistici e/o loro Associazione finalizzata alla creazione di un prodotto turistico nuovo di tipo esperienziale che possa spostare il turista dalla fascia costiera, che va da Amantea a San Lucido, a tutta la zona interna di tipo collinare/montana. La cooperazione dovrà fondarsi su forme di collaborazione che modellino un’offerta turistica diversa che veda di fianco l’uno all’altro l’operatore balneare con le Aziende Agricole, con le Fattorie Sociali, con le Fattorie Didattiche, con le aziende dell’Agroalimentare, con le botteghe artigiane del territorio.
Attraverso la Misura 6 Intervento 06.04.01, si prevede il sostegno alla multifunzionalità delle aziende agricole, quali Fattorie Sociali e Fattorie Didattiche che, in collaborazione con gli altri operatori turistici coinvolti, potranno offrire al turista, oltre al mare, anche la Vendemmia nei palmenti, la mietitura e le operazioni nell’aia, l’allevamento, la cucina tradizionale etc.
Uno degli effetti desiderati, oltre alla diversificazione dell’offerta turistica sarà, il riequilibrare la distribuzione spaziale delle attività turistiche dalla costa verso l'interno per diffondere i benefici economici e sociali su di un territorio più vasto e limitare i danni legati all'abbandono dei luoghi (centri storici e zone rurali) e delle attività tradizionali (artigianato locale e antichi mestieri).
Ulteriore obiettivo sarà quello di migliorare la qualità dei servizi al turismo, promuovendo la cultura della sostenibilità e della valorizzazione consapevole del patrimonio naturale, storico, culturale, architettonico, tradizionale presente sul territorio di riferimento attraverso l'adozione di soluzioni tecnologiche ed organizzative orientate alla sostenibilità spostando l'attenzione sulla tradizione e sulla "vivibilità" dei centri storici e delle zone rurali atti a rafforzare la memoria storica dei luoghi e la valorizzazione delle risorse naturali.
Come detto, la varietà di attrattori fornisce elementi utili alla creazioni di più percorsi tematici. Attraverso la Misura 7 Intervento 07.06.01, a Regia diretta GAL, verrà approfondito lo studio del territorio ai fini della elaborazione dei percorsi tematici che mettano a sistema i Castelli le Rocche e le Fortificazioni Militari, i siti Archeologici (Antica Themesa), i Conventi, le Abbazie e i Monasteri, le Chiese, i Santuari e le Basiliche (i Conventi di San Francesco di Paola), i Centri Storici di Eccellenza, l’Enogastronomia di Eccellenza, i Borghi e i Villaggi Rurali e Montani, i Borghi Marinari, il Parco Nazionale della Sila, le Feste e le Tradizioni, la musica e le Culture Popolari.
I contenuti elaborati attraverso l’Intervento 07.06.01 saranno resi disponibili a tutti i Comuni appartenenti al futuro GAL e resi fruibili attraverso molteplici strumenti:
- Info Point presso i municipi dell’Area 6
- APP scaricabile gratuitamente
- Totem informativi
- QRcode apposti su cartellonistica turistica.
Esempio di QRcode su cartellonistica turistica
Particolare attenzione sarà rivolta alla disseminazione dei contenuti a servizio dei percorsi tematici attraverso QRcode su cartellonistica in prossimità dei siti di interesse.
Per quanto attiene l’eventuale creazione di un percorso ad hoc per cicloamatori che possa condurre il visitatori “SUI” percorsi tematici, la cartellonistica sarà distribuita sulle vecchie Strade Statali che abbondano di vedute e panorami e che già oggi assolvono al ruolo di inconsapevoli piste ciclabili intercomunali. Se da un a parte il GAL, con i fondi a propria disposizione non può pensare di progettare e realizzare un’unica pista ciclabile che colleghi i 40 Comuni dell’Area Eleggibile 6, può, dall’altra, portare a valore il patrimonio rappresentato dalle decine di strade che attraversano il territorio.
A titolo esemplificativo, si può citare il vecchio tracciato della Strada Statale 18 Tirrenica Superiore che attraversa tutti i Comuni che faranno parte del GAL e che sono collocati nel Basso Tirreno Cosentino ovvero, da Sud verso Nord, Amantea, Belmonte Calabro, Longobardi, Fiumefreddo Bruzio, Falconara Albanese, San Lucido. Oppure la Strada Provinciale SP45 che collega Fiumefreddo Bruzio a Carolei, Mendicino, Marano Marchesato e Marano Principato e Castrolibero. Oppure la Strada Statale SS19 che collega Amantea a San Pietro in Amantea, Aiello Calabro, Serra d’Aiello, Lago, Altilia, Grimaldi, Malito, Belsito e Marzi.
Su tali percorsi, classificati per grado di difficoltà, sarà posizionata la cartellonistica esplicativa attraverso la quale i cicloamatori, puntando il proprio smartphone, potranno ricavare tutte le indicazioni utili alla loro escursione (mangiare, dormire, luoghi da visitare).
Rete stradale del comprensorio Area Eleggibile 6 – Dettaglio SS 18
Creato il modello di turismo e un suo Marchio, gli Itinerari dovranno essere certificati (EMAS, ECOLABEL, etc) così da creare un percorso condivido tra tutti gli operatori che se ne fregeranno, diminuire la pressione sul territorio e sulle comunità locali, spalmare gli stress nel tempo e nello spazio, ridurre gli sprechi ed educare ad usi virtuosi e parsimoniosi delle risorse i residenti e i visitatori.
Il miglioramento della qualità della vita del comprensorio si ottiene anche e soprattutto pensando e implementando soluzioni ad hoc per fasce specifiche della società quali quelle più deboli (giovani ed anziani). Questo è il caso dei Centri Servizi previsti all’interno della Misura 7 Intervento 07.04.01. che si attiverà con la Regia del GAL che determinerà le Aree dove sorgeranno dette strutture.
I futuri beneficiari potranno progettare strutture per l’inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità o svantaggiate o di minori in età lavorativa, oppure strutture che erogheranno prestazioni e servizi a supporto delle terapie mediche, psicologiche e riabilitative, oppure avviare centri per l’educazione ambientale, alimentare, per la salvaguardia della biodiversità, e la conoscenza del territorio rivolte a persone in difficoltà sociale, fisica e psichica.
Oppure, ed ancor meglio, avviare centri per l’invecchiamento attivo (Laboratori della Longevità) che possano migliorare la qualità della vita dei residenti anziani delle zone rurali attraverso attività laboratoriali come l’Orticoltura (orto sociale, coltivazione su piano rialzato – bancali -, tecniche di potatura ed innesto) o Laboratori per la mente e terapie occupazionali (riferiti al mondo agricolo, alla natura, alle tradizioni rurali quali attività espressive che utilizzano materiali come carta, creta, stoffa, la falegnameria, ecc) oppure Laboratori di educazione alimentare.
A questo intervento fa il paio quello previsto nelle Misura 16 Intervento 16.09.01, attivabile per il sottoprogramma Aree Interne, attraverso il quale gli otto Comuni (Lago, Aiello, Serra d’Aiello, San Pietro in Amantea, Scigliano, Bianchi, Carpanzano, Panettieri, che prevede di sostenere progetti di cooperazione tra più i soggetti che erogano servizi di integrazione sociale, assistenza sanitaria, educazione ambientale e alimentare, formazione professionale e orientamento al lavoro rivolti a:
- Bambini
- Giovani dai 16 anni ai 29
- Anziani over 64 anni
- Svantaggiati
- Persone che versano in precarie condizioni economiche e sociali
- Persone a rischio emarginazione
Le attività previste sono:
- attività di co-terapia, in collaborazione con i servizi socio-sanitari, per persone con difficoltà temporanee o permanenti (handicap psico-fisico, problemi psichiatrici, anziani, ecc.);
- Servizi rivolti ai bambini attraverso attività ricreative, campi scuola, centri estivi, ecc.),
- Servizi rivolti agli anziani quali attività per i tempo libero, orto sociale, assistenza, ecc.);
- Programmazione e gestione di interventi di formazione ai prerequisiti lavorativi e di orientamento occupazionale e di inserimento lavorativo,
- Formazione professionale nell’ambito delle filiere produttive censite dal PAL
- Nuovi servizi alla persona che vengono erogati attraverso l’utilizzo delle ICT
Il PAL si caratterizza, per quanto detto, per una marcata attenzione verso i temi dell’emarginazione delle fasce deboli quali anziani e giovani perché risulta prioritario far vivere meglio i residenti ed evitare che le forze migliori del territorio possano abbandonare i luoghi di appartenenza. La Misura 6 Intervento 06.02.01 va proprio in questa duplice direzione, in quanto, finanzia start up innovative che elaborano soluzioni innovative nell’erogazione di servizi alle popolazioni rurali e, dall’altra, attraverso un premio di 50.000 €, crea i presupposti affinché giovani del posto possano avviare nuove attività lavorative senza abbandonare i propri paesi.
Ogni Misura ed Intervento previsto sono stati calibrati in ragione del raggiungimento della più ampia platea possibile di beneficiari. Nella totalità delle Operazioni è stato posto un massimale di spesa inferiore a quello previsto dal documento di programmazione PSR Calabria 2014/2020 e tale metodologia è stata, in ogni caso, motivata e circostanziata con evidenze di tipo scientifico e statistico. Come nel caso della Misura 07 Intervento 07.03.01 che prevedendo la possibilità di accedere ai soli privati (la Misura prevede la complementarietà con le azioni messe in campo dalla Regione Calabria), dissemina oltre 30 micro interventi utili, a 30 soggetti diversi, per l’installazione o il miglioramento delle connettività. Oppure nel caso delle Misura 4 Interventi 04.01.03 (Efficientamento della risorsa idrica) e 04.01.04 (Produzione e consumo energia da fonti rinnovabili).
3.5 La strategia per i comuni ricadenti nelle “Aree Interne” del PAL
Dovrà essere descritto un sottoprogramma tematico dedicato, tenendo conto degli ambiti di intervento specifici della “Strategia aree interne regione Calabria” e monitorare con apposito codice identificativo le tipologie di intervento realizzate nell’ambito della strategia medesima.
La Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), lanciata dal Piano Nazionale di Riforma dell’Italia e dall’Accordo di Partenariato concluso con la Commissione Europea, ha come obiettivo quello di potenziare lo sviluppo inutilizzato di queste aree e ridurre, nel tempo, i costi sociali che una cura appropriata e continua potrebbe evitare.
I territori calabresi sono caratterizzati da un’elevata fragilità dal punto di vista dell’accessibilità ai servizi essenziali, considerati alla base del diritto di cittadinanza (sanità, istruzione e mobilità) ma spesso presentano potenzialità di sviluppo sottoutilizzate.
In Calabria è stata selezionata quale area pilota per la sperimentazione della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), l’Area del Reventino-Savuto. Tale Area, come definito dalla Relazione annuale sulla Strategia nazionale per le aree Interne (ai sensi del comma 17 dell’articolo 1 della Legge di Stabilità 2014 presentata al Cipe) “è situata a metà tra le due Province di Catanzaro e Cosenza, comprende 14 comuni. Tra le quattro aree individuate, il Reventino-Savuto è il territorio più “forte” dal punto di vista produttivo, con specializzazioni nel settore manifatturiero e nell’editoria. Diversi comuni dell’area hanno partecipato al bando del Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), ricevendo finanziamenti per i piani di accoglienza ai rifugiati”.
Nella strategia PAL, oltre ai comuni che ricadono nell’Area Reventino Savuto, ovvero Panettieri, Scigliano, Bianchi e Carpanzano, fanno parte inoltre i Comuni di Aiello Calabro, Lago, Serra d’Aiello e San Pietro In Amantea. Questa area assomma a 165,08 kq e conta una popolazione di 8999 nel 2011 ma che nel 1981 era pari a 13.221. La zona ha subito uno spopolamento pari a 4222 unità negli ultimi 30 anni. Detto ciò la popolazione dell’Area Interna vale l’8,14% della popolazione comprensoriale dell’Area Eleggibile 6.
Comuni ricadenti nelle Aree Interne
Di seguito si riporta lo schema riepilogativo relativo all’allocazione delle risorse a disposizione del PAL e da destinare alle Aree Interne a seguito dell’implementazione di alcune Misure previste dal PSR Calabria 2014/2020.
Allocazione risorse Strategia Nazionale Aree Interne
Premesso ciò il sottoprogramma tematico progettato per gli otto comuni delle Aree Interne, sarà dedicato all’offerta/accesso ai servizi di assistenza alla popolazione rurale ed al sostegno del turismo rurale.
Le misure che si intendono attivare sono le seguenti:
Misura 16 COOPERAZIONE - Intervento 16.03.01 - Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse che verrà contrassegnata dal codice identificativo
A.I. PAL Area 6 - Intervento 16.03.01
L’Operazione sarà attivata attraversoRegia GAL
Misura 16 COOPERAZIONE - Intervento 16.09.01 - Diversificazione delle attività agricole per l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale e l’educazione ambientale che verrà contrassegnata dal codice identificativo
A.I. PAL Area 6 - Intervento 16.09.01
L’Operazione sarà attivata attraversoRegia GAL
Misura 7 SERVIZI DI BASE E RINNOVAMENTO DEI VILLAGGI NELLE ZONE RURALI - Intervento 7.5.1 - Investimenti per uso pubblico in infrastrutture ricreative, informazione turistica e infrastrutture turistiche su piccola scala che verrà contrassegnata dal codice identificativo
A.I. PAL Area 6 - Intervento 07.05.01
L’Operazione sarà attivata attraverso unaGestione Diretta GAL
Attraverso l’implementazione dell’Intervento A.I. PAL Area 6 - Intervento 16.03.01 verrà sostenuta e favorita la creazione di nuove forme di cooperazione, tra “piccoli operatori”, finalizzata a raggiungere economie di scala nella produzione di beni e servizi legati al marketing turistico.Le operazioni, attraverso la Regia del GAL, verranno localizzate in modo tale che un progetto di cooperazione sia asservita ai Comuni di Aiello Calabro, Lago, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello, l’altro ai Comuni di Panettieri, Scigliano, Bianchi e Carpanzano.
Attraverso l’implementazione dell’Intervento A.I. PAL Area 6 - Intervento 16.09.01verranno attivate due Operazioni afferenti il potenziamento dei servizi rivolti alle popolazioni rurali. Anche in questo caso le operazioni, attraverso la Regia del GAL, verranno localizzate in modo tale che una struttura possa servire i Comuni di Aiello Calabro, Lago, San Pietro in Amantea e Serra d’Aiello, l’altra, i Comuni di Panettieri, Scigliano, Bianchi e Carpanzano.
Attraverso l’implementazione dell’Intervento A.I. PAL Area 6 - Intervento 07.05.01si sosterranno interventi tesi a migliorare la ricettività e l’ospitalità nelle aree rurali.
Grado di coerenza/complementarietà tra Operazioni previste e Strategia Nazionale Aree Interne
Di seguito il dettaglio delle Operazioni previste
A.I. PAL Area 6 - Intervento 16.03.01
Misura attivata: 16 - COOPERAZIONE
Intervento 16.3.1 - Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse
Descrizione del tipo di intervento
Dall’analisi dell’Area è emersa la necessità di effettuare azioni sistemiche di promozione del territorio finalizzate ad incrementare il numero dei fruitori del patrimonio ambientale e culturale enogastronomico che insiste nella zona oggetto di valutazione. L’Operazione risulta complementare a quanto si intende realizzare attraverso le Misura 07 Intervento 07.06.01. e Intervento 07.05.01 del PAL e coerente con la Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI) ed alla Strategia dell’Area prototipo: Reventino – Savuto di cui al D.G.R. n°490 del 27/11/2015.
La crisi del turismo di massa indica l'incapacità dei grandi produttori di raggiungere le fasce di clientela più individualista, che evita i luoghi a grande affluenza turistica e che ricerca un contatto con il territorio e gli abitanti. Questa clientela, non strutturata, rappresenta una sostanziale quota di mercato aggredibile.
E’ proprio attraverso la cooperazione tra operatori, nell'ambito della specializzazione del servizio offerto e la realizzazione di iniziative collettive di promozione/commercializzazione, che si possono ottenere economie di scala ed aggredire mercati che le singole imprese difficilmente potrebbero raggiungere.
Il problema principale delle zone LEADER è rappresentato dalla carenza delle proprie reti di accoglienza: capacità ricettive e ristorative, attività ricreative, ecc. Poche zone sono infatti in grado di creare contatti tra i diversi partner che concorrono alla realizzazione di un prodotto turistico: fornitori di servizi ricettivi e ricreativi, animatori, società di trasporto, distributori, ecc.
Per attenuare questo deficit di ricettività, si possono mettere in campo azioni che, nell’ambito di un progetto di cooperazione, possono avvicinare il turista alle zone Interne.
All’interno dei progetti sovvenzionabili, sono finanziate: o Lo sviluppo di forme di Associazionismo tra operatori del turismo costiero, tipico del Basso Tirreno Cosentino, e del turismo rurale delle Aree Internequali agriturismi, fattorie didattiche e sociali e altri soggetti che erogano servizi nell’ambito turistico; o la realizzazione di misure collettive per la promozione e commercializzazione del turismo rurale; o l’adozione e la condivisione fra gli operatori di processi e strumenti
Elemento fondante dell’operazione sarà l’elaborazione di un Piano di Cooperazione che possa mettere in evidenza gli strumenti che gli operatori metteranno a sistema.
L’obiettivo ultimo sarà quello di creare un nuovo prodotto turistico che possa consentire agli operatori turistici di aggredire nuovi mercati e abbattere i costi attraverso leeconomie di scala che si produrranno.
|
Tipo di sostegno
Il sostegno è concesso sotto forma di sovvenzione globale a copertura dei costi ammissibili sostenuti e per un periodo funzionale allo svolgimento del progetto e comunque non superiore a 5 anni. |
Beneficiari
Sono beneficiari dell’operazione Partenariati tra almeno due soggetti tra “piccoli operatori” del settore agricolo e della filiera agroalimentare e della filiera turistica.
|
Costi ammissibili
Sono costi ammissibili all’operazione: Ø ristrutturazione, adeguamento ed informatizzazione di punti di informazione turistica Ø studi del territorio; Ø Costi legati alla cooperazione (animazione e definizione del progetto di cooperazione); Ø Produzione di materiale informativo e pubblicitario collettivo di promozione del territorio (cartaceo, digitale, cartellonistica, per la rete internet, App per smartphone ed altra attrezzatura informatica, etc.); Ø Organizzazione e/o partecipazione ad eventi fieristici, sagre ed altri eventi radiofonici e televisivi (comprese le spese logistiche, affitto spazi, noleggio attrezzature, animazione, interpretariato, traduzioni); Ø Azioni di marketing territoriale Ø Beni materiali ed immateriali connessi alla realizzazione del Piano di Cooperazione Ø Azioni di accoglienza di Tour Operator o operatori del settore turistico (giornalisti, agenti commerciali turistici, etc) finalizzate alla promozione extra regionale od estera dei settori agriturismo, fattorie didattiche. |
Condizioni di ammissibilità
Ammissibilità del soggetto proponente
Condizione di ammissibilità è l’aggregazione di piccoli operatori del settore agricolo, agroalimentare e turistico; la forma utilizzata per la costituzione dell’aggregazione dovrà essere una forma riconosciuta dalle vigenti leggi o regolamentate da contratti registrati, ivi inclusi i “contratti di rete”.
Le aggregazioni non ancora costituite o contrattualizzate si dovranno impegnare a farlo prima dell’accettazionedell’aiuto.
Ammissibilità della proposta Condizione di ammissibilità è la presentazione di un Piano di cooperazione che dovrà trattare i seguenti elementi: Ø descrizione del progetto; Ø descrizione dei risultati attesi e dimostrazione del raggiungimento di obiettivi di miglioramento delle prestazioni commerciali degli operatori aggregati; Ø descrizione del modello di governance interno al raggruppamento, nonché ruoli e mansioni di ogni componente del partenariato; Ø descrizione delle modalità di divulgazione dei risultati del progetto.
Gli impegni in fase di attuazione da parte del beneficiario sono rilevabile nella non alienabilità dei beni oggetto del sostegno per almeno 5 anni a decorrere dall’erogazione del saldo finale del contributo concesso. |
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
|
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri |
Importi e aliquote del sostegno
Importo massimo sovvenzionabile dall’operazione € 50.000,00.
Il contributo è concesso in ambito del regime “De Minimis” di cui al Reg. (UE) n. 1407/2013.
Il sostegno è erogato per una durata funzionale allo svolgimento del progetto e comunque non superiore a 5 anni
Per i costi di esercizio della cooperazione, la somma erogabile è soggetta alla limitazione del 25 % del valore complessivo del Piano di Cooperazione.
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Dall’esame condotto risultano i seguenti elementi critici di rischio: 1. Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi 2. Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento 3. Rischio moderato associabile al metodo di controllo e della tempistica della verifica ed il rispetto degli impegni del beneficiario 4. Rischio moderato associabile all’efficacia dei controlli in loco |
Misure d’attenuazione
Le misure di attenuazione saranno le seguenti: 1. Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli 2. Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno 3. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica 4. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica |
Indicatori comuni
1. Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 474
2. Popolazione dell’Area 8999
|
Indicatori di prodotto 1. Spesa pubblica totale € 100.000,00 (37% del totale contributo pubblico previsto per le Aree Interne)
2. Investimenti totali € 125.000,00
3. Popolazione che beneficia di migliori servizi 7691
|
Indicatori di risultato
1. Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 474
2. Numero di aziende agricole che potrebbero ricevere un sostegno per la partecipazione al progetto di cooperazione almeno 10 aziende potenzialmente coinvolte nelle 2 operazioni previste
3. Percentuale di aziende agricole che potrebbero ricevere un sostegno per la partecipazione al progetto di cooperazione 2,10% calcolato sul totale delle aziende operanti sul territorio Area Interne
|
Indicatori di impatto
1. Reddito di impresa agricola 2. Reddito operatori turistici 3. PIL Area Interna
Attraverso l’implementazione delle operazioni di cui sopra, si sosterrà la competitività globale delle aziende che parteciperanno al progetto di cooperazione, si otterranno economie di scala e si registrerà, nel medio periodo, un aumento trascurabile dell’occupazione, e nel lungo periodo un aumento del PIL dell’Area. |
A.I. PAL Area 6 - Intervento 16.9.1
Misura attivata 16 COOPERAZIONE
Intervento 16.9.1 - Diversificazione delle attività agricole per l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale e l’educazione ambientale
Descrizione del tipo di intervento
L’intervento vuole sostenere progetti di cooperazione tra più soggetti (pubblici e privati) operanti nelle Aree Interne e ricadenti nell’Area Eleggibile 6, nonché i soggetti che erogano servizi di integrazione sociale, assistenza sanitaria, educazione ambientale e alimentare, formazione professionale e orientamento al lavoro.
L’idea progettuale dovrà prevede la cooperazione tra questi soggetti: 1. Aziende agricole, forestali e zootecniche del territorio; 2. Asp competente territorialmente; 3. Associazioni di volontariato; 4. Aziende/Strutture che svolgono assistenza alla persona di tipo sanitario e/o socio-assistenziale; 5. Start-up innovative, (di cui alla Misura 06.02.01 del presente PAL), che hanno avviato servizi innovativi rivolti alla popolazione rurale in special modo bambini e/o anziani residenti; 6. Soggetti già coinvolti nelle misure di cooperazione attivate dal presente PAL quali beneficiari della Misura 16.03.01, 16.03.01 e in particolar modo quelli coinvolti in progetti di cooperazione di cui all’Intervento 16.09.01; 7. Altri soggetti pubblici e/o privati che operano nel campo dell’assistenza alla persona 8. Centri per l’impiego e/o Agenzie per il lavoro 9. Agenzie formative
Il Piano di Cooperazione, che va redatto obbligatoriamente per la concessione del beneficio, dovrà riguardare la messa a sistema di soluzioni innovative per lo sviluppo dell’inclusione delle popolazioni rurali e dovranno, al contempo, fornire servizi di integrazione sociale, assistenza sanitaria ed orientamento attraverso l’utilizzo condiviso di locali e strutture produttive.
Le fasce di popolazione a cui il progetto dovrà rivolgersi saranno: 7. Bambini 8. Giovani dai 16 anni ai 29 9. Anziani over 64 anni 10. Svantaggiati 11. Persone che versano in precarie condizioni economiche e sociali 12. Persone a rischio emarginazione
I servizi che saranno erogati sono: 1. Offerta di attività di co-terapia, in collaborazione con i servizi socio-sanitari, per persone con difficoltà temporanee o permanenti (handicap psico-fisico, problemi psichiatrici, anziani, ecc.); 2. Offerta di servizi ai bambini attraverso attività ricreative, campi scuola, centri estivi, ecc.), 3. Offerta di servizi agli anziani quali attività per i tempo libero, orto sociale, assistenza, ecc.); 4. Programmazione e gestione di interventi di formazione ai prerequisiti lavorativi e di orientamento occupazionale e di inserimento lavorativo, 5. Formazione professionale nell’ambito delle filiere produttive censite dal presente PAL 6. Offrire nuovi servizi alla persona attraverso l’utilizzo delle ICT
Gli elementi fondanti dell’operazione sono: - Redazione di unPiano di Cooperazione dettagliato comprensivo della descrizione di modello di governance interno, ruoli, mansioni, responsabilità e budget di ciascun partner; - la pertinenza della dimensione e la completezza della rete di soggetti cooperanti rispetto agli obiettivi e le finalità del progetto presentato.
Il progetto dovrà puntare inoltre alla diffusione delle informazioni da realizzare attraverso azioni informative volte a promuovere le azioni progettate e i risultati ottenuti. |
Tipo di sostegno
Il sostegno è concesso sotto forma di sovvenzione globale a copertura dei costi ammissibili sostenuti.
Il sostegno si applicherà nel rispetto del regolamento «de minimis» e non potrà avere una durata superiore a 5 anni. |
Beneficiari
I potenziali beneficiari sono le aggregazioni tra almeno cinque soggetti tra: 1. Aziende agricole, forestali e zootecniche del territorio; 2. Asp competente territorialmente; 3. Associazioni di volontariato; 4. Aziende/Strutture che svolgono assistenza alla persona di tipo sanitario e/o socio-assistenziale; 5. Start-up innovative, (di cui alla Misura 06.02.01 del presente PAL), che hanno avviato servizi innovativi rivolti alla popolazione rurale in special modo bambini e/o anziani residenti; 6. Soggetti già coinvolti nelle misure di cooperazione attivate dal presente PAL quali beneficiari della Misura 16.03.01, 16.03.01 e in particolar modo quelli coinvolti in progetti di cooperazione di cui all’Intervento 16.09.01; 7. Altri soggetti pubblici e/o privati che operano nel campo dell’assistenza alla persona 8. Centri per l’impiego e/o Agenzie per il lavoro 9. Agenzie formative |
Costi ammissibili
Sono costi ammissibili sono: · Studi di fattibilità · costi di esercizio della cooperazione · costi diretti di specifici progetti legati all’attuazione delle azioni finalizzate all’innovazione e allafornitura di servizi riguardanti l'assistenza sanitaria, l'integrazione sociale di soggetti svantaggiati e l'educazione ambientale · costi relativi ad attività di informazione e comunicazione, realizzazione di servizi di educazione, integrazione sociale e assistenza sanitaria seminari, siti e attività web, materiale divulgativo. |
Condizioni di ammissibilità
Le idee progettuali dovranno essere presentate dai comuni in forma associata e le future strutture dovranno sorgere rispettivamente: 1. Una struttura dovrà sorgere in uno dei seguenti Comuni: Aiello Calabro, Serra d’Aiello, Lago e San Pietro in Amantea 2. Una struttura dovrà sorgere in uno dei seguenti Comuni: Panettieri, Scigliano, Bianchi e Carpanzano.
All’interno di queste macro aree potranno essere presentate più idee progettuali che andranno in competizione tra loro ma per la sola assegnazione della struttura prevista nella stessa macro area.
Ammissibilità del soggetto proponente
In merito alle condizioni di ammissibilità, le aggregazioni tra i beneficiari, ovvero aziende agricole, Comuni o altri enti pubblici o privati, dovranno essere costituite in una delle forme riconosciute dalla legge.
Possono presentare propria candidatura anche aggregazioni non ancora costituite o contrattualizzate, ma che sottoscriveranno il loro impegno/obbligo a costituirsi/contrattualizzarsi prima dell’accettazione dell’aiuto.
Ammissibilità della proposta
IlPianodi Cooperazione dovrà contenere i seguenti elementi: o descrizione del progetto di cooperazione; o descrizione dei risultati del progetto e come si intende perseguirli; o descrizione del modello di governance interno al raggruppamento (ruoli, mansioni responsabilità e budget per ogni membro); o descrizione delle modalità di divulgazione dei risultati del progetto realizzato.
In fase di attuazione, relativamente a Piani di cooperazione che prevedono il sostenimento di costi di investimento materiali o immateriali, il beneficiario non potrà distogliere dal ciclo di produzione aziendali i beni oggetto del sostegno per almeno 5 anni adecorrere dall’erogazione del saldo finale del contributo concesso. |
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
A -Corrispondenza tra l’intervento e gli obiettivi del PAL B - Utilizzo di soluzioni che utilizzano tecnologie ICT per l’implementazione e la fruizione dei servizi C - Priorità alla localizzazione delle attività all’interno delle aree rurali più svantaggiate “C” e “D” D -Dimensione e varietà dei soggetti che cooperano E - Grado di replicabilità del progetto di cooperazione (dimostrabile) F -Maggiore capacità di creare nuova occupazione |
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri |
Importi e aliquote del sostegno
Importo massimo sovvenzionabile dall’operazione € 50.000,00
Tasso di sostegno dell’operazione 80%.
Il sostegno è erogato per una durata funzionale allo svolgimento del progetto e comunque non superiore a 5 anni.
Per i costi di esercizio della cooperazione, la somma erogabile è soggetta alla limitazione del 25 % del valore complessivo del progetto elaborato. |
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
I rischi inerenti l’attuazione del presente intervento sono: 1. Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi 2. Rischio moderato associabile ai metodi di controllo 3. Rischio moderato relativo alla corretta applicazione delle norme relative ai contratti pubblici 4. Rischio moderato associabile all’efficacia dei controlli in loco |
Misure d’attenuazione
1. Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli; 2. Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno 3. Predisposizione, da parte della struttura GAL, e aggiornamento di un Manuale sui contratti pubblici. Predisposizione e adozione di una check-list resa disponibile ai soggetti pubblici ed ai responsabili dei controlli. 4. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica |
Indicatori comuni
7. Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 474
8. Popolazione dell’Area 8999
|
Indicatori di prodotto
1. Spesa pubblica totale 100.000 € (37% del totale contributo pubblico previsto per le Aree Interne)
10. Investimenti totali 125.000 € (39% del totale della spesa prevista per le Aree Interne)
11. Popolazione che beneficia di migliori servizi 8999
12. Numero di Progetti di cooperazione finanziabili Almeno 2 Progetti di Cooperazione
13. Numero e tipologia dei promotori di progetti Almeno 10 tra 5 tipologie di partner (almeno 5 soggetti diversi per Piano di Cooperazione – vedi criteri di valutazione)
|
Indicatori di risultato
1. Posti di lavoro creati nell’ambito dei progetti finanziati Almeno 4 nuove ULA (vedi criteri di valutazione)
|
Indicatori di impatto
1. Reddito di impresa agricola 2. Tasso di occupazione/disoccupazione nell’area 3. Grado di povertà rurale 4. Qualità della vita nelle zone rurali
Gli indicatori di cui sopra, se assunti quali target di impatto/risultato atteso, sono ottenibili attraverso l’implementazione delle operazioni previste e descritte. L’implementazione delle operazioni sopra descritte produrrà elementi di economia e di vantaggio per il mondo rurale appartenente alle Aree Interne.
|
A.I. PAL Area 6 - Intervento 07.05.01
Misura 7 SERVIZI DI BASE E RINNOVAMENTO DEI VILLAGGI NELLE ZONE RURALI –
Intervento 7.5.1 - Investimenti per uso pubblico in infrastrutture ricreative, informazione turistica e infrastrutture turistiche su piccola scala
Descrizione del tipo di intervento
L’operazione prevede la realizzazione di interventi quali investimenti di realizzazione, miglioramento e adeguamento di infrastruttureturistico/ricreative a favore del turismo rurale tesi al miglioramento ed adeguamento della ricettività e dell’ospitalità nelle aree rurali.
L’intervento sostiene in particolare investimenti per: o individuazione, realizzazione, ripristino e adeguamento di itinerari tematici a scopo didattico-ricreativo (cultura, storia, natura, enogastronomia), percorsi attrezzati (escursionismo, ippoturismo, birdwatching, trekking, mountain bike, orienteering, sci di fondo, canoa, roccia), piste ciclabili; o realizzazione di piccoli impianti sportivi di fruizione pubblica; o realizzazione di spazi destinati a ludoteche, spazi polifunzionali ricreativi, aree attrezzate per l’infanzia.
|
Tipo di sostegno
Il contributo concedibile è pari al 100% della spesa ammissibile. |
Beneficiari
I beneficiari di questo Intervento sono esclusivamente Enti pubblici |
Costi ammissibili
Nell’ambito dell’Intervento sono ammissibili le spese strettamente necessarie all’erogazione/fruizione del servizio ovvero: o opere di recupero, adeguamento, ampliamento, ammodernamento di beni immobili; o hardware e software; o spostamento e/o rifacimento di sotto-servizi (luce, gas, acquedotti, fognature, telefono, ecc.), compresi gli oneri di autorizzazione e concessione; o spese generali nel limite del 9% delle spese ritenute ammissibili |
Condizioni di ammissibilità
Le condizioni di ammissibilità del presente Intervento sono rilevabili nell’area in cui verranno realizzate le opere (aree D e C ) e la coerenza con i piani di sviluppo comunali e della strategia di sviluppo locale implementata dal futuro GAL.
|
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
Per la definizione dei criteri di selezione si applicano i seguenti principi: • localizzazione dell’intervento con priorità per le aree D; • priorità comuni ricadenti in aree svantaggiate montane; • interventi ricadenti in aree naturali protette; • interventi che coinvolgono il maggior numero di territori comunali (meglio se contigui); • associazioni di comuni o comunità montane; • attivazione all’interno di un progetto di cooperazione; • grado di connessione con l’offerta turistica territoriale; • interventi su strutture già esistenti e operanti adibite all’erogazione di servizi di ricreativo/turistico.
|
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri. |
Importi e aliquote del sostegno
Il contributo concedibile è pari al 100% della spesa ammissibile.
Il contributo massimo richiedibile è pari a 24.000,00 €
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
L’attuazione dell’intervento, presenta i seguenti rischi e criticità:
Ø Rischio moderato relativo alla corretta applicazione delle norme relative ai contratti pubblici Ø Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento Ø Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi
|
Misure d’attenuazione
Al fine di ridurre i rischi derivanti dall’attuazione dell’intervento si prevede: Ø Predisposizione, da parte della struttura GAL, e aggiornamento di un Manuale sui contratti pubblici. Predisposizione e adozione di una check-list resa disponibile ai soggetti pubblici ed ai responsabili dei controlli Ø Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno Ø Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli |
Indicatori comuni
1. Popolazione 8999
|
Indicatori di prodotto
1. Spesa pubblica totale 69.860,16 € (26% del totale contributo pubblico previsto per le Aree Interne)
2. Investimenti totali € 69.860,16
3. Popolazione che beneficia di migliori servizi 8999
4. Numero di Progetti Finanziabili Almeno 3 Progetti
5. Numero e tipologia dei promotori di progetti Almeno 3 Comuni (vedi criteri di valutazione)
|
Indicatori di risultato
1. Popolazione che beneficia di migliori servizi 8999
2. Percentuale di popolazione rurale che beneficia di migliori servizi/infrastrutture 100%
|
Indicatori di impatto
Reddito di impresa agricola Reddito dei fattori in agricoltura Qualità della vita
L’Operazione è volta a sostenere e promuovere la crescita socio-economica e la sostenibilità ambientale delle aree rurali attraverso specifici interventi che possano promuovere il territorio.
|
3.6 Descrizione delle strategie di cooperazione e l’integrazione con il PAL
Dovrà essere descritto un sottoprogramma tematico dedicato, tenendo conto degli ambiti di intervento specifici della “Strategia aree interne regione Calabria” e monitorare con apposito codice identificativo le tipologie di intervento realizzate nell’ambito della strategia medesima.
Sottomisura 19.3 Cooperazione interterritoriale e transnazionale
- Descrizione dell’azione
Nell’ottica dell’integrazione con gli ambiti e le misure del pal, il partenariato ha deliberato tre interventi di cooperazione, di cui due interterritoriali e il terzo transnazionale.
Il primo dei 2 progetti di cooperazione interterritoriale è stato ideato ed elaborato dalla struttura interna del gal, che si propone come capofila in sede di realizzazione. La dettagliata scheda di tale progetto di cooperazione interterritoriale “Santi e Briganti”, basato sulla valorizzazione della musica popolare quale attrattore turistico, viene allegata a conclusione del capitolo .
Le schede di adesione pervenute da gal delle altre regioni del mezzogiorno d’Italia confermano la validità dell’intuizione progettuale e saranno alla base del lavoro di definizione del progetto nei prossimi mesi.
L’impegno totale sul progetto “Santi e Briganti” (preparazione, azione comune e azione locale) ammonta a € 183.000, come si evince dalla bozza di lavoro inserita nell’allegata scheda progettuale A.
Il secondo progetto interterritoriale “Laboratorio Rurale” vede coinvolti oltre al Gal Savuto ,i Gal Valle Crati e Sila e il Dipartimento di Sociologia Rurale dell’Università della Calabria.Vedasi scheda di massima( B) inserita nel capitolo.
L’impegno finanziario previsto per questo secondo progetto interterritoriale ammonta a € 25.000,00.
Il Progetto di Cooperazione transnazionale è stato proposto dal GalBatir , vedasi progetto di massima (C) in coda al capitolo, e riguarda la qualificazione dei paesaggi rurali nel contesto della valorizzazione delle produzioni tipiche.
L’impegno finanziario per il progetto transnazionale è previsto in € 50.000.
- Obiettivo generale dell’azione e coerenza con la strategia di sviluppo locale
Favorire lo scambio di esperienze con gal e territori nazionali e internazionali rappresenta uno degli obiettivi principali delle attività di cooperazione, specie per un gal che si appresta ad operare su un territorio vasto, dove 20 comuni su 39 non ancora mai usufruito delle potenzialità dell’approccio leader.
Creare reti anche informali fra gli operatori dell’area e fra questi e operatori esterni è dunque uno degli obiettivi di fondo di queste proposte di cooperazione.
La coerenza con la strategia posta a base del Piano è dunque massima, in quanto vengono ad essere interessati tutti i 3 ambiti individuati come base di operazioni.
- Obiettivi specifici
- Organizzazione di rassegne e manifestazioni artistiche, musicali e culturali di rilievo nazionale;
- attività promozionali a supporto delle produzioni tipiche e delle risorse turistiche;
- supporto a reti di operatori per la qualificazione della ricettività diffusa sul territorio;
- qualificazione delle azioni dei Comuni per la salvaguardia del paesaggio rurale;
-ricerche e iniziative per la valorizzazione della risorsa rurale;
- coinvolgimento delle scuole e delle giovani generazioni nei processi di valorizzazione dei paesaggi rurali.
- Valore aggiunto della cooperazione
Il valore aggiunto insito nei 3 progetti di cooperazione è così riassumibile:
- Inserimento in circuiti turistici di primaria importanza e visibilità;
- Collaborazione con gal e territori di provata esperienza e affidabilità;
- Coinvolgimento degli operatori pubblici e privati;
- Qualificazione delle politiche comunali di salvaguardia a tutela ambientale e del paesaggio;
- Riscoperta dei valori della ruralità;
- Diffusione di una cultura della ospitalità diffusa.
- Beneficiari
Gal
- Costi ammissibili
- Costi connessi all’organizzazione e promozione di eventi artistici, musicali, culturali;
-acquisto spazi espositivi per valorizzazione produzioni tipiche e risorse turistiche;
-realizzazione di materiale informativo a supporto;
- studi e applicazioni per la valorizzazione del paesaggio agrario e rurale;
-realizzazione di applicazioni smart per diffusione attività;
-spese di coordinamento dei progetti.
- Principi inerenti la determinazione dei criteri di selezione
- Numero manifestazioni e rassegne attivate;
-numero settori produttivi interessati;
-numero aziende partecipanti alle attività promozionali;
-numero proposte operative di interventi di riqualificazione del paesaggio;
-numero giornalisti e blogger attivati.
- Importi
L’importo sulla misura Cooperazione è di € 258.000,00 di cui
- € 183.000,00 per il progetto “Santi e Briganti”, di cui il gal Savuto è ideatore e capofila;
- € 000,00 per il progetto interterritoriale “Laboratorio rurale”
- € 000,00 per il progetto transnazionale “RuralScapes”.
- Aliquote di sostegno
100%.
- Tempistica
I progetti saranno avviati nel primo trimestre 2017 e si concluderanno nel settembre 2021.
- Indicatori di risultato
Gli indicatori valutati saranno i seguenti:
- numero di manifestazioni/rassegne musicali e artistico/culturali;
- numero aziende partecipanti alla rete;
- numero azioni di riqualificazione del paesaggio;
- numero mezzi di comunicazione (stampa, social)
- Indicatori di realizzazione
Gli indicatori valutati saranno i seguenti:
- numero fruitori manifestazioni/rassegne;
- nuove attività di ricettività diffusa.
- Modalità attuative
A gestione diretta.
- progetto di cooperazione interterritoriale
Bozza di lavoro febbraio 2017
AZIONE COMUNE
3.6.1. TITOLO
SANTI E BRIGANTI LA MUSICA POPOLARE COME ATTRATTORE DI TURISMO RELIGIOSO E GIOVANILE |
3.6.2. CAPOFILA
Gal Savuto , Capofila Nuovo Partenariato area rurale 6 indirizzo: Via Vallegiannò, 1 – Santo Stefano di Rogliano (CS) telefono/fax: 0984 969154 posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Presidente: Lucia Nicoletti Soggetto referente della cooperazione Direttore Pier Luigi Aceti, cell. 338 1814168, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Autorità di Gestione Regione di Calabria Soggetto Referente della cooperazione : Autorità di Gestione Avv. Alessandro Zanfino Indirizzo: c/o Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione - Germaneto 88100 CZ telefono/fax 0961 853143 / 0961 853121 posta elettronica : Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
|
3.6.3. PARTNERS
GALCittadella del Sapere
Latronico ( PZ)
telefono/fax
posta elettronica
PRESIDENTE
Franco Muscolino
|
Partner 2 Calabria GAL BATIR Reggio C.
PRESIDENTE ANTONIO ALVARO
|
Partner 3 Calabria
GAL DEI DUE MARI Soveria M. PRESIDENTE FRANCESCO ESPOSITO
|
Partner 4 Campania GAL ALTA IRPINIA Montella (Av) PRESIDENTE GIOVANNI CHIEFFO
|
Partner 5 Sicilia GAL METROPOLI EST Bagheria (PA) PRESIDENTE CIRO CONIGLIO |
Partner 6 Calabria
Gal Kroton
Crotone
PRESIDENTE
NATALE CARVELLO
Partner 7 Puglia
Gal Trulli e barsento
Putignano (Ba)
PRESIDENTE
STEFANO GENCO
3.6.4. MOTIVAZIONI
La fase di animazione, avviata dal Partenariato dell’area rurale sudcosentina nel novembre 2014 in occasione della pubblicazione da parte della Regione Calabria della Manifestazione di interesse propedeutica all’attuazione della misura Leader nel Psr Calabria 2014/20, ha consentito di individuare e sistematizzare i fabbisogni emergenti dall’ascolto delle realtà locali , pubbliche e private.
In particolare, come emerge anche dall’apposito capitolo del presente Pal, fra i fabbisogni riferibili ai vari campi di intervento del Piano rientrano , in una corretta visione di insieme delle strategie di azione, quelli più direttamente connessi alle attività di Cooperazione fra i Gruppi di Azione Locale:
qualificazione dell’ accoglienza turistica diffusa sul territorio, valorizzazione in loco e all’esterno della Calabria delle produzioni tipiche, animazione socio/culturale.
Queste tre direttrici sostengono il progetto di cooperazione interterritoriale di seguito illustrato e si intersecano con le azioni attivate nell’ambito delle altre misure del Piano.
I Gal Partner delle regioni centromeridionali italiane, di seguito indicati,hanno condiviso tali istanze in fase di preparazione dell’azione Comune e contribuiranno attivamente alla definizione e realizzazione delle azioni previste.
Viene quindi rispettato il richiamo del Regolamento UE 1305/13 all’opportunità di progettare e attuare progetti di cooperazione “concreti”, come sottolineato anche nel documento dei Servizi della Commissione “ Guidance for implementation of the Leader cooperation” (2014):
“ The cooperation project should be a concrete activity with clearly identified deliverables or outputs producing benefits for the territories”.
- B) Integrazione con gli Ambiti Tematici del Pal
“Cooperation can take the form of specific activities or a comprehensive strategy , depending on the need identified in the swot analysis”. ( Guidance…. Cooperation 2014 )
La scelta di inserire pienamente l’attività di cooperazione nell’ambito della strategia complessiva del Piano invece che di limitarla ad attività specifiche e settoriali, discende appunto dalle risultanze dell’analisi Swot , da cui emerge l’opportunità/necessità di integrare le azioni in maniera innovativa per l’area , in modo da conseguire per ogni intervento “effetti moltiplicativi”.
La correlazione tra le finalità di questo progetto interterritoriale e gli ambiti tematici complessivi del Piano è massima, in quanto gli interventi programmati seguono il percorso logico e operativo che partendo dalla valorizzazione delle produzioni dell’area porta all’ inserimento nelle formule più performanti di turismo sostenibile nelle aree rurali ( turismo religioso, turismo giovanile, turismo enogastronomico) passando per l’animazione socio/culturale.
La scelta ambiziosa del Partenariato di collegare direttamente “ il valore aggiunto” insito nei progetti di cooperazione agli ambiti tematici del Piano è da ritenere come uno dei principali aspetti “innovativi” fra quelli richiamati più volte dal Psr Calabria come capisaldi dell’approccio Clld.
- C) Obiettivo generale
In linea con quanto richiesto dal Reg.UE 1305/2013, la Programmazione di massima mira a individuare, per poi passare alla definizione in sede di programma esecutivo, azioni integrate finalizzate “alla realizzazione congiunta di attività concrete di sviluppo locale e di promozione dei territori rurali attraverso lo scambio di esperienze innovative”.
L’obiettivo primario è quello di sostenere formule innovative di “ animazione culturale e di accoglienza diffusa nei territori rurali” dei Gal partecipanti, al fine di accrescerne l’attrattività turistica nei confronti di quelle crescenti fasce di “viaggiatori consapevoli” attenti alle offerte culturali ed artistiche basate su una valorizzazione non artefatta delle tradizionali forme di espressività popolare. Le azioni ideate, indicate nei paragrafi successivi, consentirannola qualificazione dell’offerta territoriale delle aree e dei gal partecipanti, attraverso il coinvolgimento in attività legate ai “turismi in area rurale” e con scambio di attori appartenenti ai territori partner.
- D) Obiettivi operativi
Gli obiettivi operativi individuati risiedono nella capacità dei soggetti locali dei vari territori partecipanti di utilizzare adeguatamente le risorse tipiche ( prodotti agroalimentari e artigianali, dotazioni naturalistiche e artistiche), al fine di creare e/o valorizzare attività economico/sociali “local” che , inserite in un contesto di maggiore visibilità grazie all’offerta culturale ed artistica, possano svilupparsi in maniera armonica nel contesto rurale, in quell’ ottica di sviluppo sostenibile propria degli interventi Leader:
- sostegno a forme di ricettività diffusa;
- sviluppo di servizi turistici ;
-avvio di itinerari turistici;
- valorizzazione delle attività agroalimentari e artigianali;
- creazione di reti fra operatori locali;
- ideazione di attività socioculturali;
- gestione attività artistiche e musicali.
L’insieme di queste azioni dà vita a un progetto di cooperazione “concreto”,vale a dire in grado di contribuire a realizzare una serie di attività “misurabili” di sviluppo locale, grazie anche allo scambio di esperienze fra i partner e alla creazione/sostegno delle reti fra i protagonisti pubblici e privati dei territori partecipanti.
- E) Sinergie con il tema catalizzatore del Pal
Avviare e sostenere “Reti locali di investimenti e servizi” è l’obiettivo di fondo di ogni Pal in epoca Clld.
Le misure inserite in questo Piano rispecchiano tale impostazione , che di conseguenza viene assunta come caposaldo anche del presente progetto di cooperazione interterritoriale, sia nella sua azione comune che in quelle locali.
Azione comune e azioni locali sono quindi finalizzate a qualificare in ogni territorio partecipante l’offerta turistico/culturale in ambito rurale, in modo da creare economie di scopo atte a rafforzare la collaborazione fra gli operatori in quell’ottica di “territorio/impresa” , propria dei contesti più innovativi, dal Ragusano alla Stiria.
Un’economia a km zero dunque in grado di valorizzare in loco, con una efficiente capacità di accoglienza , le proprie risorse, umane- naturali- storiche, e di moltiplicarne gli effetti e le ricadute positive sul territorio,grazie agli scambi fra partner.
In tal modo, grazie anche allo scambio di esperienze con gli altri territori partner, l’ area rurale sud cosentina ideatrice e proponente del progetto, potrà iniziare a sperimentare e attuare modelli di sviluppo auto centrato finora prerogativa di pochi distretti rurali del mezzogiorno.
- F) Carattere innovativo e Valore aggiunto del Progetto di cooperazione nell’ambito del Pal
L’Innovazione principale del presente progetto di cooperazione consiste nel fatto che l’ideazione e il successivo coordinamento sono in capo ad un gal calabrese, fatto finora abbastanza raro visto che nelle passate programmazioni UE gran parte delle volte i gal calabresi hanno agito da semplici partner in progetti ideati e coordinati fuori regione. Questo comporterà anche un afflusso di fondi dai Psr di altre regioni italiane, in quanto nell’azione comune del progetto saranno inseriti i costi di coordinamento sostenuti dal gal capofila e ripartiti pro quota per ogni partner. Lo scambio di esperienze e di buone pratiche vedrà quindi in prima linea la realtà rurale calabrese. Inoltre, le azioni inserite in questo progetto interterritoriale , sia per la parte comune che per quella locale, contribuiscono all’esecuzione della strategia complessiva del Pal in quanto sono da intendere non come interventi specifici , chiusi nel “recinto della cooperazione fra gal”, bensì come elementi che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi posti a base del Piano. La cooperazione fra gal viene quindi attuata, seguendo le direttive della Rete rurale Europea, come azione integrata non come mera appendice della strategia complessiva. Per quanto riguarda il valore aggiunto di cui l’ area potrà beneficiare da questa attività di cooperazione , basti dire che nei comprensori Leader dei gal partner si sono sviluppate nel corso degli anni significative modalità di “territorio/impresa”, ovvero di quelle buone pratiche di sviluppo auto centrato finora da noi carenti e quindi suscettibili di essere valorizzate nell’ottica dello scambio di esperienze. In sintesi, l’attività di cooperazione illustrata sinteticamente in questo capitolo del Pal, potrà contribuire al raggiungimento nella nostra area dell’obiettivo di fondo della strategia di sviluppo rurale partecipato, vale a dire il sostegno a forme originali di reti di investimenti e servizi che vedano gli attori e le risorse locali quali protagonisti. Infatti, la valorizzazione integrata delle risorse del “proprio” territorio inizia ad essere considerata dagli attori locali come un percorso realistico e con risultati concreti, in quanto l’inserimento in un circuito artistico/culturale/turistico nazionale qualifica l’offerta territoriale, accrescendone la visibilità sui mezzi di comunicazione.
|
3.6.5. Le attività del progetto di cooperazione
- Preparazione
Le azioni materiali e immateriali inserite in questa attività di cooperazione fra gal discendono dall’analisi dei fabbisogni emersi in fase di animazione. Sono state di conseguenza avviate attività di approfondimento, studio e confronto con i potenziali partner di altre regioni e sul territorio stesso dei 40 comuni sudcosentini, per focalizzare al meglio contenuti e metodologie da precisare e dimensionare nel programma di massima. L’intento per i prossimi mesi è quello di formalizzare e sostenere con specifiche azioni in fase realizzativa, una rete che coinvolga gli attori dei vari territori mettendoli anche in grado di usufruire delle esperienze maturate dai partner, in quell’ottica di benchmarking propria delle formule più avanzate di marketing territoriale, basate sulla valorizzazione delle best practices di sviluppo auto centrato.
In sintesi le attività svolte in questa prima fase di preparazione del progetto di cooperazione interterritoriale sono state:
-Analisi delle precedenti esperienze del Gal Savuto in materia di cooperazione fra gal,
-Analisi delle risultanze della fase di animazione nell’ambito del sostegno preparatorio alla costruzione del Pal 14/20,
-Ricerca partner con riunioni e incontri ,
- Ricerche e consulenze in merito al “filo conduttore artistico” del progetto;
- Ideazione e prima definizione del progetto.
- Ideazione artistica
Tutta l’area appenninica centro-meridionale, comprese le sue diramazioni più periferiche, è caratterizzata dalla vivace persistenza di una cultura popolare che si declina in diversi segmenti che –dalla religiosità alle espressioni musicali fino alla tipicità di alcune produzioni enogastronomiche- concorrono a delineare i contorni di un’unica, per quanto fortemente differenziata nei diversi territori, civiltà rurale e contadina: una straordinaria risorsa culturale che si prospetta anche come una grande occasione di crescita economica non ancora valorizzata appieno nelle sue rilevanti potenzialità.
Se, infatti, è sempre più avvertita l’esigenza di recuperare la memoria storica di un territorio per godere delle sue diverse espressioni, le offerte avanzate finora nei diversi territori, salvo qualche rara eccezione, stentano a varcare la soglia puramente locale per aprirsi a una prospettiva nazionale e risultano incentrate su uno solo di questi elementi –la musica o gli appuntamenti rituali del calendario o anche le produzioni tipiche nell’ambito alimentare- che dovrebbero invece rafforzarsi l’uno con l’altro, intercettando l’interesse e l’attenzione di diversi ma contigui segmenti di pubblico, fino a cogliere le diverse componenti del cosiddetto turismo direzionato, mosso cioè da forti motivazioni culturali, che tutti gli studi di settore indicano come il più rilevante, per capacità di spesa, dell’intero comparto.
A questo duplice deficit di sistema –in gran parte da ricondurre a situazioni obiettive riguardo la dislocazione periferica o interna dei diversi territori- mira a rispondere il progetto di cooperazione :
- a) razionalizzando in un cartellone unico le iniziative già in essere nei diversi territori nei tre ambiti sopra indicati, con una presentazione nazionale dello stesso cartellone a Roma e/o altre città di analoga importanza e centralità;
- b) evidenziando, al di là della consapevolezza già emersa nei diversi attori locali, le ‘affinità elettive’ che corrono tra i tre ambiti di riferimento, nati e sviluppatisi all’interno di uno stesso contesto sociale e culturale proprio di comunità rurali e contadine, al fine di valorizzare “l’unità nelle differenze” propria delle aree di cooperazione in un opuscolo illustrativo che, di anno in anno, promuova allo stesso tempo anche le iniziative locali, da intendersi pertanto come focus di approfondimento su tematiche e aspetti più generali e, in larghissima parte, anche comuni;
- c) favorendo lo scambio di esperienze tra i GAL coinvolti nel progetto di cooperazione e, ancor di più, una proposta culturale solidale dove ognuno è sollecitato a partecipare anche alle iniziative di carattere locale.
L’offerta culturale così concepita, sia quella comune di respiro nazionale sia quelle particolari alle diverse realtà locali, potrà più agevolmente concorrere all’attrazione di flussi significativi di turismo direzionato nelle aree rurali, intercettando l’attenzione di una pluralità di segmenti di pubblico, finora raggiunti solo in parte e limitatamente a uno solo degli elementi che si intendono invece ora stringere in un nesso unitario (devozione religiosa, espressioni musicali e tipicità di produzioni enogastronomiche). E’ evidente che un’offerta culturale così strutturata possa intendersi come premessa e concausa allo stesso tempo di una complessiva qualificazione dell’offerta territoriale, mirando a creare anche una rete di collaborazione stabile ed organica tra operatori pubblici e privati, al fine di promuovere le risorse salienti e caratterizzanti del territorio (agricole, artigianali, ambientali, artistiche, accoglienza diffusa etc.)
- Realizzazione
C1) Descrizione delle attività previste
Le azioni inserite nel programma locale del progetto, di seguito indicate sinteticamente, mirano tutte a costruire, organizzare e consolidare in maniera sostenibile nel tempo, una rete collaborativa tra gli operatori dell’area, finalizzata a proporre un’offerta variegata di turismo rurale. Gli interventi di natura materiale, ridotti in numero e di piccola entità, sono finalizzati alla creazione in alcuni dei piccoli borghi dell’area di una basilare rete di ricettività diffusa, finalizzata a una permanenza stanziale dei flussi di turismo che si andranno a intercettare, con un riguardo particolare al turismo religioso e a quello giovanile più avvezzo a forme spartane di accoglienza. Come previsto dal regol. ue 1305/13, la gran parte dell’impegno finanziario del progetto , sia per la parte comune che per quelle locali, è rivolta a spese immateriali (manifestazioni artistiche, materiale informativo di supporto, scambio di esperienze) , finalizzate alla realizzazione di una serie di attività artistico/culturali ( concerti, seminari per giovani, presentazione libri) indispensabili per la qualificazione dell’offerta turistica delle aree rurali partecipanti. L’azione progettuale dovrebbe svolgersi secondo una tempistica e modalità, da perfezionare e calibrare meglio di anno in anno, articolandosi in tre fasi principali: a) ricognizione attorno alle manifestazioni già esistenti e verifica delle possibilità di attivarne altre ex novo in territori che ne fossero sprovvisti per la definizione di un calendario unico di iniziative con preparazione del relativo materiale promozionale (con un opuscolo illustrativo anche delle caratteristiche salienti di ogni territorio); b) una rassegna su Roma o altra città metropolitana con la partecipazione di tutti i GAL coinvolti, come apertura e lancio del progetto di cooperazione in contesti appropriati e di grande prestigio, come ad es. l’Auditorium Parco della Musica, dove ogni territorio si presenta con una propria proposta culturale, articolata sui tre versanti fondamentali del progetto (musica popolare, devozioni religiose e produzioni tipiche e artigianali rappresentative delle proprie tradizioni e vocazioni); c) iniziative locali, secondo il calendario fissato di comune accordo, in cui a tutti i territori partecipanti sia offerta la disponibilità ad organizzare un proprio momento promozionale nel rispetto delle linee generali del progetto e della specificità dell’iniziativa locale. A seconda degli interessi e della disponibilità finanziaria dei singoli GAL non si escludono altre azioni che, coerenti con lo spirito generale del progetto di cooperazione, potrebbero rientrare nel ‘cartellone unico’ delle iniziative per quantopromosse solo da alcuni GAL, anche associati tra loro, dentro e fuori i confini nazionali. |
C2) Articolazione in fasi e azioni
Il progetto, partendo dalla fase di preparazione che ha consentito l’individuazione del partenariato e la progettazione di massima,si suddivide in 4 fasi realizzative:
Ad ogni fase corrispondono una o più azioni:
W.P.1.– Definizione esecutiva e coordinamento
W.P.1.1. Progettazione esecutiva (definizione partenariato; dimensionamento azioni, direzione artistica),
W.P.1. 2. Coordinamento (firma Accordo Partenariato e riunioni steeringcommittee);
W.P. 2. – Programmazione artistica rassegne musicali nei territori partner
W.P.2.1. Analisi caratteristiche rassegne esistenti,
W.P.2.2 Individuazione nuove rassegne in aree carenti,
W.P.2.3. Realizzazione Cartellone Unitario, a cadenza annuale,
W.P.2.4. Presentazione Rassegna nelle principali città italiane, a cadenza annuale;
W.P. 3. – Rete di ricettività rurale
W.P.3.1. Recupero piccoli edifici rurali a fini di accoglienza diffusa,
W.P.3.2. Creazione rete fra operatori dei territori e azioni di marketing a supporto,
W.P.3.3. Piano di Promozione degli itinerari rurali, con applicazioni mobile,
W.P.3.4 . Scambi di visite ed esperienze,
W,P.3.5. Valorizzazione tipicità agroalimentari e artigianali dei territori;
W.P. 4. – Diffusione Risultati del Progetto di Cooperazione
W.P.4.1. Valutazione delle attività del progetto,
W.P.4.2. Realizzazione materiale informativo,
W.P.4.3. Seminari/ incontri,
W.P. 4.4. Convegno finale partner con Autorità di gestione Regioni partecipanti.
Fasi |
Azioni |
Attuatori |
Destinatari |
|
W.P.1.
W.P.1.1.
W.P.1.2 .
|
Definizione esecutiva e coordinamento |
-Approvazione Progetto definitivo ; -Firma Accordo Partenariato; -Riunioni SteeringCommittee; -Monitoraggio avanzamento azione comune e azioni locali; -Scambi esperienze; |
Azione COMUNE fra gal partecipanti |
Responsabili Cooperazione dei gal partecipanti |
W.P.2.
W.P.2.1.
W.P.2.2.
W.P.2.3.
W.P.2.4. |
Programmazione artistica rassegne musicali nei territori partner
|
-Progettazione presentazione e realizzazione Cartellone artistico unitario; -Attività di comunicazione a supporto; |
Azione COMUNE fra gal partecipanti e Azioni LOCALI di ogni gal
|
Stakeholders dei territori Leader e Mezzi di comunicazione (stampa, radio,tv,social); |
W.P. 3.
W.P.3.1.
W.P.3.2.
W.P.3.3
W.P.3.4
W.P.3.5 |
Rete di ricettività rurale |
-Selezione di strutture rurali da adibire ad accoglienza diffusa; -Promozione itinerari e prodotti locali; |
Azione COMUNE fra GAL partecipanti e azioni LOCALI di ogni gal
|
Attori locali dei territori gal;
|
W.P. 4.
W.P.4.1.
W.P.4.2.
W.P.4.3.
W.P.4.4.
|
Valutazione e Diffusione risultati del progetto di cooperazione |
Materiale informativo e incontri tecnici; |
Azione COMUNE fra gal partecipanti e azioni LOCALI di ogni gal
|
- le comunità locali dei territori Leader; -le istituzioni pubbliche del Comparto dello sviluppo rurale; |
C3) Risultati attesi
1) Scambio di esperienze fra gal e territori; 2) Inserimento delle diverse iniziative nell’agenda nazionale, secondo i tre ambiti in cui si articola (devozione religiosa, musica popolare e tipicità di produzioni enogastronomiche); 3) Qualificazione dell’offerta turistica in aree rurali con un potenziamento della forza d’attrazione grazie alla messa in rete di iniziative affini, inserite in un progetto comune capace anche di esaltare le differenze e peculiarità locali; 4) Consolidamento delle attività di rete fra piccoli operatori locali (agriturismi, ricettività diffusa, produttori di tipicità agroalimentari e artigianali; associazioni) |
C4) Indicatori del progetto
Indicatori |
Unità di misura |
Valore previsionale |
Indicatori di realizzazione |
||
Partner |
numero |
6 compreso il capofila |
|
|
|
|
|
|
Regioni coinvolte |
numero |
4 |
|
|
|
Struttura comune |
numero |
|
Rete tra operatori locali |
numero |
6 |
Prodotti comuni |
numero |
1 |
Indicatori di risultato |
||
Rete nazionale |
numero |
1 |
|
numero |
|
N° creazione di posti di lavoro |
|
7 |
N° servizi attivati |
|
3 |
3.6.6. METODI E PROCEDURA DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO
- A) Forma giuridica e gestionale
Per quanto riguarda la forma giuridica che il partenariato intende adottare per formalizzare la sua costituzione e organizzazione, si allega al presente progetto di massima la bozza dell’ Accordo di cooperazione tra i partner.
|
- Modalità di attuazione
Il progetto viene attuato direttamente dai gal partecipanti con la modalità a regia diretta. Si prevede di procedere attraverso forme di convenzione per la selezione di eventuali fornitori/beneficiari.
3.6.7. Aspetti Organizzativi
Data di inizio progetto (preparazione): marzo 2016 Data di fine progetto ( conclusione realizzazione): dicembre 2021 |
|||||||
|
Tempi di realizzazione |
||||||
Preparazione |
|
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2020 |
2021 |
|
x |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Realizzazione del progetto |
W.P.1. |
x |
x |
x |
x |
x |
x
|
W.P.2. |
x |
x |
x |
x |
x |
x |
|
W.P.3. |
|
x |
x |
x |
x |
x |
|
W.P.4. |
|
|
|
x |
x |
x |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
- Modalità individuate per assolvere ai compiti organizzativi e direttivi
Il coordinamento del progetto sarà assunto dal Gal Savuto,con la collaborazione dello Steering committee, composto da un rappresentante per ogni gal partecipante.
L’azione Comune sarà coordinata con riunioni periodiche dello steering committee, a cadenza trimestrale, da tenersi nei territori dei gal partecipanti.
I rappresentanti dei gal nello steering committee fungeranno ognuno come responsabile della propria azione locale.
3.6.8. ASPETTI FINANZIARI
A)Piano finanziario del progetto
Fasi operative |
Attività |
Costo totale
|
Finanziamento PSR 2014/2020 |
|
|||
Quota FEASR |
Quota Nazionale + regionale |
|
|||||
Preparazione
|
-Ricerca partner ( riunioni e incontri) |
|
|
|
|
|
|
-Ideazione progetto, -Redazione Progetto di massima, -Coordinamento con la mis. 19.2 pal, |
|
|
|
|
|
||
|
€ 15.000 |
|
|
|
|
||
|
|
|
|
|
|
||
Realizzazione AZIONE COMUNE |
|||||||
W.P.1 . Definizione esecutiva e Coordinamento ( da gennaio 2017 a dicembre 2021 ) |
-Approvazione Progetto definitivo; -Firma Accordo Partenariato; -Riunioni SteeringCommittee; -Monitoraggio avanzamento azione comune e azioni locali; -Scambi Esperienze; |
€ 245.000 |
|
|
|
|
|
W.P.2. Programmazione artistica e rassegne musicali nei territori partner ( da gennaio 2017 a giugno 2021) |
-Progettazione presentazione e realizzazione Cartellone artistico unitario; -Attività di comunicazione a supporto; |
€ 220.000 |
|
|
|
|
|
W.P.3.
Rete di ricettività rurale (da gennaio 2017 a giugno 2021)
|
-Promozione itinerari e prodotti locali; |
€ 25.000 |
|
|
|
|
|
Divulgazione W.P.4. ( da gennaio 2019 a dicembre 2021) |
Valutazione e Diffusione risultati del progetto di cooperazione |
€ 10.000 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TOTALE AZIONE COMUNE
|
€ 500.000 |
|
|
|
|
||
Realizzazione AZIONI LOCALI N. 8 GAL
|
|
|
|
|
|
||
w.p. 1 Programmazione eventi promozionali nei territori partner |
|
|
|
|
|
|
|
Valorizzazione tipicità
|
€ 290.000 |
- |
|
|
|
||
|
|
|
|
|
|
||
w.p.2 Rete di ricettività rurale |
Selezione di strutture da adibire ad accoglienza diffusa |
€ 240.000 |
|
|
|
|
|
w.p.3 Coordinamento progetto locale e Valutazione e Diffusione risultati del progetto di cooperazione
|
Materiale informativo e incontri tecnici |
€ 70.000 |
|
|
|
|
|
TOTALE AZIONI LOCALI |
€ 600.000 |
|
|
|
|
||
COSTO TOTALE DEL PROGETTO |
€1.115.000
|
|
|
|
|
||
|
|
|
|
|
|
||
In media ognuno dei gal partecipanti apporterà al progetto di cooperazione interterritoriale “Santi e Briganti”la somma di € 130.000 così suddivisa :
-compartecipazione all’azione comune € 42.500
-gestione azione locale €87.500
Considerando che:
- il Gal Savuto, capofila, impegna sul progetto € 183.000, di cui € 15.000 per la fase di preparazione del progetto, € 60.000 per l’azione comune e € 108.000 per l’azione locale,
-il Gal Batir impegna € 150.000, da suddividere fra azione locale e azione comune;
-il Gal Kroton impegna € 90.000,00, da suddividere fra azione locale e azione comune,
si prevede , in base alle consultazioni con gli altri partner aderenti, che l’impegno finanziario medio degli altri gal sarà di € 135,000 di cui € 55.000 per l’azione comune ed € 80.000 per quella locale.
- Cronoprogramma di spesa
Data di inizio progetto: marzo 2016 ( inizio preparazione ) Data di fine progetto: dicembre 2021 ( conclusione realizzazione)
|
|||||||
Operazioni previste |
Costi per Anno € |
||||||
|
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2020 |
2021 |
|
Preparazione |
15.000 |
|
|
|
|
|
|
Coordinamento |
- |
49.000 |
49.000 |
49.000 |
49.000 |
49.000 |
|
Rassegne Musicali |
|
132.000 |
82.000 |
132.000 |
82.000 |
82.000 |
|
Rete Accoglienza e Azioni promozionali |
|
50.000 |
56.000 |
53.000 |
56.000 |
50.000 |
|
Diffusione risultati |
|
- |
- |
20.000 |
20.000 |
40.000 |
|
progetto di cooperazione INTERTERRITORIALE
AZIONE LOCALE
1. TITOLO DEL PROGETTO DI COOPERAZIONE
SANTI E BRIGANTI, la musica popolare fra religione e sovversione. |
2. DENOMINAZIONE ABBREVIATA
SANTI E BRIGANTI
- Il GAL PROPONENTE
denominazione completa GRUPPO DI AZIONE LOCALE SAVUTO Presidente: Lucia Nicoletti indirizzo Via Vallegiannò S. Stefano di Rogliano (cs) telefono/fax 0984 969154 posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Referente:Pier Luigi Aceti Direttore ; cell. 338 1814168, email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
- IL PROGETTO DI COOPERAZIONE NELLA STRATEGIA DEL PIANO DI AZIONE LOCALE
Il progetto di cooperazione interterritoriale“ Santi e Briganti” rientra compiutamente nella strategia di sviluppo locale che il nuovo partenariato dell’area rurale 6, coordinato dal Gal Savuto, intende proporre alla Regione Calabria nell’ambito della programmazione 2014/20.
Infatti, le finalità e le azioni del progetto di cooperazione , sia nella sua parte comune che in quella di competenza locale, rispecchiano integralmente le linee strategiche e le misure di intervento previste nel Pal :
“valorizzazione della rete di accoglienza diffusa nei borghi rurali”;
“ qualificazione dell’offerta culturale quale attrattore turistico”;
-“sostegno alle produzioni tipiche e alla creazione di reti fra gli operatori”.
- Tema cardine del progetto
In varie regioni italiane, in particolare del mezzogiorno, proliferano le offerte culturali ed artistiche basate sulla rivisitazione della Musica popolare nelle sue varie forme. Mettendo in relazione le proposte e le manifestazioni di gal e territori del centro sud Italia si può giungere alla predisposizione di un “cartellone di iniziative” rappresentativo delle migliori esperienze di etnofolk e di musica popolare d’autore.
La musica popolare può affermarsi quindi come attrattore per le aree rurali, avendo come potenziali fruitori sia il mercato del turismo religioso che quello del turismo giovanile.
L’animazione culturale , ai fini di questo progetto, è vista come la base di una più complessiva qualificazione dell’offerta territoriale , in quanto mira a creare una rete di collaborazione tra gli operatori pubblici e privati, al fine di promuovere le innumerevoli risorse del territorio:
Agricole,Artigianali,Ambientali,Artistiche,Accoglienza diffusa.
L’azione locale del progetto è finalizzata da un lato ad inserire l’area rurale sud cosentina nei più qualificati circuiti nazionali di turismo artistico/musicale e dall’altro a incentivare forme di cooperazione fra gli operatori locali.
L’esperienza maturata dal Gal Savuto in questi primi anni di attività mostra che l’area, interessata per la prima volta dal programma leader nel periodo di programmazione 2007/13, necessita di un’opera costante di integrazione e regia, in quanto gli operatori pubblici e privati riconoscono la validità di un percorso di crescita solidale e innovativo. Una rete di collaborazione fra gli attori della crescita territoriale è quindi lo strumento operativo più adatto per l’avvio e il successivo consolidamento di una variegata serie di attività volte a promuovere e valorizzare le risorse finora inespresse del territorio e delle popolazioni. La motivazione principale è dunque da ricercare nella volontà di affermare la presenza dell’area rurale sud cosentina ( savuto, serre, tirreno)nel più ampio contesto del turismo rurale centro meridionale.La partecipazione al progetto di altri gal di importanti aree rurali italiane assicura quegli scambi di esperienze che sono alla base della filosofia Leader. |
B)Continuità, complementarietà e/o integrazione del progetto con altri Progetti terminati o in essere di cooperazione e non
Le attività inserite nel progetto locale di cooperazione interterritoriale completano e rafforzano gli interventi del Pal, sia quelli che vedono come beneficiari gli operatori del territorio, sia quelli a regia del Gal, volti entrambi alla creazione e consolidamento di un’offerta turistica rurale diffusa nelle varie fasce del comprensorio e basata su un mix di montagna, collina, centri storici , tipicità alimentari/artigianali, proposte culturali.
- Obiettivi operativi
L’obiettivo del progetto locale è quello di inserire la nostra area in un circuito qualificato di offerta turistica , al fine di attuare forme di scambi di esperienze con gli attori dei territori partner.
L’idea guida nella progettazione del programma locale dunque è la realizzazione di una rete di collaborazione fra gli operatori, che con la regia del gal gestisca e consolidi gli itinerari rurali dell’area sudcosentina,basandosi su azioni promozionali in grado di aumentare la visibilità di questa nuova offerta di accoglienza rurale.
Le azioni inserite nel programma locale del progetto , di seguito indicate sinteticamente,mirano tutte a costruire, organizzare e consolidare in maniera sostenibile nel tempo , una rete collaborativa tra gli operatori dell’area, finalizzata a proporre un’offerta variegata di turismo rurale. Gli interventi di natura materiale, ridotti in numero e di piccola entità,sono finalizzati alla creazione in alcuni dei piccoli borghi dell’area di una basilare rete di ricettività diffusa, volta a far permanere in loco i gruppi di turismo religioso e giovanile abituati a forme di accoglienza spartane. Come previsto dal regol. ue 1305/13, la gran parte dell’impegno finanziario del progetto , sia per la parte comune che per quelle locali,è rivolta a spese immateriali( manifestazioni artistiche, materiale informativo di supporto, scambio di esperienze) , finalizzate alla realizzazione di una serie di attività artistico/culturali ( concerti, seminari per giovani, presentazione libri) indispensabili per la qualificazione dell’offerta turistica delle aree rurali partecipanti. |
Indicatori |
Unità di misura |
Quantificazione dell’obiettivo |
Indicatori di realizzazione |
|
|
|
|
|
-Azioni sostenute |
|
4 |
Indicatori di risultato |
|
|
|
|
|
-Servizi creati |
|
4 |
Indicatori di impatto |
|
|
|
|
|
-Incremento Presenze turistiche |
|
5 % |
- Risultati attesi
5) Scambio di esperienze fra gal e territori ; 6) Inserimento nei circuiti dei festival di musica popolare d’autore; 7) Qualificazione dell’offerta di turismo religioso; 8) Consolidamento delle attività di rete fra piccoli operatori locali ( agriturismi, ricettività diffusa,produttori di tipicità agroalimentari e artigianali; associazioni). |
- Valore aggiunto del progetto rispetto alla strategia locale
Le finalità, le azioni e le metodologie del progetto di cooperazione rientrano nelle strategie poste a base del PAL , su cui il Partenariato ha basato le sue azioni, sia quelle a regia sia quelle rivolte ai beneficiari finali.
Infatti, la valorizzazione integrata delle risorse del territorio inizia ad essere considerata dagli attori dell’area come un percorso realistico, risultato non scontato in un comprensorio finora poco coinvolto da protagonista in progetti di sviluppo dal basso.L’inserimento dell’area Leader all’interno di un circuito nazionale qualifica l’offerta turistica locale, accrescendone la visibilità sulla stampa e sui social media.
- Grado di innovazione
L’ambizione maggiore dell’ azione locale del presente progetto di cooperazione è quella di avviare e consolidare in maniera economicamente sostenibile, un percorso di collaborazione fra gli operatori, una rete informale e partecipata che con la regia del Gal possa creare un diffuso sentimento di apertura verso le richieste sempre mutevoli del turista contemporaneo.
- ASPETTI ORGANIZZATIVI
Crono- programma delle attività locali
Data di inizio progetto: Marzo 2016 Data di fine progetto:Dicembre 2021 |
|||||||
|
Tempi di realizzazione |
||||||
Attuazione del progetto |
2016 |
2017 |
2018 |
2019 |
2020 |
2021 |
… |
Preparazione progetto di massima |
Definizione Progetto esecutivo |
CoGestione rete operatori |
CoGestione rete operatori |
Cogestione rete operatori |
Cogestione rete operatori |
|
|
|
Costruzione rete operatori |
Sostegno accoglienza diffusa |
Sostegno accogl. diffusa |
Sostegno accogl. diffusa |
Sostegno accogl. diffusa |
|
|
|
Scambi esper. |
Scambi esper. |
Materiali Promoz. |
Materiali Promoz. |
Coordinam.Progetto locale |
|
|
|
Valorizzazione tipicità |
Valorizzazione tipicità |
Valorizzazione tipicità |
Valorizzazione tipicità |
Valorizzazione tipicità |
|
|
|
Coordinam. Prog.locale |
Coordinam. Progetto locale |
Coordinam. Progetto locale |
Coordinam. Progetto locale |
Valutazione e diffus. risultati |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
- ASPETTI FINANZIARI
Piano finanziario del progetto comune fra gal
Fase preparazione progetto : € 15.000
Fasi realizzaive |
Attività |
Costo totale pubblico |
Finanziamento PSR |
|
||
Quota FEASR |
Quota nazionale + regionale |
Quota privata |
||||
Attuazione del progetto |
Progettazione , coordinamento, sp.gener. |
€ 145.000 |
|
|
0 |
|
Rassegne unitarie |
€ 120.000 |
|
|
0 |
|
|
Promozione ricettività rurale Valutazione e diffusione risultati |
€ 25.000 € 10.000
|
|
|
0 0 |
|
|
TOTALE AZIONE COMUNE |
€ 300.000 |
|
|
|
|
Piano finanziario del progetto locale
Fasi realizzative |
Attività |
Costo totale |
Finanziamento PSR |
|
||
Quota FEASR |
Quota nazionale + regionale |
Quota privata |
||||
Attuazione del progetto |
Coordinamento Azione Locale e Diffusione risultati |
€ 18.000,00 |
|
|
0 |
|
Valorizzazione tipicità |
€ 45.000,00 |
|
|
0 |
|
|
Rete accoglienza |
€ 45.000,00
|
|
|
0 0 |
|
|
TOTALE AZIONE LOCALE |
€ 108.000,00 |
|
|
|
|
Crono - programma di spesa
Data di inizio progetto locale : Marzo 2016 ( inizio preparazione) Data di fine : Dicembre 2021 ( conclusione realizzazione) |
||||||||
Operazioni previste |
Costi per Anno |
|
||||||
|
2017 |
2018 |
2019 |
2020 |
2021 |
… |
… |
|
Coordinamento |
x |
x |
x |
x |
x |
|
|
|
Rete Accoglienza |
x |
x |
x |
x |
x |
|
|
|
Valorizzazione Tipicità |
x |
x |
x |
x |
x |
|
|
|
Diffusione risultati |
|
|
|
|
x |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Sostenibilità delle attività
L’insieme delle azioni inserite nel progetto di cooperazione locale risponde ai requisiti di economicità gestionale e sostenibilità nel tempo, in quanto è intenzione del Gal predisporre e attuare interventi (rete, accoglienza, valorizzazione tipicità ) che gli operatori possano gestire in economia, come centri nevralgici della filiera rurale .
La sostenibilità degli interventi negli anni seguenti la conclusione del progetto di cooperazione è in definitiva assicurata dalla volontà degli operatori e del gal di organizzare una rete collaborativa informale, in grado di minimizzare i costi fissi che deriverebbero dalla creazione di un’infrastruttura di servizio, che minerebbe le compatibilità economiche della rete.
- Laboratorio Regionale per lo Sviluppo Sostenibile delle Aree Rurali
Gruppi di Azione Locale – Centro Studi per lo Sviluppo Rurale – Corso di laurea magistrale in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo
Il Laboratorio Regionale per lo Sviluppo Sostenibile delle Aree Rurali vuole essere un luogo di confronto e di dibattito sull’analisi degli effetti della globalizzazione sulle comunità e sugli attori rurali, sull’individuazione dei meccanismi di adattamento necessari e di sperimentazione per garantire la sostenibilità economica, ambientale e sociale, per rivitalizzare le aree rurali e per la valorizzazione delle risorse locali.
Si propone di contribuire alla costruzione di esperienze e pratiche di sviluppo locale sostenibile in ambito regionale, promuovendo in forma aperta e socializzata l’approfondimento scientifico e culturale e la diffusione delle conoscenze rispetto all’evoluzione delle aree rurali, delle loro popolazioni e delle risorse materiali e immateriali presenti.
Il Laboratorio vuole operare come Centro di Competenze Regionale attraverso le seguenti linee di attività:
- Realizzazione di studi, ricerche e valutazioni sulle politiche, sui programmi e sui progetti per lo sviluppo delle aree rurali e interne della Calabria.
- Creazione di una Comunità di Amministratori, Ricercatori, Agenti di Sviluppo e Tecnici per lo sviluppo sostenibile delle aree rurali e interne della Calabria (formazione, networking, piattaforma di coworking, ecc.).
- Progettazione e sperimentazione di Progetti Pilota di Smart Rural in Calabria basati su processi partecipativi di innovazione sociale e trasferimento di risultati di ricerca (prodotto, processo, ecc.) alle comunità e alle imprese del territorio regionale.
- Promozione di Progetti di Cooperazione Interterritoriale e transnazionale.
I soggetti che hanno dato impulso alla realizzazione del Laboratorio sono: l’Università della Calabria – con il Centro Studi per lo Sviluppo Rurale e il Corso di Laurea Magistrale in Scienze per la Cooperazione e lo Sviluppo, entrambi afferenti al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali – e il Gruppo di Azione Locale Valle Crati, il Gruppo di Azione Locale Savuto e il Gruppo di Azione Locale Area Grecanica.
Per il cosiddetto principio della “porta aperta”, considerate le motivazioni che sono alla base dei promotori, le finalità che si propongono e le attività previste, il Laboratorio potrà essere supportato da diversi soggetti di rilevanza regionale, pubblici e privati.
Altri soggetti del territorio che potranno essere coinvolti sono:
- operatori economici e sociali;
- organizzazioni di categoria, associazioni cooperative, associazioni ambientaliste;
- tecnici e funzionari delle amministrazioni locali e regionali, interessati alla ideazione, progettazione e realizzazione di programmi e progetti di sviluppo nelle aree rurali;
- gruppi di ricerca nazionali e internazionali.
Sono state avviate proposte di collaborazione con altri Gruppi di Azione Locale (GAL) presenti in Calabria, nell’ambito della Programmazione 2014 -2020 e altri Enti regionali quali il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), l’Azienda Regionale per lo Sviluppo dell’Agricoltura Calabrese (ARSAC), la Lega Cooperative, l’Università Mediterranea - Dipartimento Agricoltura.
La strategia innovativa del Laboratorio prevede il coinvolgimento attivo di esperienze in altre regioni italiane, al fine di rafforzare il percorso avviato, e costituire un modello di Rete Interterritoriale.
In particolare, saranno coinvolte altre Università italiane con le quali da numerosi anni sono attivi rapporti di collaborazione con i Soggetti proponenti in Progetti di Ricerca di Rilevanza Nazionale e realizzazioni di scuole di formazione.
Le Università individuate operano nei loro contesti in stretta relazione con il territorio e con GAL presenti (ad esempio: Sardegna, Trentino, Toscana, Sicilia, Piemonte).
Il Laboratorio Regionale per lo Sviluppo Sostenibile delle Aree Rurali prevede la realizzazione di Progetti Pilota, in base alle proposte dei Soggetti aderenti al Laboratorio.
I Progetti Pilota, promossi dalla rete degli aderenti al Laboratorio, prevedono l’elaborazione partecipata e condivisa del Modello di Laboratorio e di Rete Interterritoriale.
Eventuali nuove proposte di cooperazione possono essere formulate nell’ambito della Misura 19 - Sostegno allo sviluppo locale LEADER - (SLTP - Sviluppo Locale di Tipo Partecipativo), e altre Misure del Piano di Sviluppo Rurale.
Tematiche e ambiti di intervento:
- Animazione Territoriale.
- Partecipazione Civica (banca del tempo, baratto, concorsi di idee).
- Sviluppo Rurale (oltre la dimensione aziendale).
- Politiche Rurali (modelli innovativi di erogazione dei servizi).
- Cooperative di Comunità.
- Progetti nell’ambito sociale (integrazione sociale, agricoltura sociale).
- Relazioni urbano-rurale (filiere corte, turismo di prossimità, ecc.).
- Montagna, bosco.
- Salvaguardia della biodiversità, accesso alla terra.
- Attività culturali.
- Strategia Nazionale Aree Interne.
- Sistemi locali alimentari sostenibili.
- Turismo rurale.
- Reti sociali innovative.
Progetto di Cooperazione “Scambi di Buone Pratiche per lo Sviluppo Rurale”
Creazione di un centro di competenze tra Università e GAL finalizzato alla condivisione di metodi innovativi di lavoro per l’animazione dei territori e la valorizzazione dei giovani dei territori.
Motivazioni del progetto
Le aree dei GAL coinvolti nel progetto di cooperazione interterritoriale sono caratterizzate dalla presenza di risorse agricole, ambientali e paesaggistiche di pregio. Ciascun’area presenta peculiarità che la indentifica per produzioni agricole, risorse culturali e tradizioni locali.
Elementi di crisi come la riduzione dei servizi di base, una dispersione territoriale diffusa, una perdita del capitale umano, sono alcune delle cause di una progressiva perdita del senso di appartenenza ai territori locali, in particolare da parte dei giovani. Questi ultimi vedono sempre più in maniera negativa il loro legame ai territori rurali, con un crescente disinteresse verso gli elementi tipici e tradizionali delle proprie comunità, alle quali si sentono sempre meno legati.
Negli ultimi anni si sta verificando un fenomeno rilevante, infatti, dal 2007 oltre la metà della popolazione mondiale si concentra in contesti urbani, superando, quindi, la soglia della popolazione che vive nelle aree rurali. Tali processi di urbanizzazione, con forme e dinamiche differenti nei vari contesti e aree geografiche, sono sempre più in accelerazione. Sono ormai noti gli effetti negativi causati dalle attività antropiche e di scelte di uso poco sostenibili, legate al fenomeno dell’abbandono delle aree rurali a favore dei contesti urbani: il consumo di suolo che avanza e continua a generare la perdita irreversibile di risorse ambientali necessarie e funzioni ecosistemiche, con una influenza negativa sull’equilibrio del territorio, sui fenomeni di dissesto, erosione e contaminazione, sui processi di desertificazione, sulle dinamiche di trasformazione e sulla bellezza del paesaggio. Tutto ciò porta a un’elevata perdita dell’agro-biodiversità e della produttività e compromette la disponibilità di risorse fondamentali per lo stesso sviluppo sostenibile della nostra società.
L’abbandono delle aree rurali e lo scarso interesse dei giovani, dunque, incide sulla possibilità di un presidio del territorio, in particolare nelle aree interne, di un necessario equilibrio fra intervento umano e ambiente rurale e sulla qualità della vita delle aree rurali.
Per porre un freno a tali rischi, al fine di trovare soluzioni comuni e innovative alle problematiche dei territori dei GAL coinvolti, è stata predisposta la presente proposta progettuale di cooperazione interterritoriale in collaborazione con il gruppo di ricerca dell’Università della Calabria.
In particolare, si ritiene che attraverso il confronto e lo scambio di conoscenze e buone pratiche con altre realtà territoriali e il coinvolgimento attivo dei giovani dei territori, si possano favorire momenti di conoscenza e, di conseguenza, un maggiore interesse da parte dei giovani per i propri contesti locali e far accrescere un maggiore senso di appartenenza alla comunità rurali locali.
Sono spesso, peraltro, presenti nelle realtà regionali pratiche innovative di sviluppo rurale realizzate da giovani che tuttavia non sempre sono adeguatamente conosciute e che invece andrebbero sostenute, messe in rete e divulgate al fine di favorire processi di trasferibilità sia a livello territoriale che di policies.
La finalità operativa del progetto consiste, pertanto, nella realizzazione di metodi innovativi per l’animazione dei territori e il coinvolgimento attivo dei giovani, creando strumenti di informazione e comunicazione, attraverso tecniche partecipative e di ricerca sociale.
Obiettivi
- Rendere consapevoli e responsabili i giovani rispetto ai processi di sviluppo rurale in atto sui territori
- Sviluppare competenze relative alle potenzialità e opportunità delle risorse territoriali locali, alle tecniche di progettazione partecipata, ricerca sociale, ricerca intervento nei giovani
- Sperimentare nuove metodologie didattiche e di ricerca sociale che mettano il territorio al centro di percorsi educativi
- Accrescere il senso di appartenenza dei giovani al territorio
- Aumentare la consapevolezza dei giovani rispetto alle opportunità occupazionali ed economiche, le modalità sostenibili di gestione delle risorse naturali e culturali e dei beni, di erogazione di servizi e soddisfazione di bisogni
- Mettere in rete azioni innovative che esistono sui territori regionali e che spesso non sono adeguatamente conosciute e valorizzate .
Attività
Il progetto di cooperazione interterritoriale definito dai GAL e dall’Università della Calabria si articola in azioni locali attraverso le quali si promuovono confronti nazionali, che costituiscono le azioni comuni, con scambi periodici in Calabria e in Italia; attività di redazione, pubblicazione e diffusione di materiali e documenti, anche attraverso Internet.
Il carattere innovativo e del progetto pilota prevede, pertanto, l’attivazione di Laboratori di progettazione partecipata che coinvolgano giovani e altri attori locali, finalizzati a promuovere innovazione sociale per lo sviluppo rurale nelle aree GAL.
Le attività previste sono:
- Organizzazione di incontri, seminari, workshop e programmi di studio rivolti a giovani, studenti, insegnanti operatori socio-culturali sul tema dello sviluppo rurale
- Attività di formazione rispetto alle tematiche della progettazione partecipata
- Attivazione di Borse di studio per giovani
- Individuazione di buone pratiche realizzate sui territori, da parte dei giovani con il supporto del gruppo di ricerca dell’Università della Calabria
- Realizzazione di un catalogo (comprensivo di video/foto) di buone pratiche implementate da giovani nei territori rurali
- Realizzazione di workshop (testimonianze di giovani locali sperimentatori di attività innovative)
- Attivazione di una Web Community (creazione pagine Facebook – scoperta del territorio con immagini / video / foto)
- Realizzazione di Concorsi di idee
- Scambio e trasferimento di buone pratiche tra i territori dei GAL
- Realizzazione dello scambio interculturale attraverso incontri in Calabria e in Italia
- Diffusione dei risultati attraverso la produzione e divulgazione di documentazione
Risultati attesi
Il progetto di cooperazione interterritoriale si propone di conseguire i seguenti risultati:
- valorizzazione delle competenze di giovani dei territori selezionati che parteciperanno direttamente alle attività previste
- coinvolgimento nelle attività di informazione e sensibilizzazione di numerosi soggetti del territorio in modo diretto e indiretto. In particolare, studenti delle scuole superiori dei territori, giovani laureati e membri di associazioni. In tal modo sarà accresciuta la consapevolezza dei giovani sui processi di sviluppo rurale in atto sul territorio, sulle opportunità economiche e occupazionali
- creazione di una Web Community che consentirà la messa in rete di giovani residenti nelle aree rurali
- realizzazione di un Catalogo delle buone prassi che raccolga esperienze e pratiche innovative realizzate da giovani nei territori rurali.
Budget
Gal Savuto € 25.000,00
GAL CAPOFILA: GAL BATIR |
- Fascicolo di progetto
Development in harmony with the events:
for an integrated and shared management of rural landscapes.
RURALSCAPES
Cooperazione transnazionale
Legale Rappresentante “GAL BaTiR” |
Dott. Antonio Alvaro - Presidente |
Sede |
Via del Torrione, 96 - 89125 Reggio Calabria - ITALY |
Riferimenti |
Arch. Fortunato Cozzupoli – LAG manager Dott. Pian. Francesco Vita Phone and fax +39 0965.897939 – Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. |
progetto di cooperazione interterritoriale e transnazionale
I Sezione
PROGETTO COMPLESSIVO
1. TITOLO DEL PROGETTO DI COOPERAZIONE
Development in harmony with the events: for an integrated and shared management of rural landscapes. (Sviluppo in armonia con il tempo degli eventi: per una gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali) |
- DENOMINAZIONe ABBREVIATA
RURALSCAPES
3. IL GAL CAPOFILA
Denominazione completa GAL Capofila: Gruppo di Azione locale Versante Tirrenico Reggino, Società consortile Indirizzo sede operativa: via del Torrione, 96 - 89125 Reggio Calabria - ITALIA Indirizzo sede legale: via Nazionale, 16 - 89011 Bagnara Calabra (RC) - ITALIA Telefono/fax: +39 0965 897939 Codice Fiscale: 92080020800 Posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Responsabile del progetto di cooperazione: Dott. Pian. Francesco Vita E-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Autorità di Gestione Regione Calabria indirizzo: via E. Molè - 88100 Catanzaro |
4. I PARTNER GAL E NON
denominazione completa: GRUPPO DI AZIONE LOCALE SAVUTO
o x GAL o non GAL o beneficiario Asse IV o non beneficiario Asse IV o partner effettivo o partner associato
Referente: Presidente Lucia Nicoletti
Indirizzo sede operativa: c.da Vallegiannò , S. Stefano di Rogliano 87056 (CS)
Indirizzo sede legale: via Provinciale Mangone
Telefono/fax:0984 969154
Codice Fiscale o Partita IVA: 02978760789
Posta elettronica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Responsabile del progetto di cooperazione: Direttore Pier Luigi Aceti
Autorità di Gestione Regione Calabria
indirizzo: via E. Molè - 88100 Catanzaro
denominazione completa: ■ GAL o non GAL ■ beneficiario Asse IV o non beneficiario Asse IV ■ partner effettivo o partner associato
Referente:
Indirizzo sede operativa:
Indirizzo sede legale:
Telefono/fax:
Codice Fiscale o Partita IVA (Ente capofila Crotone Sviluppo):
Posta elettronica:
Responsabile del progetto di cooperazione:
E-mail:
Autorità di Gestione Regione Calabria
indirizzo: via E. Molè - 88100 Catanzaro
- DESCRIZIONE DEL PROGETTO DI COOPERAZIONE
Motivazioni alla base della scelta della tematica di RURALSCAPES
La scelta della Gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali, quale tema del progetto di cooperazione RURALSCAPES nasce dalla diffusa consapevolezza, sia a livello europeo che globale, del fabbisogno delle aree rurali di avere sistemi di conoscenza che possano salvaguardare, da una parte, l’unicità di questi territori, dal punto di vista della ricchezza dei paesaggio e dei patrimoni (culturali, colturali e naturali) e dall’altra valorizzarne il potenziale in termini di fruizione turistica e di produzione agroalimentare.
Dal 1996, anno della prima Dichiarazione di Cork, il tema della gestione integrata e partecipata è prioritario per l’Unione Europea e, il fatto di avere una nuova dichiarazione nel 2016 ha gettato le basi della politica di sviluppo rurale dei prossimi anni. I suoi 10 punti puntano ad investire nel potenziale delle zone rurali, non solo in termini di occupazione e di crescita, ma anche per una migliore integrazione nelle altre politiche. I dieci punti della “DICHIARAZIONE DI CORK 2.0 “Una vita migliore nelle aree rurali”, ci hanno portato alla scelta del tema del progetto di cooperazione:
- promuovere la prosperità nelle aree rurali;
- rafforzare la catena di valore nelle aree rurali;
- investire nella sopravvivenza e nella vitalità delle aree rurali;
- preservare l’ambiente rurale;
- gestire le risorse naturali;
- incoraggiare l’azione per il clima;
- rafforzare la conoscenza e l’innovazione;
- rafforzare la governance rurale;
- avanzare i risultati della politica e la semplificazione;
- migliorare la performance e la responsabilità.
Tre sono le parole chiave che saranno alla base degli studi e dei confronti su cui il progetto di cooperazione RURALSCAPES verrà costruito:
- “Gestione”: i paesaggi rurali necessitano di essere “gestiti”, mettendo a sistema le risorse endogene in un’ottica di lungo periodo, così come vuole lo sviluppo sostenibile.
Le zone rurali sono, infatti, sistemi molto complessi, sia da un punto di vista naturalistico, in quanto punto di incontro di più ecosistemi (valle, altopiano, montagna, periurbano), sia da un punto di vista delle attività antropiche: le zone rurali sono, infatti, uno dei luoghi di preferenza per attività economiche, produttive, e per la fruizione turistica.
- “Integrazione”: le differenti forze che caratterizzano un territorio devono e possono integrarsi per sviluppare sinergie; i diversi gruppi sociali ed economici, fruitori delle zone rurali, devono godere di eguali opportunità di accesso alle risorse, senza inficiare la possibilità di altri attori di utilizzare le stesse risorse in maniera efficace.
Tuttavia, le zone rurali sono interessate da numerosi strumenti legislativi e di pianificazione, ma spesso in maniera disarmonica se non addirittura in contrasto tra di loro. In tal senso, l’integrazione diventa una necessità, che riguarda non solo le “funzioni” di un territorio, ma anche gli attori che in esso operano: di fondamentale importanza è la partecipazione degli attori locali alla pianificazione dello sviluppo.
-“Pianificazione”: numerose normative e strumenti di pianificazione si sono susseguiti nelle aree rurali, talvolta sovrapponendosi, anche in maniera contraddittoria. È pertanto necessario armonizzare questi strumenti, per ottenere risultati efficaci per la fruizione degli ambienti rurali e la valorizzazione delle risorse, salvaguardandone l’integrità e garantendone l’utilizzo alle generazioni future.
Presupposti metodologici
Il progetto “Sviluppo In armonia con il tempo degli eventi: per una gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali” si basa su alcuni presupposti metodologici che si possono sintetizzare attraverso tre parole chiave unite nel trinomio: Gestione-Integrazione-Pianificazione. A questo trinomio fanno capo alcuni presupposti metodologici, da tenere in considerazione nella gestione integrata e partecipata delle aree rurali, in cui il paesaggio è l’elemento ordinatore della complessità sistemica esistente. Questi presupposti muovono e declinano la strategia del Piano di Azione locale del GAL BaTiR e sono ritenuti fondamentali per una gestione integrata del territorio rurale finalizzata allo sviluppo sostenibile e alla valorizzazione di queste aree.
Il tema dello sviluppo rurale vede la complessità come uno dei fattori determinanti per poter incidere positivamente, e in questo ambito avere una visione olistica è fondamentale: è il presupposto di base che mette il tema della complessità al centro del progetto RURALSCAPES. Lo sviluppo rurale si attua attraverso ecosistemi diversi, sia “classici”, come ad esempio quello montano e quello di valle, ma anche ecosistemi “altri”, come ad esempio quello sociale e quello economico: proprio il concetto di sistema di ecosistemi sta alla base della Strategia di lavoro proposta, quindi anche della costruzione del progetto RURALSCAPES e delle azioni locali, fondando il tutto sulla Teoria della Complessità. Il territorio in cui si opera è il substrato in cui le azioni avverranno e potranno incidere, e per poter meglio leggere questo substrato la chiave utilizzata è l’analisi dei paesaggi che le compongono.
È necessario fare un salto di qualità nella lettura delle forme del paesaggio, operare una lettura delle strutture culturali ed economiche che lo hanno costruito, dando cioè valore alla lettura, rendendola non più una lettura di forme astratte, ma una lettura di forme che possono dare informazioni sulle qualità che esse possiedono. In questo le nuove tecnologie informatiche possono aiutarci, per poter creare un sistema informativo per la conoscenza di supporto alla gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali.
Altro presupposto metodologico base di RURALSCAPES si fonda sulle “percezioni differenziate” che sono declinate in due tipologie di saperi: quello tecnico e quello locale. Per sapere tecnico si intende quello percepito da chi ha un background di diversi saperi accumulati e diversi riferimenti scientifici strettamente correlati al tema dello sviluppo rurale, in questo caso: urbanisti, architetti, antropologi, agronomi, economisti. I saperi tecnici, però, sono solo una parte della realtà, spesso mancano dell’interpretazione locale degli abitanti, dei semplici fruitori di quel patrimonio che costituisce il paesaggio rurale. Nel costruire il progetto RURALSCAPES ci si dovrà confrontare con diverse tipologie di sapere locale ed ogni tipologia ha un proprio paradigma interpretativo del tema in questione.
Quindi, da una parte i saperi tecnici analizzano il contesto ed individuano le dinamiche del territorio, restituendone un quadro d’insieme relativamente omogeneo in termini di esigenze e potenzialità, mentre i saperi locali ne tracciano i tratti salienti, sottolineando punti già emersi durante gli studi e facendo sì che essi possano diventare cardini del progetto.
Ultimo presupposto metodologico che è alla base del progetto RURALSCAPES è Il tema della partecipazione. Nel corso degli ultimi anni si è assistito ad una particolare attenzione ai temi della partecipazione della comunità che deve essere al centro della progettualità e dell’identità culturale, temi che poggiano le loro basi sulle lotte e sugli accordi internazionali presi durante gli Anni Novanta (Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo - UNCED -, Agenda 21, Convenzione Arahus etc..). Il problema è che, ancora oggi, a dispetto dei tanti strumenti e delle convenzioni, delle leggi internazionali e nazionali, spesso ci si ferma alla discussione: esistono pochissimi strumenti diffusi che possano aiutare le popolazioni ad essere artefici del loro futuro. Spesso tutto è calato dall’alto, progetti architettonici, piani urbanistici, decisioni. Spesso perché il tempo è tiranno, perché si deve fare entro una data, perché prevale il criterio dell’emergenza, dell’intervento straordinario rispetto a quello ordinario. Sarebbe opportuno ripensare la variabile tempo, anche perché “è il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così importante.” Probabilmente dovremmo pensare ad addomesticarci, per citare ancora Saint-Exupéry, tra noi cittadini, per poter far sì che questa variabile abbia maggior peso nei processi decisionali riferiti allo sviluppo rurale ed alle trasformazioni del territorio. La maggior parte degli abitanti della terra non ha la conoscenza, sia tecnica che intellettuale, per poter intervenire in quei processi decisionali che organizzano, progettano, gestiscono la nostra vita presente e, soprattutto, futura. A questo punto si potrebbe obiettare che sino ad oggi si è cercato di attivare processi partecipativi attraverso molteplici strumenti e metodologie, si pensi ai Forum, alle Assemblee pubbliche, agli Open Space, tutti eventi che hanno in comune la mancanza di un fattore fondamentale: la continuità nel tempo. Cersosimo dice che tre sono le parole chiave per poter attivare e seguire il processo partecipativo: saper fare, competenza e pazienza. Per fare ciò va ripensato il concetto di tempo. Non si può attivare un processo partecipativo in funzione di un progetto e di un bando: deve essere un processo continuo, con attività diversificate che vanno dalla formazione nelle scuole primarie alla gestione dei piani strategici. L’Unione Europea ha cercato di far fronte a questi problemi con l’attuazione di numerosi programmi comunitari sul concetto di governance, di partecipazione, di democrazia. Tra questi, non ultimo, la Convenzione Europea del Paesaggio (CEP). Queste attività necessitano di un elemento fondamentale: la continuità nel tempo. La continuità diventa una delle parole chiave che deve essere tenuta in considerazione nella ristrutturazione dei processi partecipativi: non più processi, ma stili di vita.
Motivazioni all’avvio di attività di cooperazione
Motivazioni specifiche circa lo sviluppo dell’area del GAL
Al fine di rafforzare i processi di sviluppo locale sostenibile, il GAL BaTiR ha ritenuto utile ed efficace intraprendere un percorso di cooperazione con altri GAL con problematiche simili o esperienze complementari alle proprie, per avviare uno scambio di know-how e creare le sinergie necessarie per la realizzazione di azioni comuni utili a tutti i territori coinvolti.
L’analisi territoriale svolta dal gruppo tecnico del Gruppo di Azione locale (GAL) per la stesura del PAL (Piano di Azione Locale) riguardante l’area del Versante Tirrenico Reggino, ha messo in evidenza le problematiche e le potenzialità del territorio, permettendo di focalizzare gli obiettivi prioritari della strategia integrata da attuare (per minimizzare così i punti di debolezza) e le risorse endogene (punti di forza) su cui fare leva. Una breve sintesi è illustrata nell'immagine sintetica della matrice SWOT
.
Motivazioni alla scelta del tema di cooperazione.
La scelta della Gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali, quale tema del progetto di cooperazione RURALSCAPES, nasce dalla diffusa consapevolezza, sia a livello europeo che globale, del fabbisogno delle aree rurali di avere sistemi di conoscenza che possano, da una parte, salvaguardare l’unicità di questi territori dal punto di vista della ricchezza del paesaggio e dei patrimoni (culturali, colturali e naturali) e, dall’altra, valorizzarne il potenziale in termini di fruizione turistica e di produzione agroalimentare. Affinché la cooperazione costituisse un reale valore aggiunto per la strategia integrata del PAL, si è reso necessario identificare il fabbisogno di cooperazione, ovvero la domanda (esigenze di sviluppo) e l’offerta (esperienze e competenze da condividere) del territorio. Le prime fasi della sopracitata analisi del territorio di pertinenza del GAL hanno messo in evidenza una serie di problematiche, legate al ritardo nello sviluppo che caratterizza l’area, ma anche punti forza condivisibili, di natura non solo economica ma anche sociale ed ambientale, che costituiscono il fabbisogno di cooperazione dell’area, le tematiche che sono state alla base della ricerca dei potenziali partner e della definizione degli interventi da svolgere congiuntamente. Alla luce delle esperienze pregresse in veste di GAL BaTiR nel campo della cooperazione, il GAL BaTiR ed i GAL partner ritengono che il progetto RURALSCAPES permetterà ai territori rurali interessati ed agli attori locali di acquisire nuove idee e metodologie per promuovere lo sviluppo integrato nei propri territori, sperimentare nuove soluzioni e metodi, condividere competenze e risorse, facilitare la conoscenza reciproca e la circolazione delle informazioni, e quindi di ricavare benefici materiali ed immateriali dalla diffusione di buone prassi e di suggerimenti per i decisori pubblici.
Nell’individuare gli obiettivi strategici e gli obiettivi specifici si è cercato di essere coerenti con i fabbisogni prioritari espressi dal processo partecipativo interattivo e direttamente correlati al Progetto di Cooperazione Transnazionale che sono evidenti nella Tabella 50 del Piano di Azione Locale, rappresentata qui di seguito.
Obiettivi generali e specifici del progetto RURALSCAPES
L’obiettivo generale è quello di mettere a confronto lo stato dell’arte delle politiche di gestione e confrontare le strategie di sviluppo integrato dei paesaggi rurali dei partner di progetto, di coinvolgimento degli attori locali, e tutte le attività implementate per il raggiungimento di fini non solo economici, ma che tengano conto dei fattori ambientali e sociali nel lungo periodo, così come espresso nella definizione di sviluppo sostenibile più ampiamente accettata. Lo scambio di buone prassi e know-how sarà finalizzato alla diffusione di idee e suggerimenti agli attori locali, pubblici e privati, per l’introduzione di azioni sinergiche (intrasettoriali ed intersettoriali) nel settore della gestione dei paesaggi rurali: turismo sostenibile, gestione dei patrimoni culturali, colturali e naturali, ospitalità diffusa, inclusione sociale, filiere, riqualificazione dell’ambiente rurale e del patrimonio culturale legato alle tradizioni e all’identità.
In particolare, il progetto di cooperazione RURALSCAPES vuole raggiungere i seguenti obiettivi generali:
- Accrescere la capacity building, intesa come “capacità di gestione delle proprie risorse”: la cooperazione con partner più esperti può permettere un trasferimento di conoscenze notevole che, adattate alle esigenze del territorio, possono diventare volano per lo sviluppo locale;
- Raggiungere la dovuta massa critica per affrontare determinati interventi importanti per lo sviluppo dell’area, mettendo insieme le risorse economiche e/o umane;
- Acquisire competenze e professionalità a vari livelli, rafforzando lo stock di conoscenze presenti sul territorio;
- Trasferire ed acquisire buone prassi e know-how circa lo sviluppo sostenibile ed integrato;
Gli altri obiettivi specifici che si andranno a perseguire riguardano:
- Delineamento dello stato dell’arte dell’applicazione e diffusione di strategie e sistemi di gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali nei territori dei partner;
- Acquisizione e trasferimento di esperienze ed idee innovative per la gestione integrata dei paesaggi rurali;
- Costruzione ed implementazione di un sistema integrato per la gestione e la conoscenza dei paesaggi rurali;
- Scambio e diffusione di buone prassi per mettere a sistema i settori produttivi locali e migliorarne le performance, salvaguardando l’ambiente e rispettando le attese degli attori economici e sociali;
- Sensibilizzazione dei territori circa la salvaguardia degli ecosistemi rurali ed il consumo consapevole e responsabile.
Obiettivi operativi
Gli obiettivi operativi che il progetto RURALSCAPES si prefigge sono:
- svolgimento di visite studio presso i territori dei GAL partner per approfondire la conoscenza reciproca, per lo scambio di esperienze e buone prassi;
- realizzazione di un volume di linee guida per l’implementazione della gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali;
- eventi di informazione e comunicazione circa le finalità ed i risultati del progetto;
Continuità, complementarietà e/o integrazione del progetto RURALSCAPES con altri progetti terminati o in essere di cooperazione e non che hanno riguardato l’area del GAL BaTiR
La tematica oggetto di RURALSCAPES, ovvero la gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali, risulta essere in continuità con tutti gli obiettivi generali e molti obiettivi specifici delle governance attive sui territori dei GAL, in particolare con la finalità di promuovere uno sviluppo armonico, che tenga conto non solo di scopi meramente produttivi, ma presti attenzione anche all’ambiente ed ai membri della società che di questi luoghi fruisce, nonché nel promuovere la cooperazione tra attori locali (ad esempio attraverso la creazione di reti di attori ed associazioni). Il tema centrale di RURALSCAPES è coerente con la strategia del PAL “PerCoRSI del Tirreno: per un Consapevole e Responsabile Sviluppo Integrato del Tirreno” del GAL BaTiR, ovvero “il miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali” e con l’obiettivo generale riguardante la “Valorizzazione delle risorse ambientali, culturali e sociali presenti nel territorio, finalizzato alla strutturazione di un sistema rurale, che sia fattore di sviluppo ecosostenibile dell’area”, soprattutto con l’obiettivo strategico 4: “Contribuire alla gestione integrata ed alla tutela dell’ambiente e alla promozione dell’uso efficiente delle risorse” e con l’obiettivo strategico 6 ”Favorire la nascita di reti di cooperazione intersettoriale tra turismo e filiere locali”. La valorizzazione del territorio e del paesaggio comprende sia la promozione delle attività produttive e ricreative, sia la protezione dell’ambiente e delle tradizioni culturali che hanno dato un'identità ed una storia a questi luoghi: anche la gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali ha finalità di valorizzazione e promozione dei luoghi e della loro identità; RURALSCAPES si presenta, quindi, in continuità con il progetto di cooperazione “Architetture di paesaggio nelle aree rurali europee: un nuovo approccio al disegno dello sviluppo locale“ – LANDsARE, in cui il GAL BaTiR è coinvolto (attraverso il PSL Aulinas), con capofila il GAL Oglio Po Terre d’Acqua.
Attività di pre-sviluppo
Le attività di pre-sviluppo si sono svolte contemporaneamente alla stesura del PAL del GAL BaTiR (2016):
- l’analisi territoriale svolta dal gruppo tecnico-scientifico ha messo in evidenza il fabbisogno di cooperazione del territorio;
- la scelta della tematica di RURALSCAPES è stata corroborata dalla presenza di studi specifici sulla tematica della gestione integrata dei paesaggi rurali e sulla sua evoluzione;
- il direttivo dei GAL ha espresso parere favorevole allo svolgimento delle attività di cooperazione;
- la proposta di cooperazione è stata rivolta a numerosi GAL europei, sia attraverso contatti diretti (telefonici ed epistolari), sia tramite la pubblicazione dell’annuncio sull’apposito sito di Rete rurale (http://www.reterurale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/16185), che sul sito di ENRC
(http://enrd.ec.europa.eu/leader-clld/partner-search_en)
Descrizione delle attività previste
Il progetto si articola in due sezioni: nella Sezione I sono descritte le attività comuni a tutti i partner e coordinate dal capofila (GAL BaTiR), mentre nella Sezione II sono descritte le attività che ogni GAL svolgerà sul proprio territorio.
SEZIONE I
Attività 0 – Progettazione e coordinamento del progetto
- Redazione del fascicolo di cooperazione
- Formazione e formalizzazione del partenariato di cooperazione
- Coordinamento e gestione
Destinatari: Partner di progetto
Responsabilità del GAL capofila: coordinamento delle attività comuni, monitoraggio e rendicontazione finale delle stesse, cura dei report intermedi e stesura di un report finale di progetto.
I prodotti dell’Attività 0 saranno:
- Stesura del fascicolo di progetto
- Una manifestazione di interesse per ogni GAL partner e Accordo di Cooperazione
- Un Cronoprogramma ed un piano finanziario delle attività
- Formazione di uno Steering Committee
- Verbali di ogni incontro di cooperazione
- Report semestrale di progetto
- Creazione di una pagina web del progetto sul sito del GAL
Attività 1 – Visite Studio per lo scambio di esperienze e buone prassi
- Predisposizione del materiale per lo scambio di esperienze tra i partner (presentazione dei territori, raccolta di eventuali buone prassi)
- Visite studio (almeno 7) da sviluppare su tematiche a scelta del partner ospitante: Gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali, buone prassi assimilabili al tema cardine di RURALSCAPES, turismo sostenibile, creazione GECT, produzione sostenibile, ed altre.
Destinatari: Partner di progetto, attori locali delle aree coinvolte che parteciperanno alle visite studio.
Responsabilità del GAL capofila: coordinamento delle attività comuni, raccolta del materiale di condivisione, predisposizione dei report delle visite studio, monitoraggio, rendicontazione delle attività a proprio carico.
I prodotti dell’Attività 1 saranno:
- n. 7 visite studio;
- n. 1 cartella di materiale di condivisione tra i partner;
- n. 7 report delle visite;
Attività 2 – Realizzazione di un volume di Linee Guida sulla gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali
2.1 Selezione di un esperto per la redazione del volume
2.2 Raccolta ed elaborazione dei contenuti delle linee guida
2.3 Disseminazione: organizzazione di convegni informativi, stampa (inglese ed italiano) e diffusione del volume.
Destinatari: Partner di progetto, un esperto in materia di sviluppo sostenibile, attori locali delle aree coinvolte, pubblico più vasto possibile che parteciperà ai convegni.
Responsabilità del GAL capofila: coordinamento delle attività comuni, raccolta del materiale di condivisione, predisposizione dei report delle visite studio, monitoraggio, rendicontazione delle attività a proprio carico.
I prodotti dell’Attività 2 saranno:
- n. 1 contratto a un soggetto esperto per la redazione del volume;
- n. 1 Volume di Linee Guida per la gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali;
- n. 2 Convegni sui temi del progetto.
Indicatori del progetto
Indicatori |
Unità di misura |
Valore previsionale |
Indicatori di realizzazione |
||
Partner |
|
|
di cui GAL |
numero |
|
di cui Partner no GAL |
numero |
|
|
numero |
|
Stati coinvolti (per i progetti transnazionali) |
numero |
4 (Italia, Spagna, Scozia, Rep. Ceca, etc) |
Struttura comune |
numero |
1 partenariato |
Rete tra operatori locali |
numero |
1 pagina su sito web di ogni GAL |
Prodotti comuni |
numero |
1 volume di linee guida |
Rendicontazione |
numero |
1 rendicontazione |
|
||
Indicatori delle attività di progetto |
||
Attività |
Indicatore di attività |
Valore previsionale |
0.1 Redazione del fascicolo di cooperazione |
Fascicolo di progetto approvato |
1 |
0.2 Formazione e formalizzazione del partenariato di cooperazione |
Partenariato di cooperazione Steering Committee |
1 1 |
manifestazione di interesse |
1 per ogni partner |
|
Accordo di Cooperazione |
1 |
|
0.3 Coordinamento e gestione |
Cronoprogramma |
1 |
Piano finanziario delle attività |
1 |
|
Verbali di ogni incontro di cooperazione |
7 |
|
Report di Progetto (RP) |
10 |
|
Creazione di una pagina web sul progetto sul sito del GAL |
1 per sito di ogni partner |
|
1.1 Predisposizione del materiale per lo scambio di esperienze tra i partner |
Cartella multimediale di materiale in formato elettronico |
1 |
1.2 Visite studio |
visite studio presso i partner |
7 |
Report di Visita (RV) |
7 |
|
2.1 Selezione di un esperto per la redazione del volume |
Contratto a un soggetto esperto |
1 |
2.2 Raccolta ed elaborazione dei contenuti delle linee guida |
Bozze allegate ai report di progetto |
2 |
2.3 Disseminazione: organizzazione di convegni informativi, stampa (inglese ed italiano) e diffusione del volume. |
Volume di Linee Guida per la gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali |
1 |
Convegni sui temi del progetto |
1-2 |
|
Indicatori di risultato (impatti nel breve periodo) |
||
Attività di progetto |
Impatto |
Indicatore |
Attività 0 – Progettazione e coordinamento del progetto |
Capitale relazione creato |
1 partenariato di cooperazione |
Attività 1 – Visite Studio per lo scambio di esperienze e buone prassi |
Esperienze e buone prassi scambiate |
≥ 9 esperienze scambiate, >5000 visite della pagina web del progetto, 200 persone coinvolte attraverso convegni |
Attività 2 – Realizzazione di un volume di Linee Guida sulla gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali |
Diffusione di linee guida |
1 volume stampato, in formato cartaceo (200 copie) ed elettronico |
- METODI E PROCEDURA DI ATTUAZIONE DEL PROGETTO
Forma giuridica e gestionale
Le forme giuridiche e gestionali sono concordate dai partner nell’Accordo di Cooperazione. |
Modalità di attuazione
Modalità attuative |
Attività |
Soggetto responsabile |
A regia diretta |
Attività 0
|
Il GAL capofila ha la responsabilità dell’attuazione del progetto, per le azioni di sua pertinenza e per quelle delegate dai partner, nella scelta di forniture, selezione di esperti, individuazione notaio, pianificazione e svolgimento delle attività, realizzazione dei prodotti previa consultazione con lo steering committee |
Attività 1
|
||
Attività 2 |
7. Aspetti Organizzativi
Cronoprogramma delle attività
Data di inizio progetto: settembre 2017 Data di fine progetto: dicembre 2021 |
||||||||||
Tempi di realizzazione |
||||||||||
Attività |
2017 |
2018 |
2019 |
2020 |
2021 |
|||||
I Semestre |
II Semestre |
I Semestre |
II Semestre |
I Semestre |
II Semestre |
I Semestre |
II Semestre |
I Semestre |
II Semestre |
|
0.1 Redazione del fascicolo di cooperazione |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
0.2 Formazione e formalizzazione del partenariato di cooperazione (e dello steering committee) |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
0.3 Coordinamento e gestione |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1.1 Predisposizione del materiale per lo scambio di esperienze tra i partner |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1.2 Visite studio |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2.1 Selezione di un esperto per la redazione del volume |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2.2 Raccolta ed elaborazione dei contenuti delle linee guida |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
2.3 Disseminazione: organizzazione di convegni informativi, stampa (inglese ed italiano) e diffusione del volume. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Modalità individuate per assolvere ai compiti organizzativi e direttivi
Il GAL BaTiR, in veste di capofila, svolge il ruolo di coordinamento e supervisione delle attività di progetto, con il supporto dello Steering Committee (SC) secondo quanto definito nell’Accordo di Cooperazione.
Struttura organizzativa del progetto
Oltre a seguire le disposizioni dell’Autorità di Gestione in merito alle formalità necessarie allo svolgimento delle attività di cooperazione, il partenariato di cooperazione sarà organizzato in “organi di gestione”
Partner Capofila: coordina e gestisce le attività necessarie a garantire la migliore attuazione del Progetto. Presiede lo Steering Committee formato dai rappresentanti di tutti i Partner. Ruoli e compiti del Capofila sono puntualmente definiti nell’Accordo di Cooperazione. Al GAL capofila spetterà anche la selezione delle professionalità scientifiche per la redazione delle Linee Guida.
Gruppo tecnico-scientifico di coordinamento e gestione: è individuato nella struttura organizzativa del capofila, è composto da professionalità con esperienza nel campo dello sviluppo integrato, ed è preposto alla attività di segretariato tecnico al fine di assicurare la corretta gestione delle attività comuni, la circolazione delle informazioni tra i partner, le attività di comunicazione, favorendo anche la comunicazione con le diverse Autorità di Gestione.
Ogni GAL partner è responsabile dello svolgimento delle attività locali e della rendicontazione dei costi sostenuti per lo svolgimento delle stesse, ed è il referente del proprio partenariato locale nonché portavoce delle esigenze di sviluppo del proprio territorio.
Compito di ogni GAL è dirigere, coordinare, monitorare e valutare le attività di progetto e la partecipazione dei partner locali. Ogni GAL organizza autonomamente le modalità di funzionamento del proprio gruppo di lavoro, ma si assume la responsabilità di rispettare gli impegni comuni di RURALSCAPES
Il programma dettagliato delle attività verrà concordato durante lo svolgimento del primo incontro dello Steering Committee, durante il quale verrà firmato l’accordo di cooperazione definitivo, strumento vincolante che sancirà la formazione del partenariato di cooperazione.
- ASPETTI FINANZIARI
Piano finanziario del progetto
Nome GAL |
% Finanziamento pubblico |
% Finanziamento privato |
Pre-sviluppo |
Azioni Comuni |
Azioni locali |
Totale |
|
Funzionamento della struttura comune e supporto tecnico all’attuazione del progetto |
Realizzazione delle azioni comuni |
Attività pianificate nel progetto locale (costi) |
|||||
GAL BaTiR |
100% |
0% |
27000 |
27000 |
108000 |
108000 |
270.000,00 |
Gal Savuto |
100% |
0% |
|
5.000 |
15.000 |
30.000 |
50.000,00 |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
TOTALI |
|
|
|
|
|
Cronoprogramma di spesa
Data di inizio progetto: 2017 Data di fine progetto: 2021 |
|||||
GAL BaTiR |
I anno |
II anno |
III anno |
IV anno |
V anno |
Attività 0 |
10% |
5% |
5% |
|
|
Attività 1 |
5% |
10% |
10% |
5% |
5% |
Attività 2 |
|
10% |
10% |
10% |
15% |
Totale GAL BaTiR |
15% |
25% |
25% |
15% |
20% |
Gal Savuto |
|
|
|
|
|
Attività 0 |
|
|
|
|
|
Attività 1 |
5% |
10% |
10% |
10% |
5% |
Attività 2 |
5% |
15% |
15% |
15% |
10% |
Totale Gal Savuto |
10% |
25% |
25% |
25% |
15% |
GAl….. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Sostenibilità delle attività
La sostenibilità delle attività di RURALSCAPES si manifesta su due livelli:
- A livello regionale il progetto permetterà l’acquisizione di competenze ed esperienze di territori che affrontano le stesse sfide nell’ambito della gestione integrata e partecipata dei paesaggi rurali e costituiranno un bagaglio di conoscenze e know-how spendibile nel lungo periodo, oltre la scadenza del progetto.
- A livello transnazionale, la collaborazione avviata con il progetto descritto porterà alla costituzione di un capitale relazionale che potrà essere base di partenza per future collaborazioni per ulteriori attività di pianificazione e cooperazione. Inoltre, il carattere trasversale dei contenuti delle attività, grazie alla partecipazione di diverse professionalità e partner stranieri, permetterà di essere utile ad un ampio pubblico nelle aree rurali.
Capitolo 4 – Piano di Azione
4.1 Piano di Azione e Schede Operazioni Attivate nel Pal
Descrizione generale, compresa la logica dell’intervento, il contributo alla strategia di sviluppo locale e la giustificazione del valore aggiunto nel caso sia una operazione già attivata dalla Regione.
L’Obiettivo Strategico che il PAL intende perseguire è il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni residenti nell’Area 6, favorirne il permanere attraverso il sostegno all’innovazione delle micro-filiere già operanti, attraverso il sostegno all’avvio di startup innovative, il supporto all’avvio di forme nuove di cooperazione e dotare il territorio di piccole infrastrutture e servizi di base.
La Logica Generale dell’Intervento nonché mission del nascente PAL, è quella di incidere positivamente sulla governance del territorio determinando scelte che vadano nella direzione dello sviluppo equilibrato e sostenibile attraverso gli strumenti a disposizione con l’obiettivo di limitare e/o arginare le ataviche criticità dell’areale oggetto del PAL.
La scelta degli Interventi è stata effettuata in piena coerenza con gli Obiettivi e la Strategia del PSR Calabria 2014-2020, in quanto, il PAL intende perseguire, attraverso l’implementazione degli interventi sotto elencati, i seguenti obiettivi:
- Incoraggiare l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita, in questo caso attraverso la realizzazione di attività informative e dimostrative;
- Migliorare le prestazioni economiche delle aziende agricole che fanno parte delle micro filiere produttive censite nel territorio Area 6, incoraggiandone l'ammodernamento, la diversificazione e la cooperazione;
- Favorire la produzione e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili;
- Favorire una gestione sostenibile della risorsa idrica;
- Incentivare la diversificazione, la creazione e lo sviluppo di piccole imprese nonché favorire l'occupazione nelle zone rurali;
- Favorire la cooperazione a 360° soprattutto tra piccoli operatori per lo sviluppo di prodotti turistici, per la creazione di filiere corte e mercati locali e per favorire la diversificazione dell’economia rurale anche attraverso l’erogazione di servizi innovativi;
- Sostenere e promuovere la crescita socio-economica e la sostenibilità ambientale delle aree rurali anche attraverso lo sviluppo di infrastrutture e servizi di base.
La Logica Generale del PAL prevede inoltre due modalità differenti di implementazione degli Interventi previsti, ovvero:
- Assegnazione delle risorse attraverso Bando pubblico ovvero il bando viene predisposto, indetto e pubblicizzato dal GAL su approvazione della Regione Calabria
- Regia del GAL ovvero il GAL individua uno o più beneficiario/i, attraverso un processo di concertazione, per la realizzazione di un progetto di interesse prevalentemente pubblico.
Non si tratta di meri strumenti metodologici di avvio dell’iter di assegnazione delle risorse ma ogni formula applicabile sottende una priorità in termini di Obiettivi e Strategia.
Il PAL progettato/programmato intende attivare, in fase esecutiva, 6 (sei) Misure declinate in 14 (quattordici) Interventi.
Nel dettaglio, le Misure del PSR Calabria 2014-2020 che si intende attivare, sono le seguenti:
- Misura 1 - Trasferimento di Conoscenze e Azioni di Informazione
- Misura 4 - Investimenti in Immobilizzazioni Materiali
- Misura 6 - Sviluppo delle Aziende Agricole e delle Imprese
- Misura 7 - Servizi di Base e Rinnovamento dei Villaggi nelle Zone Rurali
- Misura 16 – Cooperazione
Gli interventi selezionati sono:
- Intervento 1.2.1 Sostegno per progetti dimostrativi ed azioni di informazione
- Intervento 4.1.1 - Investimenti nelle aziende agricole
- Intervento 4.1.3. - Investimenti per la gestione della risorsa idrica da parte delle aziende agricole
- Intervento 4.1.4. - Investimenti per il ricorso alle energie rinnovabili da parte delle aziende agricole
- Intervento 4.2.1 - Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli
- Intervento 6.2.1 - Aiuto all’avviamento per nuove attività non agricole nelle aree rurali
- Intervento 6.4.1 - Sostegno alla diversificazione e multifunzionalità nelle aziende agricole
- Intervento 7.3.1 - Investimenti di accesso alla banda larga e ultra-larga nelle aree rurali
- Intervento 7.4.1 - Investimenti per l’introduzione, il miglioramento o l’espansione di servizi di base a livello locale
- Intervento 7.5.1 - Investimenti per uso pubblico in infrastrutture ricreative, informazione turistica e infrastrutture turistiche su piccola scala (non attivata dal PSR Calabria 2014/2020 ma previste nel Regolamento UE 1305/2013)
- Intervento 7.6.1 – Studi e investimenti finalizzati alla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale e alla conservazionedella biodiversità (non attivata dal PSR Calabria 2014/2020 ma previste nel Regolamento UE 1305/2013)
- Intervento 16.3.1 - Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse"
- Intervento 16.4.1 - Cooperazione di filiera, orizzontale e verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e dei mercati locali"
- Intervento 16.9.1 - Diversificazione delle attività agricole per l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale e l’educazione ambientale
La scelta degli Interventi è stata calibrata e ponderata in ragione degli ambiti su cui la strategia punta ovvero Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri) Turismo sostenibile e Accesso ai servizi pubblici essenziali.
Di seguito vengono elencati gli Interventi utili al raggiungimento degli obiettivi suddivisi per singoli Ambiti.
Misure/Interventi attivati nell’Ambito “Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri)”
Misure/Interventi attivati nell’Ambito “Accesso ai servizi pubblici essenziali”
Misure/Interventi attivati nell’Ambito “Turismo sostenibile”
Da una rapida lettura si può notare come il Comitato Tecnico, incaricato della stesura del PAL, abbia posto un’attenzione particolare all’attivazione della Misura 4 e della Misura 7. Le due Misure sono declinate in ben quattro interventi ciascuna. In ordine all’importanza numerica degli interventi, abbiamo, inoltre, tre Interventi attivati nella Misura 16, due nella Misura 6 e un solo Intervento nella Misura 1.
Appare superfluo ribadire che, la scelta delle Misure e degli Interventi da attivare, ha seguito una logica di sistema coerente con la strategia e con gli obiettivi che il PAL si è prefissato di implementare e raggiungere. In ordine all’allocazione delle risorse a disposizione del PAL si rimanda al Capitolo 5 – Piano Finanziario del presente formulario ma, in questa sede, si ribadisce come la strategia sin qui descritta, si esplicita e concretizza nell’allocazione di risorse tali nell’ambito “Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri)” da farne l’ambito trainante della strategia PAL; in termini assoluti di spesa prevista seguono l’Ambito “Turismo sostenibile” ed “Accesso ai servizi pubblici essenziali”.
Sia la determinazione della Strategia che l’allocazione delle risorse necessarie per la sua implementazione, sono state il frutto di una continua concertazione con il partenariato pubblico e privato cioè i veri portatori d’interessi del futuro GAL. Tale metodologia ha assicurato la piena partecipazione e condivisione tra il Comitato Tecnico investito dell’onere della redazione del PAL e tutte le parti chiamate in causa e variamente coinvolte.
Il “Bando Pubblico GAL” verrà attivato per i seguenti Interventi:
- Intervento 01.02.01 - Sostegno per progetti dimostrativi e azioni di informazione
- Intervento 04.01.01 - Investimenti nelle aziende agricole
- Intervento 04.01.03 - Investimenti per la gestione della risorsa idrica da parte delle aziende agricole
- Intervento 04.01.04 - Investimenti per il ricorso alle energie rinnovabili da parte delle aziende agricole
- Intervento 04.02.01 - Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli approccio di filiera (PIF) ed approccio individuale
- Intervento 06.02.01 - Aiuto all’avviamento per nuove attività non agricole nelle aree rurali
- Intervento 16.04.01 - Cooperazione di filiera, orizzontale e verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e dei mercati locali
- Intervento 16.03.01 - Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse
- Intervento 06.04.01 - Sostegno ad interventi di diversificazione e multifunzionalità delle
imprese agricole
- Intervento 7.3.1. - Investimenti di accesso alla banda larga e ultra-larga nelle aree
rurali
- Intervento 16.09.01 - Diversificazione delle attività agricole per l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale e l’educazione ambientale
Il Bando Pubblico GAL rappresenta lo strumento privilegiato per l’attuazione degli interventi sopra elencati in quanto gli stessi sono caratterizzati da una ricaduta vasta e diffusa e per i quali non è possibile ne giustificabile imporre alcuna preventiva limitazione o riduzione del numero o tipologia di beneficiari, in particolare di natura privata. Per questi Interventi, la struttura amministrativa del GAL predisporrà, ai sensi dell’art. 34 par.3 (b) del Documento di programmazione 2014/2020, “procedure di selezione trasparenti e non discriminatorie e criteri oggettivi di selezione delle operazioni che evitino conflitti di interessi … “.
La formula “Regia GAL” verrà attivata per l’Intervento 07.04.01 denominato "Investimenti per l’introduzione, il miglioramento o l’espansionedi servizi di base a livello locale", per l’Intervento 07.05.01 –“Investimenti per uso pubblico in infrastrutture ricreative, informazione turistica e infrastrutture turistiche su piccola scala” ed, infine, per l’Intervento 07.06.01 “Studi e investimenti finalizzati alla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale e alla conservazione della biodiversità”.
Per l’attuazione di tali misure il Gal predisporrà specifici progetti esecutivi.
Tale procedura, per definizione, è finalizzata a “situazioni caratterizzate da progettualità complesse ed integrate, aventi finalità a ricaduta pubblica. In particolare il GAL gestirà la misura attraverso l’attività di governance e animazione proprie, e l’auspicabile concertazione tra i soggetti coinvolti nell’area interessata e le relative collettività”.
La formula a “Regia GAL”, sarà utililizzata ad esempio per il finanziamento di piccole infrastrutture per l’erogazione di servizi ai turisti (Intervento 07.05.01) ed alla elaborazione di percorsi tematici che coinvolgano tutti e 40 i comuni dell’Area 6. I nuovi prodotti turistici che verranno elaborati coinvolgeranno parimenti le zone costiere (Basso Tirreno Cosentino) e quelle dell’entroterra (Savuto e Serre Cosentine) il tutto finalizzato ad allungare i periodi di permanenza dei turisti. La nuova offerta turistica sarà messa a disposizione dei piccoli operatori turistici aderenti/soci del GAL (Consorzio Isca Hotel, B&B, Agriturismi ma anche Aziende Agricole e Agroalimentari) che attraverso l’implementazione della Misura 16 Intervento 16.03.01 attiveranno piani di cooperazione per una migliore messa a sistema dei servizi turistici del territorio di riferimento.
La strategia PAL, nell’ambito del sostegno al turismo sostenibile, prevede l’approfondimento dello studio del territorio, il censimento degli attrattori e la messa a sistema di tutti gli attori presenti ovvero: beni paesaggistici, archeologici, storico-culturali, eno-gastronomici, elementi del patrimonio quali letteratura, poesia, teatro e musiche popolari, piccole strutture ricettive, agenzie che erogano servizi al turismo, settore agricolo e agrituristico per costruire intorno ad essi percorsi fruibili.
L’obiettivo è quello di mettere a valore i beni e le attività culturali, non solo perché componenti fondamentali della nostra identità, ma anche quale vantaggio comparato per aumentare l’attrattività del nostro territorio, per rafforzare la coesione sociale e per migliorare la qualità della vita delle nostre comunità.
A titolo esemplificativo elenchiamo alcuni esempi di potenziali percorsi tematici:
- Castelli, Mura e Fortificazioni Militari;
- Itinerario Religioso “Chiese e Santuari”;
- I Centri Storici;
- L’Enogastronomia d’Eccellenza;
- I Villaggi Rurali e Montani;
- Naturalistico
- I Borghi Marinari (da promuovere ulteriormente attraverso l’implementazione degli Interventi previsti nel FEAMP)
Al momento della stesura del Piano, risultano già attivate dalla Regione Calabria le Misure 4 e 6 declinate negli Interventi 4.1.1. Investimenti nelle singole aziende agricole finalizzate al miglioramento delle prestazioni - 4.1.3. Investimenti nelle singole aziende agricole per l'aumento dell'efficienza energetica dei processi produttivi - 4.1.4. Investimenti nelle singole aziende agricole per favorire l'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti rinnovabili, sottoprodotti, materiali di scarto e residui ed altre materie grezze non alimentari e Aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori.
Il Comitato, coerentemente con i dati raccolti attraverso l’analisi SWOT, con lo studio del territorio effettuato preliminarmente ma soprattutto dai dati in possesso del GAL Savuto relativi alla programmazione 2007/2003, che mettono in evidenza ottime performance da parte della Misura 121 “Ammodernamento delle aziende agricole” e 123 (misure omologhe alla Misura 4 prevista nella programmazione 2014/2020), ha ritenuto di dover caratterizzare la propria strategia attraverso l’attivazione della Misura 4, per come sopra declinata, anche se la stessa è stata bandita dalla Regione Calabria.
Gli interventi previsti negli Interventi04.01.01 e 04.02.01 saranno rivolti alle micro-filiere operanti sul territorio ed impegnate nella trasformazione delle materie prime prodotte in zona ovvero: Cipolla rossa di Tropea, Fico Essiccato del cosentino, Pomodoro di Belmonte, Orticoltura, Frutti col guscio e Castagne,Patata della Sila etc.
Per dare più forza e concretezza alla Strategia e convogliare le risorse verso i settori prescelti e predefiniti dal PAL, sono previste delle premialità in fase di assegnazione del punteggio alle aziende impegnate nella produzione e/o trasformazione delle materie prime caratteristiche dei luoghi GAL.
Per avvalorare e dare forza al progetto ma soprattutto nel ribadire l’importanza della sostenibilità ambientale del progetto, saranno premiate inoltre le proposte che prevedranno l’ammodernamento delle aziende che virano verso macchinari e/o attrezzature che limitano le emissioni e verso quelle aziende che intendono implementare nuovi prodotti derivanti dall’utilizzo degli scarti della produzione/lavorazione delle sopracitate materie prime.
4.2 Schede operazioni che saranno attivate nell’ambito della sottomisura 19.2
Misura attivata 1 Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione
Intervento 01.02.01 - Sostegno per progetti dimostrativi ed azioni di informazione
Descrizione del tipo di intervento
L’intervento è finalizzato ad informare e sensibilizzare gli addetti del settore agricolo, agroalimentare, forestale e zootecnico gli operatori economici quali Piccole e Medie Imprese (PMI) localizzate in Area Rurale 6 e operanti nelle micro-filiere che la Strategia PAL intende modernizzare, valorizzare e promuovere ovvero Cipolla rossa di Tropea, Fico Essiccato del cosentino, Pomodoro di Belmonte, Orticoltura, Frutti a guscio, Castanicoltura, Patata della Sila etc.
Il livello di istruzione dei capi azienda, su scala comprensoriale (Area Eleggibile 6) è il seguente:
Livello Istruzione Capi Azienda Area 6
Il Comitato Tecnico, dopo l’analisi dei dati che evidenzia come del 72,03 % dei titoli di studio dei Capi azienda è rappresentato da Licenzia Elementare e Licenzia Media, ha ritenuto che il trasferimento di conoscenze e l’acquisizione di competenze, dovesse essere veicolato attraverso una metodologia nuova e diversa dai tradizionali corsi di formazione ovvero attraverso attività informative e dimostrative; tale metodologia “didattica”, di tipo empirico, verrà implementata proprio al fine di incrementare la partecipazione dei destinatari tramite un coinvolgimento più diretto, immediato, circostanziato e più aderente alle problematiche che i discenti incontrano nel normale svolgimento della propria attività lavorativa.
Le azioni Informative e dimostrative cattureranno un maggior livello di attenzione da parte dei partecipanti (Capi azienda dell’Area PAL) che, da quanto rilevato nella tabella che segue, ha un’età che si concentra nell’intervallo che va dalla fascia “50-54” (che rappresenta il 10,69% sul totale) e termina alla fascia “75 e oltre” (che rappresenta il 17,12% del totale); la somma dei capi azienda con età che ricade nel range oggetto di analisi è pari a 3997 sui 5502 totali ovvero il 72,65%.
Età Capi Azienda Area 6
Le iniziative previste avranno carattere informativo e dimostrativo e saranno afferenti le seguenti argomentazioni: 1. Impiego, vantaggi e benefici derivanti dall’utilizzo di nuove metodologie di produzione e/o trasformazione 2. Miglioramento della sostenibilità ambientale 3. Competitività dell’azienda agricola 4. Prestazioni ambientali delle aziende agricole 5. Sottoprodotti ed utilizzo dei materiali di scarto 6. Approvvigionamento e utilizzo di fonti di energia rinnovabili 7. Utilizzazione degli effluenti zootecnici 8. Crescita digitale
Le attività dimostrative saranno strutturate in sessioni pratiche svolte in azienda o area agricola o forestale, oppure presso strutture di centri di ricerca o università, centri dimostrativi pubblici e privati, e tratteranno tematiche inerenti la strategia PAL con particolare riguardo alla divulgazione di innovazioni tecnologiche afferenti l’utilizzo di nuovi macchinari (Es. Settore Castanicolo: dimostrazione pratica relative all’utilizzo di macchine cernitrici, macchine spazzolatrici, macchine trasformatrici), metodi di protezione delle colture a basso impatto ambientale, nuovi sviluppi nell’utilizzo delle TIC, etc .
Le iniziative dovranno prevedere esercitazioni e prove pratiche da parte dei discenti per aumentarne le abilità e la relativa trasferibilità nelle aziende d’appartenenza.
Le attività dimostrative possono essere articolate in più interventi la cui durata non può essere superiore alle 50 ore o in singole iniziative di durata non inferiore alle 5 ore giornaliere e non superiori alle 8 ore giornaliere.
Le attività di informazione, anche a carattere divulgativo, potranno essere attivate mediante incontri, sportelli, forum e potranno essere veicolate tramite informazioni a mezzo stampa (pubblicazioni, opuscoli, brochure, bollettini) ed a mezzo di supporti audiovisivi e informatici (filmati, documentari, pagine web, newsletter, APP) con l’obiettivo di diffondere informazioni e novità in ambiti specifici di interesse per il programma e per i destinatari dell’intervento.
Gli interventi potranno essere attivati, in funzione sinergica, nell’ambito di progetti finalizzati allo sviluppo della cooperazione di cui alla misura 16 attivata dal PAL (16.03.01 – 16.04.01 – 16.09.01).
L’intervento contribuisce direttamente al raggiungimento dei tre obiettivitrasversali del PSR Calabria 2014/2020 Ambiente, Clima ed Innovazione. |
Tipo di sostegno
Contributo in conto capitale calcolato sulle spese ammissibili |
Beneficiari
- Ente o organismo di diritto pubblico o privato che possiede fini istituzionali/statutari nel campo della formazione in campo agricolo, agroalimentare e forestale;
- Ente o organismo di diritto pubblico o privato che possiede fini statutari nel campo dell’informazione/divulgazione in campo agricolo, agroalimentare e forestale.
Gli enti/organismi che operano nel campo della formazione dovranno risultare accreditati presso la Regione Calabria secondo il vigente Regolamento Regionale 15 febbraio 2011, n. 1 . |
Costi ammissibili
Sono ammissibili le seguenti voci di spesa:
A. attività di progettazione, coordinamento e realizzazione delle iniziative e personale amministrativo; B. pubblicizzazione degli interventi; C. personale tecnico-scientifico (relatori, divulgatori scientifici, esperti tecnici, ecc.); D. noleggio di attrezzature e acquisto di materiale divulgativo a supporto delle iniziative; E. acquisto di materiale di consumo per attività dimostrative; F. affitto e noleggio di sale, strutture per attività seminariale e convegnistica; G. produzione di supporti divulgativi a mezzo stampa (pubblicazioni, opuscoli, brochure, bollettini) e a mezzo di supporti audiovisivi e informatici (filmati, documentari, pagine e siti web, news-letter, APP); H. Costi indiretti (energia elettrica, riscaldamento e condizionamento, acqua, telefono, spese postali, forniture per ufficio, ecc.).
|
Condizioni di ammissibilità
Il soggetto Beneficiario dovrà presentare un Piano di attività che preveda operazioni coerenti con la strategia PAL ed in particolar modo riferibili alle micro-filiere presenti sul territorio Area 6; lo stesso, per la realizzazione delle attività previste, dovrà dotarsi di personale qualificato in possesso di specifica e comprovata competenza e professionalità. Le competenze tecnico-scientifiche dovranno essere dimostrate con il possesso di titoli di studio adeguati (diploma o laurea), invece la specifica competenza dovrà risultare dal curriculum vitae et studiorum che dovrà riportare esplicitamente, sia il già menzionato percorso scolastico/formativo, che l’esperienza professionale maturata.
Il Piano di attività dovrà essere articolato in base alle tematiche ammissibili di cui alla “Descrizione del tipo di intervento” e alla tipologia di iniziative che si intendono attivare (di informazione e/o dimostrazione).
Gli elementi essenziali del Piano di attività saranno: a. Esperienza del soggetto proponente con specifico riferimento alle tematiche oggetto delle attività informative/dimostrative; b. Descrizione dello Staff di progetto; c. Piano di attuazione dell’intervento che dovrà contenere argomenti, metodologie e modalità di esecuzione d. Target ed Obiettivi che si intende raggiungere, e. Coerenza con i fabbisogni individuati e gli Ambiti scelti dalla Strategia PAL; f. Scheda finanziaria riepilogativa con il dettaglio dei costi.
Gli interventi presentati nell’ambito di progetti di cooperazione devono essere strettamente correlati agli obiettivi ed alla Strategia del PAL nonché al Piano di Cooperazione che i Beneficiari della Misura 16 (interventi 16.03.01, 16.04.01 e 16.09.01) obbligatoriamente dovranno produrre.
|
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
Alle domande ritenute ammissibili saranno assegnati i punteggi attraverso l’utilizzo di Macro-criteri ovvero:
A - Competenza del soggetto proponente e qualità in termini di competenza ed esperienza delle professionalità che comporranno lo Staff
B - Rispondenza dell’idea progettuale a Strategia ed Ambiti del PAL
C – Innovatività e sostenibilità nei processi e prodotti delle micro-filiere dell’Area 6
D - Target destinatari dell’attività informativa e dimostrativa |
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti (raggiungibili con il concorso minimo di due criteri). |
Importi e aliquote del sostegno L’aliquota di sostegno è pari al 90%.
La spesa massima per singola attività sarà pari a € 25.000 che comunque dovrà prevedere almeno 5 sessioni (giornate) Informative/Dimostrative da almeno 5 ore ciascuna.
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Di seguito gli Elementi Critici di Rischio: 1. Rischio basso connesso alla valutazione del progetto in fase di ammissibilità dell'intervento 2. Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi 3. Rischio moderato associabile al metodo di controllo e della tempistica della verifica ed il rispetto degli impegni del beneficiario
|
Misure d’attenuazione
I rischi rilevati al punto precedente possono essere oggetto di azioni di mitigazione nella fase di attuazione del PSR. 1. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica 2. Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli |
Indicatori comuni
1. Formazione agraria dei capi azienda (Basso livello culturale dei Capi Azienda)
|
Indicatori di prodotto
1. Spesa pubblica prevista 90.000,00 € (2,6% sul totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
2. Numero di giorni di informazione/dimostrazione 5 sessioni Informative/Dimostrative per un totale di 20 giornate formative
3. Numero di partecipanti alle attività informative/dimostrative Almeno 40 partecipanti a giornata informativa/dimostrativa (Stima prudenziale)
|
Indicatori di risultato 1. Numero totale di partecipanti che verranno informati 800 partecipanti (Capi Azienda) informati
2. Percentuale di capi azienda informati su totali Capi azienda del territorio Area 6 14,5 % (800 Capi azienda Informati / 5502 Capi azienda Totali)
|
Indicatori di impatto
1. Aumento del Reddito di impresa agricola 2. Aumento del Reddito dei fattori in agricoltura 3. Aumento della Produttività totale dei fattori in agricoltura 4. Riduzione delle Emissioni di origine agricola 5. Agricoltura ad elevata valenza naturale
In merito agli indicatori (1), (2) e (3) si stima che, attraverso la realizzazione di attività dimostrative che attenzioneranno gli aspetti legati alle eco-innovazioni, ossia a quelle “forme di innovazione che si traducono o mirano a tradursi in progressi significativi e dimostrabili verso l’obiettivo dello sviluppo sostenibile”, si possa ridurre l’incidenza negativa sull’ambiente e si possa aumentare la resistenza alle pressioni ambientali ed il conseguimento di un uso più efficace e responsabile delle risorse naturali.
In relazione agli indici (4) e (5), attraverso l’implementazione di attività Informative e dimostrative, si potrà ottenere una migliore utilizzazione degli effluenti zootecnici che da problema ambientale si tradurranno in preziosa risorsa agronomica per la fertilizzazione dei terreni. Considerato il basso indice di utilizzo degli stessi, si riporta tabella esplicativa:
|
Misura attivata: 4 - INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Sottomisura 4.1 - Sostegno a investimenti nelle aziende agricole
Intervento 4.1.1 - Investimenti nelle aziende agricole
Descrizione del tipo di intervento
Gli interventi che si sosterranno dovranno essere finalizzati all’ammodernamento, alla ristrutturazione e all’innovazione delle aziende agricole appartenenti alle micro-filiere censite nel territorio Area Eleggibile 6.
L’intervento è finalizzato a migliorare la competitività delle imprese agricole ed il miglioramento qualitativo delle produzioni e va nella direzione della gestione sostenibile dei suoli, della biodiversità agricola e della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra.
In basso tabella che, visivamente, mostra come la Strategia PAL intende perseguire lo Sviluppo e l’Innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri).
INFORMAZIONE/ATTIVITA’ DIMOSTRATIVE (Misura 1 Intervento 01.02.01)
AMMODERNAMENTO Misura 4 Intervento 04.01.01 Misura 4 Intervento 04.02.01
COMPETITIVITA’ DELLE MICROFILIERE PRODUTTIVE (agricole – manifatturiere – artigianato) COOPERAZIONE Misura 16 Intervento 16.03.01)
EFFICIENZA (Misura 4 Intervento 04.01.03 – Misura 04.01.04)
(Misura 6 Intervento 06.02.01)
START UP INNOVATIVE
Ritenendo opportuno favorire la distribuzione delle risorse disponibili su un numero di soggetti non eccessivamente ristretto e basandosi sulla sopracitata analisi SWOT che mette in evidenza come il tessuto imprenditoriale dell’Area di riferimento sia la piccola dimensione, è stato fissato un massimale di spesa per singolo piano di Investimenti.
Detto ciò, in riferimento alle classi di superfici delle aziende oggetto di valutazione (Area Eleggibile 6), i dati Istat rilevano come la quota maggiore, pari al 37,37% sul totale, si riferisce ad aziende con superficie compresa tra 0,01 e 0,99 ha, quindi superfici al di sotto dei 10.000 mq. I dati mettono in evidenza inoltre che più del 50% delle aziende (ovvero il 58,94%) insiste su una superficie che va da 0,01 ha a 1,99 ha che corrisponde ad un numero di aziende pari a 3243 su un totale di 5502, trend che si rileva ancora più marcato se si considera la classe di superficie 2-2,99 ha che conta ulteriori 561 aziende agricole che fa lievitare ulteriormente la percentuale e l’incidenza delle micro aziende sul totale censito sul territorio oggetto di studio e progettazione.
Segue tabella “Classe di superficie totale (SAT)”
La lettura dei dati della sottostante Tabella, che mostra i dati relativi alle superfici utilizzate (SAU) sullo stesso campione statistico, non fa altro che avvalorare la tesi del sottodimensionamento delle aziende agricole presenti sul territorio.
Per focalizzare l’intervento verso azioni di piccola scala e massimizzare i risultati attesi (aumento dell’innovazione, della competitività e miglioramento del posizionamento all’interno dei mercati locali delle micro-aziende appartenenti alle micro-filiere dell’Area 6) si è deciso di limitare gli interventi strutturali al solo ammodernamento escludendo acquisto e costruzione di nuovi opifici.
Gli investimenti potranno riguardare: · Ammodernamento/ristrutturazione immobili produttivi; · l’introduzione di miglioramenti fondiari, tecnologici, colturali e pratiche agronomiche migliorative (Es. Macchine Baulatrici, Interrasassi, Trapiantatrici, Seminatrici per la Filiera Cipolla Rossa di Tropea) · introduzione di sistemi innovativi atti al miglioramento della qualità e della sicurezza delle produzioni alimentari; · acquisto macchinari ed attrezzature funzionali al processo innovativo aziendale; · l’introduzione di miglioramenti strutturali, tecnologici e logistici per il mantenimento qualitativo del prodotto e trasformazione e per la commercializzazione; · impianti lavorazione/trasformazione dei prodotti aziendali (Es. Macchine Calibratrici, Pesatrici, Macchine per la Sgambatura e per il confezionamento (insaccatura) per la Filiera Cipolla Rossa di Tropea e per la Filiera Patata della Sila - Serre tunnel-essiccatoio, Cannicci con telaio in legno o metallo per alimenti, Reti in plastica per alimenti, etc per la Filiera Fico Essiccato) · investimenti funzionali alla vendita diretta delle produzioni aziendali · acquisizione di programmi informatici brevetti e licenze |
Tipo di sostegno
Contributo pubblico in conto capitale calcolato in percentuale sul totale delle spese ammissibili.
|
Beneficiari
1. Agricoltori 2. Associazioni di agricoltori |
Costi ammissibili
I costi ammissibili si riferiscono ad investimenti per:
1. miglioramenti fondiari; 2. ristrutturazione/miglioramento/ampliamento di fabbricati per la lavorazione, trasformazione, immagazzinamento e commercializzazione dei prodotti agricoli; 3. acquisto macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica; 4. acquisizione di hardware finalizzati all’adozione di tecnologie dell’informazione e comunicazione (TIC), al commercio elettronico (e-commerce); 5. adozione di sistemi di difesa volti a proteggere le coltivazioni dai danni derivanti dagli animali selvatici e a proteggere gli allevamenti dall’azione dei predatori; 6. l’efficientamento energetico; 7. spese generali nel limite del 9% della spesa totale ammissibile
Il sostegno ad investimenti per la trasformazione e per la commercializzazione può essere riconosciuto anche nel caso di impiego di prodotti agricoli di provenienza extra-aziendale, a condizione che le quantità di prodotti extra-aziendali non superi 1/3 (33%) del totale dei prodotti lavorati.
Il presente intervento non finanzia investimenti nell’irrigazione e non finanzia interventi nel campo delle energie rinnovabili.
|
Condizioni di ammissibilità
La domanda di sostegno deve essere presentata da imprese agricole, in forma singola o associata in possesso dei seguenti requisiti: 1. iscrizione alla Camera di Commercio competente e possesso di una posizione di imprenditore agricolo a titolo principale (IAP) o di coltivatore diretto (CD) o di datore di lavoro agricolo. 2. nel caso di domande di aiuto ad “investimenti collettivi” ciascuna delle imprese che presenta la domanda di aiuto collettivo deve possedere i requisiti di cui ai precedente punto 1 e l’investimento realizzato deve essere usato in comune.
L’azienda agricola, alla data di presentazione della domanda, deve avere una dimensione economica aziendale, minima, maggiore o uguale a 12.000 euro di Produzione Standard in zone soggette a svantaggi naturali e maggiore o uguale a 15.000 euro di Produzione Standard nelle altre aree.
Per quanto attiene i programmi di investimento che prevedono variazioni nell’assetto produttivo è condizione di ammissibilità che il piano di sviluppo aziendale attesti che la realizzazione del programma di investimenti è in grado di determinare una dimensione economica in Produzione Standard pari almeno al doppio di quella prevista quale soglia minima all’intervento (ossia almeno 24.000 euro per le zone soggette a svantaggi naturali ed almeno 30.000 euro per le altre aree).
La domanda di aiuto dovrà essere corredata da un Piano di Sviluppo Aziendale ed un correlato Piano degli Investimenti.
Il beneficiario, in fase d’attuazione, dovrà impegnarsi a: · mantenere i requisiti soggettivi e la dimensione economica per almeno 5 anni; · non distogliere dal ciclo di produzione aziendale i beni oggetto del programma di investimenti per almeno 5 anni; · non modificare la destinazione d’uso degli immobili oggetto del programma di investimenti agevolato per almeno 10 anni.
Tutti i tre punti si devono considerare a decorrere dall’erogazione del saldo finale di contributo concesso per la realizzazione dell’intervento
|
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
|
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
. Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri. |
Importi e aliquote del sostegno
Il sostegno concesso è del: · 55% del costo dell’investimento ammissibile realizzato da agricoltori nelle zone montane; · 45% del costo dell’investimento ammissibile realizzato da agricoltori nelle altre zone.
Le aliquote di sostegno di cui ai punti precedenti sono maggiorate del 10% nel caso di sostegno ad investimenti collettivi.
Nel caso di investimenti che riguardano la trasformazione, la commercializzazione e lo sviluppo dei prodotti agricoli di cui all’Allegato 1 del trattato, ad eccezione dei prodotti della pesca, il sostegno è del 50% del costo dell’investimento ammissibile realizzato. Per tali investimenti non viene applicata la maggiorazione del 10%. |
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Dall’esame condotto sugli elementi critici di rischio è emerso:
1. Rischio basso connesso alla valutazione del progetto in fase di ammissibilità dell'intervento 2. Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi 3. Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento 4. Rischio moderato associabile al metodo di controllo e della tempistica della verifica ed il rispetto degli impegni del beneficiario 5. Rischio moderato associabile all’efficacia dei controlli in loco
|
Misure d’attenuazione I rischi rilevati possono essere mitigati attraverso le seguenti misure: 1. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative
2. Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli. 3 Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno; 4 Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica |
Indicatori comuni
Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA
Superficie Agricola Utilizzatazona interessata all’intervento 18.402,91 HA
Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
Capi di bestiame (Bovini, Bufalini e Ovi-Caprini) 25.014
|
Indicatori di prodotto
Spesa pubblica totale prevista € 531.135,98(15,5% sul totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
Investimenti totali (Ipotesi calcolo: contributo al 50%) € 1.062.271,96
Numero di azioni/operazioni sovvenzionabili
15 Operazioni (Minimo delle operazioni sovvenzionabili – Ipotesi calcolo )
|
Indicatori di risultato
Percentuale di aziende agricole che fruiscono del sostegno del PSR per investimenti di ristrutturazione e ammodernamento Almeno 15 Aziende
|
Indicatori di impatto
1. Reddito di impresa agricola 2. Reddito dei fattori in agricoltura 3. Produttività totale dei fattori in agricoltura 4. Riduzione delle Emissioni di origine agricola 5. Agricoltura ad elevata valenza naturale
In merito agli indicatori (1), (2) e (3) si ritiene che, attraverso la realizzazione di attività dimostrative che attenzioneranno gli aspetti legati alle eco-innovazioni, ossia a quelle “forme di innovazione che si traducono o mirano a tradursi in progressi significativi e dimostrabili verso l’obiettivo dello sviluppo sostenibile”, si possa ridurre l’incidenza negativa sull’ambiente e si possa aumentare la resistenza alle pressioni ambientali ed il conseguimento di un uso più efficace e responsabile delle risorse naturali. In relazione agli indici (4) e (5), attraverso l’implementazione di attività Informative e dimostrative, si potrà ottenere una migliore utilizzazione degli effluenti zootecnici che da problema ambientale si tradurranno in preziosa risorsa agronomica per la fertilizzazione dei terreni. Considerato il basso indice di utilizzo degli stessi, si riporta tabella esplicativa :
|
Misura attivata: 4 - INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Sottomisura 4.1 - Investimenti nelle aziende agricole che migliorino le prestazioni e la sostenibilità globale delle stesse aziende
Intervento 4.1.3 - Investimenti per la gestione della risorsa idrica da parte delle aziende agricole
Descrizione del tipo di intervento
L’intervento 4.1.3 sostiene gli investimenti a livello aziendale finalizzati a rendere più efficiente l’uso della risorse idrica in agricoltura, attraverso interventi che incidono sul sistema di accumulo, di distribuzione e di irrigazione. L’intervento infatti concorre alla razionalizzazione ed al controllo dell’uso dell’acqua a fini irrigui e a migliorare l’adattamento degli effetti dei cambiamenti climatici nell’utilizzo della risorsa idrica.
In basso tabella che, visivamente, mostra come la Strategia PAL intende perseguire lo “Sviluppo e l’Innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri).
INFORMAZIONE/ATTIVITA’ DIMOSTRATIVE (Misura 1 Intervento 01.02.01)
AMMODERNAMENTO Misura 4 Intervento 04.01.01 Misura 4 Intervento 04.02.01
COMPETITIVITA’ DELLE MICROFILIERE PRODUTTIVE (agricole – manifatturiere – artigianato) COOPERAZIONE Misura 16 Intervento 16.03.01)
EFFICIENZA (Misura 4 Intervento 04.01.03 – Misura 04.01.04)
(Misura 6 Intervento 06.02.01)
START UP INNOVATIVE
Dall’analisi dei dati ISTAT emerge che il comprensorio è caratterizzato da una buona dotazione idrica in disponibilità dell’azienda agricola in massima parte rappresentata da acque sotterranee (sorgenti) o all’interno o nelle vicinanze della aziende per il 31,79%, da acque superficiali sempre all’interno dell’azienda (bacini) per il 28,67%, acque superficiali esterne all’azienda (laghi, fiumi, corsi d’acqua).
Il dato precedenti va incrociato con le superfici potenzialmente irrigabili. Dall’analisi emerge che, le aziende che hanno a disposizione la risorsa idrica necessaria per il proprio ordinamento colturale sono quelle caratterizzate da una superficie che va da 0,01 ha a 1,99 ha. Se ne deduce che, il comprensorio pur essendo dotato di potenzialità idrica necessita dell’implementazione di accorgimenti, tecniche e procedure finalizzate all’efficientamento della risorsa (es. irrigazione a micro portata).
Di seguito Tabelle riguardanti le fonti di approvvigionamento alla risorse idrica e le classi di superfici relative alle aziende che ne fanno uso e che insistono sul comprensorio.
FONTE DI APPROVVIGIONAMENTO DELL'ACQUA IRRIGUA
CLASSE DI SUPERFICIE IRRIGABILE
|
Tipo di sostegno
Contributi pubblici in conto capitale calcolati in percentuale sui costi totali delle spese ammissibili.
|
Beneficiari
Sono ammessi a presentare domanda per ottenere il sostegno: - Agricoltori; - Associazioni di agricoltori |
Costi ammissibili
Sono considerati costi ammissibili: a) modalità alternative di approvvigionamento idrico; b) metodi innovativi di razionalizzazione dell’uso della risorsa irrigua ed il conseguente risparmio della stessa; c) acquisizione di hardware e programmi informatici finalizzati all’adozione di tecnologie dell’informazione e comunicazione (TIC) strettamente connessi alla gestione della risorsa idrica utilizzata per fini irrigui; d) spese generali nel limite del 9% della spesa totale ammissibile.
|
Condizioni di ammissibilità
La domanda di sostegno deve essere presentata da imprese agricole, in forma singola o associata in possesso dei seguenti requisiti: 1. essere regolarmente costituita ed iscritta alla Camera di Commercio competente e possedere una posizione di imprenditore agricolo a titolo principale (IAP) o coltivatore diretto (CD) o datore di lavoro agricolo. 2. nel caso di domande di aiuto relative ad “investimenti collettivi” ciascuna delle imprese aderenti deve possedere i requisiti di cui ai precedente punto1. Il beneficiario del sostegno deve essere in possesso di un permesso/autorizzazione all’estrazione della risorsa irrigua che sia preesistente alla presentazione della domanda.
|
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
|
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri. |
Importi e aliquote del sostegno
- 55% del costo dell’investimento ammissibile realizzato da altri agricoltori nelle zone di cui montane; - 45% del costo dell’investimento ammissibile realizzato da altri agricoltori nelle altre zone.
Le aliquote di sostegno di cui ai punti precedenti della lettera b), sono maggiorate del 10% nel caso di sostegno ad investimenti collettivi.
Il contributo massimo non potrà superare € 10.000.
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Dall’esame condotto sugli elementi critici di rischio è emerso quanto segue:
1. Rischio basso connesso alla valutazione del progetto in fase di ammissibilità dell'intervento 2. Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi 3. Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento 4. Rischio moderato associabile al metodo di controllo e della tempistica della verifica ed il rispetto degli impegni del beneficiario 5. Un rischio moderato viene rilevato rispetto all’efficacia dei controlli in loco. |
Misure d’attenuazione
I rischi rilevati possono essere mitigati attraverso le seguenti misure: 1. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative2. Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli 3 Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno 4 Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica |
Indicatori comuni
Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA
Superficie Agricola Utilizzatazona interessata all’intervento 18.402,91 HA
Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
Capi di bestiame (Bovini, Bufalini, Suini e Ovi-Caprini) 25.014
|
Indicatori di prodotto
Spesa pubblica totale prevista € 50.000,00 (1,5% sul totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
Investimenti totali (Ipotesi calcolo: contributo al 50%) € 100.000,00
Numero di azioni/operazioni sovvenzionabili
5 Operazioni (Minimo delle operazioni sovvenzionabili – Ipotesi calcolo: max contributo concedibile 10.000€)
|
Indicatori di risultato
Aziende agricole che fruiscono del sostegno del PSR per investimenti di ristrutturazione e ammodernamento Almeno 5 Aziende
|
Indicatori di impatto
1 Reddito di impresa agricola 2 Reddito dei fattori in agricoltura 3 Produttività totale dei fattori in agricoltura 4 Agricoltura ad elevata valenza naturale 5 Estrazione idrica in agricoltura 6 Qualità dell’acqua
In merito agli indicatori di cui sopra, si ritiene che l’ammodernamento del comparto agricolo deve passare per un’azione di uso sostenibile della risorsa idrica, che deve interessare sia gli aspetti quantitativi (i consumi) che gli aspetti qualitativi (pressioni sulla qualità delle acque).
Il recupero di efficienza nella gestione dell’acqua, oltre che a contribuire all’impatto globale su una risorsa scarsa, serve a recuperi di produttività (minori costi) a mitigare gli effetti dei fenomeni di temporanea siccità e contribuisce a ridurre le pressioni su un fattore (la risorsa idrica) che risulta vulnerabile agli impatti attesi dai cambiamenti climatici.
L’intervento va nella direzione dell’introduzione, all’interno delle aziende agricole comprensoriali, di tecniche e/o tecnologie che consentano una riduzione dei consumi di acqua, la misurazione ed il monitoraggio dell’uso della risorsa idrica nonché il sostegno per l’adozione di soluzioni colturali, tecniche e tecnologiche in grado di abbassare le pressioni sulla risorsa stessa. |
Misura attivata: 4 - INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Sottomisura 4.1 - Investimenti nelle aziende agricole che migliorino le prestazioni e la sostenibilità globale delle stesse aziende
Intervento 4.1.4 - Investimenti per il ricorso alle energie rinnovabili da parte delle aziende agricole
Descrizione del tipo di intervento
L’intervento sostiene la realizzazione di impianti tecnologici per la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili dimensionati per una capacità produttiva non superiore al consumo medio annuale dell’azienda.
In basso tabella che, visivamente, mostra come la Strategia PALintende perseguire lo “Sviluppo e Innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri).
INFORMAZIONE/ATTIVITA’ DIMOSTRATIVE (Misura 1 Intervento 01.02.01)
AMMODERNAMENTO Misura 4 Intervento 04.01.01 Misura 4 Intervento 04.02.01
COMPETITIVITA’ DELLE MICROFILIERE PRODUTTIVE (agricole – manifatturiere – artigianato) COOPERAZIONE Misura 16 Intervento 16.03.01)
EFFICIENZA (Misura 4 Intervento 04.01.03 – Misura 04.01.04)
(Misura 6 Intervento 06.02.01)
START UP INNOVATIVE
Dall’analisi dei dati aggregati, risulta che, nel comprensorio le aziende agricole che producono/utilizzano energia derivante da fonti rinnovabili è pari solo a 20 unità produttive a significare una poca attenzione del tessuto imprenditoriale agricolo ai temi della risorse energetiche. Il 75% delle aziende che produce energia da fonti rinnovabili ha una classe di superficie agricola utilizzata compresa tra 0,01 ha a 9,99 ha.
AZIENDE CON IMPIANTI PER LA PRODUZIONE DELL'ENERGIA RINNOVABILE |
Tipo di sostegno
Contributi pubblici in conto capitale, calcolati in percentuale sui costi totali delle spese ammissibili.
I beneficiari possono chiedere il versamento di un anticipo non superiore al 50% dell’aiuto pubblico per l’investimento.
|
Beneficiari
Sono ammessi a presentare domanda per ottenere il sostegno: · agricoltori; · associazioni di agricoltori |
Costi ammissibili
I costi ammissibili possono essere ricondotti alle seguenti categorie:
a. impianti tecnologici per la produzione di energia da fonti rinnovabili quali biomassa, biogas derivante da effluenti di allevamento, idroelettrica, solare e fotovoltaica; b. interventi per reti aziendali per la distribuzione dell’energia; c. spese generali ammesse nel limite del 9% della spesa totale ammissibile dell’intervento agevolato; d. acquisizione di programmi informatici finalizzati all’adozione di tecnologie dell’informazione e comunicazione (TIC), strettamente correlati agli investimenti di cui ai punti a) e b) precedenti.
|
Le spese relative all’intervento saranno ritenute ammissibili se rispetteranno le seguenti condizioni: - soddisfare il fabbisogno energetico dell’azienda e che sono dimensionati per una capacità produttiva non superiore al consumo medio annuale dell’azienda. Non è ammessa la vendita di energia prodotta da fonti rinnovabili. Non è considerata vendita il servizio di “scambio sul posto”; - rispettare i criteri minimi di efficienza previsti dalla normativa vigente; - per quanto riguarda gli investimenti in energia idroelettrica l’intervento programmato dovrà rispettare le condizioni previste dalla Direttiva Quadro sulle Acque. |
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
|
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri. |
Importi e aliquote del sostegno
- 55% del costo dell’investimento ammissibile realizzato da altri agricoltori nelle zone di cui montane; - 45% del costo dell’investimento ammissibile realizzato da altri agricoltori nelle altre zone. Le aliquote di sostegno di cui ai punti precedenti della lettera b), sono maggiorate del 10% nel caso di sostegno ad investimenti collettivi. Il contributo massimo non potrà superare e 15.000
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Dall’esame condotto sugli elementi critici di rischio è emerso quanto segue:
1. Rischio basso connesso alla valutazione del progetto in fase di ammissibilità dell'intervento 2. Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi 3. Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento 4. Rischio moderato associabile al metodo di controllo e della tempistica della verifica ed il rispetto degli impegni del beneficiario 5. Un rischio moderato viene rilevato rispetto all’efficacia dei controlli in loco. |
Misure d’attenuazione
I rischi rilevati possono essere mitigati attraverso le seguenti misure: 1. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative2. Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli 3 Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno 4 Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica |
Indicatori comuni
Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA
Superficie Agricola Utilizzatazona interessata all’intervento 18.402,91 HA
Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
Capi di bestiame (Bovini, Bufalini, Suini e Ovi-Caprini) 25.014 |
|
Indicatori di prodotto
Spesa pubblica totale prevista € 75.000,00 (2,2% sul totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
Investimenti totali (Ipotesi calcolo: contributo al 50%) € 150.000,00
Numero di azioni/operazioni sovvenzionabili
5 Operazioni (Minimo delle operazioni sovvenzionabili – Ipotesi calcolo: max contributo concedibile 15000€)
|
Indicatori di risultato
Numero aziende agricole che fruiscono del sostegno del PSR per investimenti di ristrutturazione e ammodernamento Almeno 5 Aziende
|
Indicatori di impatto
1. Riduzione delle Emissioni di origine agricola 2. Agricoltura ad elevata valenza naturale 3. Aumento dell’efficienza nell’uso dell’energia nel settore agricolo e della trasformazione alimentare nell’ambito di progetti sovvenzionati dal PSR
In merito agli indicatori (1), (2) e (3) le operazioni di sostegno all'approvvigionamento e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabili, potrà contribuire alla sostituzione del consumo di energia prodotta da fonti fossili, con energia prodotta da fonti rinnovabili, quali le biomasse e di fatto perseguire l’obiettivo trasversale Clima e Ambiente.
|
Misura attivata: 4 - INVESTIMENTI IN IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Sottomisura 4.2 - Sostegno a investimenti a favore della trasformazione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli
Intervento 4.2.1 - Investimenti nella trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli
Descrizione del tipo di intervento
L’operazione interviene nelle fasi della trasformazione, commercializzazione e vendita dei prodotti agricoli sostenendo l’innovazione tecnologica, organizzativa e logistica dei cicli di lavoro.
L’intervento è rivolto prioritariamente alla aziende che producono/trasformano le materie prime derivanti dalle micro-filiere agricole dell’Area 6: Fico Essiccato del cosentino, Cipolla rossa di Tropea, Pomodoro di Belmonte, Cereali, Frutti a guscio, Castanicoltura, Patata della Sila etc
In piena sintonia con la Strategia del PAL sin qui descritta, l’Intervento sostiene il miglioramento e l’innovazione di prodotto e di processo, nonché il packaging delle aziende di produzione/trasformazione delle materie prime autoctone.
L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo della “filiera corta” relative alle produzioni appartenenti alle micro-filiere dell’Area 6, alle produzioni biologiche, ai prodotti “di montagna”.
L’operazione punta: 1. al sostegno delle micro filiere esistenti attraverso all’ammodernamento e potenziamento di impianti di condizionamento, trasformazione, commercializzazione dei prodotti agricoli delle micro filiere censite nel PAL 2. alla creazione e/o ammodernamento di reti locali di stoccaggio, cernita e imballaggio; 3. la creazione di nuovi prodotti e l’introduzione di innovazioni tecniche e tecnologiche.
In basso tabella che, visivamente, mostra la Strategia PAL nell’Ambito 1 “Sviluppo e Innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, artigianali e manifatturieri).
INFORMAZIONE/ATTIVITA’ DIMOSTRATIVE (Misura 1 Intervento 01.02.01)
AMMODERNAMENTO Misura 4 Intervento 04.01.01 Misura 4 Intervento 04.02.01
COMPETITIVITA’ DELLE MICROFILIERE PRODUTTIVE (agricole – manifatturiere – artigianato) COOPERAZIONE Misura 16 Intervento 16.03.01)
EFFICIENZA (Misura 4 Intervento 04.01.03 – Misura 04.01.04)
(Misura 6 Intervento 06.02.01)
START UP INNOVATIVE
Per quanto attiene l’importanza delle micro filiere agroalimentari di qualità presenti sul territorio dell’Area eleggibile 6 si rimanda al Capitolo 3 Paragrafo 3.4.2. del presente formulario.
|
Tipo di sostegno
Contributi pubblici in conto capitale calcolati in percentuale sui costi totali delle spese ammissibili.
I beneficiari del sostegno agli investimenti possono chiedere il versamento di un anticipo non superiore al 50% dell’aiuto pubblico per l’investimento. |
Beneficiari
Imprese operanti nella trasformazione, commercializzazione in forma singola o associata.
Possono accedere al sostegno anche le imprese che sono produttori agricoli, qualora la materia prima da trasformare e commercializzare sia di provenienza extra-aziendale in misura non inferiore ai 2/3 (67%) di quella complessivamente lavorata/commercializzata.
|
Costi ammissibili I costi ammissibili si riferiscono ad investimenti per: a. ristrutturazione, ammodernamento e ampliamento di beni immobili utilizzati per la lavorazione, condizionamento, trasformazione, commercializzazione, immagazzinamento di prodotti agricoli, ivi inclusi i costi di ammodernamento degli impianti per la gestione sostenibile della risorsa idrica nei processi di lavorazione aziendale; b. acquisto di nuovi macchinari ed attrezzature ed hardware (Es. Macchine Calibratrici, Pesatrici, Macchine per la Sgambatura e per il confezionamento (insaccatura) per la Filiera Cipolla Rossa di Tropea e per la Patata della Sila – Serre tunnel-essiccatoio, Cannicci con telaio in legno o metallo per alimenti, Reti in plastica per alimenti, etc per la Filiera Fico Essiccato); c. l’efficientamento energetico; d. spese generali ammesse nel limite del 9% della spesa totale ammissibile dell’intervento agevolato; e. acquisizione di programmi informatici finalizzati anche al commercio elettronico (e-commerce).
Non sono ammissibili le seguenti spese: a. acquisti di impianti ed attrezzature usate; b. investimenti effettuati allo scopo di ottemperare a requisiti comunitari obbligatori; c. investimenti destinati a semplice sostituzione di impianti ed attrezzature presenti in azienda. |
Condizioni di ammissibilità
La domanda di aiuto può essere presentata da un’impresa che possiede i seguenti requisiti: a. iscrizione alla Camera di Commercio ed avere nell’oggetto sociale o nella propria posizione di attribuzione della Partita Iva l’attività di impresa per cui si presenta la domanda di aiuto. b. iscrizione alla Camera di Commercio competente, e possedere una posizione di imprenditore agricolo a titolo principale (IAP) o coltivatore diretto (CD) o datore di lavoro agricolo, e la materia prima di provenienza extra-aziendale non deve essere inferiore ai 2/3 (67%) dei volumi totali di materia prima lavorata/trasformata/commercializzata. Il Piano di Sviluppo Aziendale deve dimostrare la creazione di valore aggiunto per i prodotti delle micro-filiere presenti sul territorio Area eleggibile 6.
Costituiscono impegni in fase di attuazione da parte del beneficiario: · mantenere i requisiti soggettivi e la dimensione economica per almeno 5 anni; · non distogliere dal ciclo di produzione aziendale i beni oggetto del programma di investimenti per almeno 5 anni; · non modificare la destinazione d’uso degli immobili oggetto del programma di investimenti agevolato per almeno 10 anni.
Tutti i tre punti si devono considerare a decorrere dall’erogazione del saldo finale di contributo concesso per la realizzazione dell’intervento
Inoltre per i primi 5 anni successivi all’avviamento dell’impianto di lavorazione (che viene fatto coincidere con l’ultimo titolo di spesa), la materia prima da trasformare, commercializzare, vendere deve provenire per almeno il 67% da aziende agricole attive nella produzione primaria.
|
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
. |
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri. |
Importi e aliquote del sostegno
Il sostegno concesso è del 50% del valore delle spese ammissibili.
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione Dall’esame condotto sugli elementi critici di rischio è emerso quanto segue: 1. Rischio basso connesso alla valutazione del progetto in fase di ammissibilità dell'intervento 2. Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi 3. Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento 4. Rischio moderato associabile al metodo di controllo e della tempistica della verifica ed il rispetto degli impegni del beneficiario 5. Rischio moderato associabile all’efficacia dei controlli in loco |
Misure d’attenuazione I rischi rilevati possono essere mitigati attraverso le seguenti misure: 1. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative 2. Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli 3 Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno 5. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica 6.Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica |
Indicatori comuni
Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA
Superficie Agricola Utilizzatazona interessata all’intervento 18.402,91 HA
Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
Capi di bestiame (Bovini, Bufalini, Suini e Ovi-Caprini) 25.014 |
Indicatori di prodotto
Spesa pubblica totale prevista € 250.000,00 (7,3% sul totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
Investimenti totali (Ipotesi calcolo: contributo al 50%) € 500.000,00
Numero di azioni/operazioni sovvenzionabili
11 Operazioni (Minimo delle operazioni sovvenzionabili – Ipotesi calcolo )
|
Indicatori di risultato
Aziende agricole che fruiscono del sostegno del PSR per investimenti di ristrutturazione e ammodernamento Almeno 11 Aziende |
Indicatori di impatto
1. Reddito di impresa agricola 2. Reddito dei fattori in agricoltura 3. Produttività totale dei fattori in agricoltura
In merito agli indicatori (1), (2) e (3) l’operazione interviene nelle fasi della trasformazione, commercializzazione e vendita dei prodotti agricoli dando priorità al sostegno dell’innovazione tecnologica, organizzativa e logistica delle aziende che intendono trasformare materie prime derivanti delle micro-filiere al centro della strategia PAL. Il processo di innovazione genererà inoltre il miglioramento delle performance ambientali e della sostenibilità del sistema della produzione alimentare e l’ampliamento della gamma di prodotto. |
Misura attivata 6 Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese
Sub-misura 6.2 – Aiuto all’avviamento per nuove attività non agricole nelle aree rurali
Sottomisura 6.2.1 - Aiuti all'avviamento di attività imprenditoriali per attività extra-agricole nelle zone rurali
Descrizione del tipo di intervento
L’intervento si propone di sostenere la creazione di nuova imprenditorialità innovativa, che possa contribuire a mantenere i giovani nelle aree rurali e che attraverso l’implementazione di dette attività possano migliorare la qualità generale della vita in queste zone.
L’obiettivo dell’intervento è, da una parte, quello di contribuisce al sostegno dell’imprenditorialità e alla creazione di nuova occupazione qualificata nelle aree rurali, dall’altra favorire l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali che sviluppano e producono nuovi prodotti/servizi rivolti alle fasce più deboli delle popolazione rurale.
L’intervento sostiene inoltre lo start-up per nuove imprese innovative che intendono avviare forme di Artigianato e Manifattura innovativi ovvero attività artigianali e manifatturiere finalizzate all’introduzione di forme innovative di prodotti derivanti dalla trasformazione di materie prime dell’Area Eleggibile 6.
La finalità dell’intervento è quella di sostenere, piani di sviluppo aziendali caratterizzati: a. da un significativo contenuto tecnologico e innovativo, e/o mirati allo sviluppo di prodotti, servizi o soluzioni nel campo dell’economia digitale b. mirati allo sviluppo di servizi alla persona.
I Piani di SviluppoAziendale di cui alla lettera a) del punto precedente prevedono l'adozione di soluzioni tecniche, organizzative e/o produttive nuove rispetto al mercato di riferimento dell'impresa proponente, anche in chiave di riduzione dell'impatto ambientale, oppure propongono l'adozione di modelli di business orientati all'innovazione sociale, anche attraverso l'offerta di prodotti-servizi volti ad intercettare bisogni sociali.
I Piani di SviluppoAziendale di cui alla lettera d) del punto precedente sono orientati all’attivazione di servizi alla persona in grado di rispondere a specifiche esigenze delle popolazioni delle aree meno sviluppate della regione e per proporre nuove soluzioni operative/organizzative.
|
Tipo di sostegno
Il sostegno è concesso sotto forma di premio forfettario per lo start up aziendale ed è erogato in due rate decrescenti.
Il pagamento dell’ultima rata è subordinato alla verifica della corretta attuazione del piano aziendale. Il pagamento a saldo dell’ultima rata verrà erogato entro 4 anni dalla data della decisione in cui si concede l’aiuto.
|
Beneficiari
- Agricoltori o coadiuvanti familiari che diversificano la loro attività avviando nuove attività extra-agricole in area rurale.
- Microimprese e piccole imprese che avviano nuove attività extra-agricole, nelle aree rurali.
- Persone fisiche nelle zone rurali che avviano nuove attività extra-agricole, nelle aree rurali.
|
Costi ammissibili
Non pertinente |
Condizioni di ammissibilità
La domanda di sostegno deve essere presentata da:
a. agricoltori che avviano una nuova impresa extra-agricola in area rurale; b. coadiuvanti familiari di aziende agricole che avviano una nuova impresa extra-agricola in area rurale. c. persone fisiche, che avviano una nuova impresa extra-agricola in area rurale d. microimprese e piccole imprese che avviano una nuova attività extra-agricola in area rurale.
L’attività di sviluppo aziendale non deve risultare avviata prima della presentazione della domanda di aiuto.
Lo start up di impresa deve avvenire sulla base di un Piano Aziendale che deve descrivere:
1. la situazione di partenza del potenziale beneficiario che chiede il sostegno; 2. le tappe essenziali e gli obiettivi dell’idea progettuale; 3. i particolari delle azioni richieste.
L’attuazione del piano aziendale deve iniziare entro 9 mesi dalla data di adozione della decisione individuale di concedere il sostegno e deve concludersi entro 24 mesi.
In fase di attuazione, gli impegni del beneficiario sono: - La costituzione el’iscrizione dell’azienda presso la Camera di Commercio competente(a seguito dell’accettazione dell’atto di concessione del sostegno); - Apertura dell’azienda per almeno 2 anni decorrenti dalla data di conclusione del piano aziendale; - Attivare almeno una ULA di lavoro entro la data di conclusione del piano aziendale |
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
Ai fini della formazione delle graduatorie di merito per la selezione dei progetti migliori, alle domande ritenute ammissibili saranno assegnati i punteggi attraverso i seguenti Macro-criteri:.
|
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri .
|
||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Importi e aliquote del sostegno
Il premio allo start up di impresa è fissato in 50.000,00 euro.
Il premio viene erogato: - 60% dell’importo, a seguito dell’atto di assegnazione, previa costituzione di polizza fideiussoria, pari al 100% del valore dell’anticipo; - 40% dell’importo, a saldo, dopo la verifica della corretta attuazione del piano aziendale.
L’erogazione della seconda quota, a saldo, deve avvenire entro 4 anni dalla data della decisione in cui si concede l’aiuto. |
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Sono stati rilevati i seguenti rischi: 1. Rischio basso connesso alla valutazione del progetto in fase di ammissibilità dell'intervento. 2. Rischio moderato associabile al metodo di controllo e della tempistica della verifica ed il rispetto degli impegni del beneficiario |
Misure d’attenuazione
I rischi rilevati al punto precedente possono essere oggetto di azioni di mitigazione attarverso: 1. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative
2. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e la loro tempistica |
Indicatori comuni Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA Superficie Agricola Utilizzata zona interessata all’intervento 18.402,91 HA
Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
Capi di bestiame (Bovini, Bufalini, Suini e Ovi-Caprini) 25.014 |
Indicatori di prodotto
1. Spesa pubblica totale 500.000 € (14,6% sul totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
2. Investimenti totali 500.000 €
3. Operazioni finanziabili 10 Operazioni finanziabili
|
Indicatori di risultato
1. Posti di lavoro creati nell’ambito dei progetti finanziati Almeno 10 ULA di lavoro (vedi Obblighi del beneficiario)
2. Popolazione rurale che beneficia di nuovi servizi alla persona 98.308
|
Indicatori di impatto
1. Reddito di impresa agricola 2. Tasso di occupazione rurale
Attraverso l’implementazione di tale Intervento si punta, al miglioramento della qualità della vita in zona rurale attraverso l’avvio di 10 start up innovative. La strategia PAL intende contribuire alla creazione di nuova occupazione qualificata e alla disseminazione di soluzioni economico-produttive innovative. Al contempo, come già accennato, il rispetto degli impegni da parte dei beneficiari, produrrà un impatto diretto relativo alla creazione di almeno 10 ULA di lavoro.
|
Misura attivata 6 Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese
Sottomisura 6.4 - Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole
Intervento 6.4.1 - Sostegno alla diversificazione e multifunzionalità nelle aziende agricole
Descrizione del tipo di intervento
L'analisi di contesto effettuata evidenzia, tra le opportunità da cogliere, la multifunzionalità delle aziende agricole come sviluppo di attività nel campo turistico e didattico. In particolare le aree a maggior grado di ruralità come l’Area Eleggibile 6 richiede un sostegno maggiore a favore della diversificazione. Prioritario risulta l’intento di riqualificare costantemente le strutture esistenti e l’ampliamento dell’offerta agrituristica che arricchisce i propri servizi a disposizione degli utenti.
L’intervento sostiene la trasformazione e/o la vendita di prodotti non appartenenti ai prodotti di cui all’allegato I del Trattato (prodotti per la cura del corpo, compost, resine, coloranti naturali, prodotti forestali), con l’obiettivo di sviluppare nuovi prodotti e nuovi funzioni d’uso delle materie prime che trovano la loro produzione nell’area oggetto del PAL.
La tabella sottostante, che riporta i dati ISTAT 2010, evidenzia come la stragrande maggioranza delle aziende che insistono sul territorio eleggibile 6, non ha propri punti vendita interni all’azienda. A tal proposito, l’analisi dei dati ribadisce la necessità di operare scelte strategiche rivolte alle micro aziende del territorio oggetto di valutazione e programmazione in quanto sono proprio le aziende di piccolissime dimensioni fascia 0,01/0,99, ovvero il 45,32% sul totale che non vendono i propri prodotti in azienda o comunque non direttamente. L’intervento proposto va anche nella direzione di dotare le aziende di piccole dimensioni di piccoli spacci aziendali dove vendere sia i prodotti della terra che tutti quelli non appartenenti all’allegato I del Trattato.
AZIENDA SENZA VENDITA DIRETTA DEI PRODOTTI AZIENDALI
L’intervento sostiene lo sviluppo di attività remunerative connesse alle attività agricole aziendali quali: a. fattorie sociali (agricoltura sociale); b. fattorie didattiche (servizi educativi); c. piccoli impianti di trasformazione e/o spazi aziendali per la vendita di prodotti aziendali non compresi nell’allegato I del Trattato (a prescindere dall’input). d. agriturismi.
Le tipologie di investimento che vengono sostenute sono le seguenti: - investimenti per l’allestimento di spazi aziendali attrezzati per lo svolgimento di attività didattiche e/o sociali in fattoria (assistenza all’infanzia, agri-nido, assistenza agli anziani, assistenza sanitaria e alle persone con disabilità, fattorie didattiche) - investimenti per la realizzazione di piccoli impianti aziendali di trasformazione e/o di spazi attrezzati per la vendita di prodotti aziendali non compresi nell’allegato I del Trattato (a prescindere dall’input); - Investimenti atti a migliorare la qualità dei servizi offerti dalle aziende agrituristiche; - Investimenti nell’azienda agricola finalizzati ad arricchire la proposta di ospitalità rurale con particolare riguardo alla conoscenza sotto il profilo turistico, del mondo agricolo e del territorio rurale, proponendo la scoperta e la riscoperta della cultura enogastronomica regionale, delle bellezze ambientali del territorio dei patrimonio storico ed architettonico locale.
|
Tipo di sostegno
Contributi pubblici in conto capitale calcolati in percentuale sui costi totali delle spese ammissibili.
I beneficiari del sostegno agli investimenti possono chiedere il versamento di un anticipo non superiore al 50% dell’aiuto pubblico per l’investimento. |
Beneficiari
Agricoltori |
Costi ammissibili
I costi ammissibili sono individuati ai sensi di quanto disposto all’art. 65 e 69 del Reg. (UE) 1303/2013 ed agli art. 45, 60 e 61 del Reg. (UE) 1305/2013.
I costi ammissibili sono i seguenti: a. investimenti per il miglioramento di beni immobili; b. acquisto di nuovi macchinari ed attrezzature; c. spese generali nel limite del 9% della spesa totale ammissibile dell’intervento agevolato; d. investimenti immateriali per l’acquisizione di programmi informatici strettamente collegati all’intervento.
|
Condizioni di ammissibilità
Il potenziale beneficiario dovrà essere in possesso dei seguenti requisiti: Ø essere regolarmente iscritta al Registro delle imprese della Camera di Commercio; Ø nel caso di imprese agricole l’attività agricola deve essere esercitata in forma esclusiva.
Costituiscono impegni in fase di attuazione, da parte dell’impresa agricola beneficiaria: Ø essere iscritto alla Camera di Commercio competente, per la specifica attività oggetto del programma di investimenti presentato (agriturismo, fattoria didattica, fattoria sociale), entro la data di chiusura del programma di investimenti agevolato;
Deve essere prodotto un Piano di Sviluppo Aziendale o Business Plan ed un correlato piano degli investimenti, organico e funzionale, che illustri ed argomenti, almeno: Ø la situazione inziale dell’azienda agricola; Ø la descrizione dell’attività proposta e del progetto imprenditoriale; Ø i nuovi prodotti/servizi implementati ed offerti; Ø l’analisi del mercato e relative strategie di intervento; Ø gli aspetti tecnici; Ø gli aspetti di sostenibilità ambientale; Ø gli aspetti economico-finanziari.
Per garantire la coerenza con quanto indicato nell’Accordo di Partenariato, l’intervento viene attivato nelle aree rurali classificate come “C” e “D”.
Costituiscono impegni in fase di attuazione del beneficiario: Ø non distogliere dal ciclo di produzione aziendale i beni oggetto del programma di investimenti agevolato per almeno 5 anni a decorrere dall’erogazione del saldo finale del contributo concesso per la realizzazione dell’intervento; Ø non modificare la destinazione d’uso degli immobili oggetto del programma di investimenti agevolato per almeno 10 anni a decorrere dall’erogazione del saldo finale del contributo concesso per la realizzazione dell’intervento.
|
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
Alle domande ritenute ammissibili, per l’assegnazione dei punteggi, saranno utilizzati i seguenti Macro-criteri:
A - Corrispondenza tra piano sviluppo aziendale e Strategia PAL B - Investimenti per la creazione e lo sviluppo dell’ospitalità agrituristica, ivi compreso l’agri-campeggio C - Appartenenza dell’impresa proponente ad una fascia di dimensione economica più piccola D - Creazione nuovi posti di lavoro E - Localizzazione dell’intervento nelle aree rurali classificate come “D” e “C” F - Interventi finalizzati allo sviluppo dell’agricoltura sociale ed alla produzione/vendita di beni non compresi nell’allegato 1 del trattato e prodotti G - Investimenti per lo svolgimento di attività didattiche e/o sociali in fattoria per la costituzione di reti di servizi locali H - Requisiti soggettivi del richiedente I - Criteri Aggiuntivi |
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri . |
Importi e aliquote del sostegno L’aiuto sarà concesso in regime “de minimis” Regolamento (UE) 1407/2013 nella misura percentuale del 50% sulle spese ammissibili. Saranno finanziate operazioni che prevedano una spesa minima di 30.000 e massima di 70.000 € |
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Dall’esame condotto sugli elementi critici di rischio sono stati rilevati i seguenti rischi:
1. Rischio basso connesso alla valutazione del progetto in fase di ammissibilità dell'intervento 2. Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi 3. Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento 4. Rischio moderato associabile al metodo di controllo e della tempistica della verifica ed il rispetto degli impegni del beneficiario 5. Rischio moderato associabile all’efficacia dei controlli in loco |
Misure d’attenuazione
I rischi rilevati al punto precedente possono essere oggetto di azioni di mitigazione attraverso: 1. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative 2. Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli 3. Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno 4. Allegare agli Avvisi Pubblici Disposiz. Proced. ed Attuat. su metodi di controllo e tempistica. |
Indicatori comuni
Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA
Superficie Agricola Utilizzatazona interessata all’intervento 18.402,91 HA
Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
Capi di bestiame (Bovini, Bufalini, Suini e Ovi-Caprini) 25.014 |
Indicatori di prodotto 1. Spesa pubblica totale 325.000 € (9,5% del totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne) 2. Investimenti totali 650.000 € 3. Numero di aziende agricole/beneficiari che usufruiranno di un sostegno Almeno 5 Aziende
|
Indicatori di risultato
1. Aziende agricole che fruiscono del sostegno del PSR per investimenti di ristrutturazione e ammodernamento Almeno 5 aziende
2. Posti di lavoro creati nell’ambito dei progetti finanziati Almeno 5 ULA
|
Indicatori di impatto 1. Reddito di impresa agricola 2. Tasso di occupazione rurale Attraverso l’implementazione di tale Intervento si punta, con la diversificazione in attività extra agricole, all’aumento della Redditività delle stesse aziende agricole operanti nel territorio. Al contempo, come già accennato, il rispetto degli impegni da parte dei beneficiari, produrrà un impatto diretto relativo alla creazione di almeno 5 ULA di lavoro. L’accoglienza di anziani, disabili, persino migranti, fino all’attivazione degli agri-nidi e agri-asili rappresenteranno modi per diversificare le attività delle aziende agricole beneficiarie dell’intervento ed il valore positivo di tali operazioni saranno riconducibili anche al risparmio ottenuto dalla spesa pubblica. |
Misura attivata 7 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali
Sottomisura 7.3 - Installazione, miglioramento ed espansione di infrastrutture a banda larga e di infrastrutture passive per la banda larga, nonché la fornitura di accesso alla banda larga e ai servizi di pubblica amministrazione on line
7.3.1 - Investimenti di accesso alla banda larga e ultra-larga nelle aree rurali
Descrizione del tipo di intervento
L'analisi SWOT condotta preliminarmente alla stesura del Piano, evidenzia la necessità di intervenire per implementare la copertura delle aree bianche delle zone C e D che ricadono nell’Area 6 attraverso infrastrutture atte a completare e/o migliorare la connettività alla banda larga ed ultra larga.
L’intervento andrà ad estendere la rete in fibra assicurando al territorio la disponibilità di accesso ad internet, in particolare a favore delle attività produttive operanti sul territorio.
A tal proposito i dati ISTAT (Tabella sottostante) indicano come il 99,16% delle aziende agricole del comprensorio non è informatizzato anche per carenza di infrastruttura informatiche. Il dato è in linea con quanto registrato a livello regionale e provinciale. Il dato è equamente distribuito tra le aziende di grandi dimensioni e quelle di piccole dimensioni. Quelle informatizzate (solo 46) ovvero lo 0,84%, utilizzano gli strumenti in loro possesso per la gestione dei servizi amministrativi, informatizzazione delle coltivazioni, informatizzazione e gestione degli allevamenti. Solo 8 utilizzano i mezzi per la vendita on line e solo 13 per l’acquisto on line. Emerge il fabbisogno delle aziende di nuova connettività e/o connettività di migliore qualità.
INFORMATIZZAZIONE AZIENDE AGRICOLE
L’Intervento punta a favorire l’incremento della competitività delle aziende agricole, e non solo, che operano sul territorio Area 6 che potranno estendere il paniere dei propri servizi (es. Accesso ad internet per i clienti degli Agriturismi, Start up innovative nell’ambito dei Servizi alla persona).
Le operazioni verranno attivate nelle aree residuali in complementarietà con gli investimenti attuati direttamente dalla Regione Calabria nelle aree rurali individuate come “aree bianche” nella quali cioè i servizi di banda larga e banda ultra larga per imprese, cittadini e pubbliche amministrazioni non esistono, oppure sono insufficientemente diffusi o presentano capacità di connessione insufficiente.
Le operazioni verranno realizzate: 1. Nelle zone in cui sono presenti chiare condizioni di carenza infrastrutturale e di assenza di connessione 2. Nelle zone dove c’è carenza del servizio in termini qualitativi (velocità) e quantitativi (copertura) 3. Nelle zone in cui non è prevista nell’immediato la realizzazione di una infrastruttura analoga da parte di investitori privati.
All’interno delle operazioni verrà finanziato tutto quanto necessario all’accesso alla rete a banda larga attraverso terminali utente aspecifici. |
Tipo di sostegno
Contributi in conto capitale su spese ammissibili sostenute |
Beneficiari
1. Imprese in generale (con particolare riferimento alle Imprese agricole, forestali e agroalimentari).
|
Costi ammissibili
Sono spese ammissibili per gli investimenti del presente intervento: attrezzature per la connessione web a banda larga (modem, parabole e satellitari, altre tecnologie wireless). |
Condizioni di ammissibilità
Gli investimenti, che dovranno essere conformi e coerenti con la “Strategia italiana per la banda, approvata dal Consiglio dei Ministri il 3 marzo 2015, saranno realizzati nelle aree rurali C e D ultra periferiche residuali ed essere complementari a quelli che la Regione Calabria intenderà realizzare all’interno delle stesse aree.
Il beneficiario non potrà alienare il bene acquistato con il contributo pubblico per un periodo di almeno 5 anni dal pagamento finale del contributo. |
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
|
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri. |
Importi e aliquote del sostegno L’intensità di aiuto sarà pari al 100% della spesa ritenuta ammissibile.
Tale Intervento si ritiene di "piccola scala" e dunque si applica il tetto massimo per investimento pari a 5.000,00 euro.
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Sono stati rilevati i seguenti rischi: 1. Rischio basso connesso alla valutazione del progetto in fase di ammissibilità dell'intervento |
Misure d’attenuazione
Le misure d’attenuazione che saranno applicate saranno le seguenti: 1. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative. |
Indicatori comuni Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA
Superficie Agricola Utilizzatazona interessata all’intervento 18.402,91 HA
Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
Capi di bestiame (Bovini, Bufalini, Suini e Ovi-Caprini) 25.014
|
Indicatori di prodotto
1. Spesa pubblica totale € 150.000,00 € (4,4% del totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
2. Investimenti totali € 150.000,00
3. Totale progetti finanziabili 30
|
Indicatori di risultato
9. Popolazione che potenzialmente beneficia di migliori servizi 98308
10. Numero di aziende potenzialmente interessate 5502
11. Totale aziende finanziabili 30 |
Indicatori di impatto
Reddito di impresa agricola Reddito dei fattori in agricoltura Produttività totale dei fattori in agricoltura
Attraverso l’implementazione di tale Operazione si punta,al raggiungimento degli obiettivi della strategia PAL legati al miglioramento della qualità e dell’accessibilità delle ICT nelle aree rurali e a stimolare l’utilizzo delle ICT nelle aree rurali.
|
Misura attivata 7 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali
Sottomisura 7.4 - Sostegno a investimenti finalizzati all’introduzione, al miglioramento o all’espansione di servizi di base a livello locale per la popolazione rurale, comprese le attività culturali e ricreative, e della relativa infrastruttura Intervento
7.4.1 - Investimenti per l’introduzione, il miglioramento o l’espansione di servizi di base a livello locale
Descrizione del tipo di intervento
L’intervento, in generale, si propone di agire attraverso tre tipologie di azioni, dalle quali ci si attende una riduzione del grado di isolamento delle popolazioni rurali dai “centri di offerta di servizi”, l’invecchiamento attivo della popolazione, il miglioramento della qualità della vita delle popolazioni che risiedono nelle zone rurali.
L'analisi SWOT condotta ha messo in evidenza come nell’Area 6, e soprattutto nelle Aree montane, il trend caratterizzato da un forte impulso indirizzato verso la riorganizzazione dei servizi e il contenimento dei costi da parte delle amministrazioni centrali, sia sempre più difficile garantire servizi di base qualificati e fruibili, tali da soddisfare le aspettative della popolazione in termini di mantenimento del livello qualitativo della vita.
In ragione dell’età media della popolazione residente e della carenza di servizi a favore delle zone rurali, il Comitato tecnico, in fase di progettazione del PAL, ha inteso rispondere alle esigenze del territorio attraverso la “creazione di centri di offerta servizi”.
Si è pensato di veicolare le poche risorse a disposizione verso l’istituzione di tre (3) centri polifunzionali. In particolare, le risorse alloccate sull’intervento, dovranno essere rivolte all’implementazione di centri servizi, meglio se polifunzionali, rivolti a: 1. minori e giovani in situazione di disagio sociale; 2. anziani; 3. disabili; 4. immigrati che godano dello stato di rifugiato o richiedenti asilo.
I Centri di offerta servizi dovranno riguardare uno o più dei seguenti ambiti: 1. inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità o svantaggiate e di minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione e sostegno sociale; 2. le prestazioni e le attività sociali e di servizio per le comunità locali che utilizzino le risorse materiali e immateriali dell’agricoltura per sviluppare le abilità e le capacità delle persone e per favorire la loro inclusione sociale e lavorativa, di ricreazione e di servizi utili per la vita quotidiana; 3. le prestazioni e i servizi a supporto delle terapie mediche, psicologiche e riabilitative per il miglioramento delle condizioni di salute e le funzioni sociali, emotive e cognitive delle persone interessate, anche con l’ausilio di animali addestrati e la coltivazione delle piante; 4. l’educazione ambientale e alimentare, la salvaguardia della biodiversità, la conoscenza del territorio mediante le fattorie sociali e didattiche per l’accoglienza e il soggiorno di bambini in età prescolare e di persone in difficoltà sociale, fisica e psichica.
A titolo esemplificativo, un centro per l’invecchiamento attivo potrebbe nascere con la creazione di Laboratori della longevità che, attraverso un serie di attività, anche a carattere agricolo, migliorino la qualità della vita dei residenti anziani delle zone rurali.
Il centro dedito all’invecchiamento attivo potrebbe erogare attività laboratoriali quali: 1. Laboratorio di Orticoltura (orto sociale, coltivazione su piano rialzato, tecniche di potatura ed innesto) 2. Laboratori per la mente e terapie occupazionali (riferiti al mondo agricolo, alla natura, alle tradizioni rurali quali attività espressive che utilizzano materiali come carta, creta, stoffa, la falegnameria, ecc) 3. Laboratorio di educazione alimentare rivolto alla terza età con riferimento alle proprietà degli alimenti, ad una corretta alimentazione anche in relazione a specifiche esigenze nutrizionali
Il centro, inoltre, potrà svolgere Attività fisica e di socializzazione ai frequentatori, quali: 1. Stimolazione dell’attività fisica (quali passeggiate, visite agli animali, etc) 2. Attività socializzazione e scambio intergenerazionale 3. Attività culturali e formative (ad esempio: conoscenze delle nuove tecnologie per agevolare attività della vita quotidiana ed accedere a nuovi strumenti di comunicazione, fotografia naturalistica, teatro a tema agricolo, riconoscimento erbe spontanee, giardinaggio, eventi e tradizioni rurali, etc).
Saranno valutati favorevolmente i progetti che prevedranno il partenariato con Aziende Sanitarie (es. Centro dedito all’invecchiamento attivo che prevede un partenariato attivo con l’Azienda Sanitaria competente territorialmente attraverso il quale pianifica l’effettuazione di visite specialistiche rivolte ai frequentatori del centro).
|
Tipo di sostegno
Contributi in conto capitale su spese ammissibili sostenute
I beneficiari potranno chiedere il versamento di un anticipo non superiore al 50% dell’aiuto pubblico per l’investimento. |
Beneficiari
Enti pubblici (in forma singola o associata)
|
Costi ammissibili
Sono costi ammissibili: a. adeguamento funzionale beni immobili di proprietà pubblica; b. attrezzature e strumentazioni strettamente connesse ai contenuti dell’investimento; c. hardware; d. spese generali nella misura massima del 9% del valore complessivo dell’investimento ammissibile. e. investimenti immateriali per l’acquisizione di programmi informatici, solo se collegati all’intervento. |
Condizioni di ammissibilità
Gli interventi che si intende sostenere ricadranno, per come determinato dal documento di programmazione, all’interno di comuni rurali “C” e “D”. Le idee progettuali dovranno essere presentate dai comuni in forma associata e le future strutture dovranno sorgere rispettivamente: 3. Una strutturanel Basso Tirreno Cosentino 4. Una struttura nelle Serre Cosentine 5. Una struttura nella Valle del Savuto
All’interno di queste macro aree potranno essere presentate più idee progettuali che andranno in competizione tra loro per la sola assegnazione della struttura prevista nella stessa macro area.
Gli investimenti saranno ritenuti ammissibili se realizzati sulla base di Piani di Sviluppo dei Comuni e dei villaggi situati nelle zone rurali e dei servizi comunali di base, ove tali piani esistano, e se saranno conformi alle pertinenti strategie di sviluppo locale.
Il progetto presentato deve essere accompagnato da un Piano di Gestione del servizio oggetto del programma di investimenti, pari almeno alla durata del periodo in cui vige l’obbligo di mantenimento del servizio.
Costituiscono impegni in fase di attuazione da parte del beneficiario: - garantire che gli immobili adeguati saranno destinati per almeno 10 anni all’erogazione di servizi pubblici, dalla data di erogazione del saldo del contributo pubblico concesso (solo se ricorre un intervento di adeguamento di immobile); - garantire il mantenimento attivo del servizio implementato per almeno 5 anni dalla data di erogazione del saldo del contributo pubblico concesso.
|
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
Ai fini della formazione delle graduatorie di merito verranno utilizzati dei Macro-criteri quali:
A -Interventi che prevedono la realizzazione di strutture polifunzionali
B -Grado di marginalità del territorio rurale interessato, con priorità ai territori ricadenti nelle aree rurali “D”
C - Numerosità dell'utenza servita
D - Priorità alle domande di sostegno presentate da Enti pubblici associati
E - Sostenibilità gestionale dell’iniziativa privilegiando le forme gestionali in cui è coinvolto il terzo settore
F - Interventi che contemplano servizi innovativi alla persona |
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Ai Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri. |
Importi e aliquote del sostegno
Intensità di aiuto: 100% sulla spesa ammissibile
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Dall’esame condotto sono stati rilevati i seguenti rischi: Ø Rischio moderato relativo alla corretta applicazione delle norme relative ai contratti pubblici. Ø Rischio basso connesso alla valutazione del progetto in fase di ammissibilità dell'intervento Ø Coerenza con i piani di sviluppo comunali/regionali/dei villaggi rurali |
Misure d’attenuazione
I rischi rilevati possono essere mitigati: Ø Predisposizione, da parte della struttura GAL, e aggiornamento di un Manuale sui contratti pubblici. Predisposizione e adozione di una check-list resa disponibile ai soggetti pubblici ed ai responsabili dei controlli. Ø Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative Ø Verifica della coerenza con gli eventuali piani attraverso raccolta documentale |
Indicatori comuni
1. Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA
2. Superficie Agricola Utilizzatazona interessata all’intervento 18.402,91 HA
3.Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
4.Capi di bestiame (Bovini, Bufalini, Suini e Ovi-Caprini) 25.014
5.Popolazione 98308
|
Indicatori di prodotto
e) Spesa pubblica totale 500.000 € (14,6% del totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
f) Investimenti totali 500.000 €
g) Popolazione che beneficia di migliori servizi 98308
h) Operazioni Finanziabili 3 Operazioni Finanziabili
|
Indicatori di risultato
1. Posti di lavoro creati nell’ambito dei progetti finanziati Si stima che l’avvio dei centri di erogazione servizi possa generare complessivamente, ovvero direttamente o indirettamente (indotto), almeno 5 ULA per ciascun centro. |
Indicatori di impatto
Reddito di impresa agricola Reddito dei fattori in agricoltura Qualità della vita
L’Operazione è volta a sostenere e promuovere la crescita socio-economica e la sostenibilità ambientale delle aree rurali attraverso specifici interventi di sviluppo delle infrastrutture e dei servizi di base locali nelle aree rurali, nonché attraverso il rinnovamento dei villaggi rurali. |
Misura attivata 7 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali
Sottomisura 7.5 - Sostegno a investimenti di fruizione pubblica in infrastrutture ricreative, informazioni turistiche e infrastrutture turistiche su piccola scala
7.5.1 - Investimenti per uso pubblico in infrastrutture ricreative, informazione turistica e infrastrutture turistiche su piccola scala
Descrizione del tipo di intervento
L’Area Eleggibile 6, per caratteristiche paesaggistiche e ambientali proprie emerse dall’analisi SWOT, ha un potenziale solo parzialmente espresso in termini di attrattività turistica verso le popolazioni dei centri urbani e delle altre regioni anche limitrofe. Lo sviluppo del turismo rurale può diventare strategico, specialmente se valorizza le peculiarità culturali e naturalistiche del territorio, rafforzandone la sua identità. L’azione riguarderà in particolare lo sviluppo e gestione di percorsi tematici. L’intervento inoltre sostiene la realizzazione, miglioramento e adeguamento di infrastrutture turistiche a favore del turismo rurale ed dell’integrazione tra turismo balneare caratteristico di una parte dell’Area oggetto di programmazione (Basso Tirreno Cosentino) e l’entroterra (Serre Cosentine e Savuto) nell’ambito di una nuova offerta di turismo sostenibile. Una parte del progetto turistico alla base della programmazione sarà quella relativa all’assistenza al turista in termini di promozione degli attrattori turistici e degli itinerari tematici fruibili sul territorio. Attraverso l’Intervento 07.05.01 saranno incentivati fra gli altri investimenti per la realizzazione di piccole infrastrutture informative per la creazione di servizi al turismo finalizzati al miglioramento dei flussi e della qualità dell'offerta, anche in relazione ai percorsi tematici da sviluppare.
TURISMO SOSTENIBILE ATTRATTORI (Misura 7 Intervento 07.06.01)
PERCORSI TEMATICI (Misura 7 Intervento 07.06.01)
COOPERAZIONE (Misura 16 Intervento 16.03.01)
PROMOZIONE/SERVIZI (Misura 7 Intervento 07.05.01)
Una delle idee è quella di dotare il territorio di uffici adibiti ad Info Point attrezzati con Totem informativi multimediali che possano promuovere le risorse sparse nei 40 Comuni.
Gli Info Point potranno essere localizzati o in locali di proprietà dei comuni appartenenti all’Area 6 o presso le organizzazioni specializzate, lungo i percorsi tematici individuati.
I Totem, attraverso l’erogazione di propri contenuti, dovranno valorizzare gli attrattori culturali, ambientali ed enogastronomici del territorio, ed al contempo dovranno fornire le informazioni utili a rafforzare la conoscenza dell’offerta turistica ricettiva e storico-culturale del territorio.
|
Tipo di sostegno
Il contributo concedibile è pari al 100% della spesa ammissibile. |
Beneficiari
I beneficiari di questo Intervento sono il Gal , gli Enti pubblici e le organizzazioni turistiche. Per gli interventi a regia gal sarà predisposto il relativo Piano Esecutivo di azione. Per gli interventi rivolti a Enti pubblici e organizzazioni turistiche specializzate saranno predisposti appositi Bandi pubblici. |
Costi ammissibili
Nell’ambito dell’Intervento sono ammissibili le spese strettamente necessarie all’erogazione/fruizione dei servizi ovvero: o opere di recupero, adeguamento, ampliamento, ammodernamento di beni immobili; o hardware e software; o spostamento e/o rifacimento di sotto-servizi (luce, gas, acquedotti, fognature, telefono, ecc.), compresi gli oneri di autorizzazione e concessione; o spese per servizi di sviluppo turistico/territoriale lungo i percorsi tematici. o spese generali nel limite del 9% delle spese ritenute ammissibili |
Condizioni di ammissibilità
Le condizioni di ammissibilità sono rilevabili nelle aree dei percorsi tematici in cui verranno realizzate gli interventi materiali e immateriali e nella coerenza con i piani di sviluppo comunali e della strategia di sviluppo locale implementata dal GAL.
|
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
Per la definizione dei criteri di selezione si applicano i seguenti principi: • localizzazione dell’intervento con priorità per le aree D; • priorità comuni ricadenti in aree svantaggiate montane; • interventi ricadenti in aree naturali protette; • interventi che coinvolgono il maggior numero di territori comunali (meglio se contigui); • associazioni di comuni ; • attivazione all’interno di un progetto di cooperazione; • grado di connessione con l’offerta turistica territoriale, lungo i percorsi tematici, • interventi su strutture/organizzazioni già esistenti e operanti adibite all’erogazione di servizi ricreativi/turistici nell’ambito dei percorsi tematici. |
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri. |
Importi e aliquote del sostegno
Il contributo concedibile è pari al 100% della spesa ammissibile Investimento dovrà avere una dimensione in termini di valore della spesa ammissibile che non superi il limite di 50.000,00 €.
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
L’attuazione dell’intervento, presenta i seguenti rischi e criticità:
Ø Rischio moderato relativo alla corretta applicazione delle norme relative ai contratti pubblici Ø Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento Ø Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi
|
Misure d’attenuazione
Al fine di ridurre i rischi derivanti dall’attuazione dell’intervento si prevede: Ø Predisposizione, da parte della struttura GAL, e aggiornamento di un Manuale sui contratti pubblici. Predisposizione e adozione di una check-list resa disponibile ai soggetti pubblici e privati ed ai responsabili dei controlli Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno, per gli interventi a bando. Ø Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli Ø Elaborazione da parte del gal di un Piano esecutivo per le operazioni a regia. |
Indicatori comuni 1. Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA
2. Superficie Agricola Utilizzatazona interessata all’intervento 18.402,91 HA
3.Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
4.Capi di bestiame (Bovini, Bufalini, Suini e Ovi-Caprini) 25.014
5.Popolazione 98308
|
Indicatori di prodotto
1. Spesa pubblica totale 250.000,00 € (7,3% del totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
2. Investimenti totali € 250.000,00 ( di cui e 150.000 a regia e 100.000 a bando)
3. Operazioni finanziabili almeno 5 Operazioni finanziabili
|
Indicatori di risultato
3. Popolazione che beneficia di migliori servizi 98308
4. Percentuale di popolazione rurale che beneficia di migliori servizi/infrastrutture 100%
|
Indicatori di impatto
Reddito di impresa agricola Reddito dei fattori in agricoltura Qualità della vita
L’Operazione è volta a sostenere e promuovere la crescita socio-economica e la sostenibilità ambientale delle aree rurali attraverso specifici interventi nell’ambito dei sevizi ai turisti/visitatori quali fra gli altri i Percorsi tematici ( enogastronomici, ambientali, religiosi, sportivi) e gli Info Point attrezzati con Totem informativi multimediali .
|
Misura attivata 7 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali
Sottomisura 7.6 - Sostegno per studi/investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale e naturale dei villaggi, del paesaggio rurale e dei siti ad alto valore naturalistico, compresi gli aspetti socioeconomici di tali attività, nonché azioni di sensibilizzazione in materia di ambiente
7.6.1 - Investimenti per conservazione e valorizzazione della biodiversità e del patrimonio culturale, architettonico e naturale di villaggi e paesaggi rurali e siti di pregio naturale
Descrizione del tipo di intervento
Incrementare la capacità attrattiva dell’Area eleggibile 6 passa anche per la costruzione di percorsi tematici strutturati, comunicabili e sostenibili sui mercati del turismo nelle loro diverse espressioni: turismo enogastronomico, religioso, giovanile,sportivo, ecc.
Al fine di progettare e realizzare un valido piano di sviluppo turistico integrato territorialmente si propone di porre al centro della strategia gli attrattori presenti sul territorio, mettendo a sistema i piccoli operatori turistici (Misura 16 Intervento 16.03.01) e agrituristici operanti (Misura 6 Intervento 06.04.01) lungo i percorsi tematici e sostenendo la promozione delle attività/servizi connessi al turismo .
In questo quadro si sono tenuti in considerazione le tipologie di attrattori presenti nel territorio e del loro diverso grado di sviluppo, effettivo e potenziale, al fine di individuare un ordine di priorità dei tematismi che ne sarebbero scaturiti ed organicamente si è immaginata l’implementazione di Piani di Cooperazione per la condivisione di pezzi del processi di produzione del “prodotto turismo” da parte degli operatori del settore.
TURISMO SOSTENIBILE ATTRATTORI (Misura 7 Intervento 07.06.01)
PERCORSI TEMATICI (Misura 7 Intervento 07.06.01)
COOPERAZIONE (Misura 16 Intervento 16.03.01)
PROMOZIONE/SERVIZI (Misura 7 Intervento 07.05.01)
L’Intervento, per il quale è programmata la Regia GAL, prevede investimenti relativi a conservazione e valorizzazione della biodiversità e del patrimonio culturale, di villaggi rurali, paesaggi rurali, aree naturali protette quali SIC (es. Monte Cocuzzo) che insistono sul territorio, attraverso: • la realizzazione di Percorsi Tematici connessi all’attività agricola e ai temi ambientali e comunque riconducibili alla cultura dei luoghi; • investimenti materiali ed immateriali per la salvaguardia del patrimonio intangibile quali la musica, il folklore, l’etnologia ed i saperi rurali; • azioni di sensibilizzazione ambientale sulla biodiversità del territorio. |
|
|
Tipo di sostegno
Contributo in conto capitale. |
Beneficiari Gal Enti pubblici Organizzazioni private specializzate in turismo sostenibile
|
Costi ammissibili - Investimenti materiali ed immateriali per la salvaguardia del patrimonio intangibile quali la musica, il folklore, l’etnologia ed i saperi rurali - Spese per la realizzazione di percorsi tematici connessi all’attività agricola e ai temi ambientali e comunque riconducibili alla cultura dei luoghi; - Spese generali |
Condizioni di ammissibilità
Le condizioni di ammissibilità del presente Intervento sono rilevabili nell’area in cui verranno realizzati gli interventi (aree D e C) e nella coerenza con i piani di sviluppo comunali e della strategia di sviluppo locale implementata dal GAL. |
Criteri (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili) di cui il Gal terrà conto nel Piano Esecutivo
Per la definizione dei criteri si tiene conto dei seguenti principi: - realizzazione degli interventi nei Siti Natura 2000, nelle Aree naturali protette e nelle aree individuate come ad alto valore per la tutela della biodiversità; - progetti che riguardano la salvaguardia del patrimonio intangibile dell’Area 6 - attivazione all’interno di un progetto integrato; - interventi che coinvolgono il maggior numero di territori comunali; - grado di connessione con l’offerta turistica territoriale e i percorsi individuati. |
Quantificazione dei criteri del Piano Esecutivo
|
Importi e aliquote del sostegno
Il Contributo pubblico concesso è pari al 100% della spesa massima ammissibile
Si prevedono: - un Intervento integrato da € 150.000,00 afferente “Investimenti materiali ed immateriali per la salvaguardia del patrimonio intangibile quali la musica, il folklore, l’etnologia ed i saperi rurali” - un Intervento integrato da € 71.289,69,00 afferente “Spese per la realizzazione di percorsi tematici connessi all’attività agricola e ai temi ambientali e comunque riconducibili alla cultura dei luoghi”. |
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
L’attuazione dell’intervento, presenta i seguenti rischi e criticità: 1. Rischio moderato relativo alla corretta applicazione delle norme relative ai contratti pubblici 2. Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento 3. rischi connessi alla verifica della ragionevolezza dei costi |
Misure d’attenuazione Al fine di ridurre i rischi derivanti dall’attuazione dell’intervento si prevede 1. Predisposizione, da parte della struttura GAL, e aggiornamento di un Manuale sui contratti pubblici. Predisposizione e adozione di una check-list resa disponibile ai responsabili dei controlli.Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli 2. Predisposizione da parte del Gal del Piano esecutivo di attuazione della misura. |
Indicatori comuni
1. Superficie Agricola Totale interessata all’intervento 31.555,04 HA
2. Superficie Agricola Utilizzatazona interessata all’intervento 18.402,91 HA
3.Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
4.Capi di bestiame (Bovini, Bufalini, Suini e Ovi-Caprini) 25.014
5.Popolazione 98308
|
Indicatori di prodotto
1. Spesa pubblica totale €221.289,69 (4,5% del totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
2. Investimenti totali €221.289,69
3. Nr di Operazioni Finanziate 2 Operazioni integrate
4. Popolazione che beneficia di migliori servizi 98308 |
Indicatori di risultato
1. Popolazione che beneficia di migliori servizi 98308
2. Percentuale di popolazione rurale che beneficia di migliori servizi/infrastrutture 100%
|
Indicatori di impatto
Reddito di impresa agricola Reddito dei fattori in agricoltura Qualità della vita
L’Operazione è volta a sostenere e promuovere la crescita socio-economica e la sostenibilità ambientale delle aree rurali attraverso specifici interventi di sviluppo di percorsi tematici di valorizzazione e promozione degli attrattori che ricadono nel comprensorio ed investimenti materiali ed immateriali per la salvaguardia del patrimonio intangibile dell’Area Eleggibile 6.
|
Misura attivata: 16 - COOPERAZIONE
Sottomisura 16.3 - Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse, nonché per lo sviluppo e la commercializzazione dei servizi turistici
Intervento 16.3.1 - Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse
Descrizione del tipo di intervento
Dall’analisi SWOT effettuata è emersa la necessità di promuovere un’azione coordinata e sistemica atta a valorizzare e promuovere il territorio Area Eleggibile 6 che comprende anche le sue eccellenze produttive, gli agriturismi, le fattorie didattiche gli operatori e loro consorzi e/o associazioni già costituite.
L’intervento che si intende sostenere va nella direzione del favorire lo sviluppo di associazioni di settore di operatori agrituristici e/o di fattorie didattiche e/o altri operatori del settore turistico in generale finalizzate al miglioramento ed alla specializzazione del prodotto/servizio offerto.
L’intervento si completa attraverso la promozione e la commercializzazione in modo coordinato dei percorsi tematici elaborati con la Misura 07 Intervento 07.06.01
La cooperazione tra operatori nell'ambito della specializzazione del servizio offerto e la realizzazione di iniziative collettive di promozione/commercializzazione è utile per ottenere economie di scala ed aggredire mercati che le singole imprese difficilmente potrebbero raggiungere.
TURISMO SOSTENIBILE ATTRATTORI (Misura 7 Intervento 07.06.01)
PERCORSI TEMATICI (Misura 7 Intervento 07.06.01)
COOPERAZIONE (Misura 16 Intervento 16.03.01)
PROMOZIONE/SERVIZI (Misura 7 Intervento 07.05.01)
Le azioni che si intendono sovvenzionare sono finalizzate a: o sviluppare forme di associazionismo tra operatori del turismo rurale quali agriturismi, fattorie didattiche e sociali, altri operatori turistici che operano nell’ambito turistico; o la realizzazione di misure collettive per la promozione e commercializzazione del turismo rurale; o l’adozione e la condivisione fra gli operatori di processi e strumenti idonei alla sostenibilità ambientale. Una delle attività che si intende sostenere è quella della creazione di un Marchio che certifichi il percorso/itinerario tematico come “sostenibile” attraverso la promozione e applicazione di strumenti di gestione e comunicazione ambientale, quali ECOLABEL, EMAS, UNI EN ISO 14001.
Per fare ciò, il GAL presenterà propria idea progettuale a valere sull’Azione 3.3.3 “Sostegno a processi di aggregazione e integrazione tra imprese (reti di imprese) nella costruzione di un prodotto integrato nelle destinazioni turistiche” del POR Calabria 2014/2020 di prossima pubblicazione.
La certificazione riguarderà sia i percorsi tematici elaborati dal GAL attraverso studi (Intervento 07.06.01) ma anche le strutture che intenderanno costituirsi quali appartenenti al Marchio che metterà sotto lo stesso cappello la ricettività tutta, che ne farà richiesta, operante nell’Area Eleggibile 6.
Il Marchio servirà: 1. ad accompagnare le azioni di promozione e comunicazione dei singoli operatori consentendo l’impiego nei siti e nei materiali promozionali delle aziende e degli enti che si occupano di promuovere l’offerta territoriale (regione, comuni, GAL etc); 2. offrire un “segnale di riconoscimento” presso il luogo in cui si esercita l’agriturismo, la fattoria sociale, la fattoria didattica, altra ricettività; 3. sensibilizzare i potenziali turisti ai valori culturali, storici e paesaggistici dell’Area PAL.
Elemento fondante dell’operazione sarà l’elaborazione di un Piano di Cooperazione che possa mettere in evidenza il come la cooperazione fra tali operatori consente di aggredire nuovi mercati e creare a livello territoriale delle nuove conoscenze e competenze nonché economie di scala.
|
Tipo di sostegno
Il sostegno è concesso sotto forma di sovvenzione globale a copertura dei costi ammissibili sostenuti e per un periodo funzionale allo svolgimento del progetto e comunque non superiore a 5 anni. |
Beneficiari
Sono beneficiari dell’operazione Partenariati tra almeno due soggetti tra “piccoli operatori” del settore agricolo e della filiera agroalimentare e della filiera turistica.
|
Costi ammissibili Sono costi ammissibili all’operazione: a. il costo degli studi della zona interessata, studi di fattibilità, stesura di piani aziendali; b. Costi legati alla cooperazione (animazione e definizione del progetto di cooperazione); c. Costi della progettazione e realizzazione di Marchi, disciplinari e loghi collettivi dell'associazione; d. Produzione di materiale informativo e pubblicitario collettivo di promozione dell' associazione (cartaceo, digitale, cartellonistica, per la rete internet, App per smartphone ed altra attrezzatura informatica, etc.); e. Organizzazione e/o partecipazione ad eventi fieristici, sagre ed altri eventi radiofonici e televisivi (comprese le spese logistiche, affitto spazi, noleggio attrezzature, animazione, interpretariato, traduzioni); f. Azioni di marketing del territorio g. Beni materiali ed immateriali connessi alla realizzazione del Piano di Cooperazione h. Azioni di accoglienza di Tour Operator o operatori del settore turistico (giornalisti, agenti commerciali turistici, etc) finalizzate alla promozione extra regionale od estera dei settori agriturismo, fattorie didattiche. |
Condizioni di ammissibilità
Ammissibilità del soggetto proponente
Condizione di ammissibilità è l’aggregazione di piccoli operatori di nuova costituzione ed operanti nell’ambito delle attività agricola, agroalimentare, turistica e costituite in una delle forme riconosciute dalle vigenti leggi o regolamentate da contratti registrati, ivi inclusi i “contratti di rete”.
Possono candidarsi al sostegno dell’operazione anche aggregazioni non ancora costituite o contrattualizzate, fermo restando, l’obbligo di costituirsi/contrattualizzarsi prima dell’accettazione dell’eventuale aiuto concesso.
Ammissibilità della proposta Condizione di ammissibilità è la presentazione di un Piano di cooperazione che dovrà trattare i seguenti elementi: a. descrizione del progetto; b. descrizione dei risultati attesi e dimostrazione del raggiungimento di obiettivi di miglioramento delle prestazioni commerciali degli operatori aggregati; c. descrizione del modello di governance interno al raggruppamento, nonché ruoli e mansioni di ogni componente del partenariato; d. descrizione delle modalità di divulgazione dei risultati del progetto.
Gli impegni in fase di attuazione da parte del beneficiario sono rilevabile nella non alienabilità dei beni oggetto del sostegno per almeno 5 anni a decorrere dall’erogazione del saldo finale del contributo concesso. |
Criteri di selezione (oggettivi: verificabili, controllabili e misurabili)
|
Quantificazione dei criteri di selezione e definizione del punteggio minimo
Il sostegno è accordato soltanto ai progetti migliori che conseguiranno un punteggio minimo di 20 punti raggiungibili con il concorso minimo di due criteri |
Importi e aliquote del sostegno
Importo massimo sovvenzionabile dall’operazione € 75.000,00.
Tasso di sostegno dell’operazione 80%, salvo che per operazioni che rientrano in una misura diversa dalla M16 come per esempio le attività Informative e dimostrative di cui alla Misura M01 per la quale l’importo massimo e/o l’intensità di aiuto, sono quelle stabilite nella stessa Misura.
Il contributo è concesso in ambito del regime “De Minimis” di cui al Reg. (UE) n. 1407/2013.
Il sostegno è erogato per una durata funzionale allo svolgimento del progetto e comunque non superiore a 5 anni
Per i costi di esercizio della cooperazione, la somma erogabile è soggetta alla limitazione del 25 % del valore complessivo del Piano di Cooperazione.
|
Rischi inerenti l’attuazione dell’operazione
Dall’esame condotto risultano i seguenti elementi critici di rischio: 1. Rischio moderato associabile alla ragionevolezza dei costi 2. Rischio moderato rispetto alla correttezza delle domande di pagamento 3. Rischio moderato associabile al metodo di controllo e della tempistica della verifica ed il rispetto degli impegni del beneficiario 4. Rischio moderato associabile all’efficacia dei controlli in loco |
Misure d’attenuazione
Le misure di attenuazione saranno le seguenti: 1. Elaborazione, da parte della struttura GAL, di un Manuale e una check-list relativa alle linee guida per i controlli 2. Predisposizione, da parte della struttura GAL, di Linee Guida esplicative per la presentazione delle domande di sostegno 3. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica 4. Allegare agli Avvisi Pubblici esaustive Disposizioni Procedurali ed Attuative anche sui metodi di controllo e loro tempistica |
Indicatori comuni
3. Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
4. Popolazione dell’Area 98308
|
Indicatori di prodotto 2. Spesa pubblica totale € 150.000,00 (4,4% del totale contributo pubblico previsto dalla Misura 19.2 al netto del contributo previsto per le Aree Interne)
3. Investimenti totali € 187.500,00
4. Popolazione che beneficia di migliori servizi 98308
5. Operazioni Finanziabili 2 Operazioni Finanziabili
|
Indicatori di risultato
1. Numero di Aziende Agricole potenzialmente interessate 5502
2. Numero di aziende agricole che potrebbero ricevere un sostegno per la partecipazione al progetto di cooperazione almeno 40 aziende potenzialmente coinvolte nelle 2 operazioni previste
3. Percentuale di aziende agricole che potrebbero ricevere un sostegno per la partecipazione al progetto di cooperazione 0,73% calcolato sul totale delle aziende operanti sul territorio Area eleggibile 6
|
Indicatori di impatto
1. Reddito di impresa agricola
Attraverso l’implementazione delle operazioni di cui sopra, si sosterrà la competitività globale delle aziende che parteciperanno al progetto di cooperazione, in quanto le stesse sostengono la diversificazione e la multifunzionalità delle aziende agricole e più in generale la diversificazione dell’economia rurale. . |
Misura attivata 16 COOPERAZIONE
Sottomisura 16.4 - Sostegno alla cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali e sostegno ad attività promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali Intervento
16.4.1 - Cooperazione di filiera, orizzontale e verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e dei mercati locali"
Descrizione del tipo di intervento
Dall’analisi di contesto realizzata sul territorio di riferimento è emerso come si renda necessario puntare a migliorare le forme di vendita quale leva per accrescere e consolidare la competitività delle imprese agricole. In coerenza con quanto emerso dall’analisi SWOT, il tipo di operazione si propone di sostenere e promuovere la creazione e il rafforzamento di aggregazioni, orizzontali o verticali per favorire la fase di commercializzazione delle produzioni finali in un ambito di mercato locale.
Il tipo di operazione prevede la creazione di filiere corte, che operano sui mercati locali, attraverso il sostegno di progetti finalizzati a promuovere i mercati locali realizzati dalle imprese coinvolte nella cooperazione che fanno parte delle micro-filiere agricole censite nell’Area eleggibile 6.
Proprio dalla lettura dei dati ISTAT riferiti al comprensorio, si può notare come 3225 aziende su un totale 5502, vende direttamente o presso piccoli mercati locali/rionali il proprio prodotto. Le aziende maggiormente coinvolte sono quelle delle fasce 0,01/0,99 e 1/1,99 ovvero quelle di dimensione più piccola. Le stesse aziende (1711) assommano al oltre il 50% (53,05) del campione oggetti di valutazione. Quanto detto dimostra la propensione alla vendita e l’opportunità di organizzare mercati locali che mettano insieme piccoli produttori in filiera corta.
|